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(camera alta del parlamento) il 30
settembre ha preso una chiara
posizione riconoscendo la necessità di
ridurre lo status di superprotezione
del lupo. E chiede la revisione della
Convenzione di Berna
La Svizzera pensa più ai pastori e
all'ecosistema
nel suo insieme che non al
lupo
di Michele Corti
In Italia le Convenzioni
internazionali sono considerate
alla stregua di calamità naturali
contro le quali non si può fare nulla.
La Svizzera, paese di antiche libertà,
ha deciso di negoziare modifiche
della Convenzione di Berna sulla
super-protezione dei grandi
carnivori
Il
giorno 30 settembre si è svolto un
lungo e appassionato dibattito sul
lupo alla camera alta (eletta a
suffragio universale) del parlamento
svizzero (ho seguito parte del
dibattito in diretta via online).
Numerose erano le mozioni presentate
da varie parti politiche. Da parte dei
Verdi è stato sostenuto che non vi è
alcuna necessità di ridurre le misure
di protezione del lupo dal momento che
in Italia, con una popolazione lupina
100 volte superiore a quella svizzera,
si è instaurata una 'convivenza
pacifica'. Le bugie dei Verdi hanno
dimostrato di avere le gambe corte e
gli si sono ritorte contro anche
perché è stato facile dimostrare,
sulal base delle notizie provenienti
dall'Italia e, soprattutto dal
Piemonte che i pastori stanno subendo
gravi disagi in conseguenza
dell'aumentata presenza del lupo e che
vi sono proteste e aspri dibattiti.
Però gli ecobugiardi ci
provano....
Sconfitta della setta del lupo su
tutta la linea
I
risultati del dibattito e la votazione
delle mozioni hanno dimostrato che il
parlamento elvetico ha
accolto le argomentazioni che
portano a concludere:
1)
che il lupo è specie che non
rischia l'estinzione e che, nella
fattispecie, la popolazione lupina
alpina (che comunque non presenta una
particolare identità genetica) è in
espansione ;
2)
che l'impatto della presenza del lupo
rischia di determinare gravi
conseguenze per le attività
tradizionali quali la pastorizia e la
caccia e per il mantenimento degli
stessi equilibri di ecosistemi
frammentati quali quelli del
territorio svizzero;
3)
che l'attuale status di
super-protezione accordato al lupo
impedisce di adottare adeguate
misure di controllo della popolazione
lupina atte a prevenire le gravi
conseguenze di cui al punto
precedente.
Ricordo
che in Svizzera sulla base delle
disposizioni vigenti un lupo può
essere abbattuto se preda più di 25
pecore (per maggiori dettagli sulla
Strategia lupo svizzera vedi
"
La strategia lupo svizzera alla
prova
").
Una situazione del tutto diversa
rispetto a quella italiana dove le
istituzioni (Ministero, regioni)
hanno delegato agli
animal-ambientalisti la gestione della
materia con la conseguenza che non un
solo abbattimento (legale) è possibile
a fronte di migliaia di capi predati
ogni anno. Un livello di impatto che
giustificherebbe ampiamente il ricorso
alle deroghe previste ai divieti di
abbattimento del lupo sia dalla
Convenzione di Berna che dalla
Direttiva Habitat. Un fatto che
la dice lunga sul peso che ha in
Italia l'ambientalismo di facciata,
quello che sfrutta gli 'animali
bandiera' per fare presa
sull'emotività di un pubblico che ha
modo di formarsi una 'consapevoelzza
ecologica' solo stando in pantofole a
guardare i documentari
'naturalisticii' in TV. Le cose stanno
diversamente in Svizzera (ma anche in
Svezia dove lo scorso anno il
parlamento ha deciso di aprire la
caccia al lupo).
Cosa stabiliscono le mozioni
approvate?
Il
parlamento svizzero ritiene che il
lupo debba continuare ad essere
protetto, ma non più nell'ambito di un
regime rigido di super-protezione
quale quello previsto dalla
Convenzione di Berna e ha
pertanto approvato approvato
3 mozioni che richiedono una
modifica dell’Ordinanza (legge)
federale sulla caccia, in modo
da fornire ai cantoni maggiori
competenze, necessaria per regolare,
sempre con il consenso dell’Ufficio
federale dell’ambiente, la
popolazione di specie protette. Ciò
qualora esse mettano in pericolo il
loro biotopo e la varietà delle
specie, causino gravi danni agli
animali domestici o rendono
impossibile un adeguato utilizzo
venatorio della selvaggina.
Viene così riconosciuto che
l'abbattimento del lupo non può essere
attuato solo come intervento
estemporaneo a seguito di singole
situazioni di particolare gravità ma
come principio di
controllo.
La
necessità di un intervento per
regolare con gli abbattimenti la
popolazione lupina deriva dal
riconoscimento del fatto che nei
biotopi frammentati, quali quelli che
caratterizzano il territorio elvetico
(e italiano), i grandi predatori sono
in vantaggio rispetto alle loro prede
ed è quindi necessario regolarne la
consistenza.
Il
Consiglio nazionale ha anche
approvato la mozione del vallesano
Jean-René Fournier, inviata dal
Consiglio degli Stati (la
Camera bassa del Parlamento composta
dai rappresentanti dei cantoni), in
cui si chiede al Consiglio federale di
avviare una revisione della
Convenzione di Berna che
consenta alla Svizzera di introdurre
nuove deroghe rispetto agli obblighi
attualmente previsti di protezione del
lupo.
Se
il Consiglio federale non riuscisse ad
imporre tali modifiche della
Convenzione il Consiglio federale si è
impegnato a recedere dalla
Convenzione stessa in modo da
poter presentare le nuove deroghe in
sede di nuova
ratifica.
C'è
da registrare, infine, come
l
e
mozioni presentate al Consiglio
nazionale che miravano a ampliare le
misure di protezione delle greggi
siano state bocciate. Il Consiglio
nazionale ha confermato così una
decisione presa già nel 2003 secondo
la quale la presenza del lupo in
Svizzera non deve comportare
condizioni inaccettabili per gli
allevatori nelle zone di
montagna.
A
fronte di costi crescenti per i
risarcimenti dei danni inferti dal
lupo e per l'adozione di misure di
protezione passiva delle greggi il
parlamento svizzero ritiene che -
oltre un certo limite - sia opportuno
ridurre la pressione
predatoria.
link al sito Caccia
svizzera
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