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Ruralpini             Biografia politica: 25 aprile

 

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25 aprile: una battaglia troppo in anticipo sui tempi (ovvero su Pansa) (1994)

 

Immerso nei problemi agricoli trovavo tempo anche per occuparmi della cultura locale (ho scritto una proposta di legge molto "carina"  intitolata "Iniziative di catalogazione, conservazione e valorizzazione di beni di interesse socio-culturale, storico, architettonico e artistico ambientale della montagna lombarda. Istituzione del Museo della Montagna lombarda"; ricalcava iniziative già assunte da altre regioni e provincie autonome ma non fu mai neppure discussa ).  Di montagna mi occupai anche con una proposta di legge per normare la circolazione delle motoslitte (ma restò nel cassetto che continuano ad imperversare!). Anche la proposta di legge su "Interventi per la conservazione e valorizzazione delle razze autoctone" era finalizzata alla montagna. Di iniziative mirate all'ambito urbano presentai solo il progetto di legge "Controllo delle popolazione urbane di colombi" (1991). Un tema che appena si tocca fa scatenare l'animalismo più becero pronto a reagire facendo leva sull'emotività più superficiale. E invece è un tema serio dato che diverse persone solo a Milano ci hanno rimesso la pelle per malattie tramesse dalle zecche sei piccioni. Devo dire che è un tema che mi tocca da vicino con i piccioni e i loro escrementi sui miei davanzali e la necessità di spruzzare repellenti per non vederseli in casa. E quando senti l'ASL ti senti dire "non si può fare niente, i Verdi impediscono ogni controllo attivo; però se proprio vuole facciamo un sopraluogo a sue spese ma non si faccia illusioni). Non avrò prodotti molti progetti di legge ma me li sono scritti da solo parola per parola, senza consulenti o la lobby di turno che ti "passa" da firmare un progetto.

 

25 aprile: liberazione o mattanza?

A parte i problemi amministrativi ebbi tempo di dedicarmi a questioni squisitamente "politiche". Da questo punto di vista sono anche riuscito a togliermi qualche sassolino dalle scarpe nei confronti dei "compagni" (contro i DC e la Coldiretti stavo già battagliando).

Dopotutto avevo "immolato" la giovinezza a un'ideologia che mi appariva sempre più sbagliata e dovevo in qualche modo rifarmi. In occasione del 50° del 25 aprile, nel 1994, vi fu un aspro dibattito. Fui in prima fila nel combattere l'interpretazione tradizionale della "resistenza". Lontano anni luce dal fascismo chiesi nella mozione leghista che si rispettasse la memoria di tutti I caduti della Guerra Civile e che i finanziamenti fossero utilizzati per un "bosco della memoria". I comunisti (al tempo divenuti diessini conquistando la presidenza della regione) schiumavano di rabbia anche perchè capivano che l'attacco da parte mia era più insidioso che da parte della destra missina. Ma scavalcai quest'ultima, che si rilevava fiacca anche su un tema che avrebbe dovuto infiammarla. In aula c'era Borsani, figlio di un cieco di guerra vigliaccamente assassinato dai comunisti il 25 aprile, ma non si scaldava più di tanto. Io che avevo inneggiato all'antifascismo militante sentivo il dovere di fare ammenda. Sapevo dai racconti di famiglia, dalle testimonianze dei montanari, degli agricoltori che la vulgata resistenziale "ufficiale" era menzogna; eppure, accecato dall'ideologia, negli anni dell'adolescenza avevo celebrato anch'io - sia pure con le recriminazioni sulla "resistenza tradita" - la liturgia del 25 aprile a supporto dell'ipocrita "unità antifascista" che doveva legittimare il regime di "cogestione" del potere tra DC e PCI. I compagni d'arme di mio padre (soldato di leva nella RSI, Divisione. S.Marco, III Battaglione pionieri ) che si erano arresi ai partigiani durante la ritirata delle truppe del generale Farina verso il Po erano stati ammazzati senza pietà (il reparto di mio padre si arrese all'ultimo, solo il 30 aprile quando la divisione cessò di esistere). Dei 1.950 caduti della Divisione S.Marco metà furono passati per le armi dai partigiani ad armi rese.  Tra gli eccidi più tristemente noti di militari del S. Marco quello del M.te Manfrei in provincia di Savona. 200 Marò della Divisione San Marco vennero uccisi dopo che l’Ufficiale in comando pattuì, a guerra finita, il disarmo dei propri uomini coi partigiani

 

 

