(16.08.15) A Enna per poco i cinghiali non fanno un altro morto
Nuovo attacco di cinghiali in Sicilia. La vittima e' questa volta un allevatore di 31 anni a Nicosia (Enna), Alessandro Scardino. Stava andando a controllare il bestiame in contrada Graffagna, zona limitrofa alla riserva naturale orientata di monte Campanito Sambughetti, quando e' stato aggredito da un grosso suino selvatico che ho ha scaraventato in terra, e quindi lo ha nuovamente caricato. L'uomo, particolarmente alto e robusto, e' riuscito a colpire ripetutamente a calci il grosso animale, mentre accorrevano suo fratello e un'altra persone, richiamate dalle grida. Il cinghiale a qual punto e' fuggito e si e' inoltrato nella vegetazione. Scardino e' stato trasportato all'ospedale Basilotta, dove e' gia' stato sottoposto alla Tac, che ha escluso lesioni interne.
(10.08.15) Uomo ucciso dei cinghiali nel suo podere, la moglie ferita
Sabato 8 agosto a Cefalù, in provincia di Palermo un anziano è stata aggredito e ucciso da un cinghiale di grossa stazza nel proprio podere. L'uomo, Salvatore Rinaudo, di 77 anni, che è intervenuto per difendere i suoi cani è stato colpito dopo essere stato atterrato deceduto mentre la moglie, Rosa, 73 anni, che ha cercato di soccorrerlo è stata ferita a sia voltar è ricoverata all'ospedale per ferite alle gambe a all'addome.
(22.07.15) Contadina di 17 anni azzannata da un lupo
E' successo a Rossini di Bettola nella montagna piacentina. Il
fatto è avvenuto alcune sere fa davanti all’azienda agricola dove abita la ragazza. La giovane azzannata alla caviglia è stata portata al pronto soccorso, dove è stata medicata e dimessa, dopo diverse ore, fortunatamente la sua ferita era lieve. L’episodio è stato confermato dal dottor Marco Delledonne, dirigente del servizio veterinario dell’Asl di Piacenza. “La ragazza è stata morsicata ad una caviglia, l’abbiamo medicata e le è stato somministrato il vaccino anti rabbia.
In seguito al racconto che ci è stato fatto dalla giovane i miei colleghi si sono recati all’azienda agricola, e dai primi accertamenti possiamo dire che la belva che ha morsicato la studentessa è quasi certamente un lupo”.
(23.06.15) San Giovanni amaro per gli alpeggi
Comincia la transumanza, il viaggio dei margari e dei loro animaliverso i pascoli di montagna. M in provincia di Cuneo la Forestale ha smascherato quella che si configura come una grave truffa sui contributi europei da parte di una cooperativa («Il falco» di Marene). Ci sono oltre 30 allevatori indagati (i tre di Marene sono agli arresti domiciliari) in tutto il Nord Italia. Intascati sino a a milioni e 200 mila euro in un anno vantando il possesso di migliaia di ettari di pascolo (1900 solo a Cuneo) su terreni in realtà inaccessibili in quanto
rocce dove gli animali sono mai stati portati.
(01.06.15) Pensionato ucciso dai cinghiali: "Se l'è cercata" dicono gli animalisti
Non si placano le polemiche dopo la morte del pensionato di Iseo di 72 anni morto dissanguato per la ferita alla coscia causata dall'attacco di un cinghiale. Cercava di difendere col fucile i suoi campi dalle ripetute devastazioni degli ungulati. Vittima contadina del delirio animalista ma anche della politica cerchiobottista, incapace di affrontare il problema fauna per non scontentare minoranze agguerrite come gli animalisti e i cacciatori. E di una legge sulla fauna ferma a visioni buoniste di trenta-quarant'anni fa che non si riesce a toccare per i veti degli
ambientalisti.
(25.04.15) Varietà tradizionale di mais scoperta in val Brembana
Bergamo si conferma terra di mais antichi. Dopo la rinascita del Rostrato di Rovetta, dello Spinato di Gandino e del Nostrano dell'isola. tutte varietà semi-vitree adattisime alla (buona) polenta Paolo Valoti appassionato ricercatore del CRa-Mac, il centro per la maiscoltura di Bergamo del Ministero dlel'agricoltura, ha annunciato di aver rinvenuto una nuova varietà "Aculeata" a Cusio, aese dell'ata val Brembana a 1000 m. La cosa interessante è che questa è una varietà di "altura" e che si sposa naturalmente con i formaggi dell'alta val Brembana (Branzi, Bitto, Formai de Mut) per realizzare una polenta taragna con i crismi di una tradizione di una qualità senza pari.
(22.04.15) Montagna viva entra nel Gran Consiglio
Con l'1,2% del voti (si vota con il proporzionale) il movimento politico Montagna viva entra nel Gran consiglio (parlamento cantonale) del Canton Ticino. Il risultato era stato mancato alle scorse votazioni. Anche in Canton Ticino, regione orograficamente tutta montana il crescente peso della città (Lugano) ha fortemente ridimensionato le Regioni di montagna e, in generale, la politica per le Terre Alte. Votato nelle valli ma anche in città il movimento Montagna viva chide l'istituzione di un Dipartimento per la montagna.
(09.04.15) Anziana sbranata da un lupo in Russia
Una pensionata di 77 anni Lima Ankudinova è stata divorata da un lupo a 50 m dalla propria abitazione. Soffriva di problemi cardiaci ma non è chiaro se è stata trovata morta dal lupo o se l'infarto è stato causato dall'attacco (il tipo di ferite potrebbe chiarire i fatti). Il fatto certo è che il lupo ne ha fatto scempio (manca una gamba, metà dell'altra e anche la testa è stata devastata). La donna è stata trovata in un lago di sangue dai vicini che si sono trovati davanti una scena raccapricciante.
(04.04.15) Trentino M6 avvelenato?
Il ritrovamento di uno spago nello stomaco e di alcuni bocconi avvelenati nella zona del ritrovamento della carcassa del plantigrado - autore di vere e proprie stragi di animali domestici - farebbero pensare ad avvelenamento. ne deriverà, se confermato dagli esami in corso, una nuova ondata di isteria anti-trentina e di caccia alle streghe. Con il risultato
di proteggere gli orsi? Assolutamente no. Con il risultato contrario. Infatti le campagne animaliste che hanno messo alla gogna la Provincia di Trenti (quella che ha introdotto gli orsi!) inibiranno le autorità e i forestali dall'agire (per esmpio catturare gli orsi problematici per seguirli con il radiocollare). Ma una situazioni di orsi "intoccabili" non farà che esasperare gli animi di chi si vede messa in pericolo la propria sicurezza oltre che massacrati i propri animali, spingendo
alla giustizia fai da te. E la proposta del WWF di pene di 2 anni di carcere per gli orsicidi (e lupicidi) non fanno che esasperare il conflitto e trasformare i bracconieri in eroi sociali. Ma tanto, lo sappoiamo, al WWF e agli animalisti non importa nulla degli orsi ma solo di farsi pubblicità, raccogliere consensi e finanziamenti. L'ecologismo e animalismo all'italiana. Moralmente squallido.
(04.04.15) Trentino M6 avvelenato?
Il ritrovamento di uno spago nello stomaco e di alcuni bocconi avvelenati nella zona del ritrovamento della carcassa del plantigrado - autore di vere e proprie stragi di animali domestici - farebbero pensare ad avvelenamento. ne deriverà, se confermato dagli esami in corso, una nuova ondata di isteria anti-trentina e di caccia alle streghe. Con il risultato di proteggere gli orsi? Assolutamente no. Con il risultato contrario. Infatti le campagne animaliste che hanno messo alla gogna la Provincia di Trenti (quella che ha introdotto gli orsi!) inibiranno le autorità e i forestali dall'agire (per esmpio catturare gli orsi problematici per seguirli con il radiocollare). Ma una situazioni di orsi "intoccabili" non farà che esasperare gli animi di chi si vede messa in pericolo la propria sicurezza oltre che massacrati i propri animali, spingendo alla giustizia fai da te. E la proposta del WWF di pene di 2 anni di carcere per gli orsicidi ((e lupicidi) non fanno che esasperare il conflitto e trasformare i bracconieri in eroi sociali. Ma tanto, lo sappoiamo, al WWF e agli animalisti non importa nulla degli orsi ma solo di farsi pubblicità, raccogliere consensi e finanziamenti. L'ecologismo e animalismo all'italiana. Moralmente squallido.
(30.12.14) Valsugana: striscioni no biomasse sulla superstrada
Da Borgo a Pergine sui viadotti della superstrada sono apparsi oggi striscioni NO biomasse contro la grossa centrale a combustione di cippato della Menz&Gasser (confetture). Dopo tanti insulti ambientali la valle sta reagendo decisa. Sì all'agricoltura di qualità e al turismo, basta porcherie inquinanti.
(27.12.14) Lupa investita sulla SS28
Sempre più frequenti gli incidenti stradali con lupi. Una lupa è stata trovata ai bordi della statale tra Garessio e Ormea in provinia di Cuneo al confine con la Liguria. Tra poco bisognerà mettere cartelli "Attenti ai lupi" come si fa per cervi e caprioli. L'investitore, per evitare grane, si è dileguato. Non sarebbe la prima volta che chi investe orsi e lupi con il rischio di uscire fuori strada viene poi minacciato dagli animalisti per orsicidio/lupicidio
(04.12.14) Cacciatore disarmato circondato da 15 lupi nel Senese si salva sul tetto di una capanna
Gli scienziati lupologi ci hanno sempre raccontato che in Italia i branchi di lupi sono piccoli e che il lupo è timidissimo, scappa appena vede l'uomo. Sulla scientificità della lupologia, però, ci sarebbe molto da interrogarsi considerato che chi racconta balle sapendo di raccontarle, con la giustificazione che mente a "fin di bene" (ovvero per "salvare dall'estinzione un meraviglioso animale") ed arrogandosi egli stesso di stabilire ciò che è bene e male non dovrebbe essere classificato "scienziato" ma stregone. Poi sappiamo che le balle non sono solo a fin di bene ma anche a fine dell'incasso di finanziamenti milionari da una lunga serie di anni. Con il grimaldello della "specie in perenne rischio di estinzione", con le azioni di lobby delle potenti organizzazioni ambientaliste e naturaliste i soldoni per il lupo ci sono sempre. Non per le scuole e le strade in montagna e tra poco neppure per cure mediche essenziali. Raccontano che in Italia i lupi sono da decenni sempre e costantemente 600 mentre vi sono pubblicazioni di esperti di monitoraggio sul campo che parlano di 2000 lupi in Italia. Ovviamente la cifra incedibilmente bassa (che il lupo sia più numeroso dei dati "scientifici" e abbia colonizzato nuovi areali lo dicono le cronache) serve a sostenere che "è ancora a rischio di estinizone" e a ... incassare le milionate. Branchi di 15 lupi ormai non sono una novità. Sono stati avvistati (anche da lupologi) in Piemonte. Non serve più andare in Canada o nelle steppe russe. Li abbiamo "sotto casa". Chi come il cacciatore senese (lo riporta la Nazione di oggi) si trova circondato da 15 lupi si caga sotto ed è una fortuna se riesce a raccontarlo. L'uomo, disarmato perché era il tramonto, si era incautamente recato a cercare un cane ferito. La zona quella di Casciano di Murlo, in particolare la località chiamata Castel di Notte.Accortosi che i lupi invece di scappare si avvicinavano lentamente tendendo a circondarlo grazie alla buona conoscenza del terreno ha trovato scampo sul tetto della capanna. Però ha trascorso due ore di angoscia nell'attesa che arrivassero i soccorsi chiamati con il telefonino. In primavera un escursionista in provincia di Arezzo si era salvato su una croce su una cima della montagna e anche in questo caso il telefonino, anche se quasi scarici, aveva funzionato. E se non c'è campo o il telefonino è scarico cosa succede? A dinostrazione che i lupi non sono quelli che ci raccontano gli "scienziati" il capobranco ha persino seguito il gruppo dei soccorritori sino alle auto.
(29.09.14) L'orso appare per la prima volta nel Salsburghese. Attacca e ferisce un malghese, vivo per miracolo
La scienza della menzogna, praticata già dai nazionalsocialisti dice che una menzogna ripetuta innumerevoli volte diventà una verità. E cosi i Signori dell'orso ripetono al vulgo e scrivono nei loro articoli scientifici (dove scienza verità ed etica non fanno rima) che l'orso non è pericoloso. Una semplice cavolata che non ha nulla a che fare con l'etologia perché la pericolosità dipende dal contesto delle interazioni tra uomo e orso, contesto storicamente mutevole.
Però siccome gli scienziati sono stupidi e non studiano la storia e la società, pensando che nel loro campo specialistico viga l'autosufficienza e l'autoreferenzialità del sapere, perseverano nei loro errori.
Eredi di Goebbels e dei nazional-socialisti sono gli ambiental-animalisti. Qualcuno, più onesto, non nasconde le proprie idee fasciste, la maggior parte si nasconde dietro cortine verdi e rosse. Ma il nocciolo sotto la scorza verde e la polpa rossa è NERO. Antiumano, antipopolare, anticontadino. Emerge nell'animal-ambientalismo che disprezza l'uomo (specie nociva e troppo numerosa fatti salvi i super uomini, l'aristocrazia in sintonia mistica con la Natura). Si respira anche nell'arroganza autoreferenziale degli 'scienziati' conservazionisti che ignorano la dimensione sociale, che ignorano che l'ambiente è un prodotto dell'attività umana degli lo stesso disprezzo per l'uomo degli aguzzini comunisti e nazionalsocialisti. Che ignorano che l'orso, la wilderness sono costruzioni sociali legate a determinati contesti storici e culturali.Con i soldi dei contribuenti vanno in giro a spiegare che l'orso attacca solo se provocato, che è vegetariano, timido, schivo. parlano di 'falsi attacchi' anche in pèresenza di persone ferite.
L'orso è animale intelligente e ha capito che gli umani non sono più un pericolo. Quindi non solo alcuni orsi non li evitano ma li attaccano. Succede non solo in America e Asia ma anche in Europa, non solo nei Carpazi, non solo in Scandinavia anche sulle nostre Alpi. Ogni volta che capita un attacco gli scienziati bugiardi dicono che è un fatto strano, rarissimo. Intanto quest'anno ci sono state due aggressioni in Trentino che potevano concludersi tragicamente. Ma l'aggressione peggiore è avvenuta la scorsa settimana in Austra, nel Salisburghese. Un malghese era al pascolo con la mandria. Un orso sbucato dal bosco gli si è diretto contro. Il malghese, come da manuale, ha arretrato lentamente ma è inciampato e l'orso gli è stato sopra ferendolo alla testa. L'uomo è svenuto e l'orso forse credendolo morto si è allontanato. Se si introducono gli orsi come in Trentino (si parla di 50-50 ma in Trentino molti pensano che siano più di un centinaio) non si può impedire alla gente di difendersi. Sparando agli orsi che attaccano le mandrie, i greggi, le persone, che entrano nei paesi si insegna agli orsi - nel loro stesso interesse di specie - ad avere ancora paura dell'uomo. Ma agli amici degli orsi non interessano gli orsi. Interessa affermare una certa idea che conferisce loro potere.
Con il finto buonismo che scambia l'orso con un peluche la convivenza è impossibile. Aspettiamo la tragedia. Ma i responsabili devono mettere in conto che non la passeranno liscia e saranno denunciati per omicidio volontario. Ora la pressione animalista è più forte e preferiscono assecondarla. Preparando guai ancora peggiori.
(16.08.14)
Si salva solo perché "un Carnera" dall'agressione dell'orsa
Un fungaiolo è stato aggredito ieri a Pinzolo da un orsa con i cuccioli. Da "Carnera del Trentino" come viene chiamato ha reagito a calci e pugni. Ma ha rimediato 40 punti di sutura e lo scarpone morsicato. Parleranno ancora di "falsi attacchi" i bugiardi che disprezzano il popoli e lo ingannano che hanno introdotto orsi potenzialmente pericolosi in Trentino? Per un disegno di pulizia etnica della monbtagna di stampo ecofasciogiacobino volto ad ottenere un totale controllo del territorio con la sparizione delle forme tradizionali e veramente sostenibili di uso dello stesso. Quando nessuno oserà più andare nei boschi e in montagna, allevatori, pastori, boscaioli nonsarannpo più scomodi ostacoli sul cammino di una montagna da sfruttare senza scrupoli per produrre energia e materie prime per un capitalismo sempre più distruttivo.
(25.05.14)
Uomo aggredito da un orsa in Val di Sole
(da L'Adige) Paura questa mattina nei boschi della val di Sole: un uomo del posto, Sisinio Zanella, è statoaggredito da un'orsapoco sopra l'abitato di Carciato. L'uomo, che con il suo cane stava andando in una radura, a controllare una delle "sorti" di legname concesse ai residenti, poco prima delle 8 si è visto sbucare sul sentiero un cucciolo di orso: non ha nemmeno fatto in tempo ad allontanarsi che addosso gli è balzata la mamma, fattasi istintivamente aggressiva per proteggere il cucciolo.
L'uomo è riuscito ad evitare drammi solo grazie alla sua prontezza di riflessi: non ha mollato la presa delbastone che aveva con sé per proteggersi dalle vipere e l'ha usato per difendersi dall'orsa, colpendola fino a quando questa non si è allontanata. L'uomo ha riportato ferite lievi e qualche botta alla schiena, in seguito alla caduta a terra provocata dal balzo dell'orsa.La notizia si è diffusa rapidamente in tutta la valle ed ora i residenti chiedono che si faccia qualcosa per poter avere maggiore sicurezza: "Capisco il comportamento dell'orsa, istintivo - spiega il figlio di Sisinio - e non ce l'ho con le bestie, ma con chi le ha volute reintrodurre creando questa situazione. Non possiamo rimanere in casa o andare a fare legna con i fucili".
(01.03.14)
Quattro sindaci trentini e 3 veronesi chiedono misure contro gli orsi
«Siamo preoccupati perché non siamo in grado di garantire sicurezza alle persone sul nostro territorio». Così dichiarano i sindaci di Ala, Avio, Brentonico e Mori hanno firmato una lettera indirizzata al presidente della Provincia di Trento per chiedere più controllo sui plantigradi e la rimozione immediata degliesemplari troppo confidenti. Accanto ai nomi di Luigino Peroni, Sandro Borghetti, Giorgio Dossi e Roberto Caliari ci sono anche quelli dei colleghi veronesi di Belluno-Brentino, Ferrara Monte Baldo e Malcesine. I primi cittadini hanno preso posizione sul progetto Life Ursus ancor prima di venire a conoscenza delle recenti scorribande alle pendici dello Stivo in val di Gresta. Tutto è partito da Avio, dove nei mesi scorsi la Lega Nord, come negli altri paesi lagarini, aveva promosso una mozione per il controllo dell’orso. A differenza degli altri Comuni però, ad Avio il documento che impegnava il sindaco a fare qualcosa sul tema del predatore, è stato votato dalla maggioranza dei consiglieri e da lì è partita l’iniziativa della lettera. «Nel 2013 il Monte Baldo ha guadagnato ripetutamente gli onori della cronaca per i danni e le razzie di bestiame causati dall’orso», è l’incipit della missiva, chiaro riferimento alle aggressioni messe in atto da M11. «A tali danni si aggiungono i timori di una negativa ripercussione sulla serenità di cittadini e turisti nell’intraprendere escursioni in montagna, attività cui sono fortemente legate le presenze sul Baldo».
L'iniziativa arriva in un momento in cui gli orsi, per la maggior parte ancora in semiletargo, hanno inziato le loro scorribande a carico di animali domestici indifesi (un altro asinello è stato sbranato proprio in questi giorni) e delle arnie. Il senso politico è quello di muoversi prima della primavera, quando gli orsi causano il maggior numero di danni. Ci sono in gioco posti di lavoro nel pastoralismo (diverse malghe sono state abbandonate e altre non sono più frequantate dai pastori "storici") ma anche nel turismo
Eviendentemente i sindaci non credono al rassicurante studio pubblicizzato qualche giorno fa dalla Provincia che, citando "4 anni di ricerche" conclude che l'orso non è pericoloso. In Trentino sanno in molti che i casi più "scabrosi" sono stati tacitati come denunciato dal Comitato anti orso della Val Rendena che ha raccolto testimoniante su episodi che le autorità hanno ignorato o censurato. Insomma uno studio "scientifico" in cui i dati che potevano inficiare la tesi politica apriori "l'orso non è pericoloso" sono stati abilmente fatti sparire.
(26.02.14)
Termeno (Bz). Cresce l'esasperazione contro gli orsi. Il sindaco pronto ad agire
A Termeno in provincia di Bolzano la presenza degli orsi trentini (che però a suo tempo anche la Provincia autonoma di Bolzano aveva accettato) non è più sopportata. I danni si sono fatti pesanti. 50 ovini predati e uno solo indennizzato (degli altri si sono trovati solo miseri resti o nulla). Il 10 gennaio il sindaco aveva dichiarato che se gli orsi non fossero stati spostati era promto a firmare un'ordinanza per farli abbattere dai cacciatori locali. Walter Dissertori, giovane sindaco di Termeno è deciso ad andare fino in fondo. E' pronto a prendersi le proprie responsabilità di autorità locale responsabile per la sicurezza dei cittadini e precisa di essere allergico alle armi e di aver fatto il servizio civile nella Croce Rossa proprio per questo motivo. In febbraio i toni non si sono placati. E' partita una raccolta firme e la Provincia ha catturato un orso ma... si è limitata a radiocollararlo e a rilasciarlo. La cosa ha fatto arrabbiare ancora di più la popolazione e si è svolto un affollatissimo incontro pubblico in cui si è ribadita la richiesta di catturare gli orsi, ma per portarli nell'area deputata dalla provincia di Trento ad accogliere gli orsi problematici, non per lasciarli liberi di nuovo sia pure con il radiocollare.
