Oggi
il passo è deturpato dagli elettrodotti ma ci sono progetti
di 'bonifica'. Che, con le maxi pale, non avrebbero
più senso. Ma perché la Lombardia deve rassegnarsi alla
vocazione autolesionista ad essere imbruttita in nome
della 'produzione' (lasciando poi che il suo PIL
se lo piglino altri?)
L'Homo
selvadego è l'entità fatata protettrice delle
valli. Quello 'classico' (qui sopra) è a Sacco in Val
Gerola, ma c'è anche la versione cristianizzata (Sant'Onofrio)
a Santa Brigida. Anche lui con la clava (come Arlecchino
del resto).
Oltre
alla clava magica dell'Homo selvadego ci sono anche
le corna di questi amici orobici a quattro zampe
a difendere il Passo di San Marco
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(25.03.10) Il
progetto delle mega pale va avanti e se si vuole fermarlo
bisogna organizzare delle iniziative
tempestive
Non
rassegnamoci allo scempio 'eolico'
del
Passo di San Marco (BG-SO)
Solo
la spinta di generosissimi incentivi fiscali e contributi
a KWh giustifica certe aberrazioni in materia di energia
rinnovabile. In Puglia si sradicano oliveti secolari,
in Valtellina si pensa a sistemare pannelli fotovoltaici
sulle terrazze vitate (per le quali sino a ieri si ambiva
al riconoscimento Unesco quale 'patrimonio dell'umanità'.
Ma più concretamente sta andando in porto un progetto
devastante al Passo di San Marco con pale eoliche alte
100 m. Dove transitava la storica Via Priula.
Ruralpini
si è già occupato del sedicente 'Parco' eolico con un
articolo che prendeva in considerazione l'impatto sull'avifauna
(Ornitologi
contro le pale eoliche).
Ora, di fronte all'avanzata del progetto, che ha già
avuto diversi 'via libera' in Regione, Lombardia, lanciamo
a tutti coloro che non sono d'accordo con la sua realizzazione
la proposta di un incontro e di iniziative. Prima che
sia troppo tardi.
Agli amici del Passo di San Marco
Agli amici della montagna
Vi
interpello per proporre a tutti gli interessati un incontro al
fine di organizzare
l'opposizione al devastante progetto del parco eolico al Passo di San
Marco.
In questi giorni ho discusso della cosa con diversi
amici valtellinesi. La loro opposizione è totale e credo vi siano parecchi altri
valtellinesi contrari almeno quanto gli amici brembani e bergamaschi che hanno
già pubblicamente manifestato la loro contrarietà.
La Valtellina subisce già un pesante 'colonialismo
energetico' da parte di A2A in termini di concessioni idroelettriche e ora, per
pochi KW di potenza installata si vede deturpare da una società privata milanese
(Centuria) uno dei suoi passi alpini più significativi.
La costruzione delle pale alte 90 m implicherà la
realizzazione di piste per il trasporto dei materiali e delle
opere di realizzazione di profonde fondazioni. Ciò oltre agli impatti
permanenti: visivi, sonori e sull'avifauna. Quanto a quest'ultima basta pensare
che è stata istituita una ZPS proprio per questo.
Di certo ne avrà delle ripercussioni negative il
turismo tra Valli del Bitto e Val Brembana. La perdita economica non sarà mai
compensata dalla poca energia prodotta; non parliamo della perdita di immagine
per due provincie e una regione che sfregiano un sito di importanza storica (Via
Priùla), paesaggistica, naturalistica, turistica per il profitto di pochi legato
a forme di incentivazione distorsive (cosa sono 6 MW rispetto all'energia che si
produce in Valtellina ma cosa sono anche rispetto alla possibilità di ottenere
la stessa potenza con un numero limitato di piccoli impianti fotovoltaici da 1
MW senza impatti particolari ).
Però senza una ferma e larga opposizione, il
progetto, nonostante il prossimo prevedibile parere negativo della commissione
paesaggistica, rischia di andare avanti.
Come amico degli alpeggi ma anche
come lombardo (milanese con radici orobiche), fortemente innamorato del Passo di
San Marco, sono fermamente contrario a questo progetto che devasta ulteriormente
un passo che ha grande valore storico per le transumanze del passato è che
è tutt'ora caratterizzato dalla presenza di splendidi alpeggi in attività su
entrambi i versanti dove si produce il pregiatissimo formaggio BITTO. Tutto ciò,
tra l'altro, mentre si stava pensando seriamente alla 'bonifica' paesaggistica
con interramento elettrodotti.
Chiedo pertanto la disponibilità di tutti coloro
(valtellinesi, bergamaschi e lombardi) che intendono opporsi al progetto ad
aderire ud un incontro da tenersi a Cà San Marco (quando le condizioni della
transitabilità lo consentiranno) con il fine di lanciare una petizione popolare
a Formigoni per bloccare lo scempio e, nella peggiore delle ipotesi, di
organizzare pacifiche manifestazioni al Passo per attirare l'attenzione su
questa inaccettabile svendita del nostro patrimonio storico, paesaggistico,
turistico.
prof. Michele Corti
vice presidente Amamont Associazione amici degli
alpeggi e della montagna (Sondrio)
coordinatore
incontri ruralpini
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