Una testimonianza "dal di dentro", dopo
quella di Giancarlo Moioli. Parlare di incendi boschivi è importante
annche se sarebbe meglio
farlo non solo d'estate (considerato anche che sulle Alpi si sviluppano
in inverno). Perché è un tema dove la retorica si spreca
e la subcultura ambientalista impedisce di cogliere la realtà del
problema, anzi, spesso la ribalta. L'abbandono della montagna e delle
aree collinari interne è corrisposto con l'aumento della superficie
boschiva, ma in boschi abbandonati
a sé stessi, dove i sentieri sono scomparsi, intervenire è diventato
più difficile. Per di più, i boschi, le boscaglie sono a ridosso degli
abitati e mettono a repentaglio case, infrastrutture e persone. Il
problema politico è se spendere grandi risorse in appalti milionari o
diffondere una cultura e pratiche virtuose di sostegno alla prevenzione
e alla cura del territorio. Mai come ques'estate si è parlato di
prevenzione, di pecore anti incendio, ma mai come quest'anno tanti
allevatori hanno venduto i loro capi per l'impossibilità di difenderli
dai lupi. I lupi e i Canadair
rendono di più.
Ho
letto l'articolo di Giancarlo Moioli "incendi e lacrime di
coccodrillo" e lo condivido tutto parola per parola... Chi le
scrive è
un ex Guardia Forestale (ci tengo molto al termine "guardia" molto piu
comprensibile ed identificativo del burocratese "agente") e purtroppo
anche ex Carabiniere Forestale. Nel
corso di 34 anni di servizio ho visto giorno per giorno morire il CFS,
ucciso dalla supponenza di chi si vergognava della propria estrazione e
competenza rurale e vedeva con invidia e senso di inferiorità le altre
forze dell'ordine, senza capire l'importanza della propria peculiarità
e del nobile ruolo di un corpo nato a supporto all'economia montana e
rurale e confondendo spesso autorevolezza con autoritarismo o come
spesso dice Michele Corti applicando un "forestalismo buro-poliziesco"
che se mi
permette io definirei piu come "forestalismo buro-polizziottesco"
perchè questa mentalità era ed è talmente gretta da rasentare la farsa
per l'appunto polizziottesca....
Letteralmente
dal secondo giorno di servizio mi sono trovato a fronteggiare
incendi boschivi con scarsissimi mezzi ma con l'aiuto di pochi validi
colleghi e di pochi ma validissimi volontari, tutti agricoltori o
boscaioli dotati di senso pratico e profonda conoscenza del territorio,
dai quali ho sicuramente piu appreso che dato. Erano persone semplici,
montanari dell'appennino ligure emiliano, con una mentalità ben lontana
dai volontari attuali, i quali provengono quasi tutti dall'ambito
urbano e con alle spalle attività professionali nei campi
dell'industria, dell'artigianato e dei servizi. Volontari a cui va
tutta la mia stima ma che non hanno le basi ancestrali dei montanari di
cui sopra.
Per
quanto riguarda il supporto dei dirigenti dell'allora CFS ho poco da
dire, una classe dirigente che salvo poche eccezioni era costituita da
tristi burocrati privi di ascendente e carisma sul personale perchè dal
punto di vista pratico poco potevano insegnare a comandanti di stazione
che per anni sono stati lasciati soli a gestire il loro ruolo ed il
loro territorio come meglio potevano.
Mi
ricordo ancora le discussioni con un superiore proprio riguardo alle
operazioni di spegnimento di un incendio, il quale affermava che non
dovevo occuparmene io ma dovevo dirigere il personale: Quale? visto che
in quel periodo mi ero ritrovato da solo a gestire due stazioni
forestali...e nessun aiuto concreto è mai arrivato dall'allora
Coordinamento Provinciale, il cui dirigente aveva l'unica
preoccupazione di assolvere alle farraginose ed inutili pratiche
burocratiche relative all'icendio. Il suo successore, persona piu
avveduta, mi ripeteva spesso questa frase:" Per i nostri capi di Roma
basta avere le carte a posto poi se bruciano le montagne a loro non
importa nulla".
Ricordo
ancore le inutili assemblee nelle quali ero criticato dal saccentello
rappresentante sindacale di turno, come sempre imboscato in un
polveroso ufficio provinciale o regionale, perchè mi ostinavo, insieme
a pochi ma validissimi colleghi a spegnere gli incendi, ed a suo dire
tale pratica era un lavoro da "operaio forestale" e quindi degradante
per un agente forestale (mentalità purtroppo molto diffusa).
