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Inforegioni/No definitivo all'eolico a San Marco

 

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 (15.10.10) Parco eolico al Passo di San Marco: Patrizio Del Nero, solo contro tutti, insiste con le maxi pale

La questione del Parco eolico al Passo di San Marco tra le provincie di Bergamo e di Sondrio dovrebbe essere stata chiusa visto il coro di no. Sono contro la Provincia di Bergamo, la Provincia di Sondrio, il Parco delle Orobie bergamasche, i comuni bergamaschi, le Soprintendenze per i beni architettonici e per il paesaggio e quella archeologica per la Lombardia, il Ministero per i beni e per le attività culturali. Ma alla riunione del giorno 13 ottobre convocata presso il Dipartimento per il Coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che deve dirimere il contrasto tra le amministrazioni, l'assessore del comune di Albaredo, Patrizio Del Nero ha insistito per il si. Facendo infuriare i bergamaschi, a partire dal presidente della provincia Pirovano perché Del Nero si mette contro la provincia di Sondrio che egli stesso rappresenta in qualità di presidente del consiglio provinciale. E si apre un caso politico.leggi tutto

 

(16.06.10) Nella giornata della tangentopoli valtellinese si fa sentire la voce della 'dissidenza' di Albaredo

Dura presa di posizione contro il Parco eolico da parte dellaPro loco di Albaredo per San Marco, il comune dove dovrebbe sorgere il 'Parco' . Il progetto, che è entrato nell'occhio del ciclone delle inchieste sul malaffare, è sostenuto dai comuni di Bema(ex sindaco e notabile Silvano Passamonti, presidente della CM, ora incarcerato a Lecco) e di Albaredo (ex-sindaco e notabile Patrizio Del Nero, con numerose poltrone a livello provinciale e - ultimamente - anche alla Fiera di Milano) leggi tutto

 

 

(02.05.10) Valtellina/Valbrembana: Stop per due mesi all'eolico al Passo di San Marco.

La conferenza dei servizi la scorsa settimana ha imposto uno stop di due mesi al progetto per verificare i 'ridimensionamenti'. Ma lo scempio rimane anche 'ridimensionato'. A Bergamo il fronte anti Parco eolico al passo-simbolo si è esteso. E' lo stesso presidente leghista Pirovano a dire no. Con lui, oltre al Parco delle Orobie, 30 comuni guidati da Averara. Il coordinamento Orobie vive che raggruppa tutte associazioni ambientaliste, e culturali ha preso posizione contraria con un duro comunicato. Intanto in Valtellina si schierano contro il progetto il WWF e la Pro Loco di Albaredo per San Marco (il comune dove dovrebbe sorgere il 'parco (sic) eolico'). Diventa sempre più difficile per la Lega (che a So ha il 40% dei voti) e una forte egemonia politica nella amm. provinciale, non bloccare un progetto che devasta un luogo-simbolo della Lega stessa, è voluto da due notabili locali Pdl (ex prima rep.: Passamonti e Del Nero) per portare soldi alle proprie amministrazioni ed è gestito dalla società Centuria di Seveso (Mi) costituita come altre nel settore da società estemporanee attirate dal business delle 'rinnovabili', con il minimo del capitale sociale (10.000€). leggi tutto

 

(01.04.10) Sardegna: bloccato il parco eolico nel Golfo di Cagliari. Lega ambiente dice no alle maxi pale al Passo di San Marco in Lombardia Due importanti notizie su fronte del colonialismo energetico senza scrupoli (per la devastazione del paesaggio). In Sardegna la Trevi Energy rinuncia al progetto considerata la compatta reazione delle forze politiche sarde contro i 'signori del vento' venuti dal Continente. E in Lombardia, Lega ambiente, già 'perplessa' ora dice NO alle maxi pale della milanese Centuria che, collocate al Passo di San Marco tra Valtellina e la bergamasca Valbrembana,  devasterebbero per sempre un luogo di grande rilevanza storica, paesaggistica e ambientale  che potrebbe essere 'Parco degli alpeggi storici del Bitto'. Si rafforza quindi l'opposizione al 'Parco eolico' in vista della prossima apertura della strada (fine mese) e di un primo incontro al Passo per concordare una efficace strategia per bloccare il progetto. leggi tutto

