Home

Mi presento

Attualità

Alpeggi

Ruralismo

Osterie

Foto

Link

 

Ruralpini 

 

Inforegioni/ Dins les ronses lhi chabres

 

  

 

 

 

Attualità

Eventi

Commenti

Forum

Index inforegioni 2009

Archivio inforegioni2008

 

 

Az.Agrituristica Lo Puy 
Borgata Podio 3/a - 12029 -
 

S. Damiano Macra (CN) telefono : (+39) 0171 900032 - 339 3155848
lopuy@email.it

 

(14.02.01) In Valle Maira le cose non stanno come nel 'Vento fa il suo giro'. L'esperienza della capre a Lo Puy racconta di un insediamento che ha avuto successo e che ora si propone per un progetto integrato di recupero della borgata che vuole 'fare scuola'

Dins les ronses lhi chabres

Dove i rovi hanno avevano preso il sopravvento, dove la montagna era rinselvatichita le capre hanno riportato la vita  ... e le dimore e le corti già diroccate risuonano delle grida dei cuccioli dell'uomo che

in certe valli sono oggi più scarsi di quelli del lupo

 

La notizia è di quelle che confortano. Il progetto integrato di recupero e sviluppo della borgata Lo Puy/Podio in Valle Maira (comune di San Damiano Macra) è stato ammesso, terzo tra i dodici della provincia di Cuneo passati al vaglio del primo step della procedura. Si tratta di  progetti volti al recupero ed allo sviluppo di un numero limitato di borgate montane (PSR Regione Piemonte mis. 322, Ruralpini ne aveva parlato a settembre (link all'articolo).

Dietro questo progetto c'è la storia della rinascita di una borgata abbandonata grazie all'insediamento di una famiglia 'cittadina' con 4 figli che ha dato vita ad un'azienda di capre da latte. L'azienda Lo Puy è divertata agriturismo (la Chabrochanto), i suoi formaggi sono apprezzati in mezza Italia, i figli sono diventati 5 e così è maturato un progetto che vorrebbe contribuire a stimolare e sostenere altre esperienze di rivitalizzazione della montagna mediante l'allevamento caprino. Ma facciamo un passo indietro. Marta e Giorgio arrivano in Valle nel '95. Entrambi vengono da Torino. Lei è medico è ottiene un posto di medico di base come sostituto, con prospettiva di conferma; lui, laureato in filosofia, ha un background montano (famiglia originaria della Valle Po) ma la sua attività consisteva nel tradurre libri per case editrici. Lavorando con il pc non ha difficoltà a seguire la moglie. Giorgio ha cominciato a dedicarsi e ad appassionarsi alle attività ruralpine (orto, legna) tanto che gradualmente ha gradualmente smesso il lavoro precedente e ha iniziato ad impiantare un'azienda agricola. La nascita dell'azienda risale al '99.

 

Un'azienda nata intorno ad un'idea di montagna da far rivivere (grazie alle capre)

 

Le idee sono chiare sin dall'inizio (un 'capitale' che vale più di tante risorse materiali). Giorgio  alla montagna si è accostato con lo spirito del contadino, con spirito ruralpino, adattandosi ad essa; trasformando i limiti, i vincoli dell'ambiente montano in opportunità. Non è un 'alternativo' ma punta subito sul biologico intuendo che nell'ambiente di prati e boscaglie di neoformazione c'era un animale, la capra, capace di convertire in energia, in prodotti pregiati (per di più bio!) i rovi e gli altri arbusti. Tale vegetazione (di 'neoformazione') 'inghiottiva' un paesaggio che era già stato oggetto di intensa e amorevole coltivazione, che aveva dato da vivere a una serie innumerevole di generazioni che hanno abitato Lo Puy. Altri avrebbero pensato a mungere a manetta utilizzando i mangimi e acquistare il fieno pensando di produrre 'reddito', ma in realtà mangiandosi buona parte dei ricavi in costi (alimenti, farmaci, gasolio).

