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Panchinoni: invasiva vacuità culturale
(17/6/2022) E' deprimente l'impatto culturale dei panchinoni, espressione di vacuità e subalternità culturale alle mode effimere costruite dal sistema dei selfie, di trip advisor, di google map. Senza accorgerci lasciamo che la realtà virtuale, il mondo dei cartoon sostituisca la realtà che diventa un fondale, come i paesaggi dipinti degli studi fotografici dell'inizio del secolo scorso. Ma vi sono anche impatti reali oltre a quelli simbolici e culturali: intorno ai panchinoni si crea un afflusso di turisti interessati solo a farsi il selfie, che parcheggiano in modo selvaggio, calpestano prati, lasciano rifiuti. Così stanno sviluppandosi le proteste contro questa espressione di superficialità modaiola che assume i connotati di una prepotenza nei confronti dei luoghi.Chi volesse segnalarci i disagi provocati dai panchinomi o contrastarne la realizzazione può scriverci a redazione@ruralpini.it. leggi tutto.
La becera corsa dei ponti tibetani
(09/12/2021) Tra le espressioni più becere della lunaparchizzazione della montagna, una tendenza che fa (non a caso) da pendant con il rewilding (all'insegna di un mondo affetto da sindrome bipolare senza bussola) c'è la corsa ai ponti (pseudo) tibetani. Una corsa che non coinvolge solo l'Italia o solo la Lombardia ma che , dopo l'apertura - nel 2018 - del Ponte nel Cielo in Valtellina, sta conoscendo aspetti parossistici nella montagna lombarda. La val Brembana è impegnata (sono iniziati i lavori) nel Ponte di Dossena, ma progetti e stanziamenti di bilancio si registrano anche in Valsassina (Ponte sul Varrone) e in Valcamonica dove, al progetto di ponte tra Paspardo e Cimbergo, si affianca quello in val Grande, in comune di Vezza d'Oglio. Da notare lo stanziamento di fondi del Parco dello Stelvio (quello dei "sacri cervi") per un'opera discutibile in una delle valli laterali più belle dell'alta Valcamonica. Da notare come i 2/3 dei residenti e dei turisti stanziali si siano dichiarati contrari. Dietro a questa corsa ai record c'è l'idea che la montagna deve attrarre un turismo da luna park, c'è la mancanza di idee, la solita preferenza per investire in progettazione, ferro e cemento invece che in cultura... e un grande provincialismo.
Tangenziale di Tirano: variante possibile
(31/08/2021) Variante di Tirano-Valtellina, nuova proposta di tracciato pr evitare le devastazioni e i pericoli per la circolazione stradale di qullo previsto. Proposta di tracciato a lato Adda tra Stazzona e Ganda, con eliminazione della pericolosa rotonda a Stazzona. Le alternative , possibili con varianti in corso d'opera.
Tangenziale di Tirano: in arrivo le ruspe
(19/02/2021) Ci siamo già occupati a più riprese della Tangenziale di Tirano, opera necessaria ma che poteva essere realizzata molto meglio. Tra pochi mesi entreranno in funzione le ruspe. L'Anas non ha tenuto conto delle prescrizioni che imponevano modifiche in sede di progetto esecutivo. Verrà realizzata, se non viene bloccata, un'opera che comporta notevole danno ambientale, agricolo e paesaggistico e che - oltretutto - comporterebbe problemi di sicurezza e persino costi superiori alle alternative state a suo tempo previste (gallerie)
Tangenziale di Tirano: Si vuole mantenere il tracciato illegittimo?
(13/11/2019) La tangenziale di Tirano, con il tracciato che Anas si accinge a presentare agli enti, comporta un esproprio di 128.700 mq, danni e pericoli, mentre vi sarebbero soluzioni alternative che consentirebbero risparmi 10/20 milioni con gallerie e 20/30 con strada a lato Adda, senza pericoli per ghiaccio ed esondazione del fiume.
Tangenziale di Tirano: l'ultimo sfregio alla Valtellina
(29.05.19)A essere devastata dalla tangenziale è la sponda retica a Sud dell'Adda (in alto nella foto sotto), una zona agricola intatta caratterizzata da coltivazioni di mele e pere in buona parte esportate nella vicina Svizzera. Una zona dove sono presenti solo aziende agricole e fabbricati rurali. Il passaggio della tangenziale è tanto più grave perché compromette entrambe le sponde (a Nord dell'Adda c'è la zona industriale). Il "taglio" del nastro d'asfalto si vedrebbe sin dalla Svizzera arrivando con il trenino del Bernina (da diversi anni patrimonio Unesco) e dai vigneti dell'opposta sponda retica (candidati Unesco, ma penalizzati dai capannoni).