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Inforegioni/Se avesse vinto la Bresso

 

  

 

 

 

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(28.03.10) Se avesse vinto la Bresso, per una manciata di voti in più,   la Regione Piemonte sarebbe stata guidata da un governo con un consenso maggioritario solo nelle aree più densamente popolate della provincia di Torino

 

Nesessari meccanismi elettorali correttivi per una equa rappresentanza politica dei territori

 

di Michele Corti

 

In diversi interventi su Ruralpini abbiamo sostenuto che la definizione di circoscrizioni territoriali in cui la montagna è minoritaria e l'assenza di correttivi per il fattore 'estensione territoriale' (rispetto al fattore popolazione) è causa della inadeguata rappresentanza politica della montagna. Il caso del Piemonte ben si presta ad illustrare le conseguenze del sistema 'una testa un voto' applicato a larghe unità territoriali composte da realtà con identità e realtà diversificate

 

Il principio 'una testa un voto' è falsamente equo e falsamente democratico. Sia nel caso di minoranze etnico-linguistiche che di minoranze 'territoriali', come può essere il caso della montagna. Non a caso molti sistemi democratici prevedono 'correttivi' sia per l'uno che per l'altro fattore.

I sistemi federalisti, i nostri vicini e amici svizzeri sono lì per dimostrarlo (ma lo stesso vale per Germana Usa e tanti altri paesi federali), adottano sistemi di contrappesi per far si che la rappresentanza politica sia espressione bilanciata di due principi: quello di 'una testa un voto' e quello della 'pari dignità' delle componenti territoriali che si traduce nel bicameralismo (con la seconda camera eletta con criteri paritetici o  dagli stati o regioni).

Quello che è interessante del sistema federale americano è che anche gli stati, al loro interno, adottano un principio bicamerale al fine di garantire la rappresentanza delle diverse unità che li compongono. Non è il caso di chiedere una doppia assemblea legislativa per le nostre regioni (in tempi di contenimento dei costi della politica poi ...) ma criteri 'correttivi' per garantire la rappresentanza territoriale. Non costa nulla.

Non parliamo della Valle d'Aosta o del Molise ma di regioni di oltre 4 milioni di abitanti e 20.000 km2 di superficie (senza parlare della Lombardia che è molto più grande di tanti stati sovrani europei). Tali regioni hanno spesso una larga componente montana che, in conseguenza dello scarso peso demografico, ha una rappresentanza politica molto ridotta, tranne dove sono state ritagliate provincie (e quindi circoscrizioni elettorali) totalmente montane.

 

La questione ha due aspetti

 

Il problema della rappresentatività territoriale assume due aspetti. Il primo è legato alla possibilità per un territorio di esprimere propri rappresentati direttamente, il secondo alle conseguenze della diversa ripartizione territoriale del voto per le liste dei partiti e per i candidati presidenti delle regioni. Che all'interno di una regione  ci sia una ben precisa geografia del voto è dato storico consolidato. Che la montagna voti, di solito, in modo differente dalla pianura e, soprattutto, dalle città, è altrettanto consolidato tanto da essere dato per scontato. Se il voto per i diversi partiti fosse ripartito in modo uniforme su tutta una regione il territorio di montagna, per quanto rappresentato da un personale politico 'di pianura', non  correrebbe il rischio di essere governato da partiti che, nelle valli, sono in netta minoranza. Ma nella realtà le cose vanno diversamente. E il caso del Piemonte è lì a dimostrarlo.

 

Avrebbe governato Torino (in modo ancora più netto)

 

Cota ha vinto con meno di mezzo punto di distacco. Avrebbe potuto vincere la Bresso. Se fosse successo le conseguenze sulla rappresentanza territoriale sarebbero state abbastanza spiacevoli perché la maggioranza aritmetica regionale sarebbe derivata da un voto maggioritario solo in una parte della provincia di Torino. Sarebbe stata la vittoria di Torino sul Piemonte. Anche i più convinti sostenitori di 'una testa un voto' avrebbero avuto qualche imbarazzo. L'applicazione di un principio apparentemente democratico avrebbe riportato ad una situazione vagamente sabauda (di concentrazione del potere e di subordinazione della 'periferia'). Questo al di là delle buone o cattive intenzioni e dei programmi dell'uno o dell'altro candidato per la montagna e le altre realtà territoriali. Nei quali in questa sede non interessa entrare nel merito e fornire valutazioni.

Per illustrare questa situazione basti considerare come la Bresso ha ottenuto il 55,3% in comune di Torino ma solo il 51,8% nella provincia. Un vasto territorio di montagna (quasi tutte le valli), ha espresso alal Bresso consensi molto inferiori. In attesa di tabulati con i risultati di tutti i comuni (dai quali si potrà risalire ad un dato interessante: quanti km2 hanno 'espresso' la  Bresso e quanti Cota?) citiamo un campione di comuni quasi casuale e senza pretesa di rappresentatività. Sono comunque dati relativi a diverse valli, con centri piccoli alla testata o grossi centri di fondovalle. Voti per la Bresso ( in %): Ala di Stura 40,6;  Balme 41,9 Bardonecchia 29,4; Bussoleno 33,3;  Ceresole Reale 26,4; Cesana Torinese 25,9; Coazze 41,9; Corio 38,4; Lemie 38,8; Locana 43,6; Pragelato 23,7; Prali 28,0; Ronco Canavese 43,9 ; Roure 44,5; Sauze d'Oulx 26,8; Susa 33,9;  Viù 45,5.

Si stacca la Valle Pellice (Torre Pellice 61,1) ma con l'ovvia spiegazione della presenza del centro della chiesa Valdese storicamente legata alla sinistra.

Evitare che si ripresenti il rischio che in una regione  la maggiorparte del territorio e  tutte le provincie tranne una siano governate da una maggioranza territorialmente concentrata nelle aree più urbanizzate della 'capitale' richiede qualche correttivo.

Ridisegnare le circoscrizioni elettorali in modo che il territorio montano di più provincie ricada in una unica circoscrizione minima 'ritagliata' in modo da poter eleggere un rappresentante nell'assemblea regionale anche con una popolazione inferiore alla media delle circoscrizioni di pianura può essere la soluzione. E uno dei punti programmatici del 'partito della montagna'.

 

 

 

 

 

 

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