 

 

Lo slogan con cui l'azienda è nata e si contraddistingue tutt'ora racchiude in poche parole tutto un programma, una filosofia: 'dins les ronses lhi chabres' (tra i rovi le capre). L'azienda è collocata ad un’altezza di 1000 mt su forti pendii; l'esposizione è favorevole e nonostante l'altitudine vi è una grande varietà di essenze arbustive che sulle Alpi troviamo di solito a quote inferiori. E' l’habitat ideale per il pascolo delle capre, dal cui latte (di per sè nobile grazie alla forte componente di pascolo e alla variegata vegetazione), a Lo Puy si ottengono pregiati formaggi. Il merito oltre che alle capre (e a Giorgio che le cura) va  alla cura artigianale e alla passione di Marta che, una volta avviata l'attività con le capre, ha mollato il lavoro di medico per aiutare il marito in azienda e fare la casara e la mamma (nel frattempo si è aggiunto il quinto figlio, nato a Lo Puy).

I formaggi di Lo Puy sono conosciuti in tutta Italia dagli estimatori dei caprini artigianali a latte crudo e finiscono persino in un ristorante a Londra e in Giappone. Un bell'esempio di come si possa 'fare impresa' e farsi conoscere ed apprezzare senza di necessità puntare sulle grandi dimensioni (sono una cinquantina le capre in lattazione) e senza forzare la produttività degli animali con elevate quantità di mangimi, nuclei proteici ecc. Buona parte della produzione viene venduta sul posto o in filiere corte (mercatini locali e 'banchetti volanti') e il recente decollo dell'agriturismo ha rappresentato uno stimolo in più a puntare sulla qualità e a diversificare la produzione (c'è persino il 'Castelmagno di capra').

Del progetto che ora è stato 'ammesso' Marta mi ha parlato a lungo nel settembre dello scorso anno quando, per la seconda volta, ho visitato Lo Puy. Ero reduce di Cheese, dove avevo partecipato come relatore ad uno dei tanti convegni.  Si trattava di difendere la causa del pastoralismo e quindi .. 'il dovere chiama'. Ma ero un po' deluso per la scarsa partecipazione (anche un po' d'ufficio per la verità e limitata ai soliti addetti ai lavori). Per dare un senso alla sgroppata da Milano a Bra (che, girando in Jimny, non è proprio la 'strada dell'orto', come si diceva una volta a casa mia) non potevo rinunciare alle puntate in Valle Stura di Demonte (ecomuseo della pastorizia) o dagli amici di Lo Puy. Tutto non si riesce a fare (mi hanno sempre rimproverato di 'avere gli occhi più grandi della bocca')  e così mi sono limitato a Lo Puy. Ed è stato difficile. L'uscita lentissima da Bra, con le colonne interminabili di visitatori della fiera, e il cattivo tempo (pioggia battente e freddo) mi hanno consentito di arrivare a Lo Puy solo a sera tarda (la stradina che sale a 1.000 m non è proprio un'autostrada).

 

Lo spirito di un agriturismo di montagna

 

Nonostante questo con Marta c'è stata una lunga discussione sugli appassionanti temi dell'allevamento caprino, della produzione e della commercializzazione dei formaggi. Ero stato per la prima volta a Lo Puy nel 2006 accompagnato da Luca Battaglini (che lì stava facendo svolgere delle tesi di laurea) e ho constatato un cambiamento  notevole. Allora avevo cenato nella piccola cucina dell'abitazione della famiglia, recuperata dallo stato di abbandono precedente. L'atmosfera era quella della vita ruralpina di un tempo. Però già allora i progetti fervevano e avevo potuto apprezzare il senso di rispetto per le vecchie pietre, per la memoria del luogo. Sviluppo sì, ma senza strafare, senza lasciarsi prendere da certe smanie.  Il nuovo agriturismo ha una sala da pranzo spaziosa, ma mantiene una  'dimensione famigliare' (niente a che vedere con i finti agriturismi simil-ristorantino e pacchianate varie) e si inserisce nel tessuto edilizio preesistente senza stridere.

 I figli, che quando arrivai erano già a letto, 'vanno avanti e indietro in mezzo agli ospiti ai tavoli'. Ma questa atmosfera di famiglia, resa vivace dalla presenza della figliolanza, non disturba affatto gli 'avventori'. Così l'agriturismo assume un suo stile. Uno stile definito dall'uso esclusivo dei prodotti dell'azienda e delle aziende vicine, da un vero e proprio 'invito alla capra' e a tutti i deliziosi prodotti dell'azienda, ma anche da un'atmosfera di spontaneità e coinvolgimento. Con il completamento di alcune stanze per gli ospiti (ricavate sempre con ristrutturazioni dell'esistente) l'agriturismo potrà diventare tappa a tutti gli effetti sui 'sentieri occitani' e un punto di riferimento per i numerosi turisti 'sostenibili' (ancorché germanici) che frequentano la Valle Maira (a piedi e anche in quelle stagioni che l'italiano considera ancora o già 'brutte').

