(27.06.10) Pierfranco
Mastalli ci informa sulla situazione dell'Alpe Madri
di cui ci eravamo già occupati a proposito della
'contesa' per il suo utilizzo tra vecchi caricatori
e un pastore caduto nel tranello
All'Alpe
Madri (alto Lario occidentale) dopo la bufera c'è
sin troppa tranquillità
di
Michele Corti (foto del 23.10.2010 e info di Pierfranco
Mastalli)
La
scorsa stagione d'alpeggio c'era stato un 'scontro'
tra i vecchi caricatori cui il comune non aveva più
assegnato l'alpe e un ignaro pastore che, con le sue
300 pecore - attirato dalle lusinghe dei 'mediatori
di pascoli' - si era invischiato in una situazione scabrosa
risultato della diffusa speculazione sugli affitti degli
alpeggi e del malcostume dei 'pascoli fantasma'
Dopo la fallimentare occupazione del
pascolo da parte delle pecore nell'estate 2009 (il gregge 'foresto' aveva subito
il 'boiccottaggio' dei locali allevatori di capre), nell'alta valle del Liro (o Mugiam) è
ritornata la famiglia Bassi che la caricava da molti anni.
La
bella casera a valle di Madri che un tempo serviva per
il 'comoprensorio' alpivo (quando erano caricate diverse
delle piccole e 'verticali' alpi dell'alta valle del
Dosso (foto
P. Mastalli)
Lo
scorso anno i Bassi avevano anche dovuto disfarsi
di alcuni capi dopo che l'alpe gli era stata negata
dal comune. Sotto ci sono le solite storie di speculazione
e di malcostume diffuse in Lombardia ma non solo.
I comuni
in difficoltà guardano solo quanti soldi è
disposto a offrire il 'miglior richiedente', colui che
si propone per caricare (a volte solo sulla carta)
l'alpeggio. Le autorità che dovrebbero controllare
quali, quanti e di chi siano i capi caricati e sulla
regolarità di certe richieste di contributi chiudono
tutti e due gli occhi, quando contano ormai solo 'le
carte'...). Nel caso di Dosso Liro ma anche di
tutto l'alto Lario occidentale c'era di mezzo
anche il ruolo poco chiaro di 'agenzie di intermediazione'.
I
fabbricati dell'Alpe Madri sorgono tra i massi ciclopici
di antiche frane fornendo anfratti utili per la conservazione
del latte grazie alle fredde correnti d'aria (foto
P. Mastalli)
Fino
a due anni fa era Luciano (che, nella famiglia,
è specializzato nella cura delle capre capre)
che saliva all'Alpe Madri con 150 Verzaschesi (razza
caprina del limitrofo Canton Ticino) e alcune bovine.
Quest'anno Luciano, causa lo strascico delle vicende
dello corso anno,
non ha voluto ancora salire all'alpe e così il 'solitario' è ora il Mario.
Mario
Bassi davanti al fabbricato principale dell'alpe (foto
P. Mastalli)
Pierfranco
Mastalli, che ci ha trasmesso il resoconto
della sua visita del 23 giugno, e che ci ha inviato
le foto, riferisce che quest'anno le acque del Liro sono
particolarmente
copiose, tanto che gli alpigiani hanno dovuto costruire due ponticelli
con branche e rami di faggio appoggiati fra un macigno e l'altro.
Il
ponticello 'fai da te' (come una volta) sopra il Liro
che consente l'accesso all'alpe dell'alpe. A volte non
si pensa che senza gli alpigiani gli escursionisti sarebbero
spesso in difficoltà (foto
P. Mastalli)
Tant'acqua
nel fiume ma anche tanta neve. In
alcuni tratti della valle ci sono ancora accumuli delle slavine primaverili
(foto sotto) e l'acqua del torrente
passa 'in galleria'.
Un
po' di riposo; alle spalle di Mario si nota un accumulo
di neve di slavina sotto il quale il Liro passa 'in
galleria' (foto
P. Mastalli)
Con
cinque vacche la produzione è di una
forma al giorno di media pezzatura. La forma fresca, che Mario si accingeva
a salare, è servita per una lezione sulla salatura
(foto sotto).
Le
vacche sono solo cinque ma Mario è comunque impegnato
per mungere, quagiare, e 'coltivare' il formaggio (foto
P. Mastalli)
Pierfranco
a 'lezione' di salagione dall'esperto Mario (foto
di un amico, ovviamente)
Pierfranco
conclude così la sua nota con un'osservazione
che non si può non condividere e che tutti noi
amici degli alpeggi e della montagna dovremmo in quialche
modo fare propria: 'Per noi che andiamo e torniamo in giornata è tutto
bello, però per chi resta è un'altra questione. Fin quando resisteranno questi
custodi di un territorio così bello ma così difficile?'
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