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Le vostre lettere a commento, integrazione, confutazione di pezzi su Ruralpini o sugli argomenti ruralpini. Le vostre segnalazioni ecc.
Saranno pubblicate in tempo (quasi) reale. Mandate anche foto dei vostri animali, dei vostri alpeggi,baite,cascine, della vostra famiglia, del vostro paese. Solo lettere con nome e cognome
(13.01.2012) Non abbiamo bisogno di lavoranti ma di partecipanti alla pari di questo progetto a cui chiediamo solo testa e braccia
Buongiorno signor Michele. Le scrivo perché è stato bello scoprire questo sito con il suo
dibattito e vi faccio sinceri complimenti. Credo, per la mia breve esperienza e
stando solo a poco più di 300 m. di altezza, che la ruralità sia dura da
pratica, ma notevolmente appagante. Vedo un forte abbandono soprattutto sui
rilievi quando le vecchie generazioni ci lasciano. Noi che stiamo per lasciare
definitivamente Milano, spero prestissimo, vediamo molto desiderio di ruralità
nei discorsi di molti cittadini, ma anche enormi difficoltà finanziarie nel
realizzarlo. Noi abbiamo avuto fortuna nel realizzarlo, pur accollandoci un bel
carico di debiti. Questo pone quindi come fare incontrare la terra con i
desideri di altri e quindi di una sorte di condivisione di quello che stiamo
facendo. Da due anni
abbiamo un pezzo di terra vicino Cecima sopra Voghera (PV), e lo stiamo
coltivando, con piacevole fatica, ad orto, frutta e bosco. Con mia moglie
riteniamo che lo spazio è tanto e che in questa fase storica bisogna difendersi
dal potere anche condividendo degli spazi liberi con chi vuole progettare una
trasformazione anche del quotidiano, dalle piccole cose come lavorare un campo e
condividendone fatica e risultati di ortaggi e frutti. Inoltre confrontandosi e
divertendoci. Non abbiamo bisogno di lavoranti ma di partecipanti alla pari di
questo progetto a cui chiediamo solo testa e braccia. Visto che ci siamo, ci farebbe comunque
piacere conoscerci, anche con chi non è interessato al progetto specifico, senza
formalismi trovandoci con un buon bicchiere di vino ed un buon piatto a casa
nostra sempre a Cecima, uno di questi fine settimana. Telefonatemi al 3394579690
o scrivetemi a: ferruccio_fabrizi@fastwebnet.it. Signor Michele ringraziandola di avermi ospitato, la
saluto. Ferruccio Fabrizi Per questo chiediamo, a chi è
interessato anche se non in zona, di farsi
avanti per parlarne e vedere cosa fare.
(10.01.2012) Dove trovare il saraceno?
Gent.le dott. Corti avendo visitato il suo sito vorrei congratularmi con lei per le sue importanti iniziative, ma le scrivo in quanto
essendo un agricoltore maceratese con l'azienda in biologico, mi piacerebbe
coltivare del Grano Saraceno, ma purtroppo non conosco nessuno in zona che possa
fornirmi il seme ed acquistare l'eventuale raccolto. Le chiedevo perciò se
potesse lei darmi qualche recapito o qualche nominativo. La ringrazio per
l'attenzione prestatami, cordiali saluti. Massimiliano Brandi
Caro Brandi, inserisco la risposta anche nella rubrica in caso possa interessare ad altri contadini. Nelle Marche avete i pionieri dell'agricoltura bio: Gino Girolomoni. Voltiva anche Grano Saraceno. Alce Nero Cooperativa via Strada delle Valli, 21 61030 Isola del Piano (PU) tel +39 0721 720221 fax +39 0721 720209 montebello@montebellobio.it
(07.01.2012) Il dogma delle rinnovabili sostenibili ( Se E-cat (e cloni) non sono una bufala gli speculatori delle "rinnovabili" drogate possono cominciare a tremare)
Buongiorno ho letto un vostro articolo su Ruralpini sul tema "nucleare pulito" e invenzione scienziati e ricercatori bolognesi. Nell'articolo c'é tra l'altro scritto: "Le prime a fare la spese di un eventuale
sviluppo applicativo della reazione nucleare a bassa intensità sarebbero le
energie rinnovabili drogate dagli incentivi e in realtà pesantemente impattanti
su piano ambientale." Ma come si fa a scrivere che le fonti di energia rinnovabili
sono "PESANTEMENTE IMPATTANTI SUL PIANO AMBIENTALE" ? Cos'é lei figlio di un petroliere ? Mi scusi se mi permetto,
ma le suggerisco di ponderare meglio quello che scrivete sulla vostra rivista
perchè la gente tende a "demonizzare" sempre tutto e voi non potete soffiare
sul fuoco dell'ignoranza. Fior di scienziati (ad esempio il premio Nobel Prof.