Di fronte a queste notizie i soliti ambiental-animalisti da salotto hanno reagito scandalizzati: "ma cosa vogliono questi montanari, sono risarciti". Gli analfabeti non conoscono nemmeno la differenza tra risarcimento (che rappresenta una riparazione completa del danno) e l'indennizzo che è sempre parziale e su base arbitraria. Anche se gli orsi "non sono pericolosi" la Provincia di Trento ha previsto anche l'indennizzo per gli esseri umani eventualmente sbranati dal plantigrado: 250 mila €. La gran parte dei danni subiti dagli allevatori non vengono in realtà risarciti. Sia perché gli animali portati via dall'orso o finiti in un dirupo, ma anche quelli di cui si trovano resti insufficienti per una diagnosi di predazione non sono neppure parzialmente indannizzati. Sia perché gli allevatori subiscono danni indiretti che solo in minima parte la Provincia riconosce.
(14.02.14) Scansano (Grosseto): continua la clamorosa protesta degli allevatori contro gli ambientalisti e le istituzioni
A Scansano all'ingresso del paese, presso la rotatoria che porta alla cantina del Morellino, è stato affisso un cartello da cantiere con a fianco una testa di lupo mozzata. Sono 10 le carcasse (o teste) di lupo esibite sulle strade e nelle piazze per denunciare l'immobilismo della politica che finge di credere che in tutta Italia ci siano solo 800 lupi (dato misteriosamente fermo a vent'anni fa), che la specie è costantemente sull'orlo dell'estinzione mentre allevatori, cacciatori, abitanti delle aree rurali e montane sanno bene che i branchi stanno aumentando di numero e di dimensioni. Nonostante ogni anno vengano eliminati centinaia di lupi la specie continua ad espandere il suo areale giungendo sempre più vicina alle città alle coste, alle pianure.
A chi insiste a parlare di bracconaggio, questo cartello ricorda che è la falsa e ipocrita difesa a tutti i costi del lupo (pagata a caro prezzo dagli allevatori) a causare questi atti dimostrativi. Atti che accusano anche la sordità della politica e che dimostrano al mondo che anche nella gestione della fauna l'Italia si comporta in modo vegognoso. Per non urtare LAV, Enpa, Legambiente, WWF si preferisce mettere la testa sotto la sabbia. Se chiudono gli allevamenti per lupi non importa nulla. Basta che escano di scena in silenzio, senza troppo clamore. E allora non ci si può meravigliare o scandalizzare per certe forme di protesta.
Cosa aspettano provincie e regioni ad assumere delle iniziative? Quante altre teste di lupo dovranno essere esibite a vantaggio dell'immagine turistica della Toscana e dell'Italia prima di schiodarsi dalla loro ignavia?
(10.02.14) Cosa è successo al Crasm di Semproniano (Grosseto) indagato per traffico di fauna selvatica ma destinazione di "ibridi" lupo-cane catturati?
Que s'est-il passé dans le
Crasm de Semproniano (Grosseto) mis en examen pour trafic de faune
sauvage au sujet des "hybrides" loups-chiens capturés ? (traduction française ci-dessous)
La scorsa primavera i mezzi di informazione davano con enfasi la notizia di ispezioni e di indagini a carico del CRASM (Centro recupero fauna selvatica) di Semproniano in provincia di Grosseto. Come è noto in Maremma infuria la polemica sui lupi che stanno mettendo in ginocchio l'allevamento ovino.
Che la piazza grossetana sia particolarmente "calda" lo testimoniano le 8 carcasse di lupi esibite pubblicamente in segno di protesta. Per placare gli allevatori la strategia lupista ha da qualche tempo deciso di puntare su un diversivo: gli ibridi. Sarebbero loro i responsabili di molti attacchi, non i "veri lupi" (ma esistono ancora?) che hanno paura dell'uomo, che predano solo animali deboli e malati, dei gentlemen insomma.
Tutte panzane ovviamente ma per puntellare un colossale castello di bugie èa volte opportuno il rilancio, gettare ulteriore fumo negli occhi. Così si è dato avvio al progetto Ibriwolf sempre generosamente finanziato quando si tratta di una specie "a rischio di estinzione" "particolarmente protetta". Peccato che a certificare questo status siano gli stessi beneficiari dei finanziamenti, molto più difficili da ottenere se il lupo fosse declassato ad un volgare animale "semplicemente protetto" e, ancor più, se si riconoscesse che il lupo dilaga in tutta Europa ed è specie da contenere.
Ibriwolf consente - in forza delle finalità scientifiche - di derogare al severo divieto di cattura di fauna selvatica che, è bene ricordare, riguarda anche gli ibridi in quanto animali nati in natura e, dal punto di vista della selvaticità, riconosciuti tali sino alla quarta generazione. Così ibriwolf mette trappole, cattura, detiene gli ibridi e i sospetti tali. In attesa di analisi genetiche che, dopo la seconda generazione, sono peraltro considerate di dubbia interpretazione. La struttura che detiene gli ibridi è il Crasm di Semproniano . Una struttura gestita dal WWF che riceve 300 mila € dal Ministero più 90 mila dalle casse esangui delle provincie. Le ispezioni e le indagini, confermate dallo stesso WWF che ha comunque respinto ogni accusa, avrebbero riguardato la vendita (assolutamente illegale) di numerosi animali provenienti da sequestri o fatti riprodurre. I mezi di informazione parlavano a proposito di due floni di inchiesta uno riguardante appunto l'llecita attività di riproduzione nel centro. Da qui le ipotesi di peculato e truffa sulla base del sospetto che gli animali deceduti non venissero certificati per continuare a incassare le sovvenzioni.
Queste ed altre notizie sono riportate dal sito www.circo.it ( http://www.circo.it/wwf-nel-ciclone-per-il-centro-di-semproniano/) che si chiede, non senza giustificazione, agli animal-ambientalisti: "Perché gli animali dei circhi devono essere liberati e nei loro centri possono state benissimo tutta la vita?".
E' interessante sottolineare che l'indagine a Semproniano è partita nel 2012 da una denuncia anonima ed è stata condotta con ispezioni del Corpo Forestale dello Stato. Qualcuno penserà: ma cosa vale una denuncia anonima? Il fatto è che alla fine del 2013 sempre da denuncie anonime è scattata l'operazione del CFS a carico degli allevatori di CLC (cane cecoslovacco) palesemente finalizzata ad accusare, suonando la grancassa di comunicati ufficiali, allevatori e detentori della razza di contribuire al problema dell'ibridazione del lupo. Accuse senza fondamento alcuno ma in modo piuttosto spregiudcato per depistare l'opinione pubblica dai veri problemi di minaccia all'integrità genetica del lupo che sono probabilmente da attribuire allo stesso "partito del lupo". La sempre più frequente presenza di soggetti con caratteristiche morfologiche riconducibili a lupi di ceppi esotici (attestata anche dal CFS nel tentativo maldestro di imputare l'immissione di sangue di lupo canadese agli allevatori di CLC) non ha nulla a che fare con accoppiamenti casuali ma è frutto dell'immissione di soggetti provenienti da un traffico internazionale di lupi (provenienti da catture in natura o da "giri" tra zoo e centri faunistici). Per catturare un lupo alla fine basta solo una gabbia a scatto e un esca opportuna.
In tutto questo bel panorama i dubbi aumentano quando si vede che il centro di Semproniano, oggetto di inchiesta della procura di Grosseto, è partner importante del progetto IbriWolf. E perché dell'inchiesta non si sa più nulla?
Que s'est-il passé dans le
Crasm de Semproniano (Grosseto) mis en examen pour trafic de faune
sauvage au sujet des "hybrides" loups-chiens capturés ?
Au printemps dernier, les médias
signalaient en grande pompe la nouvelle d'inspections et d' enquêtes
touchant le CRASM (Centre de récupération de la faune sauvage) de
Semproniano dans la province de Grosseto. Comme on le sait la
polémique fait rage en Maremme au sujet des loups qui mettent
l'élevage ovin à terre.
Les huit carcasses de loups tués
exhibées publiquement en signe de protestation témoignent que la
situation dans la zone Grosetto est particulièrement "chaude".
Pour calmer les éleveurs la
stratégie lupiste a depuis quelques temps décidé de miser sur une
diversion : les hybrides. Ce serait eux les responsables de beaucoup
d'attaques, et pas les "vrais loups" (mais existent-ils
encore ?) qui ont peur de l'homme, qui ne prennent que des animaux
malades et faibles, en somme des gentlemen.
Que des bobards évidemment mais
pour étayer un colossal château de mensonges il est parfois
opportun de surenchérir en jetant dans les yeux un écran de fumée
supplémentaire.
C'est ainsi qu'on a lancé le
projet Ibriwolf toujours généreusement financé quand il s'agit
d'une espèce "en risque d'extinction" "particulièrement
protégée".
Dommage que ce soient les
bénéficiaires mêmes des financements qui justifient ce statut,
financements qui seraient beaucoup plus difficiles à obtenir si le
loup était déclassé au rang de vulgaire animal "simplement
protégé" ou, pire encore, si loup se propageant dans toute
l'Europe était reconnu comme une espèce à contenir.
Ibriwolf permet - forcément à
des fins scientifiques - de déroger à l'interdiction sévère de
capture de faune sauvage qui, il faut s'en rappeler, concerne aussi
les hybrides en tant qu'animaux nés dans la nature et qui, du point
de vue de la vie sauvage, sont reconnus comme des animaux sauvages
jusqu'à la quatrième génération. Ainsi ibriwolf pose des pièges,
capture, détient des hybrides ou ceux qui sont suspectés d'en être.
Dans l'attente d'analyses génétiques qui sont par ailleurs
considérées comme ayant une interprétation douteuse au-delà de la
deuxième génération. La structure qui détient les hybrides est
le Crasm de Semproniano . Une structure gérée par le WWF qui reçoit
environ 300.000 € du Ministère, plus 90.000 € des caisses
exsangues des provinces. Les inspections et les enquêtes,
confirmées par le WWF qui de toute façon a rejeté toute
accusation, concerneraient la vente (totalement illégale) de
nombreux animaux provenant de séquestres et faits se reproduire. Les
moyens d'informations parlent à ce sujet de deux filons d'enquêtes,
une concernant justement l'activité de reproduction illicite dans le
centre.
D'où les hypothèses de
détournement de fonds et de fraude sur la base de suspicions que les
animaux décédés n'auraient pas été certifiés pour continuer à
encaisser les subventions.
Cette nouvelle et d'autres sont
rapportées par le site www.circo.it (
http://www.circo.it/wwf-nel-ciclone-per-il-centro-di-semproniano/)
qui demande, non sans raison, aux animal-écologistes : "Pourquoi
les animaux de cirques doivent-ils être libérés quand dans les
centres ils peuvent y être très bien toute leur vie?".
Il est intéressant de souligner
que l'enquête à Semproniano est partie en 2012 d'une dénonciation
anonyme et qu'elle a été conduite avec des inspections du Corpo
Forestale dello Stato. Certains se diront: mais que vaut une
dénonciation anonyme? Le fait est que fin 2013 c'est en partant de
dénonciations anonymes que s'est déclanchée l'opération du CFS
contre les éleveurs de CLT (chien-loup tchécoslovaque) évidemment
dans le but d'accuser, en utilisant la grosse caisse des communiqués
officiels, les éleveurs et les détenteurs de la race de contribuer
au problème de l'hybridation du loup. Accusations sans aucun
fondement mais plutôt faites d'une manière sans complexe pour
détourner l'opinion publique des vrais problèmes menaçant
l'intégrité génétique du loup qui sont probablement à attribuer
au "parti du loup" lui même.
La présence toujours plus
fréquente de spécimens aux caractéristiques morphologiques se
rapportant à des loups de souches exotiques (attestée aussi par le
Cfs dans sa tentative maladroite d'imputer l'introduction de sang de
loup canadien au éleveurs de CLT) n'a rien à voir avec des
accouplements occasionnels mais est le fruit de l'introduction de
sujets provenant d'un trafic international de loups (provenant de
captures dans la nature ou de "circulations" entre zoos et
centres faunistiques). Pour capturer un loup il suffit d'une cage à
système de déclanchement et d'un appât approprié.
Dans ce joli panorama les doutes
s'amplifient quand on voit que le centre de Semproniano, important
partenaire du projet Ibriwolf, fait l'objet d'une enquête du Parquet
de Grossetto. Et pourquoi ne sait-on plus rien de cette enquête ?
(24.01.14) Carenza di manutenzione, impermeabilizzazione del territorio ma anche le nutrie
L'esondazione del Secchia in provincia di Modena ha dato luogo a violente polemiche circa le responsabilità delle rotture degli argini. Che la causa sia la scarsa manutenzione di alvei, argini e del territorio in generale non ci sono dubbi (vedi foto sopra con l'effetto diga causato dal troppo materiale trascinato dalla piena). Così come non ci sono dubbi che l'impermeabilizzazione di ampie superfici e le strade sopraelevate non aiutano il naturale deflusso delle acque. Però è inaccettabile che il problema dlele nutrie venga ridicolizzato solo per motivi ideologici dalle parti politiche e da esponenti politici che lisciano il pelo all'ambientalismo urbano che insorge appena si pone la necessità di regolare delle popolazioni di animali che - anche se la definizione suona politicamente scorretta - sono "nocivi". Non c'è niente di ecologico nel difendere le nutrie, animali esotici introdotti per gli allevamenti da pelliccia e poi rilasciate irresponsabilmente. Le nutrie, bisogna ricordare ai signorini di città (che si dimenticano sempre che la pancia la riempiono ogni giorno perché ci sono gli agricoltori, da loro tanto disprezzati e ridicolizzati) non danneggiano solo gli argini con enormi danni alla loro stabilità, ma provocano anche pesanti danni alle coltivazioni.
Chi ha addossato tutte le responsabilità del disastro alle nutrie ha sbagliato ma sbagliano ancora di più coloro che negano che le "graziose bestiole" (dall'aspetto di grossi ratti) siano nocive invocando anche per loro "protezione". Chissà se gli amici delle nutrie partecipebbero a dei campi di lavoro per la manuenzione degli argini (come alternativa all'eradicazione delle - solo per loro - "bestiole").
(18.01.14) Multe ai ciaspolisti. Proteste in bergamasca
Dopo una serie di multe comminate dai carabinieri a ciaspolisti che risalivano da Valtorta ai Piani di Bobbio i ciaspolisti insorgono: "Ci dicano dove possiamo passare, la montagna non è proprietà privata degli impianti sciistici!". E un esponente del Cai Bergamo con parole molto chiare e nette interviene a loro difesa scrivendo all'Eco di Bergamo e aprendo un dibattito pubblico. Una presa di posizione significativa perché non è in gioco una "concorrenza" tra appassionati di diverse pratiche ma una diversa concezione della montagna e del modo di fruirene.
Le piste da sci non sono autostrade e le montagne non sono proprietà privata. Sacrosanto il diritto di sciare e divertirsi a rotta di collo giù per le pendici innevate delle nostre belle montagne che, guarda caso, salgono agli onori della cronaca in occasione di incidenti valanghivi, interventi del Soccorso Alpino, luminescenti titoli sulla Montagna Assassina o sugli scialpinisti scriteriati con rulli di tamburi e squilli di trombe ad accompagnare editti per patentini vari e permessi di transito.
Ultimo ad assurgere a tali onori il sanzionamento di chi, ciaspole ai piedi, si permette di impunemente invadere e risalire quei pendii che forza di gravità ed interessi economici prevedono solamente in discesa.
Certo, è importante tutelare, sostenere e incoraggiare chi nelle Alte Terre investe al fine di svilupparne e – badiamo, non è secondario –
tutelarne le potenzialità e le bellezze. Ma le piste da sci non sono autostrade e le montagne non sono proprietà privata.
Chi sale pagando con la propria fatica e non pagando gli impianti, ha tutto il diritto di percorrere e godere il meraviglioso ambiente invernale. Facciamo le piste? Benissimo – con dei se e dei ma per i quali non è questa la sede –. Le vogliamo sicure? Altrettanto – e meno male – bene.
Allora non fermiamoci a metà, consideriamo parimenti ogni tipo di
fruizione. La montagna in inverno non è solo appannaggio degli sciatori
che riempiono gli impianti, c’è anche chi la vuole vivere in altro modo
e con questo non voglio assolutamente esprimere giudizi morali (non qui).
Ora, scegliamo se la montagna la vogliamo valorizzare in quanto mera risorsa economica, patrimonio in proprietà da sfruttare e far rendere (oggi, domani – mah – si vedrà), oppure senza manicheismi di genere, in quanto Bellezza, Ricchezza, Possibilità, Patrimonio Comune, Risorsa per il presente e per il futuro, soprattutto!
Nevio Oberti
Accompagnatore di escursionismo del Cai
Scuola di Escursionismo Giulio Ottolini - Cai Bergamo
Vicepresidente commissione di Escursionismo Cai Bergamo
(04.01.14) La politica cinica dello stato e degli ambientalisti
Ancora lupi sparati in Toscana, Umbria, Piemonte (sotto la lupa sparata in provincia di Terni)
Nei primi giorni dell'anno 2 altri lupi (o ibridi) presi ai lacci sparati in Maremma, una lupa trovata sparata in provincia di Terni a Piediluco, e i resti di un lupo, sempre sparato, rinvenuti in Val Chisone in provincia di Torino. Tutti ritrovamenti dovuti al fatto che chi ha sparato o voleva che le carcasse fossero trovate o non le ha occultate bene. Quando i "controllori" del lupo lavorano in modo professionale non se ne accorge nessuno. nessuno tranne gli addetti ai lavori che sanno bene che i lupi spariscono ma stanno zitti "per non creare emulazione" dicono loro, in realtà perché questo "controllo silenzioso" fa comodo a molti.
Lo stato italiano e le associazioni ambientaliste si pavoneggiano perché in Italia il lupo è "super protetto". Ma è un vanto da cialtroni. La "super protezione" è sinora consistita nel opporre un diniego sistematico e senza motivazioni tecnico-scientifiche alle richieste che venivano dalla Regioni per autorizzare una forma di controllo legale come avviene in tutti i paesi europe dove il lupo è presente in modo consistente ma dove non è consentita la caccia (legale anche in Spagna e in Grecia). Un diniego illegittimo perché basato su dati taroccati sulla consistenza del lupo e su una valutazione scientificamente indifendibile e circa il "persistente pericolo di estinzione". Considerato che i lupi appaiono ovunque (tranne in Sicilia e Sardegna) la tesi del "rischio di estinzione" e di una popolazione ferma da vent'anni a 600-1000 capi è solo una grave menzogna di cui qualcuno sarà chiamato a rendere conto. Infatti la categoria degli allevatori è tutelata da quelle stesse norme internazionali che pure stabiliscono lo status di specie particolarmente protetta (ma fino a quando?) del lupo. Lo stato italiano che non riconosce la gravità dei danni all'allevamento e che nasconde il numero reale di lupi è responsabile dei danni provocati dai lupi che, in quanto fauna selvatica, per la legge italiana sono proprietà dello stato stesso. La responsabilità è del Ministero dell'ambiente che lega le mani alle Regioni che dovrebbero attuare il controllo.
La politica del lupo all'italiana serve a lisciare il pelo agli animalisti e a coccolare una componente dell'opinione pubblica dalla superficiale e arretrata cultura ecologica basata sull'emozione e sulla confusione tra la realtà, Yellowstone, Disneyland. .
E' una politica cinica che punta sull'esasperazione di pastori, allevatori e cacciatori. Gli ambientalisti, il CFS, il Ministero sanno bene che - oltre una certa soglia di presenza di lupi e di gravità dei danni - le categorie danneggiate sono costrette a passare all'azione, con fucili, trappole varie, veleno. Succede ormai in tutte le regioni dove è presente il lupo. In silenzio allevatori, pastori, cacciatori "tolgono" un po' di lupi tanto da alleggerire la pressione.
Non succede solo in Calabria ma anche in Toscana, in Piemonte e nelle altre regioni del Nord.
Le istituzioni non danno alcuna risposta e la gente si convince che deve operare una "supplenza".
Luigi Boitani l'esperto maximo europeo di lupi ha anche teorizzato tutto ciò: "Se non ci fossero i bracconieri ci troveremmo i lupi in casa". Da una parte lupologi e ambientalisti fingono di stracciarsi le vesti inveendo contro i "barbari efferati criminali", dall'altra sperano che operino in maniera efficiente impedendo che il problema si ingigantisca. Insomma il bracconaggio è una valvola di sfogo che fa un gran comodo al "lupismo di stato" perché consente di mantenere la rappresentazione di facciata di un regime di "massima protezione del lupo". Se poi qualcuno spara sono criminali, sono cavoli loro. Polizie provinciali, CFS, ambientalisti sperano anche che i bracconieri non facciano bravate, che non si facciano scoprire. Solo in pochi casi particolari chi ha eliminato i lupi è stato individuato e condannato. Per il resto nessuno si impegna più di tanto ad individuare i responsabili. "Non abbiamo la benzina" è la scusa delle polizie provinciali. "Abbiamo troppi compiti da svolgere" quella del CFS. La realtà è che c'è la volontà politica di lasciare le cose come stanno. Ma i lupi rompono gli equilibri: sono sempre di più e sempre più sfrontati e il conflitto sociale, che la politica del "chiudiamo un occhio sul bracconaggio" vorrebbe evitare, sta esplodendo lo stesso: dal Piemonte all'Umbria, dalla Toscana al Veneto.
