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Ruralpini             Biografia politica: postleghismo

 

68 e postsessantotto (1969-76)

 

Autonomismo (1981-1989)

 

In Regione (1990-1992)

 

Tangentopoli agricola (1992-1993) f

 

Una battaglia troppo in anticipo sui tempi (1994)

 

I limiti del "potere" (1994-1995)

 

Post-leghismo (1995-2001)

 

Ruralismo (2001- )

Postleghismo (1995-2001)

 

L'uscita dalla Lega corrispose anche quella dalle istituzioni e dalle "cariche" ( dalla Regione ebbi, per alcuni anni quella di Commissario straordinario per le Stazioni Razionali d'Alpeggio - un ente da liquidare - ma ... era una carica gratuita e non faceva gola a nessuno). Ciò mi consentì di occuparmi dell'autonomismo culturale, delle autonomie alpine. Nel '95 fui tra i fondatori della Libera Compagnia Padana un'associazione (esiste tutt'ora) che si propugnava di riportare nell'azione leghista il senso dell'autonomismo culturare originario, valorizzando anche la collaborazione con i movimenti autonomisti "storici". Ho collaborato ai primi numeri dei "Quaderni padani". Nel numero 1 della rivista il mio contributo si intitolava emblematicamente "La matrice alpina dell'identità etnica lombarda" e, in embrione, sfioravo alcune tematiche di cui mi sono interessato negli anni successivi (il rapporto tra montagna e pianura, le transumanza). L'adesione alla LCP e la collaborazione con i "Quaderni padani" cessano nella primavera del 1996. Il "padanismo" della LCP annacquava ancora troppo l'idea di autonomismo padano-alpino, di rafforzamento dei rapporti con i popoli alpini al di là dei confini, di mitteleuropa.

Fondai con alcuni amici l'Associazione culturale padano-alpina. Restò un cenacolo minoritario anche se riuscimmo ad organizzare importanti conferenze pubbliche (alcune all'Hotel Cavalieri, quello di Bernardelli che era ancora nella Lega) con la partecipazione di Ettore Albertoni. E poi un convegno su "I cattolici lombardi del '900 dall'opposizione all'integrazione nello stato centralista", che si svolse presso il Circolo della Stampa il17 maggio 2000 organizzato con l'Associazione Culturale Identità Europea dove relazionarono tra gli altri Giorgio Rumi ed ad altri docenti e giornalisti di area cattolica "vicini" al federalismo.    Ci fu ancora un convegno sull'autonomismo all'Umanitaria cui partecipò anche il compianto Castellazzi.

Sul Bollettino dell'Associazione (Forum autonomista) vennero trattati sistematicamente i temi della critica al Risorgimento (anche dal punto di vista dei cattolici), delle "piccole patrie", della lingua (con contributi di studiosi piemontesi e di un gruppo di giovani studiosi della lingua lombarda). La linea era apertamente mitteleuropea con la rivalutazione (o riabilitazione) della storia lombarda e veneta pre-unitarie, compreso il tanto bistrattato (da una storiografia faziosa) Regno Lombardo-Veneto cui dobbiamo la rinascita dell'ateneo pavese e un grande impulso all'accademia di Brera, interventi architettonici e urbanistici che hanno contribuito durevolmente al decoro urbano di Milano e delle altre città lombarde, le strade dello Spluga e dello Stelvio (opere ardite ed impegnative realizzate in pochissimi anni), la ferrovia Milano-Venezia, la navigazione a vapore sui nostri laghi, ecc.ecc. Vienna "mungeva" ma l'amministrazione era onesta ed efficiente.

Oltre a trattare temi culturali il Forum Autonomista non esitò a prendere posizione a favore dei "Serenissimi", il gruppo di autonomisti veneti che, la notte fra l'8 ed il 9 maggio 1997, a pochi giorni dalla ricorrenza del bi-centenario della caduta della Serenissima per mano di Napoleone, occuparono Piazza San Marco, issando sulla cella campanaria la bandiera del Leone. Organizzammo anche una serata in loro solidarietà (vale la pena ricordare con quanta durezza venne represso il loro gesto dimostrativo da quelle stesse toghe così "tenere" con i veri violenti di altro colore politico). Il Forum autonomista cercò di introdurre nel dibattito autonomista i temi del bioregionalismo (o ecoautonomismo) largamente disattesi sia da parte dei "verdi" che degli autonomisti-federalisti. Nel 2001 l'esperienza della Associazione Padano-Alpina e del Forum autonomista era esaurita. Forse i tempi non erano ancora maturi.

 

>>continua>>


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