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Inforegioni/ Bresaola con gli schiavi?

  

 

 

 

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 (18.11.09)  Cresce la Bresaola artigianale. Ma fuori dalla Valtellina

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BRESAOLA INDUSTRIALE?

NO GRAZIE

 

(08.01.10)  Un nuovo scandalo colpisce la Bresaola Valtellina IGP. Questa volta salta fuori l'uso di manodopera schiavizzata e l'uso disinvolto delle 'cooperative' per aggirare le norme sul lavoro

 

Quando un prodotto è 'globale' non può essere nè  'buono', nè  'pulito' nè  'giusto'

 

La notizià è stata data dal Corrierone e da Libero il giorno 2: pakistani schiavizzati da un connazionale sarebbero impiegati nei bresaolifici del Tiranese. Ma nei giorni successivi, sull'onda dell'emozione suscitata da questo nuovo scandalo che coivolge la Bresaola industriale i sindacati e sollevano un più generale problema di cooperative che aggirano le norme sul lavoro  però, aggiungono,  'ci sono anche le ditte corrette'.

 

'Schiavizzati per produrre Bresaola'. Titolo shock quello del Corriere. Faceva comunque pensare a qualcosa di indiretto a qualche sordida storia di quelle che conosciamo sul Brasile (da dove viene la carne di Zebù congelata utilizzata per produrre il 'prodotto tipico' di punta della Valtellina). Invece no.   La stampa nazionale e provinciale nei giorni scorsi ha riferito che la Procura di Milano starebbe per rinviare a giudizio un imprenditore pakistano da tempo stabilitosi a Tirano per sospetta riduzione in schiavitù di 19 connazionali. Luigi Ferrarella nell'articolo del Corriere della Sera  riferiva che: 

Quale legale rappresentante e titolare della «Savan» a Tirano, il 41enne pakistano Nawaz Muhammad, da anni affermato imprenditore in provincia di Sondrio e amico di ministri del suo Paese come pure di parlamentari britannici, è accusato dal pm Claudio Gittardi (che per competenza ha ereditato parte dell' inchiesta del pm sondriese Elvira Antonelli) di «aver ridotto 19 pakistani in stato di soggezione continuativa, costringendoli a prestazioni lavorative presso varie imprese italiane della zona di Tirano che ne comportavano lo sfruttamento» sino a settembre 2008. 

 

Le condizioni di lavoro e di vita degli schiavi sono state ricostruite dalla GdF di Tirano e, sempre dall'articolo del Corrierone, sono state così descitte:

Uno straniero, in questo caso del Pakistan, spesso clandestino ma a volte anche regolare. Assunto in nero oppure fatto figurare socio della cooperativa ma «con retribuzioni in molti casi non corrisposte per più mensilità o corrisposte in misura ridotta e dilazionata con minimi acconti». Braccia pagate «5 euro orari per i lavoratori clandestini e 6 euro per i regolari», a fronte di «sino a 14 ore al giorno». Bocche non sfamate dalla «scarsità del cibo procurato ai lavoratori», per di più nell' obbligo di consumarlo senza farsi mai vedere all' esterno, badando bene a restar sempre fantasmi, e dunque per esempio d' inverno a mangiare in stanzini all' interno delle docce su cartoni a mo' di tavole. Corpi ammassati, di notte, in 19 nello stesso alloggio di proprietà dell' imprenditore pakistano, a «220 euro al mese», somma «incongrua in relazione alle precarie pessime condizioni igieniche e edilizie dell' immobile». Identità sotto ricatto costante, sottoposte a un vero e proprio «decalogo» di ordini da rispettare, pena «la decurtazione dalla retribuzione di somme di denaro a titolo di multa per presunte violazioni delle regole di comportamento imposte dall' imputato all' interno dell' abitazione».

 

Il meccanismo che legava le ditte della Bresaola a Nawaz Muhammad era tale per cui le società di quest'ultimo ricevevano servizi (la manodopera in 'affitto')  potevano anche non sapere delle condizioni che legavano la manodopera al presunto schiavista; pertanto non si profila una loro responsabilità se non per aspetti tributari.  

 

'Ci sono anche le aziende corrette' (!?)

 

Di fronte al nuovo scandalo che coinvolge alcune ditte del sistema Bresaola Valtellina le rappresentanze sindacali dell'azienda leader del settore e le federazioni dell'alimentare CGIL e CISL di Sondrio in un comunicato invitano a non mettere tutto il comparto sul banco degli imputati, giusto. Ma quello che affermano solleva un più generale problema di 'uso improprio delle cooperative':

 

'Va però specificato che se è vero che alcune aziende utilizzano impropriamente personale di cooperative e sulle stesse si intende aprire un contenzioso, è altrettanto vero che vi sono importanti aziende come la Rigamonti, da sempre rispettosa dei contratti nazionali'.

 

Un settore può dirsi 'specchiato' e può essere 'assolto' quando c'è 'qualcuno in regola'? Per andare a testa alta e respingere ogni accusa dovrebbe avvenire il contrario: le poche mele marce dovrebbero essere isolate. E' inevitabile tornare con la memoria all'ultimo scandalo che ha coinvolto la Bresaola industriale (vedi link sulla colonna a sinistra). Allora due aziende vennero coinvolte nell'utilizzo di carne avariata di provenienza Uruguayana. Ma le 'mele marce', aziende che hanno dimostrato una somma scorrettezza, l'una ricongelando e rispedendo all'importatore la carne avariata, la seconda utilizzandola per confezionare bresaola, sono state espulse dal Consorzio? Non si sono mai saputi nemmeno i nomi.

Diventa lecito dedurre che un comparto altamente globalizzato come quello della Bresaola industriale sia intrinsecamante esposto ad essere poco 'buono', poco 'pulito', poco 'giusto'.

E' noto che esso utilizza una materia prima di dubbia qualità (la carne di Zebù è dura), ottenuta grazie a quella estensione di pascoli che è avvenuta e avviene a danno degli ecosistemi delle savane e foreste semiaride subtropicali e in condizioni sociali inique (allontanamento di contadini, utilizzo di manodopera schiavizzata). Ora scopriamo che c'è una triangolazione: dal subcontinente indiano non sono solo emigrati in Brasile gli Zebù, ma ora arriva anche in Valtellina la manodopera impiegata per trasformare la materia prima sudamericana.

Che dietro il 'cibo globale' disponibile a basso prezzo nella GDO dei paesi 'ricchi' ci sia lo sfruttamento dell'ambiente e dell'uomo lo sapevamo. Però preferiamo pensare che la colpa sia delle 'multinazionali'. Non è così.

 

 

 

 

 

 

pagine visitate dal 21.11.08

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