 

(25.03.10) Difendiamo il Passo di San Marco dallo scempio eolico

Torniamo sull'argomento lanciando un appello a tutti coloro (associazioni, enti, singoli) che non si rassegnano a veder devastato il Passo di San Marco, il passo alpino 'interlombardo' più importante dal punto di vista storico. Il passo dove sono attivi splendidi alpeggi con produzione di Bitto e dove transitano importanti rotte di uccelli migratori (c'è una ZPS apposta). Nella Valtellina del colonialismo energetico più spudorato (2100 MW di potenza delle centrali idroelettriche) la società privata milanese 'Centuria' vuole installare 4 mega pale da 100 m di altezza.  Proponiamo un incontro a Cà San Marco a tutti coloro che desiderano organizzare l'opposizione a questo assurdo progetto appellandosi a Roberto (Formigoni) e progettando anche pacifiche manifestazioni.  leggi l'appello

 

(23.12.09) No al 'Parco eolico' al Passo di San Marco: 1a puntata

Gli ornitologi italiani hanno preso posizione segnalando il grave impatto delle maxi-pale collocate nei passaggi obbligati delle principali rotte di migrazione. Al Passo di San Marco (tra la Valtellina e la Valbrembana bergamasca) il progettato 'Parco (sic) eolico' vede l'opposizione di Parco Orobie bergamasche e ornitologi. L'esperienza di diversi paesi (in California è da vent'anni che esitono gli impianti) dovrebbe pur insegnare qualcosa. leggi tutto

 

(24.10.10) La vicenda del Parco eolico al Passo di San Marco si è chiusa con il NO del Consiglio dei Ministri. Il capitolo è chiuso e ora guardiamo avanti. A primavera grande festa per lo scongiurato pericolo e per 'lanciare' i progetti di valorizzazione del Passo

 

 Ora pensiamo a far interrare gli elettrodotti e a creare il Parco degli alpeggi storici del Bitto

e dei formaggi orobici

 

 

di Michele Corti

 

L'ostinazione di un politico direttamente interessato al progetto (Patrizio del Nero) ha portato sino al Consiglio dei Ministri una vicenda che poteva essere chusa da un pezzo. Facendo fare ai lombardi la figura di quelli che si fanno risolvere le loro beghe da Roma

 

Pietra tombale sul progetto che prevedeva lo scempio del Passo di San Marco tra la val Brembana e la Valtellina, un passo simbolo che ora può divenire l'elemento catalizzatore di un progetto in grado di valorizzare, in Lombardia e nel mondo,  le grandi tradizioni di caseificazione  e di allevamento.  Con ricadute importanti per il turismo, le filiere alimentari di qualità, la cultura e l'identità delle nostre comunità. Lo abbiamo chiamato 'Parco degli alpeggi storici del Bitto' (con buone chance per divenire Patrimonio dell'umanità dellUnesco, vedi articolo) ma oggi può essere allargato ai 'formaggi storici' delle Orobie che recentemente (vedi articolo) hanno gettato le fondamenta di una inedita 'Unione casearia' proprio in nome di una storia che unisce ciò che i confini amministrativi dividono (quelli tra Bergamo, Sondrio e Lecco).

