Immerso
nei problemi agricoli trovavo tempo anche per occuparmi
della cultura locale (ho scritto una proposta di
legge molto "carina" intitolata
"Iniziative di catalogazione, conservazione
e valorizzazione di beni di interesse socio-culturale,
storico, architettonico e artistico ambientale della
montagna lombarda. Istituzione del Museo della Montagna
lombarda"; ricalcava iniziative già assunte
da altre regioni e provincie autonome ma non fu mai neppure
discussa ). Di montagna mi occupai anche con
una proposta di legge per normare la circolazione
delle motoslitte (ma restò nel cassetto che continuano
ad imperversare!). Anche la proposta di legge su
"Interventi per la conservazione e valorizzazione
delle razze autoctone" era finalizzata alla
montagna. Di iniziative mirate all'ambito urbano
presentai solo il progetto di legge "Controllo
delle popolazione urbane di colombi" (1991).
Un tema che appena si tocca fa scatenare l'animalismo
più becero pronto a reagire facendo leva sull'emotività
più superficiale. E invece è un tema serio dato
che diverse persone solo a Milano ci hanno rimesso
la pelle per malattie tramesse dalle zecche sei
piccioni. Devo dire che è un tema che mi tocca da
vicino con i piccioni e i loro escrementi sui miei
davanzali e la necessità di spruzzare repellenti
per non vederseli in casa. E quando senti l'ASL
ti senti dire "non si può fare niente, i Verdi
impediscono ogni controllo attivo; però se proprio
vuole facciamo un sopraluogo a sue spese ma non
si faccia illusioni). Non avrò prodotti molti progetti
di legge ma me li sono scritti da solo parola per
parola, senza consulenti o la lobby di turno che
ti "passa" da firmare un progetto.
25 aprile:
liberazione o mattanza?
A parte i problemi amministrativi ebbi tempo di dedicarmi
a questioni squisitamente "politiche".
Da questo punto di vista sono anche riuscito a togliermi qualche sassolino
dalle scarpe nei confronti dei "compagni"
(contro i DC e la Coldiretti stavo già battagliando).
Dopotutto avevo "immolato" la giovinezza
a un'ideologia che mi appariva sempre più sbagliata
e dovevo in qualche modo rifarmi. In
occasione del 50° del 25 aprile, nel 1994, vi fu un aspro dibattito.
Fui in prima fila nel combattere l'interpretazione
tradizionale della "resistenza". Lontano
anni luce dal fascismo chiesi nella mozione leghista
che si rispettasse la memoria di tutti I caduti
della Guerra Civile e che i finanziamenti fossero
utilizzati per un "bosco della memoria".
I comunisti (al tempo divenuti diessini conquistando
la presidenza della regione) schiumavano di rabbia
anche perchè capivano che l'attacco da parte mia
era più insidioso che da parte della destra missina. Ma
scavalcai quest'ultima, che si rilevava fiacca anche
su un tema che avrebbe dovuto infiammarla. In aula
c'era Borsani, figlio di un cieco di guerra vigliaccamente
assassinato dai comunisti il 25 aprile, ma non si
scaldava più di tanto. Io che avevo inneggiato all'antifascismo
militante sentivo il dovere di fare ammenda. Sapevo
dai racconti di famiglia, dalle testimonianze dei
montanari, degli agricoltori che la vulgata resistenziale
"ufficiale" era menzogna; eppure, accecato
dall'ideologia, negli anni dell'adolescenza avevo
celebrato anch'io - sia pure con le recriminazioni
sulla "resistenza tradita" - la
liturgia del 25
aprile a supporto dell'ipocrita "unità antifascista"
che doveva legittimare il regime di "cogestione"
del potere tra DC e PCI. I compagni d'arme di mio
padre (soldato di leva nella RSI, Divisione. S.Marco, III Battaglione pionieri ) che si erano
arresi ai partigiani durante la ritirata delle truppe
del generale Farina verso il Po erano stati ammazzati senza pietà (il reparto di mio padre si arrese all'ultimo, solo il 30 aprile quando la divisione cessò di esistere). Dei 1.950 caduti della Divisione S.Marco metà furono passati per le armi dai partigiani ad armi rese. Tra gli eccidi più tristemente noti di militari del S. Marco quello del M.te Manfrei in provincia di Savona. 200 Marò della Divisione San Marco vennero uccisi dopo
che l’Ufficiale in comando pattuì, a guerra finita, il disarmo dei
propri uomini coi partigiani
Mio nonno materno (medaglia d'argento nella I guerra) è stato assediato in cascina ed era pronto
a difendersi con il Mod. '91. Era stato camicia
nera, ma tanti anni prima; ora lo volevano far fuori
perchè "agrario" più che fascista.