Carlo Rubbia", Hermann Scheer, Wolfgang Saachs) dicono che la strada
dell'utilizzo delle energie rinnovabili al posto delle fossili é l'unica strada per non lasciare ai nostri figli un
pianeta invivibile. Grazie. Cordiali saluti. Angelo Granati. Sondrio. agmps@yahoo.com
(15.12.2011) Contributo al dibattito sulle Terre alte (Le Terre alte rivogliono autogoverno e libertà. Se non ora quando?)
Arrivo a portare il mio contributo alla discussione con qualche giorno di ritardo, ma noi gente di montagna abbiamo bisogno di tempo per elaborare. E' un modus vivendi che la natura ci ha imposto nei secoli. Ottimo il seminario e molto interessanti gli interventi. Trovo importante che le Alte Terre vogliano porsi come interlocutore verso la Pianura con un cambio totale di prospettiva. In questi ultimi vent'anni ha prevalso una cultura "assistenzialista" impegnata a legittimare alla montagna uno status di area disagiata. Da qui la rincorsa ad una assetto economico assistito basato sui finanziamenti a fondo perduto, sugli sconti e sulle prebende. E' vero che nel dopoguerra le Alte Terre sono state marginalizzate ragion per cui è stata più che necessaria una azione dall'alto volta a recuperare condizioni di vita decenti. Ora però basta. Non ci sono più le condizioni economiche per sostenere l'assistenza, ma soprattutto l'assistenza mina alla base un qualsiasi ipotesi di sviluppo vero e solido. Le Alte Terre devono fare un salto di qualità, tornare al mercato con una logica propositiva, ma soprattutto innovativa. Basta considerare la diversità come un handicap. La diversità va governata e fatta diventare un'opportunità. Patrimonio boschivo ( cippato e pellet ), acqua ( irriguo, idroelettrico, potabile), fotovoltaico ed eolico, questo nel campo energetico. Zone franche sia per gli aspetti fiscali che per la forza lavoro. E soprattutto la curiosità del nuovo, perchè il nuovo apre prospettive sconosciute alla tradizione di cui va mantenuta l'essenza, ma senza reducismo. Nei tempi andati, che a volte vengono idealizzati, sulle nostre montagne i bambini, già a dodici anni, venivano "affittati" come pastori nella vicina Provenza, ci si ammalava di pellagra e si moriva senza neanche aver visto il mare. Le privazioni di intere generazioni hanno forgiato un carattere sobrio e solido, capace di superare difficoltà enormi, costellato di intelligenze che hanno dovuto emigrare per poter trovare spazi ed opportunità. Questo patrimonio, coniugato alle nuove opportunità che la tecnologia offre, può rappresentare, in un tempo di crisi, una opportunità irripetibile, bisogna però rinnovare le forze. Massimo Monetti (massimo@monetticonsulting.it)
(14.12.11) Nuovi attacchi di lupi in alta valle Scrivia (Ge)
Buonasera prof. Cortile scrivo per due nuove segnalazioni relative ad attacchi di
lupi nella mia zona (Alta valle Scrivia). Ho saputo che a pochissimi chilometri (di carrozzabile, ancor
meno attraverso i monti) dai due primi attacchi, di cui le ho parlato, se ne
sono verificati altrettanti, uno ai danni di un giovanissimo asino, l’altro su
un gregge di pecore. A segnalarmeli è stata la dott.ssa Ogemini, che ci legge pc,
la quale peraltro è medico veterinario proprio nella zona. L’asinello era di sua proprietà e lei stessa ha saputo dal
pastore proprietario delle pecore, che l’attacco dei lupi si è svolto in pieno
giorno, tanto che lui ne ha visti tre che attaccavano il gregge. Alla fine ne ha
fatto le spese una pecora.Ad ogni buon conto, il contatto con la dott.ssa Ogemini è
stabilito e, se crede, potrà richiedere direttamente a lei ogni dettaglio del
caso. Un saluto cordiale Sergio Rossi (sergio.rossi@fastwebnet.it)
(11.12.2011) "Qui tutti rinunciano ad allevare animali per paura dei lupi"
Gentile prof. Corti
Mi chiamo Andrea Savio
e vivo in Val Pentemina dal 1991. In questo momento allevo:una coppia di maiali
adulti con relative filiate allo stato semibrado in recinto
elettrificato (ampiezza pascolo 2ettari circa ).Tre asini allo stato
semibrado.Una vacca in lattazione e una manza non ancora in produzione anche
loro pascolanti tutto l'anno.Una quindicina di capre.Produco formaggio misto in
un minicaseificio autorizzato.Da 4 o 5 anni ho cominciato a subire sparizioni di
capre,in tutto 16/18 capi. Siccome il pascolo è ampio e non recintato quando
trovo qualche carcassa è decomposta e di conseguenza non ho mai potuto usufruire
dei risarcimenti per predazione. Sono venuti da me Polizia Provinciale e una
biologa che studia i lupi della zona del monte Antola che mi hanno confermato
che si tratta sicuramente di predazioni da parte dei lupi e mi hanno
consigliato: disuasori acustici, cani da pastore e recinzioni meglio se
conbinati tra di loro ( recinto più cane da pastore ). Le soluzioni non mi hanno
convinto pienamente a parte il problema della spesa per me
insostenibile.