 

Dal Passo di San Marco possono esser lanciati messaggi importanti

 

San Marco, 'tetto' della val Brembana, è importante perché le grandi tradizioni di allevamento e caseificio lombarde hanno un epicentro proprio qui, in alta val Brembana, in un ambito 'orobico' occidentale. Per secoli, sin dal passaggio tra medioevo ed età moderna, il termine 'bergamaschi' (poi 'bergamini') significò, per antonomasia,  'allevatori', 'formaggiai'.  Da Verona, a Milano a Novara (dove le aziende del Gorgonzola hanno salde radici orobiche). Dalla val Brembana (e dalla limitrofa, ma strettamente legata, Valsassina lecchese) sono venute le dinastie che hanno dato vita ai primi caseifici industriali italiani alla fine del XIX secolo. Una storia di lunga durata, di tradizioni di livello mondiale che si sono sedimentate lentamente, di saperi affinati, da una comunità di pratica, di saperi e di cibo. Che non ha molti eguali.

Ma noi lombardi non sappiamo 'vendere' la nostra storia, preferendo menar vanto per la concretezza dei fiumi di latte prodotti attualmente da un sistema sin troppo industrializzato, non prestando adeguata attenzione al fatto che i valori immateriali e l'economia, alla lunga, sono inscindibili e che è il valore aggiunto a contare sempre di più e non le quantità fisiche di prodotto o i fatturati. E l'immagine e la storia di un territorio, di un sistema produttivo, con tutto ciò a cui rimanda, diventano componente importante del valore aggiunto. Ma forse qualcosa sta cambiando.

 

Organizziamo una grande Festa del Passo

 

Con la vicenda del Parco eolico il Passo di San Marco ha catalizzato nuove attenzioni. Bene. E' l'occasione per sfruttarle. Bisogna dimostrare che la sollecitudine per i valori paesaggistici, storici, simbolici non era stata chiamata in causa stumentalmente solo per dire NO ad un determinato progetto (e nell'ambito di quelle che rischiavano di apparire come beghe a carattere locale) ma per una ferma convinzione strategica.

L'opposizione al Parco eolico ha avuto modo di saldare due istituzioni: la Provincia di Sondrio e Provincia di Bergamo. Va mantenuta e valorizzata questa sintonia che proprio a Sam Marco trova una bella espressione simbolica. A primavera sarebbe auspicabile organizzare una grande Festa del Passo di San Marco con i presidenti Pirovano e Sertori cui va il grosso del merito di aver scongiurato lo scempio eolico, ma anche con  l'assessore regionale all'agricoltura De Capitani. Non solo perché quest'ultimo è lecchese ma perché, anche quest'anno, non ha fatto mancare la sua presenza alla Fiera di San Matteo a Branzi proprio in occasione dell'annuncio della nascita dell'Unione dei formaggi delle Orobie (Bitto storico compreso). Una presenza, quella di de Capitani, che sottolineerebbe il nuovo  interesse del governo regionale per la valorizzazione dei grandi valori storico-culturali di cui l'agricoltura lombarda è portatrice e per una tutela di specifici ambiti territoriali non solo dal punto di vista, sempre più anacronistico, della 'conservazione ambientale' ma anche dei valori antropici, culturali e produttivi che hanno plasmato (e continuano a plasmare) il paesaggio. Del resto che cibo e agricoltura non siano solo un settore con il 2% di addetti  ma che, proprio in una società avanzata 'psotmoderna' tornino ad essere centrali nella vita sociale e culturale è ormai un fatto acquisito.

La Festa potrebbe lanciare chiari messaggi politici e culturali circa il nuovo  ruolo dei sistemi agroalimentari e il loro legame stretto con la cultura e la storia di un territorio. Si deve chiarire che un paesaggio degli alpeggi, come quello dell'area del Passo di San Marco, è un paesaggio culturale  e non c'entrano nulla con la wilderness, che i calec' e la capra Orobica hanno altettanto titolo ad essere tutelati degli ucceli migratori e degli stambecchi (cosa che non è scontata nel contesto della gestione di un Parco delle Orobie largamente intriso di quella ideologia conservazionistica che è espressione del colonialismo (duro a morire)  della città nei confronti della montagna e che va ad interferire pesantemente con  le esigenze delle attività tradizionali agrosilvopastorali.