La politica dell'irresponsabilità sposta solo la soluzione dei problemi ma li aggrava.
(01.01.14) In
Maremma contro i danni insostenibili dei lupi una forma di
protesta sociale
Sei
lupi uccisi a fucilate negli ultimi mesi in
Maremma. Tutt'altro che furtivamente ma
lasciando le carcasse nelle piazze dei paesi.
E gli animalisti attaccano gli allevatori e i cacciatori con toni razzisti
E' una guerra quella in atto in Maremma.
Titolano così anche i giornali riflettendo quello che è convinzione generale in Maremma: ormai è davanti
agli occhi di tutti che le uccisioni dei lupi sono la reazione allle stragi di animali e alla stessa messa in
discussione dell'attività degli allevatori. Non c'entra il bracconaggio e non è
certo con mezzi di polizia, di repressione che si può risovere la situazione. Ogni azione in tal senso, semmai, aggraverebbe l'esasperazione di un'intera categoria contro le istituzioni.
Il bracconiere non ha alcun interesse a
farsi beccare e cerca di fare la sua attività di caccia di
frodo nel modo
più furtivo possibile. Invece chi ha ucciso i lupi ha
fatto di tutto per farsi notare per rendere il fatto
platealmente pubblico legando le carcasse nelle piazze dei
paesi, sin sulle scale di un teatro. Così la politica,
sino ad oggi sorda, ha iniziato timidamente ad
interessarsi del problema e quantomeno a riconoscere che
"gli allevatori sono esasperati"
In realtà lo stato d'animo degli allevatori
va già oltre l'esasperazione: migliaia di capi persi, il
patrimonio zootecnico ovino dell'Amiata dimezzato, la
prospettiva concreta della sparizione dell'allevamento. Un
obiettivo che la parte più animalista del fronte lupofilo
non nega dal momento che per essa (LAV e oltre)
l'allevamento dovrebbe essere abolito e si dovrebbe
imporre il veganesimo coatto. La componente più ipocrita
del fronte lupofilo (WWF e Legambiente) continua invece a
cianciare di "convivenza" e trova la solita Coldiretti
(maestra di ambiguità) a fare da sponda nei vari programmi
HybridWolf MedWolf ecc. (dove c'è ma gestire finanziamenti
ci si intende subito tra volponi...). Però di fronte alla
nuova situazione anche la Coldiretti si rende conto che è
vicino un punto di ruttura e pur deprecando l'uccisione di
animali "giustamente protetti" trova modo tra le righe di
giustificare chi sta facendosi giustizia da solo. Una
posizione che finge di ignorare che il lupo è
"ingiustamente protetto" perché sulla base di dati
volutamente falsificati gli esperti hanno fornito sempre
un parere negativo al Ministero quando si trattava di
rispondere alle richieste di abbattimenti in deroga
(previsti dalla Convenzione di Berna e dalla Direttiva
Habitat). Previsti per "grave danno economico" anche
quando le popolazioni di lupi sono ridotte, figuriamoci se
non sarebbero legali in Italia dove il lupo scoppia di
salute, arriva alle porte delle citta, sulle coste, si
avvicina ai centri abitati. In Francia quest'anno era
stato decretato l'abbattimento di 13 lupi (su 250), in
Svezia si prelevano 20 lupi all'anno su 200. La "legge"
(in realtà sono solo pareri tecnici tradotti in dinieghi
ministeriali alle richieste di controllo da parte delle
regioni) che impedisce il controllo del lupo in Italia è
di fatto illegittima, è un abuso bello e buono dovuto al
fatto che i verdi sono "più uguali degli altri" e piegano
la pubblica amministrazione alla loro faziosità
ideologica. I dinieghi e i pareri contrari al controllo
del lupo sottovalutano i reali danni economici e sociali
della predazione (peraltro palesemente riconosciuti dalla
Commissione agricoltura della camera nella scorsa
legislatura che aveva votato una risoluzione che apriva al
controllo del lupo). Ma gli organi "tecnici" (fatti da
ambientalisti) che "consigliano" il Ministro dell'ambiente
se ne fregano delle prese di posizioi politiche e degli
orientamenti democraticamente espressi dal parlamento e
continuano a farneticare di lupi in pericolo di estinzione
quando è palese che la cifra di 600 lupi in Italia è
ridicola dal momento che (sulla base di alcune stime
regionali) questo numero è verosimilnte pari quello dei
lupi della sola Toscana e delle regioni limitrofe.
Forse queste circostanze potrebbero non
essere tenute in considerazione da un giudice ma
moralmente pesano.
Intanto la LAV di Grosseto si scatena, non
solo attribuisce la "strage dei pupi" agli allevatori
ovini, ma parla di politici che cercano voti nella "parte
più brutale della popolazione", di problemi da rderivanti
dalle "troppe licenze di caccia" rilasciate senza
controlli psicologici a cacciatori psicologicamente
instabili. Un vero e proprio razzismo contro allevatori,
cacciatori qualificati come psicopatici, normali cittadini
che ritengono che sia ora di attivare un controllo
numerico del lupo come consentito dalla legge.
(24.12.13)Animalista aggredita da un branco dicinghiali
E'
successo ieri sui Colli Euganei, provincia
di Padova. La volontaria Enpa aggredita da
due grossi capi staccatisi da un branco.
Feriti i suoi due cani
Spiace per la donna, rimasta molto scossadall'episodio ma gli ambientalisti e tutta la lobby
animal-faunistica che predica l'innocuità di lupi, orsi e
cinghiali se la merita. Quando sono contadini, pastori,
cacciatori a denunciare aggressioni o incontri ravvicinati
inquietanti con i cinghiali, orsi, lupi gli animalisti
rigettano tutto come "chiacchere da bar". Ora tutti i
tecnici faunisti, tutti gli ambientalisti e gli animalisti
che ripetono come un mantra: "i cinghiali non aggrediscono
l'uomo, al massimo lo fa la scrofa con i piccoli" dovranno
per punizione mangiarsi la pagina del Mattino di Padova
del 24 dicembre che riferisce il racconto della volontaria
Enpa. La donna passeggiava tranquilla in una zona abitata
a Battaglia Terme, quando ha sentito un rumore assordante
"come una carica di bisonti". Due grossi capi
(verosimilmente maschi l'hanno attaccata uno dopo
l'altro). La donna si è difesa agitando un bastone e deve
ringraziare anche suoi due cani (immaginiamo dei
trovatelli) che hanno coraggisamente ingaggiato con i
cinghiali. Sono rimasti emtrambi feriti, uno in modo
abbastanza grave al ventre perdendo molto sangue. La
giovane femmina è stata ritrovata dalla signora solo dopo
un'ora quando ormai disperava di trovarla viva. La
pianteranno quelli ella lobby e tutti i tecnici faunisti
pubblici ipnotizzati dalla lobby dei faunisti
"scientifici" di dire che "i cinghiali non sono
aggressivi". Se non lo faranno i casi sono due: o sono
lobotomizzati, o hanno subito un lavaggio del cervello di
quelli pesanti ... o sono stati corrotti per raccontare
menzogne utili alla "politica della natura" antipopolare e
funzionale agli interessi dominanti .
(20.12.13) Lupi in
Lessinia: una strage di bovini
Trala provincia di Verona e quella di Trento
questa estate sono statepredate 14 manze, 5
vitelli e 6 asini. Più altre perdite non
riconosciute e che non saranno mai
rimborsate (restano solo le ossa e non è
possibile la diagnosi)
Il lupo proveniente dalla Slovenia
(almeno così ci raccontano) ha messo su una famiglia
numerosa. Fenomenali questi lupi. Come la coppia del Monte
Calanda nei pressi di Coira in Svizzera. Lo scorso anno si
è formata la coppia e quest'anno (ai primi di dicembre)
sono stati fotografati 10 lupi nella neve. Forse la
realtà non è così romantica cone i lupofili e i lupologi
vogliono farci credere e chissà se non ci sia qualche
"aiutino" (illegale) in questo sorprendente ripopolamento
delle Alpi da parte del lupo. Chi tifa lupo non solo è
fanatico e disposto a tutto ma, molto spesso, ha parecchio
da guadagnare. Il lupo è un business lucroso come dimostra
il progetto WolfAlp. Un progettino da 7,2 milioni
solo sulle Alpi italiane, ed escluse Valle d'Aosta e
Bolzano dove i politici non sono cialtroni (destra,
sinistra, centro, "padani" senza distinzioni) e
l'agricoltura la difendono. Dove arriva il lupo arrivano
milionate di progetti e quindi si fa di tutto per
facilitarne l'arrivo e la diffusione. In Italia la
mentalità è ancora quella del comune medioevale, con il
contadino cittadino di serie B. Chissenefrega (per
lorsignori ambientalisti) se la prolifica coppia lupina
della Lessinia ha provocato la scorsa estate 12 attacchi
ad allevamenti bovini in Lessinia e nove oltreconfine
nella provincia autonoma di Trento. Sono state accertate
come perdite da predazione lupina 4 manze e 5 vitelli in
Lessinia (in tre attacchi si sono rinvenute solo ossa e
non ci sarà alcun rimborso) oltre a due asini. In trentino
i lupacchiotti hanno effettuato 9 attacchi con 9 manze
morte e 3 asini. Agli "ambientalisti" di città, che al
caldo delle loro case super riscaldate con ai piedi comode
pantofole provano "brividi di emozione" al pensiero che
sulle montagne di casa si verifichino scene di predazione
da Yellowstone, va bene così. C'è chi specula e ci sono
gli zombie che assicurano il loro consenso "di massa" alle
strategie del potere. Gli animali, ancor più degli
"ambientalisti" televisivi, sono le pedine di un "teatro"
politico, protagonisti passivi delle biopolitiche. Dove la
"selvaticità" cela l'esatto contrario: la manipolazione
tecnocratica.
(17.11.13)Paura dei lupi sull'appennino
modenese
Neigiorni scorsi un branco di ben 18 lupi è
penetrato in recinti dove erano custodite
pecore e capre sbranando diversi capi e
facendosi vedere presso le abitazioni
altri
articoli sul tema "Lupo"
su Ruralpini
I lupologi, veri esponenti dell'imbroglio
scientifico ai danni del popolo, vanno sostenendo che il
lupo è timido, che fugge con
la coda tra le zampe appena sente odore di umano, che in
Europa i branchi sono al massimo di 7-8 individui ecc.
ecc. E' un vero trattamento al Valium quello che
propinano agli italiani, un Valium che agisce in
sinergia con il rimbambimento collettivo prodotto dai
melensi documentari "naturalistici" propinati da Geo
& Geo e roba simile. Una propaganda che serve a
sostenere il clientelismo dei Parchi e delle
associazioni ambientaliste che in nome del lupo
gestiscono progetti milionari.
Lo scopo di
tante balle? Tenere nascosto che il numero di lupi
è almeno doppio di quello ufficiale (che da almeno 10
anni è sempre fermo a 1000 capi), non far sapere alle
popolazioni che stanno arrivando nelle pianure, nelle
periferie delle città, sulle coste. Che presto saranno
un pericolo per l'uomo.
L'incantesimo
dei pifferai magici "protezionisti" (che operano si per
amore del loro beniamino, ma anche delle loro tasche)
deve durare sino a quando in tutte le regioni ci saranno
stabili popolazioni di lupi. Allora si cercherà di
blandire i vituperati cacciatori concedendo una limitata
possibilità di caccia. La pastorizia italiana sarà già
distrutta, però. Cosa che ai protezionisti non può fare
solo che piacere perché a loro piace una montagna con i
fiorellini e i lupetti senza quelle volgarità delle
pecore e dei pastori. A Miceno, una frazione di
Pavullo nel Frignano nell'appennino modenese nei
giorni scorsi un branco di 18 lupi ha sbranato capre e
pecore che sembravano al sicuro all'interno di robusti
recinti e si aggira tra le case. Cresce la paura e la
rabbia tra gli abitanti della montagna. Alessia Pinotti,
figlia di Annalisa Speranzoni, titolare di un'azienda
agricola ha assistito inorridita alla scena di un branco
di lupi (se ne distinguono almeno sei nell immagine
immortalata dalla telecamera di sorveglianza, foto
sopra) che divoravano la carcassa di una mucca morta
nella notte e che era stata portata all'aperto per la
visita del veterinario alle 6 di mattina. La Pinotti
sostiene che una sera ha contato 18 lupi. "Sono talmente
tanti e vanno avanti indietro tranquillamente tra le
case che hanno tracciato un sentiero". Ad una vicina
qualche giorno prima avevano sbranato delle capre chiuse
entro una recinzione alta due metri. Tra Pavullo e
Serramazzoni i lupi hanno fatto strage di pecore, catre
e bovini ma i politici che tifano per il lupo (in Emilia
in particolare) se ne fregano totalmente delle proteste
degli allevatori, che ora temono anche per la loro
stessa sicurezza. Così va l'Italia.
(07.11.13)Gap: la collera dei pastori contro
gli ambientalisti da salotto
Questa
mattina trecento tra pastori e i
loro sostenitori hanno manifestato
per le strade di Gap, cittadina
delle Alte Alpi francesi. Domenica
in un solo attacco un pastore ha
perso 98 ovini.
altri
articoli sul tema "Lupo"
su Ruralpini
Si
moltiplicano le manifestazioni dei pastori
in Francia. Dopo le proteste con
l'esposizione delle carcasse degli animali
predati sulla strade e una manifestazione
nazionale nel Massiccio centrale oggi si è
svolta una protesta spontanea ma dura dei
pastori delle Alte Alpi per le strade
della cittadina di Gap. I pastori hanno
esibito le carcasse di alcune pecore
portando in corteo per le strade e hanno
poi fatto oggetto di un fitto lancio di
uova la sede della SAPN
la socété Alpine de protection de la
nature. Alcune carcasse sono
state lasciate legate alla vetrina
dell'associazione. Il segno di una
tensione che diventa sempre più forte e
che contrappone, in quello che è un aspro
conflitto sociale un soggetto popolare: i
pastori (lavoratori autonomi, salariati,
piccoli impreditori) alla base piccolo
borghese dell'ambientalismo imbesuita di
ideologia verde e a un ceto di burocrati e
intellettuali che trae diretti vantaggi
dal business protezionista e che porta
acqua al mulino del capitalismo
neoliberista. Quest'ultimo sfrutta
l'ideologia ecologica per ottenere nuovi
vantaggi con la green economy e per
acquisire un controllo più diretto per lo
sfruttamente delle risorse territoriali
usando la foglia di fico della wilderness
(ma in realtà puntando allo sfruttamento
energetico delle biomasse, dell'eolico,
delle risorse idriche togliendo di mezzo
chi usa il territorio al di fuori del
controllo dell'economia capitralistica e
può resistere al nuovo colonialismo).
Alla manifestazione hanno partecipato
pastori della FNSEA l'organizzazione
agricola maggioritaria "moderata" ma che
non esita schierarsi apertamente con i
pastori a differenza della Coldiretti che
è alleata del WWF e dei Parchi alla caccia
di finanziamenti per la propria
burocrazia. Un mondo diverso appena al di
là delle Alpi dove un non global,
eurodeputato verde come Bové sta con i
pastori sostenendo il loro diritto a
sparare ai lupi per difendere gli animali
e dove persimo alcune frange ambientaliste
sono favorevoli all'abolizione del regime
di stretta protezione dei lupi consapevoli
che l'impatto del lupo sulla pastorizia,
che garantisce il mantenimento con metodi
ecologici di ampie superfici garantendo la
più sostenibile delle produzioni (senza
concimi chimici, pesticidi e con quasi
zero combustibili fossili), può avere
conseguenze molto negative sulla
biodiversità. Argomenti che in Italia non
interessano all'embientalismo e agli
ambienti scientifici protezionisti alla
caccia di lussuosi finanziamenti (è stato
appena varato il progetto Wolf Alp da 7,5
milioni di € che comprende le regioni
alpine (tranne Valle d'Aosta e Bolzano che
stanno con i pastori e non con orsi e lupi
e ambientalisti di città). Un vero insulto
ai pastori (compresi i margari che hanno
anch'essi perdite di bestiame bovino a
causa dei lupi).
(05.12.13) Pienone per Latouche a Sondrio
Il
salone del Policampus in Via Tirano gremito
all'inverosimile. Più di seicento a sentire
il teorico della decrescita. Il giorno
successivo Forum Terre Alte con gli amici
della Val Maira (Cn)
(05.11.12) Sondrio- Ci si aspettava un buon afflusso di pubblico la sera del
4 per la conferenza di Serge Latouche a Sondrio
organizzata da Valtellina nel Futuro. Ma l'affluenza è
andata oltre le previsioni. Il pubblico ha fatto incetta
delle sedie del vicino bar sistemandole nei corridoi.
Molti in piedi, diversi non sono potuti entrare nella
sala. C'è un grande interesse per chi, come Latouche,
simboleggia una svolta radicale verso un nuovo modello di
sviluppo sociale emancipato dall'unidimensionalità
dell'unica prospettiva del Pil e dell'economia
consumista.
C'è però ancora una certa timidezza
nell'abbracciare il nuovo paradigma testimoniata dalle
domande rivolte a Latouche. Domande in larga misura tese a
capire come controbattere ai detrattori della decrescita,
a coloro che sostengono che un freno al consumismo, a
quei fenomeni di obsolescenza programmata delle merci, di
spreco delle risorse porterebbe la miseria, la fine di
ogni forma di assistenza sociale, il ritorno alle caverne.
Latouche ha ricordato come si continui a
dimenticare che la sfera dell'economia è immersa in una
sfera ecologica e che lo sviluppo (in termini di
espansione della produzione materiale a prezzo del consumo
di risorse naturali non riproducibili) è stato
conseguito creando le premesse per gravi conseguenze
ecologiche. Già ai tempi di Marx c'era chi teneva conto
della necessità di fare i conti con l'ecosfera ma il
fondatore del marxismo (che ha influenzato durevolmente
l'orientamento produttivista ed economicista della
sinistra) aveva letto troppo gli economisti classici. La
conclusione è che c'è un'ampia fascia di persone che si
sta ponendo dlele domande sul futuro, sulla bontà di un
sistema che - sia a destra che a sinistra - si considera
ancora l'unico possibile. Nella mentalità collettiva si
sono però sedimentate nel profondo la mentalità
economicista, produttivista, statalista, assistenzialista.
Una società più sobria, attenta a non
scaricare sulle generazioni future le conseguenze di crisi
catastrofiche dell'ecosfera, deve riavvicinare produzione
e consumo, introdurre meccanismi che contengano il potere
e lo spazio dei grandi apparati, delle catene lunghe
di produzione di beni e servizi che comportano
sprechi e difficoltà di controllo su un uso efficiente e
parco delle risorse. Non è un optional bizzarro, è una
necessità.
Nella mattinata del 5 dicembre presso la sede
del Bim si è poi svolta una sessione straordinaria del
Forum delle Terre Alte. Robi Ronza ha illustrato il nuovo
blog del Forum mentre il sociologo Sergio De la pierre ha
trattato il tema della rinascita delle piccole comunità
esponendo il caso di Corma Imagna nelle Orobie
bergamasche. Nella discussione scaturita da questa
relazione si è innestata la presentazione del libro
"Ritorno in Val Maira" da parte di Giorgio Alifredi,
allevatore di capre a S.Damiano Macra, Cn e presidente
dell'associazione Alte Terre. La presentazione del libro
degli amici della Val Maira era stata organizzata
dall'associazione Amamont, amici degli alpeggi e della
montagna che la scorsa estate aveva organizzato tra Val
Maira e Val Grana il suo evento sociale principale. La
giornata si è conclusa presso il centro Oikos di Triangia
(Castione Andevenno) che ha sede ex-scuola elementare di
Castione Andevenno si trova nella frazione Bonetti a 300
metri della fattoria Lunalpina. Al pranzo (tutto a
base di prodotti "più che bio" e a km 0) era presente
Serge Latouche che nella mattinata aveva visitato Sondrio
guidato da Ivan Fassin.
(30.09.13)
M2 vittima del WWF
M2
era un orso problematico. La Provincia, pur
nella sua orsofilia (finalizzata alla
promozione turistica) aveva deciso di
catturarlo, ma il WWF aveva bloccato la
cattura con dei ricorsi
altri articoli sul
tema "Orso"
su Ruralpini
La stampa borghese (Repubblica, la Stampa,
Corrierone, Unità ecc.) commenta nel modo più fazioso
antimontanaro e anticontadino la notizia dell'uccisione
dell'orso M2. Si parla di alpigiani barbari e crudeli che
brindano (chissà che ciucche!) alla fucilazione dell'orso.
Al massimo si riconosce che qualcuno "si è fatto giustizia
da solo" lasciando intendere che M2 aveva commesso
qualcosa di più di marachelle. La lista dei capi sbranati
(spesso vivi, con atroci sofferenze, però, non si riporta.