In zona i pochi che
avevano capre o pecore piano piano stanno rinunciando tutti, quaqlcuno cambiando
mestiere, qualcuno godendosi la pensione, qualcuno dedicanosi ai bovini. Dopo
vent'anni d'esperienza so che dovrei incrementare la produzione attraverso le
capre, le più adatte a una zona così impervia ma mi ritrovo bloccato per queste
continue predazioni specialmente nel perioo caldo quando attuo il pascolo
notturno. Sinceramente come risolvere il problema. azienda agricola a.
SAVIO loc, Cognole di Carsegli Montoggio Genova (lasignoradelbosco@libero.it)
(10.12.2011) Insolentita dagli ecologisti in pantofole per tre rametti di agrifoglio (a commento dell'articolo Lupofilia e sobrietà
E bravo Michele! Parole sante!
Io ieri mi sono sentita insolentire da uno di questi ecologisti in pantofole perchè, nel bosco di Cà Larga, sopra il mio
paese, ho osato prendere tre - dico tre!- rametti di agrifoglio (da mettere per
Natale sulla tomba dei miei Vecchi, che li amavano tanto). Ho dato fuori di
matto e gliene ho dette di tutti i colori, perché l'estate scorso io avevo
trascorso tutto il mio tempo libero dal lavoro a rastrellare i prati di quella
zona, per dare una mano al vecchio contadino che, senza l'aiuto mio e quello di
altri amici, non li avrebbe più sfalciati perchè non ne ha più la forza. Gli ho
detto, all'ecologista in pantofole, che potrà sgridarmi a ragione solo quando,
d'estate, verrà anche lui a rastrellare e a sudare sui pendii invece di starsene
in spiaggia in panciolle a prendere il sole.... Non so se ha capito, però almeno è stato
zitto.... Ti dico queste cose per convincerti che la tua
battaglia è stragiusta: è ora che noi montanari, insieme ai doveri che abbiamo
sempre onorato, ci riprendiamo anche qualche diritto, non trovi?
Con affetto. Anna (anna.carissoni11@gmail.com; )
(30.11.11) A commento dell'articolo Biogas senza pudore: centrale "agricola" da 4MW a Mezzolara (Bo) del 29.11.11
Volevo soltanto avvisarti che è successo una cosa simile qui da noi a Borso del Grappa
(TV). Anche qui 4 impianti da 0,999 vicini, ufficialmente di ditte diverse ma in
realtà facenti capo alla stessa azienda. Anche qui in prossimità di una zona
incontaminata di particolare pregio. C'era già l'ok dell'amministrazione
comunale ma grazie all'attività dei cittadini sono riusciti a fermarli.
Anche da noi stanno proliferando questo tipo di impianti che spesso di "rinnovabile"
hanno ben poco. Stanno semplicemente sfruttando gli incentivi. I problemi che
hanno questi impianti sono:
1.
quasi sempre inferiori a 1 MW per non avere l'obbligo di VIA
2.
sono privi di filtri (i filtri costano) e non soggetti a controlli
particolari.
3.
usano spesso prodotti che sono sì naturali ma da molto lontano (da noi volevano
usare olio di palma dall'Indonesia o olio di colza dall'est europeo) o
alimentari (vedi mais)
4.
si basa sempre sul processo di "combustione". Non so da voi ma qui da noi
abbiamo problemi di qualità dell'aria e non è logico aggiungere altro
inquinamento ad una situazione già critica. C'è una direttiva europea recepita
in agosto 2010 dallo stato italiano che vieta l'aumento degli inquinanti
nell'aria .
Come
sempre è una "furbata" tipicamente italiana che trasforma un'idea che è valida
(uso degli scarti legati ad un'attività per lo più agricola) in un business per
lucrare sugli incentivi.
Daniela (d.pastega@libero.it)
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