(17.11.09)
Ai concerti di Morbegno non una parola a
favore della causa del Bitto storico. Prevale la realpolitik
che consiglia anche agli artisti meno conformisti di
non far nulla che possa spiacere agli sponsor istituzionali
Van
de Sfroos 'tradisce' casari e pastori del Bitto 'de
sfroos'
In
occasione dei concerti di apertura del nuovo Tour di Davide Van de Sfroos, tenutisi a Morbegno
(il 13 e 14 c.m), i produttori del Bitto storico, che hanno recentemente
ricevuto dal Ministero dell'agricoltura delle multe per un massimale di 60.000
€,
si erano rivolti a Davide. Quelli del Bitto storico dicono: 'Ci
accusano di fare Bitto de sfroos, noi che lo facciamo da 5 secoli,
restando fedeli ai metodi di lavorazione di un tempo e che siamo nella valle
dove il Bitto è nato. E' un un'assurdità.'
In cerca di
appoggio alla loro causa pensavano 'naturale' appellarsi al cantore degli
'sfrosatori' che veniva a Morbegno. A Morbegno, allo sbocco della Valle
del Bitto, il Bitto veniva commercializzato e stagionato.
Peccato che,
per non dare un dispiacere agli sponsor istituzionali, i manager di
VdS non abbiano 'cagato' le richieste dei sostenitori del Bitto storico
che chiedevano a Davide di dire 2 parole solo per sottolineare la situazione
paradossale del Bitto originale multato come fosse una volgare patacca. E pensare che Paolo Marchi dalle colonne del Giornale
il giorno 12 aveva ripreso con enfasi l'appello dei casari del Bitto rivolto a
VdS (link
all'articolo).
I
sostenitori del Bitto storico con diversi giovani casari e pastori sono stati
comunque presenti all'ingresso dell'Auditorium di Morbegno sabato 14 con
cartelli, volantini e ...capre (la cronaca
è sulla edizione di Sondrio della Provincia (PDF allegato).
L'artista
non si discute, ma ...
Continuiamo a
ritenere Davide un grande artista e un grande rappresentante della cultura
lombarda, però - anche come fan - non possiamo che essere delusi.
Il suo manager
per motivare il diniego alla nostra richiesta di fare un accenno al problema
del Bitto in occasione dei concerti di Morbegno ha tirato fuori discorsi in puro
politichese sulla 'economia
valtellinese'. Si capiva da subito che 'aveva mangiato la foglia'; aveva 'prusmato'
che sbilanciarsi per la causa poteva significare rogne
con gli sponsor istituzionali.
Quanto
alla tiritera sull'economia che sarebbe danneggiata
dai 'nostalgici' e 'localisti' del Bitto storico vorremmo
che Davide sapesse che il Bitto
Dop viene pagato al produttore 7-8 €. In alcuni casi è sottopagato, in altri
è effettivamente di qualità discutibile e ti chiedi 'ma è Bitto?' .
Parecchi dei produttori 'ufficiali' usano più mangime in alpeggio che in stalla (per non parlare dele
bustine di fermenti selezionati per 'pilotare' la fermentazione). L'economia
ci guadagna? No. Il prodotto non viene pagato ai produttori in misura tale da
premiare l'economia di alpeggio e il suo decadimento
qualitativo, alla fine, farà appannare (non sarebbe
in primo prodotto ad autodistruggere il capitale di
immagine e reputazione costruito in secoli) il mito
del Bitto e il suo appeal in termini di prodotto simbolo
del territorio generatore di immagini positive e di
attrattività della Valtellina quale destinazione turistica.
Le
istituzioni sono troppo condizionate dagli interessi
forti locali
Chi
ci guadagna allora? Ci guadagna il management delle grosse
coop lattiero-casearie che utilizzano il Bitto
da esse stagionato e commercializzato per spingere
il Casera Dop (prodotto in 200.000 forme), i grossi stagionatori privati
e alcuni politici di
professione che, con i consorzi e i multiconsorzi, hanno garantite le cadreghe. Le
istituzioni, tramite alcuni politici, sono legatissime
a questo 'giro'.
Però
sono loro (le 'istituzioni') che finanziano
i concerti e i programmi culturali di Van de Sfroos. Si capisce bene perché il
suo manager si guardi bene dal far loro un dispiacere dando retta a quei
'trogloditi' che vogliono restare fedeli alla tradizione, che non aggiungono
niente al latte tranne il caglio, che mungono a mano, che fanno mangiare alle
loro mucche solo l'erba.
Li chiamano ribelli e sovversivi perché non si piegano
alla 'modernità' (quella che sta mandando arrosto il pianeta), alla burocrazia,
al clientelismo. I vaa de sfroos perché li costringono a farlo, rubando
loro
il nome di quel formaggio che loro continuano a fare come si fa da secoli, nelle
valli dove è nato.
Era
legittimo attendersi da Davide un appoggio a chi non rappresenta solo
il passato e la nostalgia ma che vuole far rivivere e attualizzare i valori
tradizionali. A chi rappresenta un po' il mondo e i valori di cui egli è
cantore e su cui ha costruito il suo meritatissimo successo. Invece...
realpolitik.
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