Prché sarebbe lunghissima, fatta di asini, manze, pecore.
Qualcuno, anche tra i lettori della stampa borghese,
potrebbe forse pensare - il che non è politicamente
corretto - che i subumani montanari non siano degli
assatanati che odiano gli orsi per partito preso, per
"arretratezza culturale" e che, forse, a un po' di
solidarietà avrebbero diritto anche loro (e magari anche
le loro bestie vittime del vitello d'oro della "natura che
ritorna"). Vomitevole ipocrisia pseudo ecologic a danno
dei soggetti sociali più deboli, mentre gli stessi
interessi capitalistici procedono alla distruzione
delle foreste, speculano sulle biomasse, sui pesticidi,
sugli ogm.
Quello che non viene detto a chiare lettere è
che se nel 2012 il WWF non avesse fatto ricorso al
Consiglio di Stato contro la cattura di M2, il plantigrado
sarebbe ancora vivo (sia pure in un "centro" apposito
della PAT).
Qualcuno se l'è presa anche con la perfida
Svizzera che non ama gli orsi e che ha detto chiaramente
al governo italiano che gli orsi problematici devono
essere gestiti in Italia non scaricando la patata bollente
alla Confederazione quando passano i confini. Dal momento
che la Svizzera è uno Stato che non tratta come sudditi i
suoi cittadini (comunque non quanto Roma) e che,
in cambio delle tasse, si preoccupa di fare il suo dovere
e di difendere la loro sicurerezza, la "strategia
Svizzera" per gli orsi prevede che quelli pericolosi siano
sparati. Ma poi in Italia sparano sulla Svizzera per
questi "orsicidi" e quando è stato abbattuto M13 in Val
Poschiavo si è mobilitato persino un vanesio ex
ministro degli esteri.
Il mondo deve sapere che in qualsiasi altro
paese europeo M2 sarebbe stato abbattuto o catturato. E
che in qualsiasi altro paese europeo non si lascia che
predatori commettano impunemente stragi di bestiame
terrorizzando una valle. Solo nell'Italia sono possibili
queste cose. Perché è un paese dove la servitù della gleba
non è mai stata abolita del tutto e dove il "contado" è
stato sempre vittima di un colonialismo interno feroce (in
tempi andati codificato dall'inferiorità giuridica dei
rurali nei confronti dei cittadini sia in termini fiscali
che civilisti e penali.
(19.09.13)
"La situazione è sfuggita di mano"
(esempi dal Piemonte alla Sardegna)
I
sindaci del Canavese in un incontro
a Burolo denunciano
l'insostenibilità della situazione
creata dalla prolifeazione dei
cinghiali e preparano un protocollo
d intesa
altri
articoli sul tema "Fauna"
su Ruralpini
Ad Andrate i cinghiali hannodistrutto l'area pic-nic e giochi dei bimbi.
Ovunque si avvicinano ai centri abitati perché
l'aumento delle popolazioni è tale che in molte
situazioni i cinghiali sono affamati. Ci sono
situazioni dove il fenomeno assume aspetti quasi
surreali come in Sardegna dove l'isola
dell'Asinara (Parco) è stata colonizzata e la
vegetazione gravemente danneggiata dai cinghiali
che ora, ormai in numero esorbotante si spingono a
nuoto sull'Isola del Piano per cercare di sfamarsi
pescando i granchi. Per fortuna queste situazioni
le hanno create degli intelligentoni naturalisti e
protezionisti (qui i cacciatori non hanno nessuna
colpa perché siamo in un Parco). Tornando al
Canavese i sindaci denunciano l'aumento degli
incidenti stradali e la diffusione di un fenomeno
di caccia "fai da te" che potrebbe portare pesanti
conseguenze penali per chi cede alla tentazione di
difendersi da solo. Lo scorso hanno un
"bracconiere" triestino che aveva "prelevato" dei
cinghiali con i lacci era stato assolto,
considerato che la Provinia non aveva
colpevolmente completato il piano di abbattimento
e che quei conghiali non ci dovevano essere. Una
sentenza coraggiosa ma per ora isolata. Anzi gli
ambientalisti stanno lanciando la loro caccia alle
streghe (per loro sono i bracconieri) istigando
alla delazione. Una campagna miserevole perché nel
caso dei cinghiali il bracconaggio è autodifesa e
perché fa leva sull'invidia e le piccole rivalità
tra vicini.
Nel Canavese (come ovunque) i rurali
per difendere vigne e campi frutto di sudore (si
parla di piccole coltivazioni dove si lavora
spesso ancora a mano o con una meccanizzazione
molto ridotta) tendono trappole e si
improvvisandosi cinghialisti. Per evitare che il
fenomeno si diffonda e che qualcuno finsica in
tribunale si deve passare dalla "caccia selettiva"
e strettamente limitata in termini di stagione,
giorni, orari ad una caccia (ma sarebbe meglio
dire controllo numerico) continua e non selettiva.
È quello che chiedono i sindaci che, in attesa che
la politica si degni di mettere norma alle
anacronistiche leggi venatorie ("di protezione
della fauna oneoterma", pardon) cercano un'intesa
con i cacciatori. I quali farebbero bene a
ricordare che gli ambiental-animalisti hanno tutto
l'interesse a che cacciatori da una parte e
contadini e abitanti rurali dall'altra siano
divisi. Per poter lasciare le cose come stanno
(con tante di quelle limitazioni da disincentivare
un "ricambio" di cacciatori e portarli lentamente
all'estinzione) o introdurre norme ancora più
restrittive che equivarrebbero ad un'abolizione di
fatto della caccia.
(10.09.13)
Dalla Carnia all'entrotrerra
savonese contadini cessano l'attività per colpa dei cinghiali
Dopo
l'esasperazione c'è la resa. Un atto
di accusa durissimo contro la non
classe politica provinciale,
regionale e nazionale che del mondo
rurale (che non riesce a fare lobby)
se ne frega totalmente
altri
articoli sul tema "Fauna"
su Ruralpini
Ogni giorno è un bollettino di
guerra quello che registra il dilagare dei
cinghiali in tutta Italia e una pressione che in
molte località ha passato la soglia
dell'esasperazione.
Dal savonese giunge la notizia che
in alcuni vigneti dell’entroterra i
cinghiali hanno provocato danni di tale
entità al frutto, alle piante, ai terreni ed ai
muri delle fasce, da indurre i coltivatori
all’abbandono dell'attività per l’impossibilità di
trarre un minimo reddito o semplicemente portare a
termine il raccolto. Da un estremo all'altro delle
Alpi troviamo la stessa situazione in Friuli,
nella Carnia alpina.
Campi “arati” dai cinghiali,
granoturco steso a terra , gente scoraggiata che
dà forfait. Questo in sintesi il problema dei
cinghiali in Carnia. Accade a Preone
e in tutta la media val Tagliamento della
Carnia, da Enemonzo a Socchieve. Sono ancora in
molti che lassù vivono di agricoltura,
direttamente o quale integrazione al reddito.
Qualcuno però esasperato non ce la fa più e chiude
l’attività. A Preone un agricoltore ha
scritto sui suoi meli "Chiudo l'attività per
cinghiali". A fianco i campi saccheggiati dai
cinghiali, nonostante il filo elettrico che corre
tutt’attorno al perimetro coltivato. Le provincie
non hanno più soldi nemmeno per i risarcimenti
(che comunque vanno solo a coltivatori
professionali iscritti in camera di commercio),
figuriamoci se hanno soldi per le protezioni. Che
comunque servono a poco.
La tragedia del mondo rurale è che
nel caso dei cinghiali ha contro la lobby
animalista ma anche quella dei cacciatori che,
ottusamente, stanno inimicandosi in tutta Italia i
contadini e i rurali non capendo che il problema
cinghiali è diventato un fatto sociale. Putroppo
non c'è nessuna organizzazione che difende il
mondo rurale. Le organizzazioni "agricole"
trattano prevalentemente di agricoltura
industriale, dove c'è da incassare sulle pratica
della Pac. Un'agricoltura produttivista che è
stesso altrettanto nemica del mondo rurale, dei
piccoli produttori, degli ambiental-animalisti.
C'è un vuoto di rappresentanza enorme di un ambito
sociale e territoriale che viene massacrato
proprio quando ci sono segnali di nuova vitalità,
di rinascita dei nuclei rurali e dei piccoli
centri, di una "fuga dalle città" che non è più
fatto romantico e individuale ma fatto sociale.
(03.09.13)Esasperazione
in Trentino e a Cuneo tra gli
allevatori per le gravi predazione
Sul
Monte Baldo prosegue la catena di
predazioni. Uccisa oltre a delle
pecore anche una manza gravida
prelevata dal recinto. Una vacca
uccisa dai lupi e un'altra
infortunata a Limone Piemonte
(03.09.2013) L'Italia è il solo paese
al mondo dove per diktat degli ambiental-fascisti,
una politica senza riscontro in alcun paese
civile, lupi e orsi possono uccidere a ripetizione
animali domestici impunemente. Sul Baldo era
l'orso M11 a fare strage non solo di ovini ma
anche di vacche adulte. Adesso pare che ve ne sia
un'altro. E il Dr. Groff (il capo dei forestali a
custodia degli orsi) ha avuto l'ardire
qualche giorno fa che solo 1 orso su 20 è
problematico. Il che è come dire che solo 2,5 orsi
sono problematici. Considerando le razzie che
avvengono non solo sul Baldo ma anche nelle
Giudicarie e nei pressi di Trento delle due l'una:
o Croff "sottovaluta" il numero degli orsi
problematici o, evidentemente, orsi che predano a
ripetizione avvicinandosi alle abitazioni, ai
recinti, alle persone per lui non sono un
problema. Per chi vede la Natura, la Nobiltà, la
Biodiversità, la Bellezza solo negli orsi e
considera merda mucche, capre, cavalli, asini e
pecore (e probabilmente anche allevatori e
contadini, una varietà subumana che deve
accontentarsi un po' di indennizzi e tacere) non
c'è nessun problema nel fatto che le loro amate
bestiacce sventrino, sbranino animali indifesi
come in un supermercato dove la predazione è come
una mangiatoia comoda e senza rischi.
Trentino. Tra giovedì e
sabato sul Monte Baldo, in comune di Brentonico,
un allevatore si è visto uccidere gli
animali, importante fonte di reddito. Nella notte
tra giovedì e venerdì scorso un orso ha fatto
visita a San Giacomo, nei pressi di Malga
Mortigola, uccidendo tre ovini, tra cui un grosso
montone. Sabato notte è stata la volta di Malga
Fos-Ce, sopra San Valentino: in questo caso la
vittima è stata una manza da 5 ql. gravida di
sette mesi, agguantata all'interno del suo recinto
e trascinata per parecchie centinaia di metri fino
ad un riparo nella roccia. Uno dei gestori
dell'allevamento, Paolo Passarini, è esasperato,
anche perché era primavera aveva già dovuto
seppellire due vitelle. "Questa situazione
insostenibile, qualcuno deve prendere in mano la
situazione risolverla.
Cuneo - Ieri a Limone
Piemonte al Gias Perla, l'allevatore Tiziano
Aiassa ha subito l'ennesimo attacco dei lupi. E'
da anni che ogni estate Tiziano perde dei capi. Lo
scorso anno anche un toro da riproduzione oltre a
7 tra manze e vacche adulte. In un grande alpeggio
le vacche non possono essere confinate in recinti
a prova di lupo. La mandria è suddivisa in
svariate sotto mandrie in funzione dell'età e
dello stadio fisiologico. Per proteggerle tutte
servirebbero decine di cani impossibili da
gestire. Pemsate che il Comune di Limone già
critica pesantemente Tiziano perché tira i fili
elettrici. "Disturbano i turisti". Figuriamoci
avere più mute di Maremmani. Sarebbero denunce
quasi quotidiane. E poi servono? Qualche giorno fa
in un gregge del Var nella vicina Francia i lupi
hanno attaccato 7 cani da difesa dei Pirenei:
risultato uno disperso e 5 feriti, le pecore senza
difensori. Tiziano, come gli altri margari e
pastori non può mollare l'alpeggio anche se è
infestato da lupi che hanno imparato ad uccidere
grosse vacche come uno scherzo. Ci sono gli
impegni quinquennali del Piano di Sviluppo Rurale.
Ha presentato un dettagliato piano di pascolamento
molto razionale (firmato Prof. Cavallero).
Trasferirsi significa perdere il contratto,
restituire grosse cifre di contributi.
Tutte queste cose gli
ambiental-fascisti (in realtà comunisti al
caviale) non le capiscono o fanno finta di
non capirle. Loro vogliono che pastori e
allevatori che "disturbano la natura" spariscono.
Sulle montagne ci devono essere solo bestie
selvagge, dipendenti dei Parchi e ... le biomasse
che tanto sono amate dai loro amici dell'Uncem.
(02.09.13)Un'altra
moria di api in Trentino
Pesticidiper trattare i vigneti: sterminate
le api della Valsugana. Apicoltori
sul piede di guerra
altri
articoli sul tema "Pesticidi"
su Ruralpini
Gli
apicoltori della Valsugana e del Lagorai, in
provincia di Trento, sono sul piede di guerra. I
recenti trattamenti sulla vite, fatti da diversi
agricoltori della zona di Novaledo, hanno
provocato un avvelenamento con ingenti morie di
api. Tutto colpa dei tecnici, secondo il
presidente di Apival Paolo Paterno , che
avrebbero consigliato l'uso di fitofarmaci che
contengono una sostanza attiva altamente nociva
per le api. Si tratta del Thiamethoxam (Actara).
«In seguito allo scarso raccolto sulla robinia
le api hanno bottinato su alcuni fonti
nettarifere», ricorda il presidente degli
apicoltori della Valsugana, «come il trifoglio
nano, presente soprattutto sotto i vigneti della
zona di Novaledo e dei centri vicini. L'hanno
fatto in concomitanza con i trattamenti,
consigliati dai tecnici presenti sul territorio,
effettuati con il Thiamethoxmn».
(17.08.13)Fermate
il mais OGM.
Subito!
Va eseguita subito la bonifica dei
campi di mais OGM illegali del
Friuli (a Vivaro e Mereto di Tomba)
per evitare contaminazioni
altri
articoli sul tema "OGM"
su Ruralpini
Copia e incolla e
spedisci a presidente@regione.fvg.it,
ass.agricoltura@regione.fvg.it,
urp@corpoforestale.it,
urp@pec.corpoforestale.it,
walter.bergamini@regione.fvg.it
Spett.le Presidente
della Regione Friuli Venezia Giulia
Dott.ssa Debora Serracchiani
per conoscenza
Assessore all'agricoltura
Corpo forestale dello Stato
Presidente,
è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il
decreto interministeriale che vieta la
coltivazione del mais OGM Monsanto Mon810.
Dato che a Vivaro e a Mereto (PN) sono stati
seminati, lo scorso 15 e 16 giugno, circa 6000
mq con questa semente proibita, e che il
rischio che tale coltivazione contamini le
altre varietà di mais, ma anche terreno e
ambiente, Le chiediamo preoccupati un pronto
ed efficace intervento da parte di Regione,
Corpo Forestale ed ogni altro Ente in grado di
tutelare agricoltura e ambiente friulani
affinchè si proceda immediatamente alla
bonifica dei terreni dove sussistono le
coltivazioni OGM vietate.
Anche alla luce delle sue dichiarazioni a
favore di biodiversità e salubrità e contro le
semine OGM auspichiamo un suo solerte
intervento. Tergiversare significherebbe
rischiare una contaminazione senza ritorno dei
campi italiani.
Una recente ricerca ha trovato tracce di
contaminazione persino in sementi tradizionali
di mais coltivate sulle alture del messico,
lontano parecchie centinania di chilometri da
qualunque campo transgenico: il polline
viaggia molto in fretta con il vento e può
portare irreversibilmente nelle nostre varietà
storiche geni estranei e tossici, oltre che
geni con diritti di proprietà registrati senza
che i nostri agricoltori lo vogliano. Negli
stati Uniti (come documenta il film Food Inc),
la Monsanto fa regolarmente cause milionarie
ad agricoltori innocenti che hanno visto il
proprio campo contaminato, rinfacciandogli il
possesso illecito delle proprie varietà. In
questo modo l'azienda ha rapidamente debellato
quasi tutte le sementi autoctone.
Porgendole i nostri migliori saluti, cittadini
ed agricoltori confidano in Lei affinché gli
organi competenti si attivino prima che sia
troppo tardi (prima della fioritura del mais)
per far fronte a questa pericolosa situazione.
(16.08.13)
A Cremona concessa una quantità
extra di carburanti agricoli
(agevolati)
Arature con terreno saturo d'acqua,
risemine, irrigazioni extra. E
la provincia concede carburanti
agevolati extra. Ma non è immorale
sovvenzionare questo super consumo
di carburanti nel caso dei
biogassisti
altri
articoli sul tema "biogas"
su Ruralpini
Chissà se anche nel
caso della disastrosa stagione maidicola gli
esperti biogassisti sosterranno che produrre
energia elettrica da mais dedicato è un
affarone ecologico? Intanto la Provincia di
Cremona, con decreto dirigenziale del Settore
agricoltura e ambiente (09/08/2013
o
n. 1049
),
ha concesso assegnazioni
supplementari di carburante agevolato alle
aziende agricole a causa degli eventi
climatici avversi della primavera-estate. Il
gasolio agricolo costa circa la metà e per
evitare le molte e frequenti truffe i
controlli sono complessi. Il carburante
agricolo viene assegnato annualmente a chi ne
fa richiesta . Per farne uso è necessaria
l'iscrizione alla Camera di commercio oltre al
libretto di controllo ex Uma.
Che cosa è successo
quest'anno? In primavera ha piovuto molto
abbondantemente. In molti casi si è dovuto
ritardare parecchio le semine, in altri casi
il mais è "annegato" e la semina è stata
rifatta. Per riuscire a seminare contenendo il
più possibile il ritardo (che comporta più
irrigazione e meno produzione) molti hanno
dimenticato le "buone pratiche agronomiche" è
hanno lavorato (o tentato di lavorare) i campi
quando il contenuto idrico era eccessivo.
(13.08.13)
Ancora una manza predata sul Baldo
Se è stato M11 i danni li dovrebbe
risarcire il Ministero dell'ambiente
che ha ritardato dallo scorso anno a
giugno di quest''anno
l'autorizzazione alla cattura
altri
articoli sul tema "orso"
su Ruralpini
L’orso
responsabile dell’uccisione di una manza nelle
vicinanze di malga Zocchi, sul Monte
Baldo, poco sotto Bocca di Navene, è il
recidivo M11 o M4? Sul posto sono
intervenuti i Forestali di Verona che hanno
constatato come la morte della manza sia
compatibile con l’aggressione da parte di un
plantigrado. M4 o M11, in piu’ occasioni sono
stati visti aggirarsi sul Baldo ma da tempo
si erano perse le tracce. Se sono loro sono
ricomparsi ricomparire all’improvviso la
notte tra venerdi’ e sabato della scorsa
settimana. Un fatto curioso perché, finalmente,
a giugno era arrivata la tanto sospirata
autorizzazione alla cattura da parte del
Ministero dell'ambiente. L'anno scorso la
Provincia (per non parlare dei sindaci) avevano
sollecitato a gran voce la cattuta di M11 che
rappresenta un pericolo anche per l'uomo dal
momento che non ne ha il minimo timore e si fa
fotografare a pochi metri, resta a mangiare le
sue prede in spazi aperti, in pieno giorno, in
presenza di umani. Ha ragione da vendere lo
svizzero Reinhard Schnidrig,
capo della Sezione Caccia, pesca, biodiversità
forestale dell'Ufficio Federale per l'Ambiente
il 10 agosto deplorava che le autorità italiane
si
"inginocchino" davanti alle organizzazioni
animaliste "e aspettino molto a lungo prima di
agire".
Gli
allevatori ora farebbero bene a mandare delle
fatture al Ministero per tutti i danni diretti e
indiretti subiti per colpa di questo ritardo.
(30.07.13)
Finisce in rianimazione travolto dai
cinghiali
È
successo in provincia di Arezzo. Un
uomo che rientrava a casa la sera
travolto da un branco di cinghiali
cade dallo scooter
altri
articoli sul tema "fauna"
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È
sempre più emergenza cinghiali in tutta
Italia. Ma le istituzioni, ormai incapaci
anche di affrontare problemi che un tempo si
sarebbero risolti facilmente, non fanno altro
che mettere delle pezze, dei pannicelli caldi.
Brutto incidente per il presidente
dell’Associazione Macellai
aretini, Alberto
Rossi. Nei giorni scorsi, mentre stava
percorrendo la strada che da Cincelli (a pochi
chiometri dal capoluogo) porta a Pieve
San Giovanni, in sella al suo scooter, è stato
travolto da una ventina di cinghiali.
Erano
le 21 circa, quando Rossi stava rientrando a
casa. Improvvisamente si è visto venire
addosso gli animali, alcuni molto grossi.