Se l'è cavata perchè i compagni si sono accontentati
di fare razzia ma diversi suoi amici sono stati
ammazzati come cani. Poi ho sentito tante altre brutte
storie di furti sistematici a danni dei nostri montanari, di donne sequestrate e stuprate, di torture inflitte al nemico ormai arreso ed inerme, di brava gente ammazzata solo perchè chi era fascista sino
al giorno prima voleva crearsi meriti antifascisti. Fino
a quando ero comunistello chiudevo le orecchie (e
il cervello), poi mi sono ribellato.
Ma Pansa non aveva ancora scritto i suoi
libri e così non solo mi beccai del nazistoide dall'Unità,
ma l'intero Gruppo consigliare leghista venne bacchettato
dalla Segreteria nazionale (probabilmente avevano
già in mente il ribaltone). Per l'establishment
della prima repubblica era troppo. Il pontefice
liberal-comunista Norberto Bobbio commento (Il Giorno, 29 gennaio
1994): "Questa proposta mi sembra la conferma
dell'assoluta mancanza di senso storico della Lega.
La provo d'una profonda rozzezza, mi sento offeso,
anche se non ho mai avuto dubbi sull'incultura e
sull'antitalianità di questi lombardi". Quello
che dissi è in sintesi riportato dallo stesso quotidiano
in una pagina intera dedicata alla "provocazione":
"Michele Corti leghista ispiratore della campagna
contro la Resistenza, afferma che «non bisogna
dimenticare i morti fatti dai partigiani comunisti,
anche dopo la fine della guerra», che «in quella
guerra civile non esistono morti "buoni"
e morti "cattivi"». Le celebrazioni
del 25 aprile, continua l'esponente della Lega «vengono
usate in modo strumentale da Occhetto e Martinazzoli
per riproporre un assunto che non è più vero, quello
secondo il quale "democratici" sono solo
gli "antifascisti"»". Erano tutte
eresie intollerabili; Pansa poi parlò dei "padroni
della memoria" andando molto oltre.
Nel
clima di Tangentopoli anche il rapporto tra la Lega
e le altre forze politiche stava cambiando. C'è
spazio di manovra e la Lega si avvicina all'area
di maggioranza. Nelle commissioni i leghisti
possono dire la loro e ne approfitto per concorrere
alla stesura di leggi e regolamenti che trattano
di montagna e agriturismo (temi che, già allora,
mi stavano molto a cuore). Nel '94 il clima politico
in Consiglio è segnato dall'arresto di diversi consiglieri
e ex-assessori DC (messi alla gogna e poi assolti).
Dopo una giunta a guida diessina (Ghilardotti) ne
arriva una "di salute pubblica" a guida
leghista (Arrigoni) con socialisti, democristiani
e "miglioristi" (Corbani ex Pci). Nella
giunta ebbi il posto di assessore all'agricoltura,
foreste, caccia e pesca. La prima manifestazione
a cui partecipai fu una festa in un paesino della
Valchiavenna dove non si arrivava con la macchina
(in seguito la strada ci è quasi arrivata, quel "quasi" è importante
perchè se la stada arriva fino alle case questi vecchi
centri vengono stravolti, meglio quindi realizzare
un parcheggio a una certa distanza). In seguito
ho girato in lungo e in largo la Lombardia (oltre
100.000
km in un anno con l'auto blu - in realtà verde); a volte destava
meraviglia che l'assessore si muovesse per eventi
rurali che di voti non ne avrebbero portati.
Mi
sono reso conto subito che il "potere"
del politico è molto limitato. Le pratiche da firmare
sono molte, di alcune puoi afferrare il contenuto
i meccanismi, di altre meno o, comunque, ci sono
degli automatismi. Il potere della burocrazia era
(e rimane) tale da travalicare la politica,
anche se allora non era stata ancora introdotta
la figura del Direttore Generale. Quest'ultima fu
inserita per dare un piglio manageriale alle strutture.
Operazione cosmetica in tempi di Tangentopoli. Si
diceva che dovevano essere reclutati manager dal
settore privato per introdurre logiche di efficienza.
In realtà il risultato è stato che sono stati promossi
i vecchi dirigenti (succede ancora così) con
stipendi da favola.
Articolo
collegato "Dove
l'erba è più verde"
: "7-8 dicembre 2009": crolla un
Muro afferma Pansa dopo la trasmissione in due puntate
della versione televisiva de 'Il sangue dei vinti'
>>continua>>
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