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(05.05.10) Nella bassa Valsugana le indagini dei Medici per l'Ambiente
evidenziano una contaminazione ambientale con diossina,
PCB (policlorobifenili) e metalli pesanti, 'regalo'
di una contestata acciaieria già posta sotto
sequesto a dicembre.
Le 'soglie di legge'
e i 'metodi ufficiali di campionamento' non evitano
l'intossicazione ambientale
(avvelenare è
lecito, con moderazione)
di Michele Corti
Il
caso 'Valsugana' è un esempio lampante di come
le agenzie ufficiali continuino a gestire il rischio
da contaminazione ambientale con il criterio riduzionista
dei 'livelli massimi consentiti'. La contaminazione
c'è ma è 'tollerabile' (secondo le autorità). Ma
questi criteri sono accettabili a fronte dell'aumento
dei casi di neoplasie e di una contaminazione ambientale
sempre sià pervasiva?
Nell'erba
dei prati e nelle trote dei fiumi diossine e Pcb sono
ai limiti di legge, nel latte i livelli di contaminazione
sono al di sotto delle soglie di legge ma simili a quelli
delle aree industriali. Nella polvere raccolta nelle
aree scolastiche diossine e metalli pesanti ci sono
molto elevati. Ma l'Azienda sanitaria e l'Istituto Superiore
di Sanità contestano le metodologie dei campionamenti
indipendenti e la Provincia rassicura la popolazione.
Va
precisato che i Medici per l'Ambiente (tra i quali ricordiamo
il Dr. Cappelletti della Libera ass. malghesi e pastori
del Lagorai) non sono degli sprovveduti ma si occupano
di tossicologia ambientale da tempo, hanno eseguito
i loro campionamenti in presenza degli agenti del Corpo
Forestale e hanno fatto eseguire - a loro spese - le
analisi in un laboratorio germanico accreditato. L'ISS
(Istituto Superiore di Sanità) è l'Azienda
sanitaria, forti, del crisma dell'ufficialità
hanno contestato i risultati di recente resi pubblici
e consegnati alla Procura. Risultati che avevano suscitato
non poco allarme a Borgo Valsugana tanto da far discutere
sull'opportunità di chiudere le scuole. I dati
più allarmanti - relativi a diossine e diversi
metalli pesanti - erano quelli della concentrazione
di inquinanti nella polvere raccolta su superfici nell'ambito
delle aree scolastiche. Di qui la corsa a minimizzare:
'Solo alcuni dei metalli pesanti sono pericolosi', 'La
diossina nelle polveri non fa testo perché è
la via alimentare di contaminazione che conta', 'Nel
terreno la diossina è uguale a Trento', 'Le polveri
di devono campionare con un depositometro ecc. ecc.',
'la contaminazione ambientale è semore entro
i limiti di legge'. Il fatto è che non ci sono
soglie 'ufficiali' e 'scientifiche' che dir si voglia
che siano esenti da arbitrarietà. Come si valuta
la tossicità? A breve, a lungo termine, da sola
o combinata all'effetto della esposizione ad altri fattori
potenzialmente tossci? E i risultati dei test di tossicità
sugli animali quanto possono essere estrapolati all'uomo.
Siamo
tutti cavie di un grande esperimento
Se
le soglie massime di concentrazione di contaminanti
fossero così oggettive perché cambiano
nel tempo e da paese a paese? La scienza non è
uguale in tutto il mondo? La tragedia consiete nel fatto
che - come insegna l'amianto - la tossicità emerge
a scoppio ritardato quando si fa la conta dei morti
a ritroso nel tempo. Si dirà che oramai diossine
e pcb sono ben conosciuti e la loro pericolosità
e cancerogenità è nota. Forse. Ma anche
se la pericolosità di queste sostanze dai tempi
di Seveso è stata ridimensionata (almeno per
quanto riguarda gli effetti sull'uomo che pare una specie
particolarmente resistente a questi veleni) rimane aperta
la questione dell'effetto combinato dell'esposizione
di bassi livelli di diossine e di altri agenti cancerogeni
tra i non pochi cui possiamo essere esposti (tramite
il cibo, l'aria, l'acqua). L'affanno a tranquillizzare
i valsuganotti nasconde la difficoltà politica
della gestione dell'affaire Acciaieria che rischia di
mettere sotto accusa la Provincia (sempre dello stesso
colore politico e quindi non facilmente in grado di
scaricare responsabilità).
A
parte le polveri (che comunque le si consideri indicano
che l'acciaieria 'butta fuori' un bel po' di veleni)
è difficilmente contestabile (salvo che con la
magra consolazione che - di poco - non sforano i limiti
massimi di legge) il significato delle concentrazioni
nell'erba e nelle trote di L'ambiente di una valle alpina
è sfregiato da una grave forma di inquinamento
di cui è responsabile un impianto industiale
obsoleto. Il danno d'immagine, almeno per ora, è
solo a carico della Valsugana che è stata risarcita
dalla PAT con 140.000 € in più (sul budget della
promozione turistica) per il grave scandalo della discarica
del M.te Zaccon. La PAT gode di buona stampa (forse
perché è un ottimo cliente della pubblicità
delle testate nazionali) e l'eco dei gravi fatti della
Valsugana a livello nazionale è stato contenuto.
Per ora il danno all'immagine turistica della premiata
ditta Trentino è minimo. Ma la responsabilità
politica e morale per aver ridotto una valle come la
Valsugana ad una discarica è grave, aggravato
e non attenuato dal fatto che la valle è considerata
'Trentino di serie B'
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