(02.12.09) E'ora
di andare oltre al latte di 'Alta qualità' prodotto
con mangimi e insilati da vacche stressate superproduttive
Un
latte salutare può venire solo da vacche alimentate
in modo naturale senza stress e superproduzioni dall'appennino campano
un'esperienza pilota seguita da ANFOSC che merita di
essere conosciuta e diffusa
Viene
presentato oggi presso l'ospedale Santobono di Napoli
il progetto Latte nobile dell'appennino campano. Il
progetto si avvale dell'assistenza tecnica dell'Anfosc
e del supporto economico della Regione Campania.
Un
nucleo di piccole aziende di montagna per sviluppare
una grande idea
Il
progetto Latte nobile non nasce con centinaia di aziende
ma con un nucleo omogeneo di 16 piccole aziende sannite
(il Sannio è l'area montuosa tra la Campania e il Molise).
Niente 'carrozzoni' dove le buone intenzioni si annacquano
ben presto per le solite pressioni clientelari e
gli opportunismi, dove i 'piccoli' sono presto fagocitati
dagli interessi dei 'grossi' o dalle strutture 'a valle'.
Una buona premessa questa che si affianca ad un'altra
condizione favorevole: l'affidamento da parte della
Regione Campania della parte tecnica del progetto all'ANFOSC
l'associazione che con rigore in Italia (anche attraverso
la rivista CASEUS)
sostiene da anni le ragioni della qualità del latte
e dei formaggi, denunciando le conseguenze negative
della logica quantitativa, produttivista,
industrialista che domina il comparto zoo-caseario.
Regole
rigorose
I
'paletti' posti alle aziende che vogliono entrare a
far parte dello schema di produzione del Latte nobile
sono molto espliciti e rigorosi:
sono
escluse le grosse stalle che non possono assicurare
quelle cure 'personalizzate' agli animali, alla raccolta
e conservazione dei foraggi necessarie per ottenere
gli obiettivi qualitativi del progetto;
viene
fissato il limite produttivo di 5.000 kg di latte per
vacca e per lattazione;
l'alimentazione
delle bovine deve essere al 100% di origine aziendale;
i
foraggi devono rappresentare il 70% della razione ed
essere costituiti da più essenze foraggere con presenza
di leguminose;
la
quantità di azoto apportate ai terreni non deve superare
50 unità.
Tanto
di cappello viene da dire.
Un latte
salutare per promuovere la salute del consumatore e
del territorio
Il
latte verrà posto in vendita in bottiglie di vetro al
prezzo di 2 €/l. La distribuzione riguarderà prevalentemente
gli ospedali e quindi le mense scolastiche e i centri
benessere. L'ospedale Santobono ha già previsto una
fornitura per assicurarne il consumo ai pazienti pediatrici.
Anche
il territorio sannita avrà, però, delle conseguenze
salutari perché l'operazione contribuirà a tutelare
e valorizzare degli ambiti di montagna dove non vi è
una vocazione agricola (esclusa la foraggicoltura)
e dove una zootecnia poco intensiva è garanzia
di salvaguardia del reddito e dell'integrità del
paesaggio.
Nell'augurarci
che l'esperienza appenninica si consolidi e si sviluppi,
Anfosc, insieme a Ruralpini ritiene che anche sulle
Alpi e l'Appennino settentrionale vi siano grandi possibilità
di affermare uno schema simile. Il vantaggio di un progetto
di questo tipo consiste nel fornire supporti ai singoli
produttori che, non sono pochi, stanno maturando anche
nel Nord Italia la convinzione della necessità di intraprendere
una strada 'alternativa' alla zootecnia intensiva che
si è voluta imporre persino nelle località alpine.
Vai la sito del latte nobile (www.lattenobile.it)
dove puoi scaricare i disciplinari di produzione
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