(09.02.01) Una legge che andava nel senso della
deburocratizzazione e della defiscalizzazione della montagna c'è, ma è stata
largamente inapplicata. Nel frattempo, dopo dieci anni, era maturata una 'nuova legge per la
montagna' ('bipartisan') che non andò in porto per l'interruzione
dell'ultima legislatura. All'esame delle commmissioni parlamentari vi sono
attualmente una dozzina di disegni di legge sul 'riordino' della materia, sui
'terreni abbandonati di montragna', sul 'sostegno alla montagna' ecc. ecc. Vedrà
mai la luce nella legislatura in corso? E allora perchè
non impegnarsi ad applicare la legge in vigore che recepisce
parecchie delle istanze di vivibilità della montagna?
Su questo tema pubblichiamo una nota di Mariano Allocco
(Val Maira, CN) che, in occasione delle imminenti elezioni
regionali pone la domanda ai candidati piemontesi
Sgravi fiscali in montagna? Si può,
applichiamo la legge!
di
Mariano Allocco
“Perchè la legge per la montagna n°
97 del ‘94 rimane ancora da applicare per quanto riguarda alleggerimenti
contabili e fiscali?”,
domanda posta più volte a rappresentanti istituzionali, il silenzio per
risposta.
Legge
stupenda l’attuale legge per la montagna,
detta anche “legge Carlotto” perché
al sen. Natale Carlotto la dobbiamo, legge per certi versi unica, ma eterodossa
rispetto all’attuale pensiero prevalente e vedremo il perché.
Il suo obiettivo
è l’attuazione dell’art. 44 della Costituzione, “…la legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane”.
Al suo primo
articolo dice che :“…Le azioni riguardano
i profili:
a) territoriale, mediante formule di tutela e di promozione delle
risorse
ambientali che tengano conto…delle insopprimibili esigenze di vita civile
delle popolazioni residenti..;
b) economico, per lo sviluppo delle attività economiche presenti sui territori
montani;
c) sociale, anche mediante la garanzia di adeguati servizi per la collettività;
d) culturale e delle tradizioni locali”.
Evidente in essa la centralità sugli
interessi dell’uomo che “vive la montagna”,
ma in un contesto in cui le Terre Alte sono da alcuni viste come zona da cui attingere
alle ultime risorse e da altri luogo nel quale far prevalere l’ambiente sull’uomo
che lo abita, a mettere in secondo piano le “insopprimibili esigenze di vita civile delle popolazioni residenti” ci sta pensando una innaturale alleanza tra interessi
“verdi” e interessi “affaristici”.
A volte quassù si ha veramente la
sensazione di essere presenza residuale e d’impaccio alle altrui “magnifiche sorti e progressive”, chi
ora tornerebbe a scrivere in un testo di legge che occorre innanzitutto tener
conto delle “insopprimibili esigenze di
vita civile delle popolazioni residenti” ?
Il prevalere delle regole di
mercato e l’approccio contrattuale alla vita delle persone, non ammettono più
un frasi di questo tipo, è questa l’eterodossia della legge che ha portato al
suo parziale accantonamento, nel silenzio complice del Pie e del Monte.
La “legge
Carlotto” è nata in Piemonte, anzi in provincia di Cuneo, non solo perché da
qui proviene il suo relatore, ma perché qui sono molte delle menti che hanno
collaborato alla sua stesura, da allora le dinamiche prevalenti nel governo
delle Terre Alte, sia sul piano istituzionale che normativo, sono molto cambiate.
Strumento di supporto all’approccio
comunitario per “vivere il monte”, la
“Carlotto” rimane un pilastro nella
storia delle Terre Alte, riporto qui i titoli dei principali articoli, l’elenco
dà la misura della portata di questa legge:
Art. 3.
Organizzazioni montane per la gestione di beni agro-silvopastorali.
Art. 4.
Conservazione dell'integrità dell'azienda agricola.
Art. 5.
Procedura per l'acquisto della proprietà.
Art. 6.
Usucapione di fondi rustici e trasferimenti immobiliari.
Art. 7.
Tutela ambientale.
Art. 8.
Caccia, pesca e prodotti del sottobosco.
Art. 9.
Forme di gestione del patrimonio forestale.
Art. 10.
Autoproduzione e benefìci in campo energetico.
Art. 11.
Esercizio associato di funzioni e gestione associata di servizi pubblici.
Art. 12.
Servizi. Usi civici.
Art. 13.
Interventi per lo sviluppo di attività produttive.
Art. 14.
Decentramento di attività e servizi.
Art. 15.
Tutela dei prodotti tipici.
Art. 16.
Agevolazioni per i piccoli imprenditori commerciali.
Art. 17.
Incentivi alle pluriattività.
Art. 18.
Assunzioni a tempo parziale.
Art. 19.
Incentivi per l'insediamento in zone montane.
Art. 20.
Collaborazione tra soggetti istituzionali.
Art. 21.
Scuola dell'obbligo.
Art. 22.
Riorganizzazione degli uffici e dei servizi dello Stato.
Art. 23.
Deroghe in materia di trasporti.
Art. 24.
Informatica e telematica.
Tutti temi
noti alla gente delle Terre Alte, tutti problemi aperti!
Ma ora torno
al quesito iniziale, all’art. 16, perché è un tema caldo, inderogabile, sul
quale occorre agire senza perdere il tempo che non si ha più, torno sulla necessità
di sgravi fiscali e burocratici per gli imprenditori che operano sui monti.
Quanti
sono nelle valli i paesi dove non si trova un bar o un negozio aperto
d’inverno? Quante le attività che quassù tendono ad andare in “letargo” perché il bilancio economico tra
spese (di riscaldamento e burocrazia innanzitutto) e ricavi lo impone? Quante
sono le imprese che chiuderanno nei prossimi anni?
Ora,
visto che la legge all’art. 16 dispone che “per i comuni montani ….la determinazione del reddito d'impresa .…può
avvenire…sulla base di un concordato con gli uffici dell'amministrazione
finanziaria. In tal caso le imprese stesse sono esonerate dalla tenuta di ogni
documentazione contabile e di ogni certificazione fiscale...”, pongo ancora e di nuovo il quesito irrisolto: perché mai non si applica
quanto da esso disposto? Cosa accidenti impedisce di rendere operativo questo
articolo?
Se
qualche impedimento esiste vorrei, vorremmo conoscerlo e sapere come e quando si
intende rimuoverlo e questo torno a chiederlo ai nostri rappresentanti in
Parlamento, ai candidati alle elezioni regionali, alla pres. Bresso e all’on.
Cota innanzitutto.
Rimaniamo
in attesa, sperando in risposte diverse dal solito…..silenzio.
Mariano
Allocco - Via Roma 26 12028 Prazzo
Tel.: 335 7472434 email: mariano.allocco@tiscali.it
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