(15.09.09)
Danneggiata
un'intera categoria per colpa di alcuni operatori che
esercitano la pastorizia come attività extra affidando
le greggi a personale non qualificato
La brucellosi, assente
da 15 anni, riappare in un gregge alpeggiato in Val
Cavargna (Co). I veri pastori insorgono.
Di fronte al riapparire della brucellosi, che rovina l'immagine
della pastorizia e fornisce pretesti ai nemici della transumanza,
i pastori lombardi chiedono che l'esercizio della pastorizia
professionale, con l'alpeggio e la transumanza, sia condizionato a precisi
requisiti. In altri paesi ai pastori sono richieste professionalità e
precisi requisiti, ma ha in cambio delle garanzie e agevolazioni per l'accesso
ai pascoli e viene spesso invitato a pascolare nei Parchi. In Italia la
pastorizia per quanto esercitata in modo professionale è considerata attività
marginale e considerata sempre con sospetto. Non solo, ma molti Parchi
applicano spesso ingiustificati divieti di pascolo, ma anche parecchi comuni
cercano di impedire la presenza dei greggi transumanti . Uno dei motivi addotti
per impedire il transito o la sosta dei greggi è che 'le pecore portano
malattie'.
Si
trattava di un argomento facilmente smontabile perché da parecchi anni
i greggi lombardi sono indenni dalla Brucellosi, tanto che la Regione è stata
dichiarata ufficialmente indenne.
Va
precisato che la Brucellosi
che colpisce pecore e capre (altre forme colpiscono anche i bovini ed altre
specie) è causata dal batterio Brucella
melitensis. Si
tratta di una zoonosi,
ovvero di una malattia trasmissibile nell'uomo a seguito di contatto diretto o
all'ingestione di latte e latticini freschi contaminati. Come tutte le zoonosi
pericolose per l'uomo viene combattuta mediante abbattimento dei capi
infetti. La malattia è cosmopolita ma ha una maggiore prevalenza nel bacino del Mediteraneo.
Ora,
purtroppo, si è verificato un nuovo caso. Lo scorso agosto un gregge di 1.000
pecore e 100 capre, che utilizzava pascoli in Val Cavargna (Co), è risultato
infetto da brucellosi ed avviato al macello a Lodi non senza incresciose
vicende (come la 'sparizione' si venti capi già sequestrati ritrovati dai
carabinieri al pascolo nella zona collinare). Il proprietario (un ristoratore
di Parabiago, Mi) e i responsabili del trasporto sono stati denunciati con le
accuse di ricettazione, omessa custodia, false dichiarazioni e rischio di
epidemia. Si tratta di elementi che praticano grandi compravendite di
animali e che sono stati scacciati dal Piemonte (Pragelato)
dove si recavano per il pascolo estivo sino al 2003
per storie di danneggiamenti ai rimboschimenti e di
operai extracomuinitari non in regola (per non parlare
di prepotenze contro i 'colleghi' per
allargare l'area di pascolo 'vagante' invernale.
In ogni caso,
senza guardare per il sottile si sono rinfocolate le polemiche (anche da parte
di amministratori pubblici) contro 'l'affitto dei pascoli ai foresti'. Ma
si tratta di polemiche strumentali. Un esame di coscienza dovrebbero farlo
anche i comuni che, per lucrare su canoni di affitto più elevati, sono
disponibili a ciudere un occhio (o forse due) sui requisiti degli imprenditori
che si propongono per la conduzione dei pascoli. Di qui casi di alpeggi
sottocaricati. Si tratta di aziende di pianura che, per lucrare sui
contributi o per rientrare nei parametri di carico zooectcnico aziendale,
praticano l'alpeggio 'sulla carta, caricando magari qualche bestia da carne.
Ecco come muoiono gli alpeggi! Senza carico adeguato, con animali da carne non
custoditi che utilizzano male il pascolo (sostando spesso e volentieri in
prossimità dei punti di abbeverata), con piccoli greggi ovicaprini 'allo
sbando' che praticano il 'pascolo di rapina'.
E' evidente che
c'è 'foresto' e 'foresto'. Che la priorità vada data agli allevatori residenti
nessuno lo mette in discussione, ma - prima ancora - bisogna garantire il
carico di bestiame adeguato alla buona gestione del pascolo e dare la priorità
agli allevatori che praticano forme di pascolo turnato (bovini da latte) o
guidato e custodito (i pastori transumanti). Se c'è un operatore che conosce al
meglio il mestier di 'mangiare' le montagne (utilizzare con il pascolo il
foraggio d'alpeggio) è proprio il pastore transumante professionale. E' lui il
primo che ha interesse ad utilizzare bene il pascolo, a 'riempire' di erba la
pancia delle sue pecore. La sua professionalità consiste nel regolare la
tempistica del pascolo, per evitare che l'erba non utilizzata in tempo diventi
precocemente matura.
Va da sè che il
vero pastore o è con il gregge o lo affida a un socio o ad aiutante fidato e
competente, non a pastori extracomunitari improvvisati. Il personale non
qualificato può svolgere una funzione ausiliaria (un grosso gregge non lo si fa
'girare' da soli anche se si dispone di buoni cani).
Sulla base di
queste considerazioni i veri pastori transumanti che praticano l'attività
da generazioni e che la svolgono a titolo principale, riuniti nell'Associazione
Pastori Lombardi, di fronte al grave caso di infezione di Brucellosi
verificatosi sostengono quanto segue:
·
che ai proprietari dei greggi in cui si riscontrano
casi di malattie pericolose per il loro carattere epidemico o per la
trasmissibilità all'uomo non vengano riconosciuti indennizzi in presenza di
comportamenti in contrasto con buone norme di prudenza (compravendite di
animali);
·
che la qualifica di pastore transumante sia riconosciuta
ufficialmente e limitatamente ad operatori con comprovata esperienza e capacità
restringendo l'esercizio del pascolo 'vagante' e del trasferimento in alpeggio
da lunghe distanze da parte di operatori privi di adeguata professionalità e di
personale qualificato e agevolando, al contrario, l'accesso dei veri
pastori anche in aree protette laddove l'esercizio del pascolo non
contrasti con altre finalità ;
·
che ai pastori transumanti riconosciuti, in grado di
assicurare adeguato carico di bestiame e adeguata custodia venga concessa
- in assenza di domande da parte di caricatori in grado di assicurare un
adeguato carico con bovini e caprini da latte e di utilizzare i laboratori
per la produzione casearia eventualmente presenti - la priorità
nell'affitto degli alpeggi.
|