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(31.08.10)
La
Provincia di Trento annuncia la mappatura
del genoma del melo Golden delicious da parte della
Fondazione Mach (braccio operativo 'agricolo' della
provincia stessa)
E
se i soldoni fossero impiegati per ricerche agroecologiche
e per la tutela della biodiversità?
di
Fausto Gusmeroli
Una storia
che si ripete puntualmente ogni qual volta viene annunciata la decrittazione
del genoma di un organismo. I mass media fanno a gara nell’esaltare la
conquista e ipotizzare ricadute
straordinarie per l’ambiente, la società, la qualità della vita o quant’altro.
Così è stato anche nel caso del genoma
della varietà di mela Golden Delicious da parte della Fondazione Mach di
S. Michele all’Adige: Si potranno ottenere in
tempi rapidi nuove varietà di melo, accelerando i tempi del miglioramento
genetico convenzionale e ottenendo piante che si autodifendono dalle malattie e
dagli insetti e in grado di produrre frutti più salubri e gustosi.
Il risultato è senza dubbio molto interessante sotto
il profilo della conoscenza della specie e della sua filogenesi, ma quanto alle
ricadute pratiche il quadro è molto più complesso e problematico. Diversamente
da quanto un’informazione superficiale e fuorviante, spesso commercialmente
orientata, tende a divulgare, la sequenza genica non svela per nulla il segreto
della vita. Essa non equivale ad un dizionario linguistico, come si credeva in
passato quando dominava la concezione meccanicista o determinista della
biologia molecolare espressa nel cosiddetto “dogma centrale”, secondo il quale
ad ogni gene corrisponde una proteina. La scoperta di geni che possono
codificare fino a 38.000 (!) proteine diverse ha dimostrato come strutture e
funzioni dell’organismo non dipendano tanto dai singoli geni, ma dal modo con
cui essi sono utilizzati nel contesto di complesse reti regolatrici del genoma.
Questo, infatti, non è un insieme di geni che operano isolatamente, ma
un sistema, per cui cambiare un gene significa interferire con le sue reti, ciò
che rende impossibile prevedere le conseguenze:
un vero guazzabuglio, che sta ostacolando non poco la stessa ricerca nel campo
degli OGM! E’ significativo come in campo umano la mappatura del genoma,
realizzata nel decennio 1990-2000, abbia sortito risultati deludenti nella cura
delle malattie e in altre applicazioni pratiche.
Riguardo alle attese riposte nella
sequenziazione della mela, chi ha un minimo di conoscenze di agronomia e di
ecologia sa benissimo che i caratteri quali la resistenza delle piante ai
parassiti sono caratteri molto complessi, rispetto ai quali il miglioramento genetico
non potrà mai essere risolutivo, come ammesso dallo stesso Prof. Salamini,
coordinatore scientifico del progetto. Viene allora da chiedersi se non sia il
caso destinare una parte delle ingenti risorse finanziarie investite nei
progetti di bioingegneria nella ricerca di forme di agricoltura più rispettose
degli equilibri naturali, basate non sull’opposizione a microrganismi ed
insetti, ma sulla cooperazione con essi. Ogni riferimento ad agricolture
biologiche o comunque strutturate sulla valorizzazione della biodiversita,
piuttosto che la distruzione, non è per nulla casuale.
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