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Linguaggio
e cultura del fieno: come cambiano
(09/09/2020) Antonio Carminati
- Epoca di sfalci in montagna. C'è chi utilizza le attrezzature più
moderne, chi va ancora all'antica e chi utilizza soluzioni "miste",
adatte alle dimensioni dei fondi e alla struttura aziendale. Gli
antichi attrezzi per il trasporto sulla persona (tipici dell'area
alpina) sono hanno nomi intraducibili in italiano. Ma oggi, utilizzando
la lingua locale, si pone il problema (opposto) di tradurre vocaboli
che nascono in italiano (o in inglese). L'evoluzione linguistica
dimostra che la lingua ancestrale è viva. Un fatto importante perché
dove c'è la capacità di selezionare, assimilare, adattare
l'innovazione, in una parola capacità di "tradurla" nella realtà locale
(anche nelle sue dimensioni immateriali e simboliche), c'è ancora una
cultura agricola, non solo un'attività agricola che va avanti per
inerzia. Osterie:
espressioni vive del bisogno di stare insieme
(25.05.29) Antonio Carminati - La viva realtà delle osterie di contrada dell'alta valle Imagna. Esistite, sino agli anni '60, sul "modello" dell'istituzione medievale e poi scomparese. Oggi, però, lvi sono iniziative che cercano di tradurre quel modello nel contesto contemporaneo. Iniziative meritorie perché e di nuovo vivo il bisogno di un posto come le osterie di una volta
Ol casèl del lacc:
luoghi e manufatti dell'acqua
(19.01.20) Antonio Carminati - Insieme alle cantine (caneve, silter, involt ecc.) e alle nevere /giazere (i pozzi per la conservazione della neve o ghiaccio), i casei del lacc rappresentano le "macchine del clima" della civiltà contadina, della civiltà casearia montana. Antonio Carminati presenta questi manufatti dell'ingegneria contadina nella tipologia della prealpina valle Imagna.
I ségn de béen tra magia bianca e pratica terapeutica popolare casèl del lacc: luoghi e manufatti dell'acqua
(17.08.19) I "segnatori" erano guaritori popolari che operavano (operano) su patologie di diverso tipo: slogature, ustioni, contusioni, sciatica, verruche, herpes zoster ecc. Erano in genere specializzati e diagnosticavano e curavano un solo tipo di male senza chiedere compenso. Traspettevano il loro "potere" a qualcuno (famigliare o no) che ritenevano idoneo. Vi erano anche "segnatori" per gli animali domestici. Segni rituali e preghiere erano a volte accompagnati dall'uso di rimedi fitoterapici o tratti dal mondo animale (il latte, il grasso), di cui oggi è provata l'efficacia farmacologica.
Ol sègn di èrem. "Segnare" i vermi come pratica di guarigione popolare
(13.08.19) Antonio Carminati - I guaritori popolari operavano (operano) con varie
modalità. I gesti, i "segni", praticati sul malato (o su
degli oggetti), sono tra quelli più caratteristiche. Una delle
applicazioni più importanti dei "segni" era relativa alle verminosi,
specie quelle che colpivano i bambini.
Quando i bimbi morivano in estate
(05.08.19) Antonio Carminati - Ancora alla fine dell'Ottocento la mortalità infantile in
Italia, nel primo anno di vita, era pari al 20%, senza grandi
differenze tra la regioni. Era causata in prevalenza da
gastroenteriti, ma anche da affezioni respiratorie e
setticemia. I più piccini i patìa tant per ol prìm
cold, soffrivano molto per le prime calure, tanto più che -
in tarda primavera - tutti soffrivano per la fine delle scorte
alimentari accumulate per l'inverno
(03.08.19) Antonio Carminati - Oggi la morte è stata rimossa dalla dimensione sociale, senza per questo allontanarne l'angosciosa incombenza. Anzi. L'individualizzazione esasperata la rende inaccettabile in quanto fine di tutto, nell'orizzonte materialista e narcisista della società attuale, limitato all'io, al presente, al piacere,all'efficienza. Nella dimensione rurale, vita e morte si confrontavano tutti i giorni. I cari defunti continuavano, in varie forme, a fare parte della famiglia, della comunità, attraverso varie forme di ricordo e di rito
Quel prato al centro del mondo
(15.07.19) Antonio Carminati - Luglio è il mese della riconquista degli spazi rurali, che al termine della fienagione ritornano ad essere fruibili, con gioia soprattutto per bambini e ragazzi, che finalmente possono correre un po’ dovunque e dare spazio alla fantasia. Il prato era anche una palestra di vita, un prezioso ambito per avviare i fanciulli ai doveri e agli impegni degli adulti.
Giugno: tra intenso lavoro campestre e rito
(16.06.19) Antonio Carminati - Nel mese di giugno, non possono essere dimenticati almeno tre eventi ricorrenti e particolari, assai sentiti e vissuti nel calendario rituale dei contadini: due di essi celebravano i poteri magici della notte, solitamente frequentata dagli spiriti che si volevano propiziare. Queste notti, che cadono nel periodo del solstizio
Il fienile come granaio (in montagna)
(08.06.19) Antonio Carminati - Nella civiltà agropastorale alpina il fieno assume unaforte centralità. Dalla sua raccolta dipende la possibilità di mantenere più o meno animali durante l'inverno, animali da vendere oda utilizzare per il latte, animali produttori del prezioso letame. Dal fieno quindi dipendeva la ricchezza (o la minor povertà, per meglio dire) della famiglia contadina
Tempo di preparazione all'alpeggio
(18.05.19) Antonio Carminati - A Corna Imagna, come in tante realtà delle prealpi, l'alpeggio è praticato spostandosi su maggenghi siti a diverse quote, sino a raggiungere i 1.000 m. Si reata, però, sempre a moderata distanza dal villaggio. Così il contadino saliva e scendeva ogni dai pascoli e la sua attività principale continuava ad essere la fienagione. Per le bestie, ma anche per gli uomini, era comunque un periodo atteso.