L’uomo è finito rovinosamente sull’asfalto
riportando numerose fratture. Soccorso dal 118
è rimasto per due giorni in rianimazione e
adesso, con nove costole rotte, e un braccio e
una spalla fratturati in più punti è
ricoverato in pneumologia all’Ospedale San
Donato di Arezzo.Fino a quando non vi saranno
incidenti mortali e l'onda emotiva che ne
deriverà sopravanzerà l'isteria animalista i
politici non si muoveranno. I cinghiali
provocano milioni di danni in ogni regione ma,
si sa, l'agricoltura non conta nulla, meno
degli animalisti e anche meno dei cinghialai.
Purtroppo in Italia ci vogliono i morti per
accorgersi dei problemi. Questa volta, ad
Arezzo, ci siamo andati vicino.
(28.07.13)
Zaia politico meschino
In
occasione della firma per il
raccordo della Montebelluna il
governatore del Veneto ritorna sul
problema dei cervi del Cansiglio. Ce
ne sono 1200 di troppo e le attività
agricole sono in ginocchio ma per
giustificare il pusillanime
cedimento ai ricatti animalisti li
paragona alle balene
altri
articoli sul tema "fauna"
su Ruralpini
Ha
collezionato una serie di sciocchezze il
governatore Zaia parlando ancora una volta dei
cervi. Lui,
che quando era Ministro dell'agricoltura, si
ergeva a
paladino dell'agricoltura e della zootecnia
ora non perde
occasione per manifestare la sua contrarietà
al controllo
della popolazione dei cervi del Cansiglio. Lo
fa per
esorcizzare pusillanimamente gli strali degli
animalisti.
Lo sa bene - è laureato in scienze delle
produzioni
animali - che la proliferazione
dei grossi
ungulati non ha nulla di "naturale", sa che è
una forma di
"semi-allevamento" nella quale gli agricoltori
offrono
(non spontaneamente e non certo consenzienti)
il foraggio
che coltivano a branchi numerosissimi. Sa bene
che il
rinnovamento forestale naturale è annullato
dalla
eccessiva densità dei cervi. Sa che siamo
arrivati al
punto che i cervi penetrano nelle aziende
agricole per
rubare le scorte di foraggio destinate agli
animali. Sa
tutto ma fa finta di niente. Dice che il
Veneto è una
regione turistica e che non può permettersi le
conseguenze
della riprovazione mondiale. Poi da
democristiano di
seconda risma (quelli veri erano di un'altra
levatura) ha spiegato che la sua
posizione si pone
“esattamente al centro fra il mondo
ambientalista e la
società civile e le istanze giuste degli
agricoltori".
Come se le isterie , senza alcun fondamento
biologico,
degli animalisti che pensano solo a far soldi
e aumentare
la loro influenze da bravi imprenditori
politici
dell'emotività superficiale e dell'ignoranza
delle masse
urbane dovessero contare in termini di scelte
sulla
gestione delle risorse agroforestali come
quelle dei
soggetti che su quell'ambiente vivono e
lavorano. Ma non
basta, pur sapendo che sono irrealizzabili
(non funzionano
nemmeno con i piccioni) auspica soluzioni
cerchiobottistiche quali "progetti di
sterilizzazione
chimica delle femmine attraverso il mangime".
Ci manca
solo l'allevamento a mangime che dovrebbe far
inorridire
tecnici faunistici, naturalsiti, veri
ambientalisti.
Dopodiché questi cervi allevati a mangime
vengono
paragonati alle balene. Una specie che è a
rischio di
esinzione ma che, nonostante questo, è
sfruttata senza
scrupoli dall'uomo viene paragonata ad una
specie
diventata localmente infestante che sfrutta
l'uomo e
distrugge il rinnovo naturale della foresta.
Come sono
caduti in basso i leghisti: hanno ereditato il
peggio
della DC.
(26.07.13)Ruralpini
premiato con la bandiera nera di
Legambiente
A
Legambiente non garba la
"controinformazione" sull'orso e il
lupo. Raccontare come ci speculino
sopra. Ma forse è un modo
"trasversale" per "punire" gli
attacchi alle speculazioni sulle
energie rinnovabili ai danni della
salute e dell'ambiente che vedono
protagonisti i legambientini
Ma che onore!
È un'onore ricevere
la bandiera nera per "azioni a
danno delle Alpi" dai
legambientini. Se
le bandiere verdi le danno
alle centrali a biomasse che
avvelenano l'aria meglio essere
nella "lista nera" di Legambiente.
Un'organizzazione che si dichiara
pro o contro gli inceneritori e le
centrali a turbogas a seconda del
colore politico delle multiutility
e delle società in gioco. Se poi
le centrali sono di Sorgenia (De
Benedetti tessera numero uno del
PD) allora vanno benissimo e non
inquinano. Per forza ...
Legambiente ha il 10% di MenoWatt
di Sorgenia e Sorgenia finanzia le
attività di Legambiente. I nostri
"ambientalisti" (o meglio
ecocapitalisti inquinatori e
sfruttatori) sono anche ben
introdotti attraverso
partecipazioni a gruppi lobbystici
e società nel lucroso
affare delle biomasse
(biogas, inceneritori a legna
ecc.). Giochetti che derubano
i cittadini in nome dell'energia
"pulita" e regalano inquinamento e
altri poco gradevoli impatti sulla
salute e al territorio nelle
forme del nuovo sfruttamento
capitalistico (uscito da molto
dalla fabbrica e assurto a
dimensioni "integrali").
Scherzano con le
bandiere
Stiano attenti a
scherzare con le bandiere nere i
nostri esponenti della
neoborghesia
ecomanagerialimprenditoriale.
Perché la rabbia sociale cresce
contro gli sfruttatori, gli
inquinatori, i cadregari, i
parassiti della pubblica e
parapubblica amministrazione.
I trucchetti del politically
correct, del progressismo, del
sinistrismo borghese, di fronte
alla impietosa realtà della
crisi e della messa a nudo
dei rapporti di sfruttamento,
rappresentano armi sempre più
spuntate di controllo sociale.
Bambi e Yoghi (la
commodificazione della
wilderness immaginaria)
Nel caso specifico,
però, anche se non c'è da dubitare
che siano gli attacchi mossi da
Ruralpini e da Sgonfiailbiogas ad
aver dato fastidio ai boss
legambientini, quello che ha
motivato la bandiera è la
"controinformazione" (sta scritto
proprio così nella motivazione)
sulla reintroduzione dei grandi
predatori sulle Alpi.
Le cose che
scandalizzano gli ambientalisti di
regime sono la fotocopia degli
attacchi rivolti dalla Cipra e dai
blog anonimi dei talebani
pro lupo. Niente di
originale: notizie non
documentate, immagini
sconvenienti, demagogia, l'orso
non ha mai mangiato nessuno da
nessuna parte ecc..
"Ruralpini mira
alla pancia" dicono
i Legambientini, poi, però,
danno una bandiera verde alla
coppia di lupacchiotti Slavc
& Giulietta (maschio e femmina,
per ora l'omofilia non è estesa
alla wilderness) . Motivazioni:
per la straordinaria unicità
dell’incontro tra il lupo
dinarico-balcanico Slavc con la
lupa italica chiamata Giulietta,
dopo secoli di divisione,
le due razze si sono rincontrate
sull’altipiano Lessinico e da
più di un anno fanno coppia
fissa e i Monti Lessini sono
divenuti la loro casa. Ma
che tenerezza ... mi ricorda
Bambi. Lì la pancia non c'entra...
È un po' come con Sorgenia (un
leggero doppiopesismo, vizietto
storico dei compagnucci anche
quando convertiti al turbo...
capitalismo).
L'orso: solo
business
Forse
da fastidio ricordare
a Legambiente, come agli
altri ambientalisti
istituzionalizzati, che essi non
erano favorevole - prima di Life
Ursus- a dei programmi di
reitroduzione del plantigrado e
che hanno cambiato idea quando
sono tintinnati i finanziamenti di
Life Ursus e dei progetti a
seguire (non si contano più i Life
su orso e lupo che hanno portato
bei soldini nelle casse
ambientaliste). Ora i
legambientini raccontano che
gli orsi sloveni hanno "rianimato"
la popolazione autoctona ma sanno
che è una balla pazzesca perché
l'orso presente in Trentino oggi
non ha tracce di DNA degli orsi
autoctoni che erano scomparsi o
troppo pochi, vecchi o strerili
per avere discendenza. Da fastidio
ricordare che chi studiava l'orso
trentino autoctono (Fabio Osti e
non solo) considerava Life
Ursus un progetto
politicizzato e spettacolarizzato.
Alla fine
questo premio alla rovescia di
Legambiente è un riconoscimento a
quello che Ruralpini fa: "controinformazione"
dicendo senza peli sulla lingua
cià che è sgradito al potere. Chi,
indignato, verrà su Ruralpini
per constatare le nefandezze
scoprirà con sua sorpresa quanto
questo sito "danneggi" le Alpi. Le
danneggia denunciando le
false energie rinnovabili, le
aggressioni del turismo
consumistico, la cementificazione,
l'esproprio della cultura e dei
prodotti tradizionali, i
pesticidi, gli OGM. E si chiederà:
"ma se Ruralpini è un Attila delle
Alpi cos'è allora Legambiente con
il suo affarismo spudorato?". Un
bel boomerang per il Cigno
dell'ambientalismo "oppio del
popolo" e della modernizzazione
ecologica capitalistica che cerca
di tenere su il saggio di profitto
(loro, nella loro cultura
managerial-prenditoriale, Marx
non lo conoscono).
(09.07.13)Comune
francese regala
galline agli abitanti per
ridurre
l'organico
Una
nuova forma di gestione del rifiuto
organico che può essere adottata
ovunque (a Parigi sono in
voga pollai da balcone): le
galline ovaiole
altri
articoli sul tema "consumatori"
su Ruralpini
Barsac è un paesino
di 2.100 abitanti della
Gironda e il suo sindaco ha
avuto un’idea geniale per la
riduzione dei rifiuti
organici. Invece di dotare i
suoi cittadini di compostiere,
il sindaco, Philippe
Meynard, ha donato una coppia
di galline a circa 150
famiglie. Questa scelta nasce
da un calcolo sulla riduzione
dei rifiuti organici: in un
anno ogni coppia di volatili
utilizza circa 300 kg di
rifiuti alimentari domestici
(pane secco, scarti di frutta
e verdura, etc…), produce 400
uova e 20 kg di pollina,
ottimo concime per gli orti
familiari.
Le famiglie che
hanno ricevuto in dono
la coppia di galline si sono
impegnate a tenerle per due
anni, a curarle e a non
introdurre galli nel loro
pollaio. In cambio hanno
ricevuto il permesso per
vendere le uova in eccedenza
al mercato locale creando una
sorta di filiera informale
cortissima.
L’idea è stata
già copiata da diversi sindaci
della zona e di altre aree
rurali francesi.
L’amministrazione comunale di
Podensac, un altro paese
della Gironda, ha calcolato
che distribuendo 1.000 galline
eviterebbe lo smaltimento di
150 tonnellate di rifiuti
alimentari con un risparmio
per le casse comunali di
15.000€. In Italia ci sarà
qualche sindaco che ha il
coraggio di sfidare la cultura
dominante della green economy
affaristica e tecnologica?
Speriamo di si.
(08.07.13)
I
pastori portano le carcasse delle
pecore sulle strade
Una
nuova forma di protesta è stata
adottata dai pastori del Sud della
Grancia. Il giorno 6 luglio hanno
inziato a portare agli incroci le
carcasse delle pecore sbranate dai
lupi
altri
articoli sul tema "orso
e lupo"
su Ruralpini
Nel 2012 in Francia i
lupi (250 si stima) hanno provocato 5
mila vittime tra gli ovini allevati
nel paese. Lo stato francese, oltre ai
risarcimenti, ha speso 8 milioni di
euro per compensare i pastori per il
lavoro in più e il personale in più
reso necessario per la protezione dal
lupo. In Francia in alcuni distretti i
pastori hanno il diritto a sparare ai
lupi e la Louveterie (il corpo per la
caccia ai lupi istituito da Carlo
Magno 1200 anni fa) è attivo nel
controllare con abbattimenti selettivi
il predatore. In Italia è ancora
peggio perché i pastori non denunciano
neppure i danni perché gli vcengono
riconosciuti solo parzialmente e con
enorme ritardi. In Toscana la regione
ha ben pensato di imporre ai pastori
di contrubuire al costto
dell'assicurazione per i risarcimenti.
Risultato nessun pastore paga
l'assicurazione nessun pastore può
avere alcun indennizzoi. Le Provincie
sono senza soldi e non pagano neppure
i miseri indennizzi previsti. Così gli
esperti del lupo, personaggi in
cattiva fede (che sulla menzogna dei
lupi in perenne via di estinzione e
che non aumentano mai di numero
lucrano continui lussuosi progetti)
possono gloriarsi che in Italia il
lupo fa pochissimi danni e che è
possibile convivere tranbquillamente.
Ovviamente stanno attenti a non farsi
vedere dai pastori. Nonostante in
Francia il governo riconosca danni
indiretti e indiretti i pastori sono
esasperati perché i lupi si espandono
continuamente e diventano più
sfrontati. Così hanno deciso di
avviare una forma di protesta
clamorosa. Quando subiscono danni
portano le carcasse ai carrefour, ai
crocicchi stradali per esibire ai
turisti e ai cittadini (che spesso
appoggiano la causa del lupo senza
conoscere cosa significhi) le vittime
sbranate. Non mancando comunque di
essere ironici., I cartelli della foto
(scattata nella Drôme) dicono "Erano
in buona salute". "Me le ha prese il
lupo", "me le ha prese Hollande". In
Italia il pastore subisce la
prevaricazione sociale di una casta
intellettuale che si crede erede dei
signori feudali e crede che il
"villico" sia da trattare come un
subumano. Così spesso il pastore,
schiacciato dalla superiorità sociale
e intellettuale dei "verdi" e degli
esperti lupofili subisce, non si
organizza, non ha il coraggio di
protestare apertamente. Le cose stanno
cambiamndo perché tramite Piemonte e
Svizzera i pastori itraliani stanno
entrando in una rete europea. Vge
cercherà di fifendere la dignità
sociale del pastore contro la
prevaricazione e l'egosimo sociale
degli ecologisti da salotto (e delle
loro tasche).
(07.07.13)
Cartelli sul Bondone che mettono in
guardia dalla presenza degli orsi
Le
indicazioni contenute nel cartello
sono tutt'altro che allarmistiche e
sono riprese dai cartelli
normalmente presenti in Romania e
Nord America. Ma alla Forestale non
piacciono e li vogliono togliere.
Sbagliano, si tirano la zappa sui
piedi.
altri
articoli sul tema "orso
e lupo"
su Ruralpini
Non
sono pochi i trentini che non ne
possono più degli orsi. Hanno magari
rinunciato ad andare per funghi, a
fare le passeggiate con i bimbi nei
boschi. Qualcuno contesta in modo
singolare. Come coloro che hanno
prodotto dei cartelli molto simili a
quelli normalmente affissi nelle zone
frequentate dai tutisti (e dagli orsi)
in Romania e in Nord America. Le
raccomandazioni sono tutte di buon
senso. Dove c'è rischio di presenza
degli orsi portare dei bimbi è
pericoloso. I bimbi urlano e si
agitano potendo scatenare nel
plantigrado reazioni imprevedibili. A
sera gli orsi sono più attivi e
prepararsi un pic-nin o un barbecue
serale può attirare l'orso. La beffa
consiste nel fatto che i cartelli
riportano il numero di cellulare della
squadra di pronto intervento del
servizio forestale. Coloro che
proteggono gli orsi in casi di
emergenza, allontanandoli dagli
abitati e "riposizionandoli". Meglio
sarebbe che gli orsi confidenti che
entrano nei paesi venissero soppressi,
ma in Italia non è possibile. Si
arriva all'ipocrisia dell'ergastolo
per orsi birichini. Invece di
sopprimere gli orsi pericolosi per
paura delle reazioni animaliste li si
rinchiude in qualche migliaio di metri
quadrati. Con il che gli animalisti
protestano ugualmente perché (in
questo hanno ragione) un'animale come
l'orso rinchiuso non se la passa molto
bene. Il guaio è che loro lo vogliono
liberi. Della tutela delle vita umana
agli ambientalisti non importa nulla
"di umani ce ne sono troppi e l'uomo è
la sola specie nociva del pianeta".
Non si capisce, però, perché invece di
suicidarsi in massa mettano in
pericolo la vita altrui, quella di
cloro che non vivono in comodi
appartamenti in città come loro ma
ancora oggi va nel bosco a tagliarsi
la legna mentre i signorini girano un
bottone e bruciano gas fossile.
Tornando ai cartelli la Forestale
trentina (provincia autonoma) ha
annunciatp che li toglierà e li sta
sostituendo con i soliti manifesti che
spiegano che l'orso è innocuo. Male
perché quando qualcuno sarà ferito o
ucciso questa caparbia volontà di
disinformare sul pericolo potenziale
degli orsi, questa irresponsabile
campagna a sottovalutare il pericolo
inducendo i più sprovveduti ad
avvicinarsi al pelosone "innocuo e
vegetariano" costerà ai signori del
Servizio Forestale delle belle
denuncie per lesioni o omicidio
(colpose o volontarie).
(27.06.13)
Per gli orsi (e i lupi) sempre
disponibili i nostri soldi
L'orso
è diventato una gallina dalle uova
d'oro per il sottobosco che specula
sui progetti Life (mai a corto di
finanziamenti mentre la
disoccupazione è alle stelle). In
più l'orso i posti di lavoro
(pastori e allevatori) li distrugge
altri
articoli sul tema "orso
e lupo"
su Ruralpini
Continua la fiera
dell'orso. La gallina dalle uova d'oro
per gli affaristi della "natura
selvaggia". Prima portano gli orsi, poi
spendono milioni per farli "accettare",
poi per riparare i danni. Ora siamo al
paradosso di un animale "selvaggio" che
viene controllato con fototrappole,
radiocollari, squadre di pronto
intervento. Ma se crea tutto questo
casino era il caso di portari? Il
sospetto, anzi la certezza, è che
qualcuno abbia individuato una gallina
dalle uova d'oro e non molli la presa.
L'Europa quando si chiedo soldi per lupi
e orsi (soldi nostri mica dei marziani)
è prodiga. Avanti così. Mentre la
disoccupazione cresce e parecchi
otrebbero trovare un onesto ed ecologico
lavoro in agricoltura e in un rilanciato
pastoralismo i parassiti dipinti di
verde i soldi se li arraffano per i loro
giochi "naturalistici" mettendo in crisi
i pastori gli allevatori che resistono
alla burocrazia e al mercato globale.
Trento, 26.06.2013 -
(Adnkronos) - In arrivo risorse europee,
legate al progetto Life+, pari a circa
290.000 euro su un budget di 580.000
euro, per finanziare attivita' per
ridurre il rischio dell'orso per l'uomo
e le sue attività. La Provincia ha
deciso di aderire al progetto Dinalp
Bear in cui sono impegnate come partner
anche Slovenia e Croazia che hanno
acquisito una forte esperienza nel campo
del contrasto agli orsi. In
particolare, il progetto prevede di
continuare con il finanziamento di
cassonetti per l'organico anti-orso,
fototrappole, radiocollari per
individuare i plantigradi. Si
continuera' anche nella realizzazione di
recinti elettrificati per gli
allevamenti. Le risorse potranno servire
anche per finanziare, in maniera piu'
intensa, l'acquisto di cani adatti a
difendere i greggi dalle incursioni
dell'orso. In particolare, tali
requisiti sono propri dei pastori
maremmani, una delle razze piu' efficaci
nel tenere alla larga da capre e pecore
gli orsi.
(21.06.13)
Latte alle aflatossine cancerogene.
Coinvolto anche il Montasio?
Ha
assunto dimensioni rilevanti lo
scandalo del latte friulano Cospalat
altri
articoli sul tema "latte
e caseifici"
su Ruralpini
Lo
scandalo
friulano del latte alle aflatossine ha
dato un ulteriore scossone alla già scarsa
fiducia dei consumatori nelle filiere
agroalimentari. Le indagini condotte dai Nas
di
Udine hanno portato all'emissione di sette
misure cautelari personali richieste dalla
Procura di Udine, coordinata dal pm Marco
Panzeri, per commercio di alimenti
cancerogeni,
nocivi e adulterati. Sei gli arrestati tra cui
il presidente del Consorzio, gli indagati,
invece, sono 26, di cui 17 allevatori (su un
centinaio di aderenti al Cospalat.. Il latte
era
destinato sia al consumo fresco (era
distribuito
in varie regioni italiane) che ai caseifici.
Sulle prime era stato fatto il nome di alcuni
caseifici che producono Montasio Dop. Invece
poi
sarebbe emerso che il latte incriminato era
destinato a caseifici che produrrebbero
Montasio
"taroccato". Nel latte alle aflatossine sono
stati trovati anche antobiotici. Un indizio si
un "sistema" Sono seguite indignate spentire
da
parte del Consorzio del Montasio. Il danno
resta
grave anche perché non si è trattato di una
piccola struttura ma di un Consorzio di
produttori.
I responsabili secondo la Procura immettevano
consapevolmente in commercio latte
contaminato.
Il metodo per sfuggire ai controlli era
semplice. Grazie ad un laboratorio compiacente
il latte prima delle analisi eral diluito con
latte pulito.
