Home

Mi presento

Attualità

Alpeggi

Ruralismo

Osterie

Foto

Link

 

Ruralpini 

 

Inforegioni/ I padroni dell'acqua e l'ultima goccia

 

  

 

 

 

Attualità

Eventi

Commenti

Forum

Index inforegioni 2009

Archivio inforegioni2008

 

 

 

www.acquecomasche.com

info@acquecomasche.com

firma la petizione

è possibile firmare presso la sede del CAI di Dongo o presso la Biblioteca di Sorico durante gli orari di apertura

 

 

 

(16.02.01) Dall'estate 2008 è attivissimo nella montagna comasca un Comitato acque comasche che cerca di opporsi alla proliferazione degli interventi di captazione che rischiano di lasciare all'asciutto tutti i corsi d'acqua di montagna

Montagna terra di conquista dei 'padroni dell'acqua'. Ma c'è un movimento che vi si oppone

L'acqua è il petrolio del XXI secolo e grossi gruppi industriali e finanziari internazionali stanno puntando a monopolizzare questa risorsa. Le Alpi sono il più grande serbatoio di acqua dolce e (relativamente) pura d'Europa e si sta scatenando la corsa allo sfruttamento dell'ultima goccia d'acqua. E' una nuova forma di colonialismo che mira ad avere le 'mani libere' e punta ad una montagna desertificata (senza fastidiose opposizoni da parte della popolazione 'indigena').

 

La bassa Valtellina e l'alto Lario occidentale (comasco) non solo sono limitrofe ma condividono molti tratti culturali. La triste esperienza della Valtellina dove il 90% delle acque sono oggetto di captazioni non poteva non 'sensibilizzare' le comunità dell'alto comasco che si sono rese conto del rischio di fare in pochi anni la fine della Valtellina.  In quest'ultima valle sono attivi da tempo comitati locali (in Val Malenco, in Val Masino ma anche in altre valli) che contestano progetti che interessano  opere di captazione in apparenza 'piccole' ma che hanno conseguenze pesanti determinando il 'completamento' dello sfruttamento delle ultime acque valtellinesi 'libere' non sfruttate dai grandi impianti idroelettrici. Queste esperienze hanno stimolato la nascita del Comitato 'Acque comasche'  costituito il 10 luglio 2008.

Dalla costituzione del Comitato ad oggi, intanto, le richieste si sfruttamento delle acque si sono intanto moltiplicate. In un Comunicato del 1° ottobre 2009 (vedi sotto) il Comitato denunciava che erano pendenti ben 39 richieste che nel frattempo sono passate a 51 (aggiornamento al 08.02.2010).

L'impatto di tali interventi è notevole perché il 'deflusso minimo vitale' quasi sempre non c'è (quando la portata invernale scende al minimo) o è talmente ridotto da interrompersi dopo poche centinaia di metri dalle captazioni. Vi è poi l'intervento delle opere ingienieristiche: gallerie, sbarramenti, strade di servizio tagliate nei versanti.

Il tutto, è bene precisarlo, sulla scia della liberalizzazione del mercato elettrico (decreto Bersani) e di una incentivazione distorta alle 'energie rinnovabili' che  dall'eolico, al fotovoltaico, allo sfruttamento dei 'piccoli salti' per la produzione di energia idroelettrica, sta scatenando pesanti speculazioni con dietro fortissimi interessi economici. Non ci si deve mai stancare di precisare che 'rinnovabile' non vuol dire 'sostenibile'. Lo sconvolgimento sistematico degli habitat fluviale vale quella poca energia elettrica prodotta? Se pensiamo alle influenze sulla fauna ittica (la cui presenza è annullata) e a quella terrestre (messa in difficoltà dalla drastica triduzione dei punti di abbeverate), sulla vegetazione riparia (alterata da prolungate secche), sui rapporti alterati tra acque superficiali, falde sotterranee e sorgenti abbiamo già messo parecchio sul piatto dei 'contro'. Aggiungiamo che una delle risorse più preziose del paesaggio montano sono le cascate i salti d'acqua. Un paesaggio è attraente perché vivo e dinamico e l'acqua è quell'elemento 'magnetico' che ci affascina e ci attira (vi siete chiesti perché un pic nic lo si fa di solito vicino ad un laghetto, ad un torrente, ad una cascata?).

