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(26.06.10) Rischiano il macello perché 'disturbano'
Una storia che sembra incredibile. Mentre i 'selvatici' che provocano
gravi danni sono spesso 'intoccabili', mentre
per i cavalli 'bradi' del Bisbino (CO) c'è
stata una mobilitazione per la loro 'libertà', tre
cavalle in Val Veddasca (VA) rischiano di
essere macellate perché lasciano qualche
cacca e mangiano qualche fiore. Lanciamo
un appello a favore di Luna e delle sue
giovani compagne. Bisogna fare presto. leggi tutto
(20.04.09)
Milano/Valle Maggia (TI). Pietro Leemann 'chef-contadino' la prossima estate seminerà 1 ha di grano saraceno
Nella
foto sopra Luna e una giovane cavallina
Azienda
Agricola Pian du Lares di Carraro Desiderio
Via Petrolo, 18 - Loc. Pian du Lares - 21010 Veddasca - Tel. 0332 558178
Coordinate
GPS Azienda
46.072278
8.793054
L'azienda
offre una vasta gamma di formaggi artigianali di latte
caprino, vaccino e misto nonché di salumi e carni
conservate. Il tutto certificato BIO e trasformato in
loco
|
(12.07.10) Nella Val Veddasca (VA) torna il grano saraceno. 'Festa
della semina' domenica 18 luglio presso l'Azienda Pian
du Lares.
Montagna che rivive
(e si fa gustare)
di
Michele Corti
Una
festa che è anche occasione di solidarietà e di superamento delle tensioni
sorte con la vicenda - ancora aperta - delle 'cavalle della Veddasca'
Un tempo sui monti
della Val Veddasca (VA) come in molte altre valli il formaggio era spesso
consumato insieme alla polenta nera. così i piccanti formaggini di capra
stagionati e il furmagg de la ségia detto anche cacc (pezzi
di formaggi e formaggini messi a maturare in un recipiente di legno). Il
formaggio serviva anche (insieme al burro) a condire gli gnocchi di farina
di saraceno. Così per far rivivere le antiche ricette all'azienda Pian du Lares di
Armio Veddasca oltre a riprendere la produzione del formaggio 'storico' de
ségia ci si sta preparando alla semina del saraceno.
Il
'saraceno': coltivazione 'umile' che torna alla ribalta
nella cucina di prestigiosi chef (per delle validissime
ragioni)
Se il tempo sarà
propizio la semina avverrà Domenica 18 (il campicello è già pronto, ben cintato
per evitare che il saraceno sia pascolato verde da capre o mucche del'azienda).
L'operazione 'Grano saraceno in Veddasca' è partita con la collaborazione
dell'Azienda il Cembro di
Teglio (So) e del sottoscritto.
A Teglio il saraceno sta conoscendo una grande rinascita grazie
all'impegno caparbio di
Ornella Mammola e Piero
Roccatagliata che, oltre a mettere in piedi l'azienda Il
Cembro, si sono dati da fare per costituire un Presidio Slow Food e per
aggregare altri produttori. L'esperienza di Teglio è in qualche modo favorita
dalla fama dei Pizzoccheri (che qui a Teglio hanno la loro culla) e dal fatto
che, sia pure su piccolissima scala, la coltivazione del saraceno non è
mai cessata.
Il
saraceno, però, si sta diffondendo sulle Alpi e anche nell'appennino
settentrionale (Alessandria). E' una coltura veramente sostenibile, con poche
esigenze, che occupa il terreno per pochi mesi. Il grano
saraceno (Fagopyrum esculentum), pianta originaria
dell'Himalaya orientale, è accomunato ai cereali ma è una specie di piante a
fiore appartenente alla famiglia delle Polygonaceae. Il frutto (achenio) ha
forma triangolare e viene essiccato e macinato come le cariossidi dei cereali.
Dal punto di vista nutrizionale il saraceno presenta dei vantaggi notevoli
rispetto ai cereali. E' più ricco di proteine (18%) e dell'aminoacido essenziale
lisina (ma anche treonina e triptofano). E' ricco di microelementi (zinco
e selenio). E' molto apprezzato dagli chef che vogliono proporre una cucina
attenta a valori nutrizionali e salutistici ma nel solco della tradizione. Tra
gli chef 'testimonial' del saraceno va certamente citato Pietro Leemann (vedi link a fianco in articoli correlati) ma anche i
valtellinesi di Slow Cooking (chef-imprenditori come Leemann). Chi pensasse che il grano
saraceno si presta solo a pizzoccheri, fagottini e poche altre ricette
tradizionali non ha, per trovare smentita, che da recarsi nei locali degli chef
citati e scoprirà quale varietà di piatti possono essere realizzati sia con la farina che con gli acheni
(ottimi in insalata).