(24.04.13)Orso
attacca un branco di asini e cavalli
sul Baldo
in
Trentino: ricomincia con la
primavera l'inaccettabile mattanza
di asini e pecore, olocausti
sacrificati sull'altare
dell'animal-ambientalismo ideologico
da salotto
altri
articoli
sul tema "orso
e lupo"
su Ruralpini
Nei giorni
scorsi il presidente della PAT e il ministro
in scadenza dell'ambiente Clini si sono
trovati per "migliorare la gestione
dell'orso". Forse
se c'è un orso pericoloso ci vorranno un po'
meno carte bollate per toglierlo e sistemarlo
ipocritamente nella prigione degli orsi (visto
che sparare al sacro orso è tabù in Italia,
nel resto del mondo no). Intanto due giorni fa
grosso spavento per i gestori di malga Tret,
sul versante trentino del monte Baldo dove un
grosso esemplare di orso bruno ha attaccato
una mandria di cavalli e asini. L'animale e'
riuscito ad aggredire e sbranare due esemplari
di asini. Uno è morto subito, l'altro e'
stato abbattuto dagli agenti della Forestale
provinciale per evitargli inutili sofferenze.
Ogni animale dmestico ucciso, le sue
sofferenze vanno messe i conto ai cinici
promotori del progetto di ecologia Luna Park
LIFE URSUS e all'ottusità ideologica degli
animal-ambientalisti da salotto. Per questa
gente sono i pastori e le povere vittime di
orsi e lupi che devono "redimere" con il loro
sacrificio rituale la natura violata. Loro,
intanto, con il loro falso ecologismo
favoriscono la cementificazione, ai pesticidi,
alle agroenergie. Distolgono l'attenzione
della gente dai veri problemi ecologici
facendo credere che qualche bestione pseudo
selvatico (non hanno più paura dell'uomo e si
servono nei greggi come in un supermarket)
teleradiocollarato possa essere "vindice" di
una natura "primigenia" che esiste solo nelle
loro teste bacate.
(22.04.13)
Nel Cansiglio 85 cervi
penetrano in un'azienda e rubano il
fieno
Si
è passato il segno. Lo scollamento
tra la politica - appiattita
all'ambientalismo da salotto e la
gente di montagna è totale. Ci vuole
un M5S (alpine, però)
altri
articoli
sul tema "fauna
selvatica"
su Ruralpini
È successo a Tambre,
nella provincia di Belluno, sull’altopiano
delCansiglio, i cervi hanno assaltato le
riserve di erba e fieno di un agricoltore,
“Bisogna partire con il piano di
abbattimento”. Unpiano di abbattimento che
Zaia in persona ha bloccato per subalternità
politica all'ambientalismo urbano. Quando la
politicanon sa più operare sulla base dl
buon senso e del bene comune, mette a
repentaglio l'attività economica di chi sta
sul territorio (con icinghiali, con i lupi,
con gli orsi, con i cervi) è una politica da
buttare Via la
neve i cervi del Cansiglio, la cui popolazione
è cresciuta inmodo esponenziale hanno
assaltato le riserve di foraggio, erba e
fieno, di un agricoltore di Tambre, in Val
Menera nella provincia diBelluno. Ben 85 gli
animali che si sono presentati, venerdì sera,
da Alessandro Gava, allevatore con
agriturismo. L'allevatore li hacontati uno ad
uno. In tutti i modi hanno cercato di portare
l’assalto alle sue riserve di erba e fieno,
riparate da un recinto.C’è stato anche uno
sfondamento. Ieri sera, per dargli una mano,
sono saliti in Val Menera i volontari del
sindacato Anpa, in testaPaolo Casagrande. È
cosi bisogna tornare al mutuo soccorso perché
le istituzioni sono nel pallone. “Nella
sola
Val Menera sono rientrati, dalla Pedemontana
pordenonese, alcunecentinaia di cervi,
affamati dopo le lunghe settimane di
innevamento. La Regione non può stare alla
finestra”. “È evidente che dopo
quanto è accaduto in Val Menera non
possiamolasciare soli gli allevatori a
contrastare la furia dei cervi», cerca di
tranquillizzare Manzato. “Bisogna finalmente
partire conla campagna di abbattimento, decisa
a suo tempo dalla regione ed organizzata da
Veneto Agricoltura”. Ma non dice che è stato
il suocapo a bloccarla. "Non possiamo farci
ridere dietro dal mondo" disse il governatore
pensando di atteggiarsi a statista. Manzato
oracorre ai ripari perché gli agricoli
dell'altipiano sono imbufaliti e gioca una
carta un po' all'italiana. Il controllo
(abbattimenti) nonsaranno affidati ai
cacciatori ma alle guardie venatorie
provinciali". Così gli animal-ambientalisti
avranno un motivoin meno di gracchiare contro
un piano ormai troppo rinviato, ma il
contribuente butterà via altri soldi. Sì
perché i cacciatotipagherebbero per prelevare
i cervi in eccesso mentre le guardie
provinciali devono fare straordinari ed essere
sottratte da altricompiti importanti di
sorveglianza faunistica e ambientale. Intanto il sindacato
Anpa chiede che un pascolo abbandonato di 10
ha “gestito” da Veneto Agricoltura sia
destinato a “sfamare” gli ungulati. Per difendersi dai
cervi, intanto, un’altra azienda in
altopianoprovvederà, nei prossimi giorni a
dotarsi di un nuovo recinto. E questo
nonostante il divieto dei sindaci.
(04.04.13)
Iniziano i danni da orso sulle Orobie
Un
orso "immortalato" a saccheggiare gli
alveari. Che a quanto pare facevano da esca
altri articoli sul
tema "orso e lupo"
su Ruralpini
Nelle
Orobie, tra Valtellina, alto lecchese e valli
bergamasche con il solito giubilo dei fan
dell'orso e con la crescente preoccupazione di pastori
e allevatori si aggirano più orsi. Nelle scorse
settimane si è parlato di 4 plantigradi. Nelle Valli
del Bitto alcune capre ci hanno già rimesso la pelle
(ma
quelli sono animali "umili",
chissenefrega, chissenefrega se
sono di una razza a rischio di
estinzione, tanto quella è
biodiversità contadina, di serie
B).
L'orso
è animale nobile e i quaquaraqua piccolo borghesi in
pantofole vanno in orgasmo solo al pensero che lui lassù è fiero... e libero, sbrana come gli
pare e i servi della bleba non possono osare
toccarlo (come in illo tempore). Intanto la
montagna paga, pagano i pastori, gli allevatori ,
i contadini. Un ambientalismo "di classe"..
In
val Varrone l'orso è arrivato proveniente
probabilmente dalla Val Gerola dove ha svernato; prima
è stato midentificato attraverso delle impronte sulla
neve, poi è stato per tre notti di seguito "catturato"
dalle fototrappole. Ha saccheggiato delle arnie. Che
nella foto si vedono senza protezione con l'orso
che passeggia a fianco. Quindi qualcuno (LIFE ARCTOS,
la Regione, la Provincia) ha deliberatamente usato le
arnie stesse come esche per la smania di documentare
la presenza dell'orso e poter giubilare per essa e
giustificare i soldoni di LIFE ARCTOS all'epoca delle
crisi, soldi spesi per rendere ancora più dura la vita
di chi produce cibo sano. Un comportamenento etico?
No. Ma è la reintroduzione artificiale dei grandi
predatori contro la volontà delle popolazioni (in
Trentino la maggioranza non vuole più gli orsi) ch non
è etica.
Le
arnie di Premana sono un po' triste la metafora di
quello che sta accadendo all'agricoltura sana di
pastori e contadini assediata da una wilderness
da circo (gli orsi reintrodotti dalla Slovenia per
"fare spettacolo") e dai veleni dell'agroindustria. Le
api distrutte dai neonicotinoidi di Syngenta e Bayer
da una parte, dagli orsi "telecomandati" protagonisti
di una reintroduzione artificiale dall'altra. I poteri
forti giocano con la finta ecologia per portare avanti
la distruzione dell'agricoltura ( la loro è agriusura,
non agricultura che rispetta, onora e rende culto alla
madre terra) e della biodiversità.
Ma
non ci sono in ballo solo le api. La dittatura
agroindustriale non è riuscita a omologare il Bitto
storico che si produce sugli alpeggi delle Orobie con
latte di capra Orobica. I ribelli del Bitto continuano
a produrlo come una volta, senza fermenti industriali,
con latte di capra, mungendo a mano. Non sono bastate
le multe del Ministero e l'accanimento delle
istituzioni, Regione Lombardia in testa. Ora il
sistema gioca un'altra carta subdola: orsi e
lupi. Controllare tutto il giorno le capre sui ripidi
pascoli orobici è impossibile. Al massimo si può
ricoverarle di notte ma non è sufficiente. Impossibile
pensare a cani di protezione in un terreno così
accidentato e con la gran presenza di turisti. Con i
grandi predatori la capra Orobica è destinata
all'estinzione perché il suo significato è legato al
pascolo estensivo, su per i bricchi a nutrirsi su
pascoli più impervi di quelli dei bovini. I piccoli
greggi non giustificano la presenza di un pastore che
le possa seguire tutto il giorno anche perché sarebbe
difficile seguirle sulle sponde e le creste che
frequentano. L'estinzione della capra Orobica
condannerebbe il Bitto storico, che ad essa è
intimamente legato. Con grande giubilo delle
istituzioni pronte a finanziare generosamente con i
vari LIFE URSUS e LIFE ARCTOS la reintroduzione
dell'orso e del sistema agroalimentare industriale che
si affidano ora zanne e gli artigli degli orsi per
piegare il fastidioso "formaggio ribelle".
(23.03.13)
I cinghiali bloccano la Torino-Piacenza
Un
branco di cinghiali irrompe sull'autostrada
e la fa chiudere per ore
altri articoli sul
tema "fauna selvatica"
su Ruralpini
Ieri
gli automobilisti italiani all'ascolto dei bollettini
del traffico hanno avuto un sussulto: autostrada
chiusa per cinghiali e si sono rese conto di che
dimensioni è il problema cinghiali. La Confagricoltura
ha approfittato della notizia per ricordare che i
danni dai cinghiali costano in regione Piemonte oltre
3 milioni di euro. Ma la piaga è nazionale e legata a
un approccio ai problemi della fauna che non tiene
conto di cambiamenti radicali. Abbiamo una legge sulla
caccia obsoleta che risale a trent'anni fa prima che
iniziasse la proliferazione degli ungulati.
L'autostrada A21 stata chiusa verso le 12.30,
per un chilometro, dal casello di Alessandria Ovest
verso Felizzano, per consentire la cattura di alcuni
cinghiali. Gli animali, che si trovavano in un
boschetto, sono stati disturbati e si sono spinti
verso l’autostrada. Sul posto si sono recate la
polizia provinciale e la stradale. Il casello di
Alessandria Ovest è rimasto aperto, ma solo per i
veicoli diretti verso Tortona. Un fatto isolato? Per
nulla nel novembre 2011 nel tratto autostradale tra
Villanova d'Asti e Felizzano si era verificato un
tamponamento a causa della peresenza di un cinghiale
sulla carreggiata che aveva causato la chiusura
dell'autostrada per cinque ore. L’autostrada A21 era
rimasta chiusa al traffico per cinque, fra Villanova
d’Asti e Felizzano (Alessandria) per un tamponamento a
catena causato – secondo i primi accertamenti – dalla
presenza di un cinghiale sulla carreggiata.
L’incidente era avvenuto intorno alle 22 nei pressi
del casello Asti Est; il traffico – si e’ saputo dalla
Polizia Stradale – e’ tornato normale intorno alle 3.
Nell’incidente erano state coinvolte 4 automobili
e sono rimaste ferite sei persone, nessuna in maniera
grave. nella foto grosso cinghiale al galoppo sulla
Salerno-Reggio Calabria.
(15.03.13)
Nuovo incidente ad una biogas: fiume
inquinato nelle Marche
A
Loro Piceno (Macerata) fiume Fiastra
inquinato. Il sindaco: "Ma come, è
nuovissima"
altri articoli sul
tema "biomasse" su Ruralpini
I
biogasisti faranno sempre più fatica a riuscire a
strappare le autorizzazioni. Chi crede più alle
centrali italiane moderne e sicure? Forse
quei sindaci che hanno acconsentito, per
ragioni che dovranno spiegare meglio ai loro
cittadini. Di fatto la serie degli incidenti
alle biogas italiche si sta allungando. "Ma come, è
nuovissima" dice il sindaco (con la coda di paglia).
Figuriamoci se fosse vecchia allora ...
Ieri mattina a Loro Piceno un guardiacaccia annotato
in un pozzetto in prossimità della centrale a biogas
sorta all'ingresso del paese uno svezzamento di
liquido nerastro. Dal pozzetto il liquido si immerge
direttamente nel torrente Fiastra. Avvisati da
guardiacaccia sono arrivati sul posto gli agenti del
corpo forestale dello Stato, della polizia
provinciale e dell'arpam. Sono quindi stati
effettuati i prelievi per accertare la natura del
liquido. I risultati saranno disponibili tra qualche
giorno ma è certo che si tratta di organico.
L'azienda biogasista, la società Vubbio2, ha ammesso
nella centrale è stata un'avaria ieri il
malfunzionamento di alcune pompe. Dopo poche ore
dalla segnalazione dell'incidente sono risultati ben
visibili i primi effetti dello svezzamento. Nel
fiume si è verificata una moria di pesci. Il
sindaco, Daniele Piatti, con sconcertante candore
(o, se si preferisce, con una irritante faccia di
bronzo) si è dichiarato "sorpreso". Per lui
l'incidente è inspiegabile considerato chesi
tratta impianto nuovissimo. Eh, già, quando noi si
fa osservare che in Germania si sono già verificati
centinaia di incidenti nelle biogas e che, con i
volumi di liquami in gioco, esse rappresentano una
bomba ecologica, i biogasisti e i loro mercenari ci
danno dei terroristi perché – dicono loro- le
centrali italiane sono sicure, di nuova generazione,
sottoposte a controlli in si situ e in remoto;
niente da vedere con il fai-da-te della prima
generazione di impianti teutonici gestiti alla
casereccia dai bauer. Lasciamo che ci credano i
sindaci con la coda di paglia, quelli che hanno
fatto il Don Abbondio dicendo che un sindaco
non ha nessuno strumento per bloccare le centrali, o
quelli che hanno salutato le centrali come una
benefica innovazione per via dei 30 denari di opere
di compensazione spuntati dalle amministrazioni
comunali. Ora il comitato No biogas di Loro Piceno è
sul piede di guerra e ha chiesto e ottenuto un
incontro con l'ufficio tecnico comunale. “ Non
staremo di certo a guardare” hanno assicurato i
membri del comitato. Le foto
molto più eloquenti delle parole le trovate a:
(14.03.13)
5 grossi lupi a 7 metri da una casa ad Ormea
(CN).
Zunino
(Wilderness Italia) : basta bugie sulla non
pericolosità del lupo
altri
articoli sul tema "lupo" su Ruralpini
I giornali non devono
fare scandalismo, ma certe verità è bene che si
sappiano anche se sono scomode e, magari,
politicamente scorrette.
Mi riferisco alla
notizia apparsa sull'ultimo numero del Monregalese
in merito all'avvistamente di lupi in alta Val
Tanaro. Innanzi tutto per l'ennesima volta tengo a
precisare che questi lupi "alpini" o "piemontesi"
non provengono affatto dalla popolazione appenninica
(ed originaria) formata da esemplari molto più
schivi ed anche di taglia minore. Ormai è notorio
come la popolazione di lupi che vive a cavallo tra
Francia ed Italia, hanno origini francesi, e non
appartengono alla popolazione appenninica. Ma
è bene che si sappiano anche altre cose.
Innanzi tutto non è
vero che vi sia mai stato alcun caso di aggressione
a persone: vi fu un caso storicamente provato in
Spagna, negli anni '70 od '80 del secolo scorso (se
non ricordo male, un'aggressione ad un bambino,
che sarebbe anche stato ucciso). Ma soprattutto
c'è il caso dimostrato anche da una Commissione
d'inchiesta del Parlamento francese della quale fui
uno dei testi italiani, di un aggressione ad un
pastore avvenuta alcuni anni fa su
quel versante, fortunamente conclusasi senza
danni . Poi c'è l'unico fatto italiano di cui
si è avuta notizia, avvenuto negli anni '60 del
secolo scorso in Abruzzo, la cui testimonianza fu
raccolta negli anni '70 (od '80) dal sottoscritto e
da un noto giornalista del settimanle Epoca, quando
una lupa aggredì un cantoniere stradale che aveva
ucciso o ferito uno dei suoi cuccioli.
C'è da tenere
presente che un branco di lupi non è pericoloso fino
a quando il branco è formanto da pochi individi ed
in situazioni non particolari (affamati o messi in
difficoltà), ma tale rischio esiste qualora il
branco sia formato da numerosi individui, che la
persona coinvolta sia debole (bambinbo od anziano)
ed in situazioni di difficoltà. Proprio l'altro
giorno ho saputo dell'avvistamento di un branco di
ben 16 lupi all'inseguimento di un gruppo di
cinghiali nel Parco Nazionale d'Abruzzo: ecco, un
tale incontro potrebbe portare anche ad un
aggressione verso l'uomo, specie se trattasi di lupi
avvezzi alla vicinanza dell'uomo come pare siano
questi lupi "alpini", presumibilmente tutti
originatisi da animali allevati in cattività e poi
liberati. Non è negando questi fatti che si protegge
maggiormente il Lupo. L'animale va fatto accettare
per quello che è: in grado di fare danni agli
allevatori e, sia pure in casi estremi e rari, anche
all'uomo.
Questo per la
verità, e per quanto scomodo possa essere
scriverla. Il numero dei lupi è in espansione in
tutta Italia, sia quelli della popolazione
originaria appenninica, sia quelli della
popolazione a cavallo tra Francia ed Italia. I
danni da loro inferti sono di conseguenza in aumento
esponenziale, ragion per cui la loro
presenza andrebe monitorata ed il loro numero
mantenuto basso, come sta avvenendo in Francia (dove
l'abbattimento dei lupi è stato autorizzato da
quelle autorità, anche con un voto al Parlamento ed
anche in un Parco Nazionale) ed in altri Paesi
europei ed americani.
Non si difende una
specie animale, sostenendone sempre e comunque la
sua protezione. Vi sono momenti in cui è l'uomo che
deve intervenire per riequilibrare situazioni che
l'uomo stesso ha creato o favorito.
Segretario Generale
dell'AIW
(12.03.13)
Raffica di perquisizioni e 12 indagati in
regione ad Ancona per il business
delle biomasse
altri articoli sul
tema "biomasse" su Ruralpini
La procura di Ancona ha aperto
un'inchiesta sulle procedure autorizzative della
Regione per centrali a biomasse e parchi eolici nelle
Marche. Sono dodici, tra cui tre funzionari regionali,
le persone indagate: il reato ipotizzato è di abuso
d'ufficio in concorso.
L'ipotesi da verificare riguarda i favori di cui
avrebbero goduto alcuni imprenditori e cointeressenze
da chiarire. Stamattina, investigatori della Guardia
di finanza e del Corpo forestale dello Stato hanno
eseguito più di trenta perquisizioni in uffici
pubblici, impianti e aziende a cominciare dagli uffici
di palazzo Raffaello. Sott’accusa una parte delle
autorizzazioni concesse dalla Regione dall’inizio
dell’anno per la collocazione degli impianti nel
territorio regionale. Si indaga anche su presunti
reati ambientali. A Camerino, gli agenti della
Forestale hanno acquisito la documentazione sui parchi
eolici nella sede della Comunità montana.
(10.03.13)
Si moltiplicano gli avvistamenti di lupi
davanti alle case ad Ormea (CN)
altri
articoli sul tema "lupo" su Ruralpini
Ormai numerosi gli avvistamenti di lupi
dall’inizio dell’anno a Ormea, il comune delle Alpi
marittime dove da anni sono presenti dei branchi e
dove, in estate, i margari subiscono numerosi attacchi
ai loro capi. L’ultimo pochi giorni fa. Il primo caso,
lungo la strada per Chionea, risale alla notte tra l’1
e 2 gennaio. La mattina di lunedì 4 marzo, in
località Fossato, una coppia ha avvistato davanti a
casa 2 lupi. Il giorno seguente, altri due coniugi,
rincasando a mezzanotte in via Orti della Rama, hanno
visto in lontananza 5 esemplari. Sempre meno
timorosi dell'uomo i lupi stanno lentamente
avvicinandosi agli spazi abitati, non solo ad Ormea ma
anche in tante altre vallate del Piemonte.
L'inquitetudine cresce e con essa il risentimento
contro le politiche di super-protezione del predatore
e di agevolazione della sua ulteriore diffusione. Una
linea anacronistica imposta dalle classi dominanti
urbane che con le politiche "conservazioniste", i
Parchi, l'ideologia di una distorta wilderness,
intendono distogliere l'attenzione delle masse urbane
(facilmente manipolabili) dalla distruzione degli
ecosostemi operata dal capitalismo sregolato.
Ormai il lupo è tornato in tutta Europa, le
popolazioni sono in connessione con l'enorme bacino
russo e ogni falso piagnisteo sul "lupo in pericolo" è
motivato solo dal business dei progetti e dal ruolo
ideologico di questo falso ecologismo funzionale al
potere.