Alla Festa, per non limitare l'evento alla celebrazione di uno 'scampato pericolo' dovrebbero essere poste le basi per dei progetti di interramento degli elettrodotti e per la nascita del Parco degli alpeggi.

 


 

 Perché ci opponevamo al Parco eolico al Passo di S. Marco

 

Il progetto del 'Piccolo Parco Eolico' al passo di San Marco prevedeva un numero di pale imprecisato (erano 6, poi 4, poi 7). Le pale sono alte 90 m e avrebbero richieesto enormi lavori di sbancamento per le fondazioni e strade per l'accesso. La strada da Morbegno sarà allargata per far passare i componenti dei giganti. Tutto questo sconvolgimento per ottenere 6MW di potenza nominale. La Valtellina già abbastanza 'colonizzata' da A2A e ENEL ha già dato molto ricevendo in cambio poco

 

La Valbrembana bergamasca avrebbe subito gli impatti negativi senza ottenere alcun vantaggio e giustamente si è opposta sin dall'inizio. Ma gli enti locali valtellinesi, interessati all'aspetto economico (i comuni di Albaredo e Bena forti di due 'notabili' di peso: Patrizio Del Nero e Silvano Passamonti, (quest'ultimo finito in galera per la tangentopoli basso-valtellinese e ora fuori causa), sostenevano che i mostri avrebbero dovuto sorgere, sia pure di poco, su territorio valtellinese e respingevano sdegnosamente le 'interferenze' bergamasche. Se fosse passato il mostruoso progetto le società che stanno cavalcando senza scrupoli il business eolico (i 'signori del vento') veri colonizzatori di mari e montagna,sarebbero andate avanti con l'aggeressione ai passi alpini dove spira un po' di vento (la società Energia Futura di Sondrio sta mettendo le mani sulla valle di Livo in provincia di Como al confine con la Valchiavenna). Montagna umiliata dunque.

 

Non bastavano l'industria dello sci, i bacini idroelettrici, gli alberghi d'alta quota. Ci mancavano anche i 'parchi eolici'. Se qualche amministratore locale pensa che sia lecito svendere il territorio facciamogli capire che i loro amministrati, i valtellinesi, i bergamaschi, i lombardi non sono d'accordo. Il passo di San Marco è un passo storico dove transitava la storica Via Priula (del 1592) -c'è ancora il vecchio tracciato - dove, su entrambi i versanti, vi sono  gli alpeggi di produzione del Bitt,o forse il miglior formaggio al mondo in grado di stagionare 10 anni.

 

Da qui hanno transitato per cinque secoli le mandrie transumanti che scendevano nella bassa Lombardia. Da qui sono transitati i traffici internazionali tra Venezia e l'europa occ. sino a Napoleone. Qui c'è un pezzo di storia. Da qui passa una delle principali rotte della migrazione degli uccelli ed è stata realizzata una zona di protezione speciale per tutelarla (ZPS). Inutile dire che il paesaggio è classificato di rilevante valore ambientale. Ma davanti al business delle rinnovabili (ma non sostenibili) tutte le tutele saltano.

 

Il business aveva fiutato bene. Ma è stato fermato.  Questa vittoria deve spronarci tutti a tutelare la nostra storia, la nostra identità, il nostro ambiente, la nostra montagna, i nostri alpeggi. Nostri di valtellinesi, bergamaschi, lombardi ma anche patrimonio dell'umanità legato ad una delle più significative esperienze di transumanza 'casearia' e ad un formaggio strepitoso.

 

Ora la causa No al Parco eolico deve divenire: Interrare gli elettrodotti e fare dell'area del Passo di S. Marco un 'Parco degli alpeggi storici del Bitto (e della capra Orobica).

 

 

 

 

 

                   

 

pagine visitate dal 21.11.08

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