(18.11.09)
Di fronte a belle storie di giovani che intraprendono
l'attività di pastore spiace constatare come la pastorizia
sia sempre osteggiata e guardata con sospetto. Marzia
Verona chiede al Ministro Zaia di intervenire. E lo
fa nel modo diretto che le è proprio.
Pastore
per un giorno. E poi?
di Marzia Verona
Ricordo bene di aver visto tempo fa un pastore autorevole, o
meglio, si trattava di una foto dell’attuale Ministro all’Agricoltura in veste
di pastore, con tanto di tabarro ed agnellino in braccio. “Il ministro si immerge nel gregge come se fosse un’attività consueta”,
scriveva il locale “Corriere delle Alpi” (qui
l’articolo on-line). Sappiamo come il Ministro sia attento a certi temi (ci
mancherebbe, è il suo mestiere!) e più che mai alla sua terra, quindi non ci
sarebbe nemmeno da stupirsi di fronte a queste scene, accadute in Alpago, dove
il Ministro (che è agrotecnico, laureato in veterinaria, specializzazione in
produzioni animali) era andato a parlare di tradizioni, di razze in via di
estinzione… e si presume anche di pastorizia. Era l’agosto del 2008, da allora è passato oltre un anno, ma
cosa siamo venuti a sapere oggi?
I pastori vaganti veneti, quelli che in estate monticano
anche nelle montagne dell’Alpago, per poi scendere fino in Friuli in inverno e
primavera, ci raccontano che per loro la vita sta diventando impossibile e
qualcuno ha persino smesso a causa dei divieti di pascolo.
Nella terra del Prosecco le greggi sono malviste, più
nessuno dei pastori ha gli asini per il trasporto degli agnelli a seguito degli
ovini, nel timore che questi possano arrecare danni ai vigneti. Però bene o
male fino ad ora si trovava modo di convivere anche con questa forma di
agricoltura ormai dominante. Nel momento in cui però i Comuni hanno iniziato a
mettere i divieti di pascolo ed addirittura di transito sui loro territori,
come faranno i pastori a raggiungere il Friuli? E dove trascorreranno le
settimane che invece passavano pascolando lì?
Non stiamo parlando in generale di alcune zone del Veneto,
ma proprio, tra gli altri, di Godega Sant’Urbano, paese natale di Luca Zaia e
suo attuale comune di residenza, da quello che possiamo leggere su internet.
Una coppia di giovani pastori, Davide
e Daniela, a causa di questi divieti, ha già dovuto vendere gran parte del
gregge, così oggi stanno cercando di organizzare diversamente la loro attività.
Altri si domandano come fare, dove andare.
Non abbiamo trovato on-line il testo del regolamento
comunale e l’abbiamo ripetutamente richiesto via e-mail al comune, scrivendo
anche personalmente al Sindaco, ma le nostre lettere non hanno mai ricevuto
risposta. C’è già stato chi ha scritto al Ministro e la
lettera è là, in bella vista sul suo sito.
Il pascolo vagante ed il transito delle greggi non potrebbero
essere vietati, a meno che sussistano gravi motivi di tipo veterinario.
Altrimenti, se proprio nessuno accetta il pascolamento sui propri terreni, per
lo meno dovrebbe essere consentito il transito. I pastori ci dicono che hanno
vietato pure quello. Il Comune a noi non risponde. Ed il Ministro? Pastore solo
per un giorno, e poi…
Seguito
della storia
Sarà un caso, sarà quel che sarà, ma la risposta alle mie domande indirizzate (per ben due volte, la prima in data 11/11/09) al Comune di Godega di Sant'Urbano (TV) relativamente ai divieti di pascolo è arrivata un paio d'ore dopo la pubblicazione del mio post. Ovviamente concedo immediatamente il giusto spazio a quanto ricevuto, poi commenterò. "Prot. 15154 del 20/11/2009
Gentilissima Sig.ra Verona Marzia,
Riferendomi alla mail da Lei inviata in data 17/11/2009, Le comunico che non esiste alcun Regolamento Comunale circa il pascolo vagante.
Le confermo, altresì, che c'è una Ordinanza, precisamente L'ORDINANZA N° 20 Del 03 - Giugno - 2009, che vieta il transito e il pascolo sul territorio comunale.
Le allego una copia del sopracitato documento.
Sperando di farle cosa gradita, cordialmente La saluto.
