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Ambiente

Marco Carzaniga, 30 Agosto, 2021

La Forestale e gli incendi boschivi

Una testimonianza "dal di dentro", dopo quella di Giancarlo Moioli. Parlare di incendi boschivi è importante annche se sarebbe meglio farlo non solo d'estate (considerato anche che sulle Alpi si sviluppano in inverno). Perché è un tema dove la retorica si spreca e la subcultura ambientalista impedisce di cogliere la realtà del problema, anzi, spesso la ribalta. L'abbandono della montagna e delle aree collinari interne è corrisposto con l'aumento della superficie boschiva, ma in boschi abbandonati a sé stessi, dove i sentieri sono scomparsi, intervenire è diventato più difficile. Per di più, i boschi, le boscaglie sono a ridosso degli abitati e mettono a repentaglio case, infrastrutture e persone. Il problema politico è se spendere grandi risorse in appalti milionari o diffondere una cultura e pratiche virtuose di sostegno alla prevenzione e alla cura del territorio. Mai come ques'estate si è parlato di prevenzione, di pecore anti incendio, ma mai come quest'anno tanti allevatori hanno venduto i loro capi per l'impossibilità di difenderli dai lupi. I lupi e i Canadair rendono di più.

Ho letto l'articolo di Giancarlo Moioli "incendi e lacrime di coccodrillo" e lo condivido tutto parola per parola... Chi le scrive è un ex Guardia Forestale (ci tengo molto al termine "guardia" molto piu comprensibile ed identificativo del burocratese "agente") e purtroppo anche ex Carabiniere Forestale. Nel corso di 34 anni di servizio ho visto giorno per giorno morire il CFS, ucciso dalla supponenza di chi si vergognava della propria estrazione e competenza rurale e vedeva con invidia e senso di inferiorità le altre forze dell'ordine, senza capire l'importanza della propria peculiarità e del nobile ruolo di un corpo nato a supporto all'economia montana e rurale e confondendo spesso autorevolezza con autoritarismo o come spesso dice Michele Corti applicando un "forestalismo buro-poliziesco" che se mi permette io definirei piu come "forestalismo buro-polizziottesco" perchè questa mentalità era ed è talmente gretta da rasentare la farsa per l'appunto polizziottesca....


Letteralmente dal secondo giorno di servizio mi sono trovato a fronteggiare incendi boschivi con scarsissimi mezzi ma con l'aiuto di pochi validi colleghi e di pochi ma validissimi volontari, tutti agricoltori o boscaioli dotati di senso pratico e profonda conoscenza del territorio, dai quali ho sicuramente piu appreso che dato. Erano persone semplici, montanari dell'appennino ligure emiliano, con una mentalità ben lontana dai volontari attuali, i quali provengono quasi tutti dall'ambito urbano e con alle spalle attività professionali nei campi dell'industria, dell'artigianato e dei servizi. Volontari a cui va tutta la mia stima ma che non hanno le basi ancestrali dei montanari di cui sopra.

Per quanto riguarda il supporto dei dirigenti dell'allora CFS ho poco da dire, una classe dirigente che salvo poche eccezioni era costituita da tristi burocrati privi di ascendente e carisma sul personale perchè dal punto di vista pratico poco potevano insegnare a comandanti di stazione che per anni sono stati lasciati soli a gestire il loro ruolo ed il loro territorio come meglio potevano.


Mi ricordo ancora le discussioni con un superiore proprio riguardo alle operazioni di spegnimento di un incendio, il quale affermava che non dovevo occuparmene io ma dovevo dirigere il personale: Quale? visto che in quel periodo mi ero ritrovato da solo a gestire due stazioni forestali...e nessun aiuto concreto è mai arrivato dall'allora Coordinamento Provinciale, il cui dirigente aveva l'unica preoccupazione di assolvere alle farraginose ed inutili pratiche burocratiche relative all'icendio. Il suo successore, persona piu avveduta, mi ripeteva spesso questa frase:" Per i nostri capi di Roma basta avere le carte a posto poi se bruciano le montagne a loro non importa nulla".

Ricordo ancore le inutili assemblee nelle quali ero criticato dal saccentello rappresentante sindacale di turno, come sempre imboscato in un polveroso ufficio provinciale o regionale, perchè mi ostinavo, insieme a pochi ma validissimi colleghi a spegnere gli incendi, ed a suo dire tale pratica era un lavoro da "operaio forestale" e quindi degradante per un agente forestale (mentalità purtroppo molto diffusa).

