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(17.09.09)
Così si incentivano i
giovani e si garantisce che l’allevamento in zone “marginali” non vada a
perdere
di
Marzia Verona
Due testimonianze dal Piemonte, due giovani allevatori che
non riescono a portare avanti i loro sogni, i loro progetti, a causa di intoppi
burocratici.
Hanno lo stesso nome di battesimo, Marco, ma uno alleva
bovini, l’altro capre. Entrambi hanno presentato delle domande per una stalla
dove ricoverare i propri animali. Abitano in due valli diverse, ai piedi delle
montagne o sulle loro pendici. Non vogliono abbandonare il territorio.
Ci racconta il primo: “Il
18 gennaio 2008 mi
è venuta la malsana idea di presentare un progetto in Comune per la costruzione
di una tettoia alimentazione e riposo bovini.
Notare che il progetto prevede 20 autocatture (attenzione, dico venti non 200).
Mille mila questioni burocratiche (io non lo parlo molto bene il burocratese)
han fatto si che la mia pratica venisse accantonata. Ora con la nuova
amministrazione mi sono di nuovo fatto vivo, anche perchè su quel progetto
avevo fatto anche domanda del PSR.
Morale della favola, la pratica ha avuto l'ok dalla commissione edilizia e
dall'ASL locale, ma la "commissione paesaggistica" (penso che siamo
l'unico Comune ad averla) formata da due architetti e un dottore in scienze
forestali, me l'ha di nuovo sospesa perchè i,o nella relazione aggiuntiva che
mi han richiesto, ho segnato la presenza di 30 uba e non di 20. Notare che gli
ho specificato che il totale era dato da n 20 vacche con rispettivi
vitelli. Non è che le mucche le tengo per sport!!! Dovranno ben rendermi in
qualche modo!! Ignoranti che non sono altro!!
Sono nero. Ora forse ho trovato una soluzione provvisoria da un mio amico che
mi lascerebbe metà di un suo capannone,giusto per i mesi invernali!
Sono senza parole. Il bello è che son tutti contenti che mangio e accudisco i
prati sul territorio comunale e tutti si fermano e mi fanno sempre i
complimenti!! Ma che vadan tutti a morire, le loro belle parole non mi riparano
le vacche dalla pioggia.
Scusa lo sfogo, ma son esasperato!!”
La Commissione Paesaggisticaadesso c’è dappertutto,
prima se ne occupava la Regione, adesso è stato demandato il tutto alle
Comunità Montane, per quel che ho potuto sapere.
Marco non conosce il suo omonimo collega, forse l’ha
inconsapevolmente incontrato in queste pagine o su qualche altro sito internet
dove si parla di questo mondo. Bene o male, sono due giovani che stanno al
passo con i tempi e sanno anche muoversi nella tecnologia.
L’allevatore di capre voleva sistemare una casa più stalla,
ma ha scoperto che quelli che paiono boschi abbandonati sono in realtà “zona
residenziale”, a causa forse di qualche seconda casa ristrutturata qua e là in
mezzo all’abbandono. Il permesso per la stalla non l’avrebbe ottenuto, poiché
in linea d’aria non c’erano le distanze sufficienti dalle abitazioni
residenziali. Non sia mai che l’amante della montagna debba poi sentire la
puzza delle capre, quando viene ad ossigenarsi i polmoni da quelle parti. Le
vicende sono state lunghe e complesse, il nostro amico ha speso soldi dai
geometri, la scappatoia era una variante al piano regolatore, così si è provato
a percorrere questa strada. Lui intanto ha presentato i progetti e la domanda
per il PSR. Sembrava che tutto si potesse sistemare, ma poi… a quando pare il
Comune ha dimenticato di fare una valutazione ambientale relativa alla
variante, quindi tutto bloccato e la domanda del nostro amico è stata bocciata.
Anche per lui si prospetta quindi un inverno difficile ed un futuro nebuloso.
La legge è la legge, certo. Ma in queste piccole realtà
credo si potrebbe trovare il modo ed il tempo per dialogare con le persone,
prima di bocciare progetti e domande. Solo così si aiuterebbe la montagna a non
spopolarsi ed i giovani continuerebbero a scegliere questi mestieri. I nostri
due amici sono appassionati e motivati, ma certe notizie non aiutano
sicuramente a scegliere una strada che è difficile già di per sé.
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