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Articoli correlati
(11.12.11) Milano. Parte una iniziativa politico-culturale per le Terre alte
Si
è svolto ieri presso l'Associazione consiglieri (al Pirelli) un
seminario coordinato da Robi Ronza su: "La montagna di fronte alla
crisi!". Partito da una proposta di Quaderni Valtellinesi (Dario Benetti) e Ruralpini (Michele Corti) il seminario era stato preparato con un incontro cui hanno partecipato
anche Ronza (Confronti), Mariano Allocco (Patto per le Alpi piemontesi) e Giancarlo Maculotti (Incontri TraMontani). Ora si avvia una fase di serrata discussione e confronto (via internet) per arrivare a un Manifesto/Carta dell'autogoverno delle Terre alte
e a un convegno a Sondrio, città al centro delle Alpi. Con lo scopo
dichiarato di dare espressione politica (ma non c'entrano i partiti
tradizionali) a quel fiume carsico dell'autonomia e libertà alpina
che prese origine con la Carta di Chivasso ('44) e proseguì con quelle
di Sondrio ('86) e di Coumboscuro ('87) e, più di recente ('06), con il
Patto per le Alpi piemontesi. Con l'idea di passare dalle "Carte"
all'azione. leggi tutto
(24.11.11)Materiali. Contributi al dibattito sulle Terre alte (Incontro di Pradleves)
La scorsa
primavera si è svolto un incontro sulla "questione montana" a
Pradleves, un comune della valle Grana. In collaborazione con Mariano Allocco,
che figurava tra gli organizzatori dell'evento, pubblichiamo gli interventi più
interessanti nel contesto dell'attuale dibattito "la montagna alpina nella
crisi": quelli di Annibale Salsa, Werner Bëtzing e quello dello stesso
Allocco. Nelle prossime settimane Ruralpini intensificherà la pubblicazione di
contributi sul tema che possono essere proposti o segnalati anche dai
nostri lettori. leggi tutto
(01.10.11) Montanari
dissodatori di ieri, montanari di oggi, montanari futuribili
Giancarlo Maculotti è
l'animatore degli Incontri Tra/Montani che la scorsa settimana a Carcoforo
(alta Valsesia) sono giunti alla ventiduesima edizione. Le riflessioni che ci
consegna a commento del convegno si inseriscono nel dibattito sulla 'chiusura
della montagna' innescato dalla serpeggiante proposta di abolizione dei piccoli
comuni. Vanno però al di là delle vicende istituzionali vissute in prima
persona da Giancarlo in quanto sindaco di Cerveno, un paese di 700 abitanti
nella media Valcamonica. Toccano i temi della 'montagna triste', dei giovani
che non ci sono o che se ne vanno, della problematica venuta di 'nuovi
montanari'. Un contributo disincantato e stimolante al dibattito che
Ruralpini ha aperto su: "La montagna nella crisi" leggi tutto
(27.09.11) La montagna
dentro la crisi: verso la desertificazione o un recupero di autonomia e di
identità?
I recenti dibattiti sulla
chiusura dei piccoli comuni e sui ‘costi’ del mantenimento della
popolazione montana impongono una reazione. Se la montagna fosse libera
dall’oppressiva regolamentazione burocratica e dai vincoli che le impediscono
di valorizzare le proprie risorse (umane, energetiche, faunistiche ecc. )
potrebbe fare a meno del tutto delle elemosina delle istituzioni
‘superiori’. Riprendere autonomia, capacità di autogestione,
identità è, per la montagna, la strada per evitare di divenire un
deserto verde e per uscire rafforzata dalla crisi. Ruralpini
lancia la proposta di un convegno su questi temi. leggi tutto
(26.09.11)
Carcoforo (Vc) Microcomuni vivono
I piccolissimi comuni
spesso si dimostrano vitali. Carcoforo (79 abitanti) ha associazioni culturali,
una libroteca, organizza convegni. La propria cultura materiale e immateriale è
oggetto di attenta conservazione e c'è anche un alpeggio attivo con agriturismo
e vendita diretta di autentici prodotti locali. Attraverso alcune impressioni
fotografiche il volto di un paese che vive
leggitutto
(22.09.11) Piccoli comuni:
sventato pericolo. Ora parliamo della montagna
Mariano Allocco interviene
sul tema dei piccoli comuni per attaccare l'Uncem e per sollecitare
soluzioni. Difendere i comuni – istituzione sociale prima che politica - non
significa difendere la classe amministrativa attuale. Presi dalla rincorsa a
interessi personali e particolari, legati a caste politiche ed economiche che
hanno altrove i loro centri di interesse, subalterni all’ideologia 'progressista'
e 'ambientalista' urbana molti amministratori lasciano che la montagna diventi
un deserto verde. Va anche rimossa la cultura della sfiducia e un deleterio
campanilismo che – anche a causa del fallimento delle comunità montane -
impedisce di unire le forze.leggi tutto
(28.05.11) Ricominciare
dalla montagna?