(08.03.13)
Minacce di morte e busta con proiettili ad
un esponente No biogas del Polesine
Sale
la tensione intorno ai progetti di nuove
centrali e a quelle già in esercizio.
altri
articoli sul tema "biogas" su Ruralpini
La notizia è stata data dal resto del
Carlino di ieri: a Lendinara nel Polesine un esponente
del locale comitato No biogas si è visto recapitare
una busta con due proiettili e minacce di morte
esplicitamente legate al suo ruolo nel Comitato.
Queste forme di intimidazione erano sinora estranee
alla realtà polesana e questo conferne, se ce ne fosse
ancora bisogno, che le biomasse stanno avvelenando non
solo l'aria ma anche il clima sociale e la convivenza.
Una pesante responsabilità in tutto ciò la porta la
vecchia classe politica dei partiti, sia a livello
centrale che locale. Sono spesso gli amministratori
collusi che fanno aumentare la tensione accusando i
comitati di "procurato allarme", di "intolleranza", di
suscitare proteste pretestuose, nascondendo sino
all'ultimo ai loro amministrati cosa bolle in pentola,
ovvero progetti presentati da mesi nei comuni.
Gli amministratori al di fuori dal giro
si comportano spesso da Don Abbondio, dicendo di no
alle centrali ma non compiendo - assumendosi il dovere
di tutela della comunità - atti tali da
contrastarne la realizzazione. Così a Lendinara dove
l'amministrazione si dice contraria alla biogas ma non
fa nulla di concreto per bloccarla e non ascolta il
comitato che potrebbe fornire utili suggerimenti in
proposito. Così cresce l'esasperazione. La lobby
speculativa si sta vedendo stoppare numerose centrali.
E' di questi giorni lo stop dell'ASL Cuneo 1 ad un
impianto di pirogassificazione (una tipologia
sbandierata come virtuosa e a basse emissioni dai
piazzisti) da 1MW a Paesana. Ormai sono diverse le ASL
che hanno dichiarato le centrali "industrie insalubri
di prima classe". Le violazioni di legge e di
procedure amministrative in cui incorrono le centrali
nella corsa spasmodica ad accendere i motori sono
tante. Vi sono elementi per spegnere anche le centrali
esistenti. La loby lo sa e lo sanno anche le banche.
Basterebbero pochi precedenti per far chiudere i
rubinetti e far fallire le società. Così il nervosismo
cresce e l'insofferenza per i comitati anche. Sta alla
politica - se vuol far sapere cha desidera
recuperare un briciolo di legittimità -
intervenire per impedire una spirale di tensioni e
conflitti potenzialmente pericolosi.
(07.03.13)
La premiata fabbrica Trentino spa ha
sfornato 16 nuovi orsacchiotti nel 2012
In
città si gongola in montagna cresce a
proeoccupazione e lo scontro sociale è
destinato ad inasprirsi
altri
articoli sul tema "orso" su Ruralpini
La macchina degli orsi
gira a pieno regime e le menti di Life Ursus se la
ridono delle proteste e delle indagini demospopiche
che dicono che la maggior parte dei trentini di orsi
ne vorrebbero di meno. Super protetti, messi in
condizione di predare animali domestici senza neanche
cacciarli ma rifornendosi come in un supermercato, gli
orsi trentini si riproducono allegramente. Lo scorso
anno riferiscono gongolando i responsabili del
servizio forestale sono nate ben 7 cucciolate con 16
orsetti. Dal momento che la sopravvivenza è pari al
90% si può ben immaginare l'aumento della popolazione.
Il fatto, che i sostentitori ad ogni costo della
reintroduzione dell'orso bruno sulle Alpi fingono di
ignorare, è che grandi spazi liberi da strade e centri
abitati si trovano - limitatamente anche lì peraltro-
solo nel Trentino occidentale. Quando gli orsi si
irradiano verso le altre regioni e verso la Svizzera
trovano territori solcati da numerose vallate. In
Svizzera, fanno giustamente osservare gli oppositori
della reontroduzione del plantigrado, la montagna non
presenta densità di popolazione elevate ma in
relazione a modelli di insediamento ereditati dal
passato e dalla politica di sostegno all'agricoltura
di montagna la popolazione è ben distribuita sul
territorio e con essa la fauna domestica. I nuovi orsi
saranno destinati a creare nuove tensioni e nuovi
conflitti. Le plateali prese di posizione orsofile
dell'animalismo urbano (vedi le raccolte di firme, i
cortei e le proteste per l'abbattimento dlel'orso
pericoloso M13 in val Poschiavo) bucano i media
dominati dalla cultura urbanocentrica
dell'ambientalismo emotivo e ideologico che coincide
con gli interessi dei padroni dei media (i grandi
gruppi molto finanziari sempre meno industriuali). Ma
sul territorio - come ben sanno i naturalisti seri -
l'opposizione di una popolazione montanara poco
numerosa e sparsa, pur meno visibile e appariscente è
molto più dura. In montagna chi si mobilità contro
l'orso difende la sua libertà, la possibilità di
vivere e di lavorare. Se l'orso diventa il simbolo
dell'oppressione dei poteri dei media e dell'opinione
pubblica dei grandi centri urbani sull'animale il
risentimento socialie dei montanari si
trasferiràsull'orso. Un fallimento di una vera
politica di conservazionismo. Ma con
il conservazionismo serio Life Ursus non ha mai
avuto niente a che fare in quanto progetto
ideologico, di marketing, di natura-spettacolo.
(04.03.13)
La Svizzera sta valutando le precisazioni
della Convenzione di Berna sulla richiesta
di deroghe alla protezione del lupo
Articoli
sul tema "lupo" su Ruralpini
In Svizzera la popolazione di lupi è ancora ridotta ma hanno iniziato a riprodursi e la
preoccupazione degli allevatori è notevole. Già da
quando è apparso ormai diversi anni orsono il lupo nel
Canton Vallese la politica svizzera è consistita nel
praticare abbattimenti selettivi quando un lupo si
rende responsabile della predazione di più di 35
pecore. A differenza dell'Italia dove domina
l'ambientalismo ideologico ed ipocrita in Svizzera la
maggioranza delle forze politiche ha a cuore
l'agricoltura e l'allevamento ritenuti essenziali per
la sicurezza alimentare e la cura del territorio.
Il parlamento svizzero (a
differenza di quello italiano che se ne occupato solo
fugacemente e solo in commissione agricoltura) si è
occupato a più riprese del rischio grandi predatori
per la pastorizia nonostante i lupi in Svizzera siano
100 volte meno che in Italia. Dopo più prese di
posizione parlamentari tendenti a chiedere una
modifica della Convenzione di Berna, il governo
elvetico aveva chiesto ufficialmente al Segretariato
permanente di poter applicare delle deroghe. Una
richiesta ragionevole dal momento che quando la
Convenzione venne firmata non esisteva un solo lupo
sul territorio svizzero.
I paesi con forti popolazioni lupine
(Grecia e Spagna) ottennero una deroga specifica che
consentiva loro non solo di praticare abbattimenti
selettivi per difendere il bestiame ma di tenere
aperta la caccia al lupo. La Svizzera ritiene che
diverse aree alpine non consentano una facile
convivenza con il predatore e chiede di poter
applicare criteri di controllo del lupo adatti al
proprio territorio e ai propri sistemi pastorali. La
Convenzione (nei fatti il Segretariato permanente,
ovvero quell'organo sovranazionale composto di
tecnoburocrati di tendenze ambientaliste non eletto da
nessuno ma che si arroga poteri "rubati" alla
sovranità dei singoli paesi) ha risposto già a
Novembre 2012 che la Convenzione contempla già delle
deroghe che consentono limitati abbattimenti di lupi
in caso di danni gravi alla pastorizia, di pericoli
per la sicurezza delle popolazioni umane, di danno
grave a popolazioni di altre specie animali.
Il Governo svizzero, non soddisfatto,
ha chiesto dei chiarimenti su questo punto perché si
tratta evidentemente di deroghe molto limitate che non
risolvono le esigenze a più riprese rappresentate dai
parlamentari elvetici. La scorsa settimana, su
interrogazione di un deputato, il governo ha risposto
che le precisazioni della Convenzione sono arrivate ma
l'Ufficio federale per la fauna e l'ambiente che le ha
ricevute non le ha ancora rese pubbliche. Il tema è
delicato perché il Parlamento ha impegnato il governo
a denunciare la Convenzione (ovvero a ritirare la
firma della Svizzera alla Convenzione stessa) in caso
di mancato accordo sulle deroghe.
Inutile dire che tutto questo dibattito
ha enorme interesse anche per la Francia e l'Italia.
(23.02.13)
Gli impianti da sci sono in deficit? Allora
la società si rifà con le captazioni
idroelettriche
Altri
articoli sul tema "Montagna sfregiata" su
Ruralpini
nella
foto il torrente FebbraroMadesimo (SO). L'industria della neve non è contenta di rastrellare la polpa delle
risorse disponibili per il turismo montano impedendo
il finanziamento di iniziative di turismo sostenibile
a basso impatto. Ora per tamponare il deficit degli
impianti di risalita si pensa di sfruttare le poche
acque non ancora oggetto di captazione per fornire
ossigeno alle società che gestiscono gli impianti.
Succede a Madesimo dove la Skiarea Valchiavenna da una
parte vuole rilanciarsi con un ambizioso progetto di
eco(sic)tunnel in Val di Lei (vedi
articolo
su Ruralpini), dall'altra vorrebbe sbloccare la
richiesta di una concessione per una captazione
idroelettrica che risale al 2006 e che, dopo aver
ottenuto dalla Regione Lombardia l'esclusione dalla
procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale, è
rimasta ferma. La Skiarea Valchiavenna
vorrebbe sfruttare le acque del torrente Febbraro
(foto sopra) per compensare le perdite della
funicolare Campodolcino-Motta. Un impianto
modernissimo che una
funicolare che in soli 7 minuti sale nel ventre
della montagna dai 1071 metri di Campodolcino fino ai
1736 di Motta. Il problema è che con la vendita degli
skipass non si riescono a coprire i forti costi.
La richiesta di una nuova captazione idroelettrica
nella valle più bella del comune di Madesimo (a monte
del villaggio di Isola) è un insulto alla montagna. In
Valtellina e Valchiavenna le acque sono già sfruttate
al massimo e non è accettabile che per finanziare gli
interessi immobiliari e l'industria della seconda casa
si consenta ad un sistema turistico hard già
fortemente impattante bsull'ambiente di sfruttare le
ultime acque non intubate. Gli impianti sciistici,
infatti, hanno il solo scopo di mantenere il
valore degli immobili e di spingere l'ulteriore
cementificazione.
Il progetto prevede la realizzazione di un'opera
di presa a quota 1498 metri e l'allacciamento alla
centrale Enel di Isola a 1250 metri per la produzione
di energia media annua di 7,5 milioni di Kwh. Il tutto
prelevando 450 litri di acqua al secondo e garantendo
(?) un deflusso minimo vitale di 120.
(09.02.13)
Gravissimo danno di immagine per l'agroalimentare
italiano se elevati i livelli di tolleranza per le
aflatossine
La
crisi della maiscoltura italiana non si risolve
aumentano il livello di tolleranza per la presenza si
aflatossine negli alimenti. Nel 2012 il clima
sfavorevole (siccità) ha esasperato il problema
aflatossine, le tossine prodotte da funghi patogeni
del generes Aspergillus. Il 30% del raccolto di mais è
risultato contaminato con presenza di aflatossine
oltre i limite di legge e giace tutt'ora nei silos.
Intanto le importazioni di mais hanno sfondato per la
prima volta la soglia del 20% mentre l'import
dell'industria mangimistica è balzato al 40%. Un
risultato legato anche alla proliferazione
irresponsabile del biogas che, come noto, utilizza il
mais come principale matrice vegetale per la
digestione anaerobica. Così aumentano le pressioni di
alcune organizzazioni agricole che vorrebbero portare
a 100 ppm il limite per la produzione di carne
citando alcuni studi che ne indicherebbero la non
pericolosità. Nel caso della produzione di latte
nessuno osa sostenere che si possa alzare il limite
ammissibile di contaminazione del mais perché à noto
che la micotossina B1 si trasforma in B1 è passa nel
latte. Entrambe sono cancerogene. Tutta la materia
merita profonda riflessione. Il mais è stata la
coltura "obbligata" in pianura padana perché - anche
in base al vecchio sistema di premi PAC - forniva un
reddito elevato. Così si è spinta al massimo la
monocoltura e sono aumentate le patologie mentre le
rese stagnano. La ricerca di rese troppo elevate, le
concimazioni eccessive, l'uso di ibridi con ciclo
molto lungo che consentono alta produttività ma
pongono problemi per le condizioni di raccolta in
epoca autunnale, sono tutti aspetti che spiegano il
problema aflatossine. Il mais è la coltura meno
sostenibile dal punto di vista ambientale e il
problema patologie fungine e micotossine andrebbe
considerato in questo contesto. Si spera in ogni
caso che il Ministero della salute non ceda alle
pressioni e non autorizzi uno splafonamento che
farebbe guardare con sospetto tutta laproduzione
alimentare Made in Italy.
(27.01.13) Animalismo
ideologico mette e repentaglio la sicurezza dei
cittadini: Ambiental-animalisti a Trento ricorrono
contro cattura orsi pericolosi
In Trentino gli orsi sono catturati
solo in caso di pericolosità comprovata da un Servizio
forestale e da esperti palesementi pro-orso che non
sono certo inclini a riconoscere facilmente la
pericolosità di singoli esemplari di plantigradi.
Eppure per farsi facile pubblicità nell'animalismo più
emotivo e ideologico lo stesso WWF che dovrebbe
ispirarsi all'ecologia e non all'animalismo estremista
aveva fatto ricorso insieme alla Lega Abolizione
della caccia contro la cattura di un orso. Il
presidente della Provincia autonoma di Trento, Alberto
Pacher (Pd), ha deciso di resistere davanti al TAR.
L'obbiettivo del ricorso delle due associazioni
è ottenere l'abolizione dell'ordinanza del presidente
della Giunta provinciale di Trento del 13 luglio 2012,
con la quale si ordinava al Servizio provinciale
Foreste e fauna di procedere, in accordo col Corpo
forestale trentino, alla cattura nel più breve tempo
possibile dell'esemplare di orso M2 ed alla sua
successiva collocazione nell'apposita struttura in
località Casteller di Trento.
(17.01.13)
Titolare di agriturismo con capre e pecore nel
livornese inseguita da cinque lupi nei pressi
dell'abitazione
Gli
esperti continuano a spergiurare che mai e poi mai i
lupi attaccheranno l'uomo, almeno nelle condizioni
italiane dove abbonda la selvaggina. peccato che la
teoria della selvaggina faccia acqua dal momento che
la dieta dei lupi italiani è in buona misura
rappresentata da prede domestiche. Con il che i lupi
hanno imparato a farsi sempre più spavaldi visto che
non gli si può sparare neppure se ti attaccano il
gregge sotto il naso o se ti arrivano in azienda. La
storia raccontata ieri dal Corriere Fiorentino non fa
che aggiungere un episodio ad uno stillicidio di
attaggiamenti pericolosi da
parte di lupi che precludono a veri e propri attacchi
all'uomo che dobbiamo ormai aspattarci. La bruttissima
esperienza l'ha vissuta una donna di 40 anni titolare
con il marito di un agritur tra Castelnuovo della
Misericordia e Nebbiaia, nelle campagne del livornese.
Mentre il marito era uscito per andare dal gregge
(capre e pecore) la donna che stazionava presso casa
si vede arrivare gli animali che belano in modo molto
insolito. Dietro arriva il cane maremmano inseguito da
cinque lupi. La donna scappa verso casa inseguita
anch''essa dai lupi. Fortuna che la casa era vicina e
ha subito trovato riparo. Nell'attacco, ampiamente
documentato dalle tracce lasciate, è morta una capra
ma in un precedente attacco notturno erano morti 18
capi. Si può andare avanti così. Sappiano i signori
del lupo, che negano la sua pericolosità e favoriscono
con tutti i mezzi l'espansione del lupo bloccando con
pretesti ogni richiesta di controllo (pur nei severi
limiti imposti da obsolete normative internazionali),
nascondendo il vero numero dei lupi in Italia che
dovranno renderne conto quando ci saranno vittime
umane.
(16.01.13) E ora si propone
l'allevamento dell'orso marsicano
Chi
avesse avuto ancora illusioni sulle finalità delle
politiche "conservazioniste" dovrebbe riflettere sulla
triste storia dell'orso marsicano (non che quella
dell'orso trentino sia più allegra ma almeno quello
non ha l'originalità genetica del marsicano). Ebbene
dopo tanti progetti e spesi pacchi di soldi, dopo che
è stato istituito da quali un secolo
un Parco Nazionale apposta per lui, l'orso marsicano
rischia l'estinzione. E la Società di Storia della Fauna
"Giuseppe Altobello" di Campobasso non trova niente di
meglio che proporre di cerare degli allevamenti. W la
fauna selvaggia ... allevata in cattività. Del resto
anche gli orsi deportati dalla Slovenia sono orsi
semi-allevati, monitorati, radiocollarati, catturati e
rilasciati, alimentati al supermercato dei greggi che
possono assalire impunemente satollandosi di carne ovina
senza rischi. In Abruzzo il Parco ha spinto il turismo e
lasciato che agricoltura e pastorizia decadessero mentre
la caccia veniva bandita. L'orso è servito per le
speculazìoni immobiliari ma intanto nel Parco soffriva
tanto che, pur in calo, la popolazione di sta
disperdendo fuori del Parco. Per approfondire leggi il Comunicato
di Franco Zunino
(15.01.13) Apre oggi la
consultazione sulla nuova agricoltura bio
Da oggi sino al 15
aprile sarà possibile dire la nostra sui
nuovi regolamenti che dovranno normare l'agricoltura
biologica. http://ec.europa.eu/yourvoice/ipm/forms/dispatch?form=orgagric2013&lang=it
(15.01.13) Una persona
ferita, due auto coivolte nell'incidente causato da
un cinghiale nel piacentino
Il
giorno 14 gennaio si è verificato uno scontro tra
un cinghiale e un’auto sulla strada provinciale
che da Castellarquaqto porta a Lugagnano. L’animale
selvatico, sceso dalla collina di Monte Falcone, ha
attraversato la strada con l’intenzione di andare vero
l’Arda, venendo investito da un’auto che in quel
momento transitava sulla provinciale verso Lugagnano.
Il bilancio è di una persona medicata al pronto
soccorso e gravi danni alle vetture. L’animale è
invece morto sul colpo.
(17.01.13) Titolare di
agriturismo con capre e pecore nel livornese
inseguita da cinque lupi nei pressi dell'abitazione
Gli
esperti continuano a spergiurare che mai e poi mai i
lupi attaccheranno l'uomo, almeno nelle condizioni
italiane dove abbonda la selvaggina. peccato che la
teoria della selvaggina faccia acqua dal momento che
la dieta dei lupi italiani è in buona misura
rappresentata da prede domestiche. Con il che i lupi
hanno imparato a farsi sempre più spavaldi visto che
non gli si può sparare neppure se ti attaccano il
gregge sotto il naso o se ti arrivano in azienda. La
storia raccontata ieri dal Corriere Fiorentino non fa
che aggiungere un episodio ad uno stillicidio di
attaggiamenti pericolosi da
parte di lupi che precludono a veri e propri attacchi
all'uomo che dobbiamo ormai aspattarci. La bruttissima
esperienza l'ha vissuta una donna di 40 anni titolare
con il marito di un agritur tra Castelnuovo della
Misericordia e Nebbiaia, nelle campagne del livornese.
Mentre il marito era uscito per andare dal gregge
(capre e pecore) la donna che stazionava presso casa
si vede arrivare gli animali che belano in modo molto
insolito. Dietro arriva il cane maremmano inseguito da
cinque lupi. La donna scappa verso casa inseguita
anch''essa dai lupi. Fortuna che la casa era vicina e
ha subito trovato riparo. Nell'attacco, ampiamente
documentato dalle tracce lasciate, è morta una capra
ma in un precedente attacco notturno erano morti 18
capi. Si può andare avanti così. Sappiano i signori
del lupo, che negano la sua pericolosità e favoriscono
con tutti i mezzi l'espansione del lupo bloccando con
pretesti ogni richiesta di controllo (pur nei severi
limiti imposti da obsolete normative internazionali),
nascondendo il vero numero dei lupi in Italia che
dovranno renderne conto quando ci saranno vittime
umane.
(16.01.13) E ora si propone
l'allevamento dell'orso marsicano
Chi
avesse avuto ancora illusioni sulle finalità delle
politiche "conservazioniste" dovrebbe riflettere sulla
triste storia dell'orso marsicano (non che quella
dell'orso trentino sia più allegra ma almeno quello
non ha l'originalità genetica del marsicano). Ebbene
dopo tanti progetti e spesi pacchi di soldi, dopo che
è stato istituito da quali un secolo
un Parco Nazionale apposta per lui, l'orso marsicano
rischia l'estinzione. E la Società di Storia della Fauna
"Giuseppe Altobello" di Campobasso non trova niente di
meglio che proporre di cerare degli allevamenti. W la
fauna selvaggia ... allevata in cattività. Del resto
anche gli orsi deportati dalla Slovenia sono orsi
semi-allevati, monitorati, radiocollarati, catturati e
rilasciati, alimentati al supermercato dei greggi che
possono assalire impunemente satollandosi di carne ovina
senza rischi. In Abruzzo il Parco ha spinto il turismo e
lasciato che agricoltura e pastorizia decadessero mentre
la caccia veniva bandita. L'orso è servito per le
speculazìoni immobiliari ma intanto nel Parco soffriva
tanto che, pur in calo, la popolazione di sta
disperdendo fuori del Parco. Per approfondire leggi il Comunicato
di Franco Zunino
(15.01.13) Apre oggi la
consultazione sulla nuova agricoltura bio
Da oggi sino al 15
aprile sarà possibile dire la nostra sui
nuovi regolamenti che dovranno normare l'agricoltura
biologica. http://ec.europa.eu/yourvoice/ipm/forms/dispatch?form=orgagric2013&lang=it
(15.01.13) Una persona
ferita, due auto coivolte nell'incidente causato da
un cinghiale nel piacentino
Il
giorno 14 gennaio si è verificato uno scontro tra
un cinghiale e un’auto sulla strada provinciale
che da Castellarquaqto porta a Lugagnano. L’animale
selvatico, sceso dalla collina di Monte Falcone, ha
attraversato la strada con l’intenzione di andare vero
l’Arda, venendo investito da un’auto che in quel
momento transitava sulla provinciale verso Lugagnano.
