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Inforegioni/ Un alpeggio conteso

 

  

 

 

 

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Il villaggio si Dosso Liro (foto P.Mastalli)

Agriturismo 'La Vecchia Cascina' di Bassi Matteo e Armida, Località Prato Naro 22010 Dosso del Liro (Co) 0344 89966 - 333 1199237

 

Una cascina del Monte Prato Naro (foto M.Corti)

 

Luciano Bassi (foto P.Mastalli)

 

Piaghedo (foto P.Mastalli) i puntini neri sono le capre Verzaschesi

 

Alpe Madri in primavera (foto P. Mastalli)

 

 

(07.03.10) Alpeggi affittati a canoni elevati ad allevatori di pianura cui interessa solo l''ettaraggio' per non perdere contributi (o non 'sforare' i limiti della 'direttiva nitrati')

All'Alpe Madri di Dosso Liro (alto Lario occ.) una 'guerra tra poveri' innescata dalla speculazioni sui 'pascoli di carta'

 

Nella vicenda coinvolta la famiglia che caricava l'alpeggio da decenni e un giovane pastore transumante cui è stato offerto di 'mangiare' il pascolo ma che ha subito il boicottaggio degli allevatori ovicaprini locali. Con danni per entrambe le parti

 

La foto qui sotto ritrae alcuni membri della famiglia Bassi di Dosso Liro (CO) e un ... intruso (come lui stesso si è definito) ovvero  Pierfranco Mastalli che mi ha inviato la foto. Mastalli è un appassionato cultore di storie della montagna Lariana (emigrazione, 'sfrosatori', culto di San Lucio patrono degli alpeggi) ed è particolarmente legato a questa zona dell'Alto Lario. Mi ha mandato la foto dopo aver saputo che conoscevo bene il Dosso, i Bassi e ... le loro capre Verzaschesi. Negli anni '90 per due stagioni di seguito mi sono recato spesso presso la stalla dei Bassi per delle prove sull'alimentazione delle capre. All'inizio della primavera la strada era ancora bloccata dalla neve e bisognava fare un discreto pezzo a piedi.

 

La famiglia Bassi e Pierfranco Mastalli alla cascina dell'Alpe Madri

 

Valeva la pena, però, perché si trattava (e si tratta) di una realtà d'allevamento che più montano non si può. La stalla è sita a oltre 1.000 m in località Prato Naro, un 'monte' (come si definiscono i maggenghi lariani) che sovrasta il villaggio (quota 680 m) e che in inverno restava deserto. Qui i Bassi hanno realizzato una stalla capiente per le capre e, successivamente, anche l'agriturismo 'La vecchia cascina' che ha integrato l'attività di produzione zootecnica. L'azienda come poche altre si è mantenuta fedele al modello della 'transumanza verticale'. Da Prato Naro in tarda primavera si sale a Piaghedo un altro 'monte' ad oltre 1.300 m dove la famiglia ha altre cascine di proprietà e a giugno inoltrato ci si traferiva nell'alta valle del Dosso, all'alpe del Comune (Alpe Madri). Fino al 2008, anno cui si riferisce la foto.

 

 Le capre dei Bassi a Piaghedo (foto P.Mastalli)

 

I Bassi, oltre a mantenere viva la tradizione del trasferimento da un 'monte' all'altro e dai 'monti' all'alpeggio, rappresentano un raro esempio di famiglia patriarcale. Mario (a destra) ha 5 figli di cui 3 impegnati totalmente o prevalentemente in azienda, tra stalle e agriturismo (Matteo, Luca e Armida). Ma anche gli altri, compreso il più piccolo (nella foto con gli occhiali), non si tirano indietro quando serve una mano. La famiglia comprende anche il fratello non sposato, Luciano  (nella foto tra i nipoti).  Grazie ad un capitale umano così consistente si allevavano (fino al 2008) oltre 100 capre di razza Nera di Verzasca  e 10 vacche da latte. Più i maiali. Più l'agriturismo con ristorazione e 10 posti letto (è un agriturismo 'in famiglia', contadino).

