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VALLE
INTELVI (CO)
(03.04.09)
Sempre
piu' pesante l'impatto dei danni della fauna selvatica sull'agricoltura
di montagna
I
danni provocati dalla fauna selvatica sono sempre più insopportabili
per le aziende di montagna, specie per quelle che contribuiscono
di più a mantenere il paesaggio e ad assicurare la manutanzione
del territorio operando anche a 1.000 m e oltre. C'è da riflettere
sul fatto che ad essere penalizzati sono i contadini e allevatori
praticano metodi di produzione sostenibili, che utilizzando
prati e pascoli, non spargendo pesticidi e non provocando problemi
di spaltimento di liquami.
Mentre nella vicina Svizzera le piccole
aziende di montagna sono ampiamente compensate per i servigi
che rendono in termini ambientali, in Lombardia si continuano ad
incoraggiare le attività intensive e a fare poco o nulla per le
piccole aziende realmente di montagna. Per queste ci sono anche
forti "disincentivi" che fanno perdere la voglia di continuare.
Ogni anno i cinghiali e i cervi aumentano, i cacciatori ne abbattono sempre di piu ma il problema rimane irrisolto;
e i pascoli, i prati da sfalcio e gli orti vengono distrutti.
I
risarcimenti ci sono ma sono insufficienti. Per i danni da cervi vengono
offerti un tot di metri di recinzione; per i cinghiali 5 centesimi a metro quadro.
Un rimborso che non tiene conto che i danni ai prati comportano maggiori
difficoltà nello sfalcio, maggiore usura e danni alle attrezzatur
oltre alla perdita del raccolto. La perdita di produzione riguarda
poi anche gli anni futuri anni e vanno aggiunti i costi della manodopera per risistemare la cotica erbosa.
Oltre agli agricoltori professionali sono danneggiati pesantemente
anche i rurali che praticano attività agrozootecniche
part-time e per autoconsumo e che pure contribuiscono alla cura
del territorio e a produrre alimenti. Basti pensare ai costi per
"blindare" gli orti con recinzioni fisse sostenute da
pesanti pali infissi nel terreno.
Oggi che si parla di tornare all'autoproduzione
di alimenti sono molti coloro che (anche per difficoltà di bilancio
famigliare) pianterebbero volentieri un campicello di patate, di
cavoli per la "filera corta" locale e per il consumo famigliare.
Ma l'assedio di cervi e cinghiali non lo consente. In questa situaziione,
visto che da anni si fanno affollate riunioni ma le cose,
invece che migliorare, peggiorano. alcuni giovani stanno preparando
delle iniziative più incisive (petizioni, comitati). Ruralpini oltre
a dare notizia di queste iniziative è pronto a creare un coordinamento
e a sostenerle in tutti i modi.
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Valfurva (SO) (27.04.09)
La
vicenda dei cervi alla base di contestazioni contro il Parco dello
Stelvio vai
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Valseriana
(09.04.09)
Anche
i caprioli contribuiscono all'assedio degli scampoli
di ruralità periurbana vai
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Valseriana
(BG)
(09.04.09)
Tornano,
nonstante I tagli, le pecore anti-incendio ? vai
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Bolzano
(09.04.09)
Una
svolta nella politica agricola per la montagna? vai
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Coira
(09.04.09)
Il
canton grigioni si candida per sperimentare l'eutanasia delle vallate
marginali? vai
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Torino
(07.04.09)
Bando
per la formazione di 20 tecnici pastoralisti (di Marzia Verona) vai
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Torino
(07.04.09)
Torna
il premio per il pascolo gestito. soddisfazione ma anche qualche
perplessita' per i punteggi e per il "fattore lupo" (di
Marzia Verona) vai
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Milano
(04.04.09)
Al tavolo
convocato dall'assessore ferrazzi passi avanti per la soluzione
dei problemi del bitto vai
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Lomaso-fiave'
(Tn)
(04.04.09)
Sfuma
definitivamente il mega impianto di biogas a Fiave'. i "rompiballe"
(Cige, Nimby Trentino e Ruralpini) avevano ragione.vai
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Valle
intelvi (Co) (03.04.09)
Basta
riunioni e promesse. contro i danni sempre meno sostenibili di
cervi e cinghiali si preparano iniziative politiche nel comasco vai
a vedere
Milano
(03.04.09)
Le
spese per l'orso lievitano a centinaia di migliaia di euro vai
a vedere
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