Maggio: natura fiorita e culto popolare
(10.05.19) Antonio carminati - Quando la fede popolare umanizzava e santificava la natura
in fiore, i campi, il territorio. Nel mese di maggio, oltre al culto
mariano, erano importanti le preghiere e i riti di benedizione delle
case, dei campi, dei raccolti ancora incerti. Lo spazio abitato, che
andava ben oltre quello "urbanizzato", era presidiato da contrade e
cascine e marcato da numerose presenze del sacro, prime tra tutte
le santelle per le quali transitavano le processioni delle
rogazioni a marcare lo spazio simbolico della comunità da difendere dal
disordine e dalla negatività
Quando la vacca deve partorire. Quand che la aca la gh'à de fà
(05.05.29) Antonio Carminati - Per la famiglia contadina tradizionale, ma anche per il
piccolo allevatore di montagna di oggi, l'attesa del parto della vacca
è piena di trepidazione. Si spera che nasca una femmina ma si temono le
complicazioni del parto. Ancor oggi tutto quello che ruota intorno alla
riproduzione bovina nelle piccole stalle è oggetto di pratiche di
solidarietà orizzontale che tengono insieme la comunità degli
allevatori locali.
Hanno ucciso la montagna (la fine della grande famiglia del nonno)
(15.04.19) Antonio Carminati - Nel racconto autobiografico di Antonio Carminati la "grande
trasformazione" degli anni '60. L'entrata nella modernità, vista per di
più come limitativa e negativa, attaverso l'esperienza di un bambino
che vive il passaggio dalla vita patriarcale di contrada a quella della
famiglia nucleare e dell'appartamento "stile città", una distanza di un
km o poco più in linea d'aria che segna il passaggio traumatico tra due
mondi.
Architettura identitaria. I tetti in piöde, bandiere di identità valdimagnina
(06.04.19) Antonio carminati - In valle Imagna L'arte delle coperture, della posa delle piöde ha raggiunto particolare perfezione tanto da assumere i connotati di un emblema identitario. Non sono poche, però, le difficoltà nel conservare e far rivivere questo patrimonio di valori culturali (saperi, abilità) ed estetici. Un tema per un utile dibattito con il coinvolgimento delle comunità locali e non solo degli addetti ai lavori.
Pecà fò mars . Il rito della definitiva cacciata della cattiva stagione
(31.03.19) Antonio Carminati - Dopo il carnevale, ancora una volta, per cacciare la brutta stagione, soprattutto la sua pazza coda di marzo, occorre produrre altro rumore, diffondere suoni anche strani nell’aria, insomma fare chiasso e… tanto baccano. La funzione è sempre stata duplice: da un lato allontanare gli spiriti del male, dall’altro richiamare ad alta voce la bella stagione, facilitando così il risveglio della natura.
Omaggio ai boscaioli emigranti (eroi del bosco, martiri del lavoro)
(25.03.19) Antonio Carminati - Una vita di sacrifici durissimi, di frugalità, di duro
lavoro quella dei boscaioli bergamaschi che emigravano abbandonando le
loro valli e le loro famiglia a marzo per recarsi in Svizzera e in
Francia. Doveroso ricordarla.
La gestione del letame nell'economia agropastorale montana
La stalla e gli altri manufatti dell’edilizia tradizionale
La distillazione della grappa (una tradizione di libertà)
(23.02.19) Antonio Carminati - Oggi molti possono permettersi di acquistare la grappa (e il mercato ne offre per tutti i gusti) ma distillare in casa frutta o vinacce gratifica con quel senso di indipendenza, di libertà e, diciamo pure, di sfida. La sfida a uno stato che per non perdere le accise sostiene di vietare la distillazione casalinga per "tutelare la salute", disconoscendo un sapere contadino secolare (l'alambicco si diffonde dal Cinquecento).
La caccia alla volpe (e al lupo) nella realtà contadina
(15.02.19) Antonio Carminati - Nel periodo più freddo e nevoso dell’anno, quando cioè gli uomini avevano tempo a disposizione, öna ölta (una volta) i cacciatori più sfegatati, ma anche i contadini meno provetti all’uso dell’archibugio, i vàa a vulp (andavano [a caccia] di volpi).
L'economia delle uova nella società contadina
(05.02.19) Antonio Carminati - Loaröi e loaröle(venditori e venditrici di uova) erano protagonisti di una economia integrativa per il sostentamento del gruppo familiare, sia sotto il profilo alimentare, che per quanto concerne l’introito di qualche pur modesta somma di denaro...
In morte di un complesso rurale di pregio
(22.01.19) Antonio Carminati - La triste parabola di una contrada a oltre 900 m di quota in valle Imagna. Un tempo abitata tutto l'anno, poi alpeggio, oggi consiste solo di prati e di fabbricati in rovina. Quelli ristrutturati trasformati a "uso vacanza".
(08.01.19) Antonio Carminati - La méssa dol rüt (la concimaia) era l'elemento chiave di un paesaggio ordinato che nutriva animali e persone senza inquinare e sprecare risorse
Il Natale dei contadini. Un rito che non scompare: la macellazione del maiale (cupaciù)
(23.12.18) Antonio Carminati - Riti che rivivono, pieni di significato. Ancora oggi la macellazione del suino è occasione per aiutarsi tra giovani allevatori. Quella che sembrava una pratica da amarcord da vecchie foto in bianco e nero possiamo documentarla come un fatto attuale e in ripresa. La sequenza della macellazione con qualche immagine di insaccatura.