Le valli dell'alto Lario sono valli selvagge e profonde caratterizzate proprio dalla presenza dei torrenti scroscianti. Vi sono poi pratiche sportive (e il relativo indotto turistico) legate proprio alla presenza dell'acqua.

 

Un bilancio di pro e con in cui la montagna ci perde secco (chiamasi colonialismo)

 

Ovvie le considerazioni circa la pesca sportiva, che proprio nei torrenti di montagna trova quelle 'acque pregiate' che in pianura difettano, ma non c'è solo la pesca. la valli comasche non sono famose per il canoing o il rafting ma per il canyoning si (Val di Barese). Ma che fine faranno le 20 cascate? E anche se non è uno sport con il suo bravo nome inglese c'è anche la vecchia pratica tra il ludico e il salutistico del bagno nelle 'piscine' naturali alla base di cascatelle e salti d'acqua.

Se dall'altra parte del piatto ci fosse una razionale considerazione sul valore dell'energia prodotta i 'contro' sarebbero più che sufficienti a controbilanciare i 'pro'. Il fatto è che a perderci sono i micro interessi locali legati direttamente alle attività turistiche e sportive e indirettamente agli impatti ambientali negativi delle captazioni. Ma questi interessi non trovano molti e influenti 'avvocati'. Ancora di più pesa il fatto che tra i 'pro' non ci siano considerazioni di ordine industriale, ma la forte redditività degli investimenti finanziari garantita da un mercato 'drogato' dell'energia pseudo-pulita.

I vantaggi per la montagna sono un 'piatto di lenticchie'; non tali in ogni caso da indurre amministratori locali leali nei confronti della propria comunità ad accettare le captazioni laddove le portate sono annullate e le aste fluviali completamente sconvolte. Ma anche se vi fosse un maggior compenso economico per i comuni e la popolazione residente varrebbe la pena accettare interventi così invasivi?

 

Le mani sulla montagna

 

Queste vicende sulle acque relative a sfruttamenti idroelettrici grandi o piccoli ci fanno capiore che la montagna alpina è sempre più vista come un grande affare in termini di energia da estrarre e di riserve idriche da controllare. E 'il nuovo colonialismo. Per poter operare uno sfruttamento intensivo delle risorse della montagna i grossi interessi in gioco hanno bisogno di 'mani libere'. L'opposizione alle captazioni, piuttosto che agli alberghi di alta quota e ai vari scempi che il business è pronto a compiere, verrebbe meno il giorno che la desertificazione della montagna (specie delle Terre alte)  fosse completata. Nel secolo scorso i boschi sono raddoppiati e sono tutt'ora in espansione. Aumenta la presenza di cervi, cinghiali orsi e lupi che rende sempre più difficile la continuità di una presenza e attività umana capillare. Gli interessi di chi mira allo sfruttamento energetico (idrico, eolico, biomasse che sia) convergono con quelli degli insediamenti turistici di alta quota (l'industria della neve sopravviverà solo a 2.000 m con il riscaldamento globale) e altre mire speculative. I verdi, che vagheggiano la wilderness, forse non sono del tutto consapevoli di aiutare la speculazione, il neocolonialismo a perseguire i propri scopi, Tifare per il bosco fine a sé stesso, per il lupo fine a sé stesso è funzionale al progetto di sfruttamento della montagna.

Vi sono, però, terreni come quello della difesa delle acque sui quali chi intende tutelare le attività antropiche tradizionali sostenibili e l'ambientalismo trovano un terreno di convergenza. Mentre l'alleanza tra un certo protezionismo ambientale e gli interessi speculativi rischia di stringere la montagna dell'uomo in una morsa senza scampo, l'alleanza tra ambientalismo non integralista e la montagna rurale, della piccola agricoltura, delle attività silvopastorali, dell'artigianato alimentare, del turismo e degli sport sostenibili (senza motori e cementificazioni) può aprire degli spiragli. L'impegno di Lega ambiente in tema acque (ma anche del WWF contro gli sfregi alla montagna, i pesticidi, il cemento) rappresentano occasioni per sperimentare questa alleanza.

 

COMUNICATO STAMPA DEL 1 OTTOBRE 2009

 

COSA RESTERA’ DEI NOSTRI TORRENTI?