Prima
di entrare nel CFS ho fatto l'operaio forestale e ne sono sempre stato
orgoglioso e l'ho sempre ritenuto un grande valore aggiunto a supporto
della successiva esperienza nel CFS.
Ora
leggo su vari social interventi proprio di questi saccenti che
rivendicano l'importanza del CFS nella lotta agli incendi boschivi, che
quando vi era quella gestione tutto funzionava meglio e con piu
efficacia.... Ma smettiamola di dire balle! E' proprio grazie allo
strapotere di un sindacalismo miope e saccente e ad una classe
dirigente inetta e ricattabile che l'esperienza di 40 anni nel campo
degli incendi boschivi (e mi limito a questo tema...) è stata
volutamente buttata al macero, vergognandosi di una professionalità
acquisita sul campo e con mezzi modesti da Forestali magari non
tuttologi di polizia giudiziaria e frequentatori come ospiti di
anticamere dei pubblici ministeri, ma sicuramente frequentatori come
padroni di casa del bosco e della montagna.
Ricorderò
sempre un collega anziano purtroppo mancato troppo presto, che
sull'incendio mi diceva " non so se tocca proprio a noi spegnere, ma se
non lo facciamo noi non lo fa nessuno perciò dumma a smurzà cu fogu"
(...andiamo a spegnere quel fuoco) Era lo stesso che mi ha insegnato ad
affrontare l'incendio con sicurezza e senza lasciarsi prendere dal
panico, magari perdendo mezz'ora per valutare i fronti dell'incendio
dal versante opposto della vallata (non esistevano i droni allora...)
ma poi intervenire in modo efficace e senza correre inutili rischi.
Riguardo
all'estinzione in ore notturne, quando era possibile l'abbiamo sempre
fatta senza porci troppi problemi e spesso insieme a volontari del
posto che come ho detto prima erano profondi conoscitori dei sentieri e
del territorio. Magari uno di questi la notte precedente lo avevamo
inseguito proprio sullo stesso sentiero dove andava a bracconare....ma
l'incendio era un male comune e faceva scattare una tregua non
dichiarata...
Riguardo
al pascolo ho un altro ricordo significativo... nei primi anni 2000 era
opinione diffusa che le greggi di pecore transumanti diffondessero
invasioni di zecche e danneggiassero le covate dell'avifauna
nidificante nei greti asciutti dei torrenti (allora non vi era ancora
l'invasione dei caprioli e delle loro minuscole e pericolose zecche),
pertanto ad ogni transumanza invernale delle greggi arrivavano le
telefonate di un coordinatore provinciale del CFS troppo sensibile alle
lamentele delle signore che portavano a spasso il cagnolino in alveo e
poco conoscitore dell'ambiente silvopastorale. Io giovane guardia
inesperta e miope, mi precipitavo alla ricerca del pericolosissimo e
sovversivo gregge... Fortunatamente un collega anziano che odiava
spegnere gli incendi, mi ha fatto semplicemente notare che dove era
transitato il gregge non vi era piu vegetazione arbustiva infiammabile
e quindi non partivano gli incendi; Questo non perchè tale vegetazione
era stata totalmente distrutta ma solo perchè defogliata e parzialmente
schiacciata, pronta a riprendersi dopo la prima ondata di piena, che
arrivava in primavera, proprio al termine del periodo invernale che
allora era quello piu a rischio di incendi nell'appennino
settentrionale. ....Pertanto "sig. comandante non ho trovato il gregge,
ma ora devo farle i rapporti degli ultimi incendi se no rimango
indietro con gli adempimenti burocratici"....e vai a quel paese....
Riguardo
all'avifauna credo che le convinzioni che imputavano la distruzione
delle covate al transito delle greggi non avessero tenuto conto di una
considerazione molto semplice: la transumanza invernale e primaverile
delle greggi negli alvei dei bassi corsi dei torrenti appenninici
avviene da almeno 2000 anni e fino a qualche decennio fa con intensità
sicuramente maggiore rispetto ad oggi, pertanto l'avifauna che li
nidifica avrebbe dovuto estinguersi gia da molti molti secoli se la
transumanza avesse rappresentato veramente un fattore limitante la
riproduzione... Non intendo tediarvi con la disamina della triste
e voluta fine del CFS.
Per
chi fosse interessato a questi link trova 2 video molto artigianali che
avevamo realizzato un pò di anni fa per la formazione dei volontari,
spero che possano essere utili a qualcuno per capire che la lotta aib
non si fa solo con i canadair...
https://www.youtube.com/watch?v=v2BdT7NpQuk
https://www.youtube.com/watch?v=wxVhKZI27DI&t=892s