Mio nonno materno (medaglia d'argento nella I guerra) è stato assediato in cascina ed era pronto a difendersi con il Mod. '91. Era stato camicia nera, ma tanti anni prima; ora lo volevano far fuori  perchè "agrario" più che fascista. Se l'è cavata perchè i compagni si sono accontentati di fare razzia ma diversi suoi amici sono stati ammazzati come cani. Poi ho sentito tante altre brutte storie di furti sistematici a danni dei nostri montanari,  di donne sequestrate e stuprate, di torture inflitte al nemico ormai arreso ed inerme, di brava gente ammazzata solo perchè chi era fascista sino al giorno prima voleva crearsi meriti antifascisti. Fino a quando ero comunistello chiudevo le orecchie (e il cervello), poi mi sono ribellato.

 Ma Pansa non aveva ancora scritto i suoi libri e così non solo mi beccai del nazistoide dall'Unità, ma l'intero Gruppo consigliare leghista venne bacchettato dalla Segreteria nazionale (probabilmente avevano già in mente il ribaltone). Per l'establishment della prima repubblica era troppo. Il pontefice liberal-comunista Norberto Bobbio commento (Il Giorno, 29 gennaio 1994): "Questa proposta mi sembra la conferma dell'assoluta mancanza di senso storico della Lega. La provo d'una profonda rozzezza, mi sento offeso, anche se non ho mai avuto dubbi sull'incultura e sull'antitalianità di questi lombardi".  Quello che dissi è in sintesi riportato dallo stesso quotidiano in una pagina intera dedicata alla "provocazione": "Michele Corti leghista ispiratore della campagna contro la Resistenza, afferma che «non bisogna dimenticare i morti fatti dai partigiani comunisti, anche dopo la fine della guerra», che «in quella guerra civile non esistono morti "buoni" e morti "cattivi"». Le celebrazioni del 25 aprile, continua l'esponente della Lega «vengono usate in modo strumentale da Occhetto e Martinazzoli per riproporre un assunto che non è più vero, quello secondo il quale "democratici" sono solo gli "antifascisti"»". Erano tutte eresie intollerabili; Pansa poi parlò dei "padroni della memoria" andando molto oltre.

Nel clima di Tangentopoli anche il rapporto tra la Lega e le altre forze politiche stava cambiando. C'è spazio di manovra e la Lega si avvicina all'area di maggioranza. Nelle commissioni i leghisti possono dire la loro e ne approfitto per concorrere alla stesura di leggi e regolamenti che trattano di montagna e agriturismo (temi che, già allora, mi stavano molto a cuore). Nel '94 il clima politico in Consiglio è segnato dall'arresto di diversi consiglieri e ex-assessori DC (messi alla gogna e poi assolti). Dopo una giunta a guida diessina (Ghilardotti) ne arriva una "di salute pubblica" a guida leghista (Arrigoni) con socialisti, democristiani e "miglioristi" (Corbani ex Pci). Nella giunta ebbi il posto di assessore all'agricoltura, foreste, caccia e pesca. La prima manifestazione a cui partecipai fu una festa in un paesino della Valchiavenna dove non si arrivava con la macchina (in seguito la strada ci è quasi arrivata, quel "quasi" è importante  perchè se la stada arriva fino alle case questi vecchi centri vengono stravolti,  meglio quindi realizzare un parcheggio a una certa distanza). In seguito ho girato in lungo e in largo la Lombardia (oltre 100.000 km in un anno con l'auto blu - in realtà verde); a volte destava meraviglia che l'assessore si muovesse per eventi rurali che di voti non ne avrebbero portati.

Mi sono reso conto subito che il "potere" del politico è molto limitato. Le pratiche da firmare sono molte, di alcune puoi afferrare il contenuto i meccanismi, di altre meno o, comunque, ci sono degli automatismi. Il potere della burocrazia era (e rimane) tale da travalicare la politica, anche se allora non era stata ancora introdotta la figura del Direttore Generale. Quest'ultima fu inserita per dare un piglio manageriale alle strutture. Operazione cosmetica in tempi di Tangentopoli. Si diceva che dovevano essere reclutati manager dal settore privato per introdurre logiche di efficienza. In realtà il risultato è stato che sono stati promossi i vecchi dirigenti (succede ancora così) con stipendi da favola.

 


Articolo collegato "Dove l'erba è più verde"  : "7-8 dicembre 2009": crolla un Muro afferma Pansa dopo la trasmissione in due puntate della versione televisiva de 'Il sangue dei vinti'

 

>>continua>>


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