Il Comitato Acque Comasche rende noto che alle numerosissime richieste precedenti, si sono aggiunte  nel 2009, pubblicate da parte della provincia di Como, sul BURL le seguenti richieste di captazioni idroelettriche ( non sappiamo quante siano quelle sopraggiunte alla provincia e ancora da pubblicare) :


-torrente Cuccio di Cavargna

nei comuni di S.Nazzaro Val Cavargna e S.Bartolomeo Val Cavargna portata massima derivabile di 3500 l/s corrispondente ad un volume di prelievo annuo di 36.646,409 mc;


-fiume Adda

comuni di Gera Lario e Colico; portata massima derivata 150.000 l/s – prelievo annuo di acqua di 2.749.308.480 mc;


-torrente Rezzo

comune di Corrido portata massima derivata 1.035 l/s – prelievo annuo di acqua di 9.492.336 mc;


-torrente Modedina

comune di Garzeno portata massima derivata 300 l/s – prelievo annuo di acqua di 2.081.376 mc

(la richiesta è della medesima ditta che sta attualmente lavorando in Valle Albano. Perché la precedente Comunità Montana Alto Lario Occidentale ha dato alla ditta parere favorevole?);


-vasca di raccolta acquedotto comunale - località Pizzone – società E.VA Energie Valsabbia 

comune di Peglio portata massima derivata 16 l/s – prelievo annuo di acqua di 462.633 mc;


Valle di Nosè

Comune di Nesso, portata massima derivata 1271,04 l/s – prelievo annuo di acqua di 12.773.466 mc;


-Comuni di:

Consiglio di Rumo

Domaso

Dosso del Liro

Gravedona

Livo

Peglio

Vercana

variante non sostanziale richiesta dalla società Edipower sui torrenti:

-per il torrente Liro: portata media 750 l/s; portata massima 2620 l/s;

-per il torrente San Iorio: portata media 551 l/s; portata massima 1590 l/s;

-per il torrente Ronzone: portata media 228 l/s; portata massima 750 l/s;

-per la presa sussidiaria: portata media 0,000 l/s; portata massima 0,000 l/s;

-per il torrente Livo: portata media 654 l/s; portata massima 2160 l/s;

-per il torrente Bares: portata media 174 l/s; portata massima 305/s;

-per il torrente Dangri: portata media 154 l/s; portata massima 445 l/s;

-per il rio Bugiallo 1: portata media 43 l/s; portata massima 65 l/s;

-per il rio Bugiallo 2: portata media 9 l/s; portata massima 15 l/s;

-per il torrente Pilota: portata media 15 l/s; portata massima 50 l/s;


In corso l’istruttoria per una variante sostanziale (quella non sostanziale è già stata chiesta e ottenuta precedentemente) sempre della ditta Edipower sui torrenti:

Cuccio di Cavargna, Cuccio di S. Bartolomeo, Rio Corbatt nella valle Osteria,

nei comuni di CUSINO, CARLAZZO, CORRIDO, S.BARTOLOMEO VALCAVARGNA

Il progetto prevede un aumento della portata massima derivabile con il passaggio dagli attuali 1260 l/s a 3500 l/s.


Ci permettiamo di fare alcune considerazioni: 

-sono coinvolti oramai tutti i comuni montani del nostro territorio;

-la contropartita captazione - strada fino a che punto può essere conveniente per un comune che si ritroverà senz’acqua e con una strada da sistemare (con quali soldi?);

-le captazioni usando l’acqua dell’acquedotto che cosa portano al comune che aderisce all’A.T.O.?

-siamo sicuri che in fase di progettazione definitiva tutte le ditte rispetteranno la convenzione?

-quale sarà l’impegno della nuova Comunità Montana di fronte a questa enorme ondata di richieste che non lascerà integra alcuna asta fluviale del suo territorio?

-che cosa dovranno subire ancora i nostri torrenti già oggetto di captazione?


Per il Comitato Acque Comasche

Mira Rossi

Oreste Ciappessoni


Dongo, 1 ottobre 2009

 

 

 

 

 

 

pagine visitate dal 21.11.08

counter customizable

View My Stats
commenti, informazioni? segnalazioni scrivi

Registra il tuo sito nei motori di ricerca

 Creazione/Webmaster Michele Corti