Il latte viene trasformato sul posto prevalentemente in formaggi misti, più caprini presamici 'puri' e, fiore all'occhiello dell'azienda, la 'vera' Semüda del Doss. Sulla Semüda è in atto la solita operazione di starndardizzazione, snaturamento della tradizione e replica' industriale che vede fieramente contrari i piccoli produttori della zona come i Bassi; ci torneremo.  

L'alpeggio per l'azienda Bassi ha rappresentato sino ad oggi un elemento cardine della strategia aziendale; caricandolo da decenni i Bassi pensavano che il Comune non si sarebbe mai sognato di tagliarli fuori. Ma non hanno fatto  i conti con l'esigenza di 'fare cassa' di un comune povero come quello di Dosso Liro ... e con chi ne approfitta.

Vi sono agenzie di intermediazione locale che si occupano di mettere in contatto l'offerta di alpeggi comunali con la domanda di 'pascoli sulla carta' delle grandi aziende zootecniche intensive della Bassa. E che allettano i comuni con lusinghiere profferte.

Una 'domanda' di questo tipo, si sa, è drogata. Si tratta di aziende che hanno problemi di ettaraggio, che rischiano di perdere contributi importanti o di 'sforare' i parametri dei PUA (piani di utilizzo agronomico dei reflui zootecnici). In parole povere hanno troppo liquame rispetto ai terreni di cui dispongono per smaltirlo e devono 'pareggiare' affittando superfici (che in pianura è arduo trovare e che avrebbero costi elevati). Ai burocrati non interessa sapere se sono superfici reali o 'sulla carta'. Le norme dicono che contano i contratti d'affitto, la carta bollata.  Così i canoni di locazione salgono.

E' così che per la stagione d'alpeggio 2009 l'Alpe Madri è andata all'asta. Bassi non ha partecipato e l'affitto se l'è aggiudicato un'azienda zootecnica di ... Piacenza. La situazione dell'Alpe Madri è una di quelle che dovrebbero aprire gli occhi anche ai ciechi. Chi può pensare che un'azienda di pianura mandi il suo bestiame in un alpe tutta roccia, senza strada di collegamento (le foto sotto sono abbastanza eloquenti).

 

La cascina dell'Alpe Madri

 

 La cascina dell'Alpe Madri (foto M.Corti)

 

l

l'Alpe Mugiam (stazione di Madri) con il vecchio bàrek (foto M.Corti)

 

In questi casi per 'coprire' la mancanza del bestiame 'fantasma' si provvede a concedere l'uso del pascolo a dei pastori ovini. Questi non possono avanzare diritto a contributi (che spesso sono il cespite più appetibile) ma almeno non pagano affitto. Sempre attraverso i soliti marusée (lomb. per 'sensale' ma in senso un po' spregiativo) si provvede ad 'agganciare' il Pierino Carminati, pastore 'storico' dell'Associazione Pastori Lombardi. Pierino ha seri problemi di salute e deve mandare il figlio di soli 17 anni. Per il ragazzo è stata una stagione da dimenticare. Gli allevatori locali (ovicaprini), per far intendere al Comune che non ci si comporta così, hanno 'spinto' sui pascoli dell'alpe un bel gregge di capre (150) e pecore (300) (numeri secondo il Carminati). Le capre si erano installate nella cascina e il povero pastore ha dovuto montare una tenda per ricoverarsi (ci sono abituati ma ...). Tra l'erba già mangiata e un po' di 'dispetti' il giovane Carminati ha abbandonato il campo al primo di agosto.

Ma per i Bassi i problemi sono stati anche peggiori perché senza alpeggio hanno dovuto vendere 7 vacche da latte su 10.

Allevatori locali e seri pastori transumanti sono stati penalizzati. Ma anche il Comune avrà di che riflettere. I Bassi, infatti, hanno promosso un'azione contro il Comune sostenuti dalla Coldiretti. La vicenda dovrebbe indurre i comuni a non farsi allettare dagli affitti elevati. Quanto alla burocrazia sarebbe il caso che, al di là della correttezza formale delle pratiche, guardasse un po' di più alla sostanza stabilendo qualche paletto (non è difficile) che scoraggi i furbi e cerchi di evitare queste situazioni di palese e grave speculazione sugli alpeggi.

 

 

 

 

 

 

 

pagine visitate dal 21.11.08

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