(20.03.10) Persino
prestigiose destinazioni turistiche 'cedono' alla moda
del quad.
Ma
come si conciliano raduni di quad e 'cavalcate' con
carovane di quad sui sentieri di montagna con la comunicazione
turistica grondante 'ecosostenibilità'?
È miope 'vendere'
una montagna-playground per facili emozioni
di
Michele Corti
In attesa
di un'auspicabile regolamentazione è necessario segnalare località,
consorzi turistici, operatori che cedono alla lusinga dei
nuovi passatempi motorizzati
La moda del quad-atv (all terrain vehicle) dopo alcuni
anni di 'incubazione' sta diffondendosi in modo preoccupante.
Mezzo nato come 'utility' è invece usato, almeno in Italia,
prevalentemente per finalità ludico-ricreative.
Il
giro d'affari sta diventando (per qualcuno) interessante:
vendita e assistenza, noleggio, organizzazione di escursioni
e raduni, vendita di pacchetti turistici. E sorgono
delle ditte specializzate che curano i vari aspetti
di questa attività sportiva?, turistica? (di certo per
nulla sostenibile). Le 'ragioni sociali' di queste società/agenzie
richiamano invariabilmente le solite 'paroline chiave':
Extreme, Adventure, Emotion. Il target è il turista-bambino
cui vendere (o affittare) il 'giocattolone' di moda.
Meglio se rombante e inquinante. Con la sua immagine
rude e spartana e i pneumatici superartigliati
è l'ideale per esprimere aggressività repressa.
La
moda del quad esprime bene la schizofrenia della motivazione
turistica: da una parte di desidera una esperienza fatta
di benessere, 'ricarica' fisica e psicologica, ritmi
lenti, recupero di attenzione ad aspetti della vita
che la frenesia metropolitana ha fatto dimenticare;
dall'altra si punta alla ricerca spasmodica di esperienze
adrenaliniche applicando alla 'vacanza' o alla 'escursione'
i modelli della velocità della mercificazione. Emozioni
facili che si comprano tot all'ora o a 'pacchetto'.
Sarebbe moralistico ignorare che c'è questo segmento
turistico ma è anche chiaro che assecondarlo e qualificare
una destinazione turistica come 'terreno di gioco' per
attività motorizzate non aiuta a costruire una immagine
di qualità e scaccia altri segmenti turistici. Nell'immediato
i soggetti direttamente coinvolti hanno un beneficio,
ma nel lungo periodo l'insieme degli operatori ne potrebbe
essere danneggiata.
Quad
anche sotto il Monte Bianco
La
promozione del quad ha sedotto persino importanti
Consorzi turistici. Dal Blog
del Consorzio del Monte Bianco si apprende che:
La Quad Mont Blanc di Dolonne (Courmayeur), in collaborazione con il Consorzio Operatori Turistici Valle del Monte Bianco ed il patrocinio del Comune di Courmayeur, organizza la seconda Cavalcata del Monte Bianco in Quad. Dal 20 al 22 aprile 2007, la Quad Mont Blanc accompagnerà i partecipanti in escursioni serali e diurne nella speciale cornice della Val Ferret. Eventi, sfilate 'a quattro ruote' e servizi del territorio proposti dal Consorzio a condizioni e prezzi agevolati, rappresentano un ulteriore valore aggiunto per l’iniziativa.
E'
però significativo che della Terza cavalcata non ci
sia notizia. Il Consorzio si è probabilmente accorto
del boomerang. Ma l'attività del Quad Mont Blanc continua.
E
se si va nei siti specializzati si trovano numerose
offerte di 'pacchetti' con escursioni in quad. Intanto
numerosi comuni hanno vietato la ciorcolazione dei quad
medianze ordinanze. Ordinanze che esprimono lo scarso
rispetto delle norme delle regioni e delle procincie
autonome che già regolano in modo molto restrittivo
la circolazione dei mezzi a motore sulle strade agroforestali.
Norme tanto generali e tanto severe che poi richiedono
ulteriori 'grida manzoniane' per essere farre rispettare.
Citiamo l'ordinanza del sindaco di Vermigli (Val di
Sole, TN) del 15 maggio 2006 che, in previsione della
stagione turistica estiva ordinava:
'Il
divieto di circolazione di quadricicli e mezzi simili
sulle strade forestali einterpoderali del territorio
del Comune di Vermiglio ed in special modo sulla strada
parallela al torrente vermigliana sulla dx orografica
che collega la località Poia di Cortina con la Poia
di Stavel'.