 

L'aspirazione ad una esperienza che vada oltre la realtà aziendale e famigliare (condividere e disseminare)

 

In questo contesto matura l'idea di Marta e Giorgio di realizzare e animare qualcosa che vada oltre l'esperienza, sia pure bella ed esemplare, di una singola impresa (o famiglia). La borgata dispone di numerosi spazi fabbricati ancora da recuperare, e allora perché non valorizzare la recuperata vitalità di Lo Puy per far nascere un Centro di divulgazione di esperienze di vita, di lavoro, produzione, agricoltura e allevamento di montagna in montagna? Un Centro al tempo stesso culturale e di supporto tecnico, di scambio, di formazione pratic.  Da questo punto di vista Lo Puy ha maturato esperienze di collaborazione con l'Università di Torino, è sede di stage e tirocini ed è in contatto con reti quali l'Associazione amici degli alpeggi e della montagne (con i 'ragazzi in alpeggio') e gli stessi Ruralpini. Il Centro che si sta progettando a Lo Puy non può, ovviamente, non avere riferimenti con l'esperienza dell'allevamento caprino nei suoi aspetti di valorizzazione e recupero dei terreni abbandonati, di produzioni biologiche e rispettose del benessere animale. Le capre non rappresentano solo una delle tante possibilità di 'nuove attività in montagna', ma una delle chiavi di un recupero 'autosostenibile'. Tanto è stata importante la 'guerra alle capre' nell'ambito della deantropizzazione della montagna, tanto è importante il fenomeno dei neo-insediamenti di famiglie che colgono nell'allevamento caprino una concreta possibilità di avvio di attività agrozotecniche con bassi investimenti e in grado di valorizzare le risorse umane.  Dare supporti e 'fare rete' con coloro che sono impegnati in esperienze di questo tipo (o che aspirano ad intraprenderle) può rappresentare uno strumento non trascurabile per far rivivere le borgate di montagna abbandonate. Alla faccia degli amici del lupo e delle Amazzonie immaginarie.

 

Perché le borgate recuperate continuino a vivere

 

Marta e Giorgio, come tanti altri che hanno avviato un nuovo insediamento in montagna, si rendono conto che la continuità di un'azienda famigliare non può essere legata solo alla sia pur legittima aspettativa di subentro nell'attività da parte dei figli. Oggi è difficile che l'attività agricola e pastorale in montagna sia intrapresa per 'condizione' e non per scelta. E' possibile che qualcuno dei figli continui l'attività, sia pure  in forme diverse, o che continui a vivere a Lo Puy svolgendo altre attività o che vada a vivere altrove.  Affinché a Lo Puy (e in altre borgate 'resuscitate') ci sia qualcuno che continui a dedicarsi all'allevamento delle capre è bene che ci sia una 'disseminazione'. Forse saranno gli studenti o gli stagisti di oggi a fermarsi domani a Lo Puy, forse quelli tra i ragazzi che oggi frequentano l'agriturismo con le famiglie, forse qualcuno tra i consumatori o i figli dei consumatori che imparano ad amare i formaggi di capra. Di certo un Centro come quello pensato a Lo Puy può aiutare a divulgare esperienze e a fare sì che coloro che maturano una vocazione a vivere e lavorare in montagna di montagna, ad abbracciare una vita ruralpina, siano in qualche modo incoraggiati e non dissuasi.  Intanto a Lo Puy i cuccioli d'uomo sono aumentati perché una collaboratrice dell'azienda ha avuto un bambino. Un fatto significativo considerando che in alcune valli nascono più cuccioli di lupo che di uomo.

 

 

 

 

 

 

pagine visitate dal 21.11.08

counter customizable

View My Stats
commenti, informazioni? segnalazioni scrivi

Registra il tuo sito nei motori di ricerca

 Creazione/Webmaster Michele Corti