Il titolo del saggio di
Gianfranco Miglio (1978) è quanto mai attuale. Mai come oggi la montagna è a un
bivio. Può ispirare al resto della società modelli utili a ripensare
la gestione dello spazio, delle risorse, comprese quelle umane o può
essere cancellata come realtà sociale. E ridotta ad un 'supporto
fisico' colonizzato materialmente e simbolicamente dalla civiltà
megapolitana. In vista di un 'ripensamento complessivo' della realtà della
montagna è utile ripercorrere le tappe della presa di consapevolezza della
realtà delle Terre alte. Una di queste è rappresentata indubbiamente dal convegno
di Sondrio dell'aprile 1986 (foto) nel cui ambito venne redatta la 'Carta di
Sondrio' che ripubblichiamo in vista di nuove iniziative. leggi tutto
(24.05.11) Meno stato più
comunità nelle Terre alte
Dalle scuole parentali agli
alberghi 'informali' delle 'donne di montagna', ai gruppi di
consumo arrivano segnali della volontà delle terre alte alpine di voler
tornare a gestirsi sulla base delle mai sopite tradizioni di gestione
comunitaria. Lo stato, la burocratizzazione e istituzionalizzazione di ogni
aspetto della vita economica e sociale, devono fare un passo indietro. E le
terre alte diventeranno un modello vitale. leggi tutto
(03.02.10)
Elezioni assemblee legislative di Piemonte, Lombardia, Veneto
Si avvicina
la scadenza delle elezioni regionali. Dal Piemonte è stato lanciato un Patto
'trasversale' delle Alpi Piemontesi. E' uno stimolo a redigere analoghi
'Patti' in Lombardia e Veneto e, magari, per l'insieme delle tre regioni
alpine 'ordinarie' (alias montagna di serie B). Le Alpi sono molto lontane da
Torino, Milano e Venezia e la distanza non tende a ridursi. Ci permettiamo di
chiedere a Roberto e agli altri candidati di dare qualche segnale di
un impegno a fare qualcosa per avvicinarle.
leggi il Patto delle Alpi Piemontesi e chi lo ha sottoscritto
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(03.01.12) Con la pubblicazione degli interventi e delle relazioni presentate al seminario di Milano del 10 dicembre scorso entra nel vivo il dibattito finalizzata alla redazione della "Carta dell'autogoverno delle terre alte"
La montagna di fronte alla crisi
Atti del seminario di Milano
del 10 dicembre 2011
Sommario
Robi Ronza
Dario Benetti
La crisi e le Alpi: alle radici del rapporto dell'uomo con la realtà
Michele Corti
Di fronte alla crisi dello stato (politico e "sociale") e all'economia impazzita la montagna può recupere gli istituti premoderni di un auto-organizzazione economico-sociale-politica
Giancarlo Maculotti
I nemici della montagna
Mariano Allocco
Intervento
Enrico Dioli
Intervento (con Allegato: documento sull'autonomia di Valtellina per il futuro)
Fausto Gusmeroli, Carlo Caffi, Massimo Moretti
Interventi
Intervento introduttivo
di Robi Ronza
Cari amici,
Vi ringrazio per l’invito – che ho ben volentieri accettato - a
coordinare i lavori di questo seminario. Si tratta, come i promotori
hanno voluto, di un momento non di dibattito politico bensì di libero
confronto tra persone ed esperienze sia culturali che socio-economiche
impegnate oggi a trovare, a partire dalla montagna, risposte attuali e
adeguate ai problemi posti dalla crisi internazionale in atto. Non è
questa beninteso una scelta ispirata all’anti-politica, un
atteggiamento irresponsabile che sono certo nessuno dei presenti
condivide. Ognuno dei presenti, ognuno di coloro che condivideranno
gli esiti di questo seminario, farà poi doverosamente le proprie
scelte politiche in materia. Dico soltanto che questo seminario non è
la sede in cui farle, non è il foro di un dibattito politico in
materia.
Le esperienze e le elaborazioni che trovarono espressione e spunto nella Carta di Chivasso, e più tardi in altri documenti analoghi tra
cui la Carta di Sondrio (a me ben presente poiché fui uno dei suoi
estensori), negli ultimi anni hanno fatto registrare un rinnovato
interesse che le urgenze della crisi hanno reso ulteriormente attuale.