Peccato
per quel 'special modo' che sa molto di 'grida'. L'ordinanza,
in ogni caso era motivata:
'delle
numerose lamentele pervenute a questi Uffici riguardanti
la pericolosità causata dal transito spericolato ed
incontrollato dell’ormai diffuso utilizzo di quadricicli
(QUAD ) sulle strade forestali ed interpoderali che
normalmente sono frequentate dalle biciclette, carrozzine
e pedoni in passeggiata'
e
sulla base della considerazione che:
'che
questo fenomeno oltre che a compromettere l’incolumità
dei nostri cittadini e nostri graditi ospiti, causa
un notevole inquinamento acustico, alterando di conseguenza
l’ecosistema faunistico del territorio'
Altri
comuni hanno optato per una regolamentazione stringente,
così Livigno che 'per ragioni di sicurezza,
incolumità pubblica e tutela
ambientale, modificare le previgenti
disposizioni sulla circolazione delle
motoslitte, quad, go kart e
veicoli similari' ha introdotto (ordinanza 10.01.2010)
ulteriori restrizioni. I percorsi autorizzati sono accuratamente
tabellati, vi sono orari da rispettare, i veicoli da
noleggio devono essere contrassegnati da un numero ben
visibile ecc. I titolari dei noleggi devono disporre
di autorizzazione dei proprietari dei terreni lungo
i quali si snoda il percorso e se comunali devono disporre
di autorizzazione all'uso di suolo pubblico. Fatto decisivo
non si può noleggiare a chi non ha patente no si può
percorrere gli itinerari autorizzati da soli ma sempre
con accompagnatore. In ragione delle ulteriori dettagliate
prescrizioni si rimanda al testo (link
al PDF).
E'
sufficiente regolamentare?
Nella
bergamasca la passione per le due ruote è una 'malattia'
e abbiamo già parlato delle conseguenze della pratica
enduristica ( leggi ).
Non
era difficile indovinare che attecchisse anche il quad.
Una società di Vertova in bassa Val seriana ('Emozione
estrema') gestisce un noleggio motoslitte e quad al
Monte Pora (foto a fianco) e organizza escursioni con
carovane di quad a partire da Albino (grosso centro
della bassa valle di fatto suburbio di Bergamo).
L'attività è nata nel 2003 ed è in continua crescita
(come promoziona il sito
). La ditta dispone di 14 quad che, con un po' di ruffianeria
sociosolidale, 'alcuni dei quad possono esere utilizzati
anche dai disabili'. La pista tra il Pian del Termen
e il Pian della Palù si snoda in comune di Rogno che
ha provveduto con apposita ordinanza ad autorizzarla
(trattasi di strada classificata comunale). Vi è un però. Il percorso proposto
da Albino al Monte Pora si snoda, come da comunicazione
promozionale, 'tra sentieri e boschi'. Anche tutti questi
tracciati sono stati autorizzati? Di certo c'è che chi
prende a nolo i quad non sempre rispetta il percorso
e facilmente 'sconfina' (il territorio del comune di
Rogno e quello del comune di Songavazzo si dividono
l'ampia dorsale). Quanto alle motoslitte a parte il
circuito di 1,5 km viene proposto un percorso di 30
km e una maxi-escursione di 45 km!
Quad
e motoslitte sono ben viste dai rifugisti (il riferimento
non è al Rifugio Magnolini del CAI Lovere, evidentemente)
e da alcuni albergatori. Ma cosa ne pensano i fondisti,
i biker, gli escursionisti?
Di
certo è difficile attirare questi fruitori 'sostenibili',
potenzialmente molto più numerosi (anche se singolarmente
contribuiscono forse meno al fatturato).
E'
certo che in momenti di difficoltà (l'industria del
turismo invernale si deve confrontare con la minor
disponibilità della sua materia prima e la concorrenza
è forte) non si va tanto per il sottile e si cavalcano
le nuove domande turistico-sportivo-ricreative.
La
cultura della velocità dei motori non l'ha certo creata
il turismo. La nostra società è quella delle energie
rinnovabili, delle bandiere verdi, azzurre e arancioni
degli immancabili riferimenti alla sostenibilità...
ma è anche quella che vede al secondo posto per popolarità
tra gli 'sport' la F1 e in cui l'industria dei motori
(e dei carburanti) restano un pilastro dell'economia.
Ed è l'industria che inventa nuovi giocattoloni motorizzati.
Tutto
vero. Però il settore turistico è oggi riconosciuto
come una dimensione fondamentale della vita, non solo
come uno spazio di 'evasione' ma come una dimensione
fondamentale per l'educazione, le relazioni sociali,
la formazione dell'identità delle persone. E allora,
se è giusto riconoscere al turismo l'importanza che
merita - e che riveste - è anche legittimo chiedere
che si assuma delle responsabilità.
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