Godega, 20 novembre 2009
Il Comandante
PIZZOL Danila
Registro delle Ordinanze n. 20
DIVIETO DI TRANSITO E DI PASCOLO SUL TERRITORIO COMUNALE I L S I N D A C 0Considerate le ripetute segnalazioni che pervengono dai proprietari di fondi agricoli a causa dei danni che ai fondi medesimi vengono provocati dalle greggi di pecore, asini ecc. in special modo in primavera ed in autunno; Considerate le ripetute segnalazioni che pervengono dai cittadini residenti sul territorio comunale e dai proprietari di fondi agricoli a causa dei problemi igienici sanitari che vengono provocati dal passaggio, su suoli privati e pubblici, di greggi di pecore, asini ecc. in special modo in primavera ed in autunno; Considerato che il danno è rilevante, soprattutto per le colture pregiate di recente impianto; Considerato che la presenza di animali al pascolo può essere causa di malattie infettive sia perché per natura attirano insetti di ogni genere quali mosche, zanzare e zecche, sia perché i loro escrementi creano inconvenienti igienici non trascurabili sul territorio; Osservato che l’introduzione delle greggi nei fondi privati e pubblici, avviene nelle ore più disparate sia di giorno che di notte, anche in considerazione del continuo spostarsi delle medesime, e pertanto non è possibile effettuare un adeguato controllo e un’adeguata vigilanza; Ritenuto opportuno su tutto il territorio comunale vietare ogni forma di pascolo; Visto il Decreto del Ministero dell’Interno del 5 agosto 2008; Visti gli artt. 41,42,43 del D.P.R. 8 febbraio 1954 n° 320 “Regolamento di polizia veterinaria”; Visto il D.Lgs. 267 del 18 agosto 2000, come modificato dal D.L. 23 maggio 2008 n° 92, convertito con Legge del 24 luglio 2008 n° 125, art.54; Visto l’art.16 della Legge 24 novembre 1981, n° 689, come modificato dall’art. 6/bis della Legge 24 luglio 2008 n° 125 di conversione del D.L. 23 maggio 2008 n° 92; Visto il vigente Regolamento di Polizia Rurale;
ORDINA
per le motivazioni in premessa indicate, che si intendono qui integralmente richiamate e fatto salvo quanto disposto in materia anche dal codice penale:
è vietato in tutto il territorio comunale il transito e il pascolo delle greggi. La presente ordinanza, preventivamente comunicata al Prefetto, è resa pubblica mediante all’affissione all’Albo Pretorio del Comune, ed è immediatamente esecutiva. La presente ordinanza è provvedimento amministrativo a carattere generale per il quale trova applicazione l’art. 13 della Legge 241/1990. Ferma restando l’applicazione delle sanzioni penali ed amministrative previste da leggi e regolamenti, la violazione della presente ordinanza comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria prevista dall’art. 7 del D.Lgs. 207/2000, con l’applicazione di una sanzione amministrativa compresa fra un minimo di € 25,00 ed un massimo di € 500,00. A tal fine il perimetro del territorio sarà contrassegnato con la applicazione di tabelle contenenti la scritta “DIVIETO DI PASCOLO” e gli estremi dell’ordinanza sindacale. La presente ordinanza, viene comunicata al Prefetto, è resa pubblica mediante affissione all’Albo Pretorio del Comune ed è immediatamente esecutiva. Al fine dell’esecuzione, il presente provvedimento viene trasmesso alla Prefettura – Ufficio Territoriale di Governo di Treviso, alla Questura di Treviso, al Comando Arma dei Carabinieri di Conegliano, al Comando Provinciale Guardia di Finanza di Conegliano, al Corpo Forestale dello Stato di Treviso per la sorveglianza e l’esecuzione della medesima e per tutti gli aspetti di specifica competenza. Le Forze dell’Ordine e
la Polizia Locale sono demandate a far osservare le disposizione della presente ordinanza. Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale Veneto entro 60 giorni dalla pubblicazione all’Albo Pretorio o al Presidente della Repubblica in via alternativa e per soli motivi di legittimità, entro 120 giorni dalla pubblicazione. Godega di Sant’Urbano, 03 giugno 2009 IL SINDACO Bonet dott. Alessandro Risposta
di Marzia Adesso però ragioniamo un attimo sul pascolo vagante. Nell'ordinanza si specifica ben bene che è vietato il TRANSITO ed il PASCOLO delle greggi, quando io ho sempre saputo che il transito non lo si poteva vietare a meno di problemi sanitari (gregge infetto da brucellosi, per esempio). I nostri funzionari comunali hanno però addotto, come motivi igienico-sanitari mosche, zanzare e zecche! Non è un'interpretazione un po' troppo libera? So che ci sono amici veterinari che leggono questo blog. Per favore, scrivetemi privatamente o lasciate un commento anche anonimo se non volete esporvi, ma ditemi se questa cosa è del tutto corretta oppure no. Beati quei paesi dove non ci sono pecore, perchè allora non ci sono zanzare, mosche e zecche!!!! Ma per favore! Quello di pecore=zecche è un luogo comune troppe volte sentito! I pastori dovrebbero già essere tutti morti, a causa di questo pericolo (io compresa!). Che dire poi delle periodiche notizie di zecche sui treni, di cui si legge sui giornali? Chi è che ha fatto entrare lì un gregge? Qui alcune informazioni scientifiche sul ciclo biologico della zecca. Che dire poi del gravissimo problema degli escrementi?Trovarseli nel campo o nel prato dopo il passaggio del gregge, che guaio! Un tempo, quando eravamo tutti più vicini al mondo rurale e sapevamo da dove veniva il cibo che, a volte a fatica, arriva in tavola, quegli stessi escremeni ovini erano fondamentali. Si chiamavano CONCIME ed era una COSA PREZIOSA. Oggi, che siamo moderni, è molto meglio usare dei sani concimi chimici. Chissà poi perchè il fieno più buono, quello che si acquista anche pagandolo a caro prezzo perchè si sa che è ottimo, viene dalla Francia, dalla Crau, laddove tutto l'ecosistema si basa sul pascolamento ovino e sulla concimazione naturale data da quegli stessi escrementi... E poi perchè il Comune di Torino ha ricevuto un premio come Comune Virtuoso per aver portato le pecore in città, a pascolare/pulire i parchi? Cari amici di Godega e di tutti gli altri paesi di quelle zone che hanno messo i divieti di pascolo e di transito: ripensateci, trovate un compromesso, permettete almeno il transito, com'è giusto che sia, e chiedete ai pastori di presentare i documenti con le firme dei contadini che permettono loro il pascolo sui loro fondi, come accade qui in Piemonte. Se hanno un posto dove fermarsi, pascoleranno lì, se nessuno concede loro il pascolamento, transiteranno e si sposteranno altrove. Colpiamo le mele marce che causano effettivamente danni, lasciamo lavorare chi invece lo fa secondo le regole. Grazie. (Vale per il Veneto e per tutto il resto d'Italia, beninteso!) |