In tale prospettiva ritengo opportuno che tra l’altro oggi si prenda
in esame l’idea di un convegno internazionale, da mettere in
calendario entro la primavera del 2012, sul tema “ Per una rinascita
della società e dell’economia delle terre alte nel segno di un
autogoverno responsabile, espressione autonoma dei loro interessi e
della loro identità”.
E’ realistico riconoscere che a suo tempo i fatti non confermarono la speranza ad esempio messa a tema del convegno che per iniziativa del
Centro Don Minzoni ebbe luogo a Sondrio nell’aprile 1986: “La
montagna: un protagonista nell’Italia degli anni ‘90” (cfr. il volume
omonimo edito da Jaca Book nel 1987). Oggi però è molto probabile che
sia divenuto storicamente possibile ciò che allora nei fatti si
dimostrò poi prematuro.
In primo luogo la crisi ambientale impone una svolta nell’uso del
territorio. In un Paese come il nostro, la concentrazione in pianura
di larghissima parte della popolazione e delle attività economiche è
ormai chiaramente insostenibile: la nostra orografia e la nostra
dimensione demografica ed economica non ce lo consentono. Nel caso ad
esempio della Lombardia il 40,5 per cento del territorio è montano, ma
in montagna abita e lavora soltanto il 10 per cento circa dei suoi
abitanti. Si tratta come si vede di un enorme squilibrio nell’uso delterritorio cui occorre cominciare a porre rimedio.
Non era cosìnell’epoca pre-industriale quando il predominare dell’attività
agricola favoriva di per sé un insediamento equilibratamente diffuso
su tutto il territorio. È divenuto inevitabile nell’epoca industriale
con i suoi grandi stabilimenti concentrati nelle città maggiori o attorno ai grandi nodi ferroviari. Non è più sostenibile nell’epocapost-industriale in cui viviamo con la sua crescente necessità di
temperare i consumi non necessari e di fare un uso equilibrato sia
dell’energia che del territorio e delle sue risorse. E ciò vale quanto
mai nel periodo di crisi prolungata che stiamo attraversando, il quale
impone l’impegno a riscoprire e rivalorizzare tutte le risorse
neglette: la montagna è una di esse, e una delle più consistenti. Non
solo in Lombardia con il suo 53 per cento di territorio montano o
collinare, ma tanto più nell’Italia nel suo insieme dove la quota di
territorio in pendenza sale al 72 per cento, questo significa che
occorre ripopolare la montagna e la collina. Stando così le cose non
si tratta semplicemente di contrastare lo spopolamento delle Terre
Alte per fare un favore ai montanari. Si tratta piuttosto diripopolarle per il bene comune di tutto il Paese.
Questa è la primagrande novità positiva rispetto ai tempi in cui vennero elaborate le
Carte cui accennavamo.
Beninteso, ciò non può avvenire per decreto, né essere l’esito di una
forma di neocolonialismo interno. “Non sono state né saranno le varie
leggi per la montagna che potranno fare la differenza, ma è la
società civile delle valli che deve trovare l’energia e la
determinazione per affermare la volontà di vivere in montagna”: questa
affermazione di Mariano Allocco, poi ripresa da Corrado Barberis, uno
dei massimi esperti italiani in tema di economia e società delle Alpi,
è fondamentale. La stagione dell’assistenzialismo è finita, deve
finire anche per quanto concerne la montagna. Come ancora scrive Mariano Allocco nel suo Ex sudore populi *, “Il ritorno sulla scena delle Alte Terre può avvenire solamente partendo dalle intelligenze,
dalla volontà e dalla determinazione delle comunità che le montagne vivono.
Oggi insomma la montagna è più che mai una risorsa da riscoprire scommettendo sulla capacità di autogoverno di chi vi abita e vi lavora
Stando così le cose non c’è più bisogno di una “politica per la
montagna”? Nient’affatto, ma essa deve consistere non più nella
ricerca di facilitazioni e di provvidenze quanto piuttosto in una battaglia per l’eliminazione dell’immenso cumulo di norme legislative e amministrative che frenano o addirittura impediscono la valorizzazione delle risorse delle Terre Alte per autonoma iniziativa
di chi sulle terre alte vive e lavora.
La crisi economica in atto – osservo concludendo – è paradossalmente
una circostanza favorevole al riguardo. L’urgenza che ne deriva di mettere a frutto ogni possibile risorsa, l’urgenza di riscoprire
valori come la capacità di sacrificio e la sobrietà, rendono di grande
attualità il patrimonio di esperienze e di idee su cui l’economia e la
società delle Terre Alte si fondano.
*Edizioni Agami 2009, Premio della Giuria ITAS 2009 del Libro di
Montagna.
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