Come
nasce l'operazione 'grano saraceno'
Con tutte queste premesse quando, nell'ambito delle mie
indagini sui formaggi caprini locali, ho appreso che la polenta consumata in
Val Veddasca era nera e che erano qui molto apprezzati e consumati anche
gli gnocchi di saraceno (e non solo) ho pensato che bisognava in qualche
modo rilanciare l'accoppiata saraceno-formaggi 'storici'. La ripresa della
coltivazione in loco della poligonacea potrebbe essere una buona occasione di
promozione della produzioni casearia artigianale locale e di lancio di
un turismo gastronomico che darebbe un po' di ossigeno in questi paesini
segnati dal forte invecchiamento della (scarsa) popolazione residente in modo
permanente, dalla scarsità di esercizi pubblici, dalla scomparsa di ogni
attività agricola (se si escludono le aziende Pian du Lares e quella
di Mario Alberti al Lago Delio).
Ad Armio, capoluogo del comune di Veddasca, c'è la Trattoria
Saredi, gelosa ed orgogliosa custode di ricette e tradizioni locali. Un
tempo i cacciatori ma anche altre 'categorie' venivano apposta qui per
consumare polenta e cacc. Un turismo gastronomico ante litteram.
Da parte sua Desiderio Carraro,
titolare dell'azienda Pian
du Lares da un po' di tempo sta pensando al saraceno e ha
accolto di buon grado la mia 'istigazione'. Non solo perché è coltura adatta
per i terreni (ad oltre 1.000 m ma ben esposti), della sua azienda, ma anche
perché in valle, in località Molini di Piero (comune di Curiglia), ci
sono, per l'appunto, dei mulini oggetto di recenti restauri ma inoperosi (anche
perché i restauri, come mi ha informato Maurizio Miozzi, storico locale,
non sono stati fatti in modo appropriato e - allo stato attuale non potrebbero
funzionare).
In ogni caso tra varie ricette ancora ben conosciute, il favore della
popolazione locale per il recupero di una tradizione gastronomica molto
radicata, la possibilità di 'far funzionare' (con qualche intervento
supplettivo) i mulini, la bellezza dei campi in fiore di saraceno, gli
'ingredienti' per l'operazione saraceno ci sono tutti. Così con seme
'fresco' fatto venire dalla Valtellina (dagli amici di cui sopra) si è adesso
pronti a partire.
La
Festa della semina è anche occasione di solidarietà
e di superamento di una situazione di tensione
La Festa della
semina, però, cade in un momento di forte tensioni per via della vicenda delle 'cavalle
della Veddasca' (vedi articolo correlato del 26.06.10). Il mio articolo,
scritto a caldo dopo aver assistito - per caso - alla problematica e penosa
cattura e chiusura nella stalla della cavalla Luna, ha suscitato forti reazioni, comprese
quelle eccessive ed emotive di parecchi ippofili che senza leggere con
attenzione ed informarsi hanno ricoperto il Sindaco Adolfo Dellea di
improperi. Nel nostro articolo non si diceva che il Sindaco aveva ordinato la
macellazione ma che, richiamando una ordinanza del suo predecessore metteva nelle
condizioni l'allevatore di dover abbattere le cavalle data la difficoltà
di catturarle e tenerle chiuse per 'custodirle' ed evitare le 'visite' nei
centri abitati. In realtà le responsabilità della vicenda per la
quale l'azienda e il comune sono entrati in collisione dipendono anche dal
comportamento di altri enti. L'Enel (o meglio le ditte incaricate), nel corso
delle operazioni di taglio della vegetazione lungo le linee dell'elettrodotto
avavano fatto scappare i cavalli che erano già a suo tempo stati confinati in
un amplissimo recinto. Anche l'Asl parrebbe aver contribuito a complicare la
situazione con ritardi nell'applicazione dei microchip. Purtroppo a
tutt'oggi, due cavalle sono 'uccell di bosco' e non si lasciano prendere. Ma
l'azienda la buona volontà per tenere le cavalle controllate ce l'ha messa in
passato e continua a mettercela come dimostra il fatto che la cavalla Luna (con
grande fatica) è stata prima chiusa in stalla e poi abituata a stare in un
grande recinto. Il Comune dovrebbe solo avere un po' di pazienza e non dare
peso più di tanto a reazioni emotive perché sarebbe un vero peccato
compromettere un buon rapporto con le pochissime aziende agricole che svolgono
una funzione preziosa per il mantenimento del territorio e la sua promozione,
attaverso i prodotti di grande qualità (formaggi e salumi) e l'afflusso
di agrituristi.
La Festa della
semina, alla quale sono tutti invitati (chi volesse usufruire di servizi di
ristoro è pregato di prenotarsi) è un modo per fare sentire alle aziende di
montagna della Val Veddasca che c'è gente che solidarizza con loro in modo
costruttivo interessata a supportare progetti che non vanno solo a
beneficio delle aziende stesse ma di tutta la microeconomia locale.
Visualizzazione ingrandita della mappa
Localizzazione
dell'Azienda Plan du Lares. Si raggiunge da Maccagno
sulla sponda varesina del Lago Maggiore
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