Prima di entrare nel CFS ho fatto l'operaio forestale e ne sono sempre stato orgoglioso e l'ho sempre ritenuto un grande valore aggiunto a supporto della successiva esperienza nel CFS.


Ora leggo su vari social interventi proprio di questi saccenti che rivendicano l'importanza del CFS nella lotta agli incendi boschivi, che quando vi era quella gestione tutto funzionava meglio e con piu efficacia.... Ma smettiamola di dire balle! E' proprio grazie allo strapotere di un sindacalismo miope e saccente e ad una classe dirigente inetta e ricattabile che l'esperienza di 40 anni nel campo degli incendi boschivi (e mi limito a questo tema...) è stata volutamente buttata al macero, vergognandosi di una professionalità acquisita sul campo e con mezzi modesti da Forestali magari non tuttologi di polizia giudiziaria e frequentatori come ospiti di anticamere dei pubblici ministeri, ma sicuramente frequentatori come padroni di casa del bosco e della montagna.

Ricorderò sempre un collega anziano purtroppo mancato troppo presto, che sull'incendio mi diceva " non so se tocca proprio a noi spegnere, ma se non lo facciamo noi non lo fa nessuno perciò dumma a smurzà cu fogu" (...andiamo a spegnere quel fuoco) Era lo stesso che mi ha insegnato ad affrontare l'incendio con sicurezza e senza lasciarsi prendere dal panico, magari perdendo mezz'ora per valutare i fronti dell'incendio dal versante opposto della vallata (non esistevano i droni allora...) ma poi intervenire in modo efficace e senza correre inutili rischi.


Riguardo all'estinzione in ore notturne, quando era possibile l'abbiamo sempre fatta senza porci troppi problemi e spesso insieme a volontari del posto che come ho detto prima erano profondi conoscitori dei sentieri e del territorio. Magari uno di questi la notte precedente lo avevamo inseguito proprio sullo stesso sentiero dove andava a bracconare....ma l'incendio era un male comune e faceva scattare una tregua non dichiarata...

Riguardo al pascolo ho un altro ricordo significativo... nei primi anni 2000 era opinione diffusa che le greggi di pecore transumanti diffondessero invasioni di zecche e danneggiassero le covate dell'avifauna nidificante nei greti asciutti dei torrenti (allora non vi era ancora l'invasione dei caprioli e delle loro minuscole e pericolose zecche), pertanto ad ogni transumanza invernale delle greggi arrivavano le telefonate di un coordinatore provinciale del CFS troppo sensibile alle lamentele delle signore che portavano a spasso il cagnolino in alveo e poco conoscitore dell'ambiente silvopastorale. Io giovane guardia inesperta e miope, mi precipitavo alla ricerca del pericolosissimo e sovversivo gregge... Fortunatamente un collega anziano che odiava spegnere gli incendi, mi ha fatto semplicemente notare che dove era transitato il gregge non vi era piu vegetazione arbustiva infiammabile e quindi non partivano gli incendi; Questo non perchè tale vegetazione era stata totalmente distrutta ma solo perchè defogliata e parzialmente schiacciata, pronta a riprendersi dopo la prima ondata di piena, che arrivava in primavera, proprio al termine del periodo invernale che allora era quello piu a rischio di incendi nell'appennino settentrionale. ....Pertanto "sig. comandante non ho trovato il gregge, ma ora devo farle i rapporti degli ultimi incendi se no rimango indietro con gli adempimenti burocratici"....e vai a quel paese....

Riguardo all'avifauna credo che le convinzioni che imputavano la distruzione delle covate al transito delle greggi non avessero tenuto conto di una considerazione molto semplice: la transumanza invernale e primaverile delle greggi negli alvei dei bassi corsi dei torrenti appenninici avviene da almeno 2000 anni e fino a qualche decennio fa con intensità sicuramente maggiore rispetto ad oggi, pertanto l'avifauna che li nidifica avrebbe dovuto estinguersi gia da molti molti secoli se la transumanza avesse rappresentato veramente un fattore limitante la riproduzione...  Non intendo tediarvi con la disamina della triste e voluta fine del CFS.

Per chi fosse interessato a questi link trova 2 video molto artigianali che avevamo realizzato un pò di anni fa per la formazione dei volontari, spero che possano essere utili a qualcuno per capire che la lotta aib non si fa solo con i canadair...

https://www.youtube.com/watch?v=v2BdT7NpQuk

https://www.youtube.com/watch?v=wxVhKZI27DI&t=892s


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