Il bilancio è di una persona medicata al pronto
soccorso e gravi danni alle vetture. L’animale è
invece morto sul colpo.
(05.01.13)
Definitivamente stoppata la biogas di Capalbio (GR)
L'Associazione ambientale
Capalbio, il Comitato No Biogas e i confinanti
con il terreno nel quale Sacra avrebbe voluto
realizzare l'impianto accolgono con grande
soddisfazione - per il tramite del proprio
legale Avv. Michele Greco - la notizia della
definitiva bocciatura del progetto da parte
della Provincia di Grosseto. Con l'occasione,
tengono a precisare che l'associazione, il
comitato e i confinanti, i quali da oltre un
anno si oppongono all'impianto, sono composti
da agricoltori, commercianti, operai,
lavoratori autonomi e dipendenti che risiedono
e vivono stabilmente a Capalbio, alcuni a
poche decine di metri dal luogo prescelto per
l'impianto. Afferma il falso pertanto chi
sostiene che ad opporsi all'opera sarebbero
stati soltanto alcuni "VIP": lo dimostrano le
3500 firme depositate contro l'impianto,
raccolte per la maggior parte tra i
capalbiesi. Il fatto che, tra gli oppositori
all'impianto, vi siano anche personaggi di
altissimo spessore noti al grande pubblico, i
quali soggiornano (peraltro per lunghi periodi
dell'anno) nel territorio, non può che
riempire d'orgoglio l'associazione e i
confinanti, che li ritengono peraltro
capalbiesi a tutti gli effetti. E' anzi questa
l'occasione per ringraziarli pubblicamente:
Nicola Caracciolo (e con lui Italia Nostra),
Gianni Mattioli, Furio Colombo (e tutti quelli
- sono tanti, tantissimi - che hanno sostenuto
la causa). Ultimo, ma non ultimo, Ferdinando
Imposimato, un pezzo di storia d'Italia, il
quale ha partecipato a questa battaglia di
legalità e giustizia - come sempre ha fatto
nella sua vita - con commovente impegno. Di
questo si è infatti trattato, una battaglia di
legalità e giustizia per la salvaguardia della
salute e del territorio, oltre che per
l'affermazione di un principio troppo spesso
ignorato: nessuno è al di sopra della legge.
(21.12.12) L'orso
marsicano in difficoltà (nonostante tanti progetti e
fondi) e se appare sui monti Ernici non è una bella
notizia
Franco
Zunino con u comunicato del 21 dicembre commenta così
gli avvistamenti di orsi marsicani sempre più lontano
dall'areale dove questa specie si è conservata: Una
notizia apparentemente bella che è in realtà brutta".
Zunino - presidente dell'Associazione italiana per la
wilderness che ha da tempo preso le distanza
dall'animal-ambientalismo ideologico - sostiene che è
segno di profondo malessere della popolazione ursina
appenninica la diaspora di individui e la rarefazione
della presenza nell'areale del Parco d'Abruzzo creato
quasi un secolo fa apposta per conservare l'orso
marsicano. Gli orsi si disperdono perché nel Parco
vengono a mancare i presupposti per la sua
sopravvivenza: quiete e cibo. Il rischio, come
sottolinea Zunino è che queste presenze istighino gli
animal-ambientalisti a chiedere a gran vove
l'istituzione di nuovi parchi con la scusa della
presenza dell'orso. Con la prospettiva di aprire un
fortissimo conflitto con i cacciatori e di mettere a
rischio la vita degli orsi. Meglio sarebbe se gli
individui in dispersione venissero fatti rientrare nel
Parco garantendo loro condizioni di conservazione che
tanti progetti, tanti finanziamenti pubblici, tanta
presenza di ricercatori non hanno affatto garantito.
Ancora una volta ci si chiede: "ma questi
animal-ambientalisti sono veramente amici degli
animali che proclamano di tutelare o sono piuttosto
amici dei loro interessi?"
(15.12.12)
Eurodittadura. La Commissione Europea intima a
Parigi: andate a prendere orsi in Slovenia per
ripopolare i Pinenei
Se
qualcuno avesse dei dubbi su due questioni relative
alla politica europea e alla politica "della natura"
basterebbe una notizia che viene da Bruxelles per
chiarirli. Da Bruxelles si intima alla Francia di
procedere al ripopolamento artificiale degli orsi
andando a prenderli in Slovenia e reimmettendoli. Gli
orsi pirenaici soffrono di consanguineità e i
precedenti "lanci" non sono andati a buon fine perché
gli orsi sloveni sono finiti male, vittime di
"incidenti" e della chiara manifesta opposizione non
solo dei pastori ma di una lunga serie di sindaci,
comuni e comunità montane. Contro gli "orsi sloveni"
c'erano state mobilitazioni con cortei e blocchi
stradali. La gente dei Pirenei non ne vuole sapere. E
se si informasse in trentino di come vanno le cose con
gli orsi sloveni si infurierebbe ancora di più. A
Parigi ol'hanno capito e i Ministri dell'ambiente non
ci hanno più riprovato. Però oggi c'è il
super-centralismo, quello di Bruxelles che della
volontà popolare ha ancor meno riguardo che Parigi.
Non che ci voglia molto a capirlo, passando dallo
stato nazionale al super-stato eurupeo e domani al
mega-stato mondiale chi ci guadagna sono solo gli
usurai mondiali, le multinazionali. Al liberismo
usuraio di Bruxelles degli orsi non importa nulla ma
la "politica della wilderness" è funzionale
all'eliminazione dei contadini, delle piccole comunità
rurali, alla mano libera della finanza usuraia sulle
risorse naturali. Gli ambientalisti stanno al gioco
come utili servi che si accontentano dei loro
giocattoli: "i Parchi" e dei loro finanziamenti.
I
pirenaici, però, sono pronti alla resistenza e se oggi
gli orsi non sono simpatici lo saranno ancora meno
quando diventano imposti dall'eurodittatura, simbolo
dell'eurodittatura. Bruxelles ha pronti dei propri
gendarmi per militarizzare i Pirenei? No. Almeno per
ora. E allora, almeno per ora, si rassegni
all'estinzione dell'orso. Li potranno rimettere i loro
beniamini quando avranno fatto la pulizia etnica di
contadini, pastori e montanari. Per ora, per quanto
pochi, essi resistono.
(27.11.12)
Politica. Dellai inizia l'anno da super-autonomista
e lo finisce da super centrista-centralista. È tra i
promotori della lista Monti con Casini
Dellai
è uno dei più convinti sostenitori
del progetto di un Monti "politico". Il
presidente della provincia di Trento a Roma è stato un
protagonista della convention romana nata dal
manifesto Verso la Terza Repubblica, promosso da Luca
Cordero di Montezemolo, Andrea Riccardi, Andrea
Olivero e da lui stesso. E pensare che all'inizio
dell'anno andava in piazza per l'autonomia del
Trentino, si è recato a Chivasso (dove nel 1942 venne
redatto un manifesto per la libertà e l'autonomia
delle genti alpine) per creare un "fronte autonomista
alpino". Si è recato anche a Sondrio in Valtellina per
sondare il terreno per una eventuale lista "alpina"
per le elezioni del 2013. Poi è ripiegato nell'alveo
della politica romana facendosi sostenitore di quel
Monti che da presidente del consiglio dei ministri ha
assestato non pochi colpi alle autonomie.
Paradossalmente è proprio con questo governo che la
provincia di Trento ha avuto gli scontri più duri. È
stato il ministro Clini a ricorrere al Consiglio di
stato contro le ordinanze di cattura di un orso
pericolosi in Val di Rabbi per ricordare che anche su
una faccenda del genere Roma vuole tornare a dettare
legge. Non chidete la coerenza ai politici. Il progeto
di "autonomia alpina" era per Dellai solo una ruota di
scorta, tanto per evitare il rischio di non entrare
nel parlamento romano allo scadere del suo mandato di
presidentissimo della provincia autonoma.
(25.11.12)
Biogas. A Mediglia (alle porte di Milano) per
costruire una centrale il comune blocca il traffico.
Ma intanto due persone finiscono nel fosso
A Mediglia per la costruzione
della centrale da 999MW a insilato di mais il traffico
dei mezzi pesanti diretti al cantiere attraversa il
centro di Triginto e la polizia locale deve
bloccare una stretta strada a senso unico per
consentire ai mezzi di ritorno dal cantiere di
ripercorrere il tratto di strada. Nonostante i
pericoli (due persono sono già finite nel fosso) e i
danni alla strada comunale il sindaco non interviene
bloccando l'accesso dei mezzi imponendo alla ditta di
realizzare prima la strada su terreno proprio prevista
dal progetto per alimentare (con mais) la centrale.
(25.11.12)
Biogas. Primo incontro per un comitato No biogas nel
Parco agricolo Sud Milano
Il giorno 22 a Cerro al Lambro presso
la sede della Pro Loco si è tenuto un primo incontro
per la costituzione del Comitato "No biogas nel Parco
agricolo Sud Milano". Erano presenti Michele Corti,
presidente del coordinamento nazionale Terre Nostre,
Kisito Prinelli, presidente dell'associazione Parco
sud e di Italia nostra sud Milano, Ettore Fusco
sindaco di Opera e consigliere del Parco, più una
nutrita delegazione del Comitato dei cittadini per
lambiente di Mediglia che si batte contro una centrale
in via di realizzazione. Nell'incontro è emerso come
ci siano dodici richieste di autorizzazione per
centrali biogas. Fusco ha fatto presente il pressing
dei "piazzisti" del biogas nei confronti dei sindaci.
La necessità di dimostrare un recupero di calore di
cogenerazione meno "virtuale" dal prossimo anno spinge
le società che si propongono per realizzare le
centrali a cercare accordi con il pubblico non
mancando di prospettare altri vantaggi economici per
le amministrazioni. In questa situazione che rischia
di compromettere per sempre le possibilità di
indirizzare l'agricoltura del parco verso forme di
differenziazione, di agricoltura bio, di produzioni a
filiera corta alimentare è necessaria una forte
mobilitazione. Così i presenti si sono pronunciati
sen'altro a favore di una prossima iniziativa pubblica
impegnandosi a raccogliere le informazioni aggiornate
sui progetti incombenti in modo di allertare per tempo
le comunità interessate ma anche di concertare azioni
nell'insieme del territorio del Parco. Nel corso della
serata si è parlato anche della scandalosa situazione
di Occhiò (vedi articolo sotto) ma anche di Mediglia
(vedi articolo sopra).
(24.11.12) Biogas. La
provincia di MI nega il raddoppio della centrale di
S. Giuliano e ferma uno sbancamento dal quale
emergono reperti archeologici
Lacrime da coccodrillo verrebbe da
dire. La provincia si accorge che nell'impianto
Occhiò I di S. Giuliano non sono rispettate le
prescrizioni. Intanto l'impianto Occhiò II viene
stoppato ma la società aveva già proceduto ad uno
sbancamento. Come segnalato da Italia Nostra (ma la
Soprintendentza aveva fatto orecchio fa mercante) si
conferma che l'area è di interesse archeologico per la
presenza di mattoni romani e frammenti di monete.
Perché non accorgerseme prima della realizzaizone
della centrale? Nel progetto autorizzato poi si parla
poi di teleriscaldamento con riferimento ad un centro
anziani ad un km di distanza che non esiste e non è in
programma.
(16.11.12)
Orsi trentini.Una bella mangiatoia di 561mila € di
consulenze
Rispondendo ad una interrogazione presentata
dal
consigliere Giorgio Leonardi il presidente della
provincia autonoma di Trento ha chiarito che le
consulenze
per il progetto 'Life Ursus', affidate dal Parco
Adamello Brenta a tecnici faunistici, veterinari,
guardaparco, guardie forestali, sono costate 531.489
euro. Non è difficile capire perché dentro questa
casta "ursofila" ci sia un così forte attaccamento al
loro beniamino, una vera vacca da mungere. Mentre i
pastori, gli apicoltori, gli abitanti delle zone più
freqentate dai plantigradi subiscono danni di varia
natura (economici ma anche grandi spaventi) lor
signori con l'orso si riempiono le tasche. Capiamo
anche l'astio di questa gente contro i sudditi che
osano protestare contro l'invadenza degli orsi e
l'assenza di una vera risposta delle istituzioni al
problema di una convivenza impossibile causata dal
venir meno di ogni paura nei confronti dell'uomo di
queste bestie che scorazzano a loro piacimento.
(11.11.12)
Biogas.
Esplosione in una biogas in provincia di Vicenza
Il giorno 7 novembre a Zermeghedo in
provincia di Vicenza si è verificata un'esplosione
nella centrale a biogas della Demetra Energy spa una
società a capitale misto pubblico e privato che
comprende lo stesso comune di Zermeghedo. La centrale
è alimentata a mais. L'apertura di una botola di un
digestore dove rimaneva del gas ha fatto penetrare
l'aria e per qualche rgione la miscela esplosiva ha
prodotto uno scoppio che ha fatto saltare la copertura
in plastica del digestore. Non si registrano feriti.
Sulla partecipazione dei comuni a simili nobili
imprese non sono necessari commenti.
(07.11.12)
Lupo.
Boitani a Trento dice che la popolazione lupina va
controllata e che la caccia è tollerabile
Gli esperti scientifici del lupo (altra
cosa sono i lupofili e i lupomani) l'hanno sempre
scritto nei testi scientifici: "le popolazioni lupine
vanno controllate per tenere entro limiti tollarabili
i conflitti con le attività antropiche". A Trento
domenica 4 novembre Luigi Boitani l'ha detto davanti
ad un folto pubblico nell'aula magna del Museo di
scienze naturali. Non solo. Ha anche detto che la
caccia è tollerabile. Una bella differenza rispetto
agli ambientalisti che in Italia (solo in Italia)
vorrebbero chiudere la caccia a qualsiasi specie
animale. Ha anche detto cose che agli ambientalisti da
salotto non sono gradite ovvero che "bisogna conoscere
il livello di conflitto tollerabile". Fatti
significativi perché non sono affermazioni pubblicate
su riviste scientifiche ma di fronte ad un pubblico in
larga misura di tendene animal-ambientaliste.
(30.10.12) Soprusi
istituzionali. I nuovi bravi
scacciano il Bitto storico dal suo posto al Salone
del Gusto
Una
volta i bravi di Don Rodrigo dissero "Quel matrimonio
non si ha da fare". Secoli di progresso hanno portato
pochi cambiamenti. Lo stand che ha dovuto spostarsi
(quando era già montato) dalla posizione prevista da
mesi al Salone del Gusto edizione 2012 è quello del Consorzio
salvaguardia del Bitto storico. A quelli del
Consorzio del Bitto e Casera dop o del Multiconsorzio
delle Dop e Igp valtellinesi che lo comprende non
andava giù ,di dover guardare negli occhi i "ribelli
del Bitto", sostenitori della tradizione, resistenti
alla omologazione industriale. Non se la sentono di
reggere il confronto. Così hanno fatto pressioni su
Regione Lombardia DG agricoltura (che pagava lo
stand istitruzionale dove detti Consorzi istituzionali
erano ospitati). La quale ha fatto pressione su Slow
Food il quale ha comunicato ai "ribelli" che se
non sloggiavano dal loro posto lo stand della regione
Lombardia si ritirava. Una storia deprimente. Il nome
del bravo che ha fatto la telefonata
all'organizzazione di Slow Food non è saltato fuori e
non salterà forse mai fuori. La vergogna che ricade
"diluita" e "anonima" sulle istituzioni e
organizzazioni brucia meno. Avanti così. Paolo
Ciapparelli, il guerriero del Bitto, ha così
commentato: io ci metto sempre la faccia, nel bene e
nel male. È ora di finirla che cert signori si
nascondono dietro le istituzioni. E ha nominato Renato
Ciaponi e Marco Deghi quali mandanti. Ovviamente il
Multiconsorzio, a nome del Consorzio, delle Latterie
ecc. ecc. (più fai ombrella e più ti pari le terga) ha
smentito. Almeno il Multiconsorzio si è preso la briga
di smentire. Regione Lombardia muta. Slow Food ha
chiesto rettifiche alla stampa locale che ha parlato
senza mezzi termini di Bitto declassato e di Bitto
frattato dicendo che la decisione è stata presa
d'accordo con Ciapparelli e che non ha penalizzato il
Bitto. Vero. Ma su chi e perché ha fatto
pressione Slow Food non dice nulla. Perché?
(21.10.12) Ambientalismo di
regime. Una fiction con Terence Hill per promuovere
la montagna dei burocrati e dell'orso
Una notizia pervenuta da un lettore
indignato mi ha lasciato l'amaro in bocca. Dopo la
fiction ruralista con Terence Hill che era molto bella
e anomala a parte il particolare che il pastore era
della Sila mentre nel romanzo da cui era tratta era
friulano (la RAI pensava che nell'immaginario italico
da la lei stessa plasmato con la Rai di Bernabei
i pastori alpini non sono credibili). In quella
fiction si parlava persino di "resistenza casearia" e
di "tipicità contestata". Con la stessa faccia
simatica di Terence Hill (che si è conquistato una
nuova popolarità grazie al prete di Gubbio) ora
la televisione di stato, la RAI de Roma, promuove
l'opposto: una montagna nella quale i montanari sono
cattivi e gli eroi sono i burocrati, la polizia
forestale di stato, l'orso, il lupo. Ecco il messaggio
che ho ricevuto (io la fictrion non l'ho vista): "Una
montagna senza montanari ma con tanti burocrati:
forestali, commissari di polizia ecc..? Lupi amici
dell'uomo? Boscaioli cattivi che sparano all'orso e
importano legname radioattivo(!!)
dall'Ucraina?Veterinari che curano orsi anzichè
vacche? Approfittando della bellezza delle montagne di
S:Candido e della simpatia di Terence Hill è questo il
messaggio che la Rai spedisce ai telespettatori!!
(17.10.12) Montagna
sfregiata. Valbrembana: i residenti di una
frazione di S.G.B. protestano per i danni alla
mulattiera
I residenti di S.Pietro d'Orzio,
frazione di S.Giovanni Bianco lamentano che la gara di
Enduro della scorsa settimana che ha fatto della
località brembana la capitale dell'Enduro per un
wee-end (settima prova del Trofeo Imerio Testori
valida per il campionato europeo ) ha danneggiato con
il passaggio di centinaia di moto la mulattiera che
sale a Paglio, usata per il trasporto della legna dai
residenti della frazione. Una mulattiera storica cui
tengono molto e per la quale si sono battuti al fine
di ottenere il divieto di circolazione delle moto. Ora
hanno organizzato un campionato. della serie: povere
Orobie e W la sostenibilità, l'educazione ambientale
ecc..ecc. bla, bla.
(08.10.12) Orsi
trentini: l'orso del Baldo fa la star al Motorso e
negli stessi giorni sbrana due manze
Dopo aver sbranato una serie di pecore
l'orso del Baldo che non solo non ha paura dell'uomo
ma si mette anche in posa per farsi fotografare è
apparso dai suoi fan del Moto club dell'orso al
Motorso (sic) un evento con ingredienti
tipo "tantagnocca". Così intitolato in suo onore
per via di una fugace apparizione ad un raduno
precedente. Uno show da autentica mascotte, di fronte
a passanti e turisti. L'orso è comperso al «The Bear's
Motorbike Show» durante l''allestimento del 15° raduno
dei bikers. È rimasto nel prato per quasi due ore,
lasciandosi fotografare. Racconta uno dei fotografi
improvvisati: «Girovagava nell'erba, andava
avanti e indietro, si sedeva, poi si alzava, dava
occhiate in giro e, come un piccolo divo, si faceva
fotografare. Ho preso la macchina fotografica e, con i
miei figli, che hanno 18 e 13 anni, abbiamo scattato».
Mentre i bikers hanno visto il raduno allietato oltre
che da sexy girls anche dal loro patrono gli
allevatori della zona hanno subito negli stessi giorni
la perdita di due manze. Una sventrata e svuotata,
l'altra trascinata per decine di metri. La vicenda
della reintroduzione dell'orso assume toni sempre più
grotteschi per non dire osceni. L'orso del Baldo ormai
è un animale stra-confidente. La responsabilità dei
servizi forestali e faunistici che lo lasciano in
circolazione è grande. Moralmente grave se si pensa
che lasciarlo libero serve ad un baraccone. Ci si
chiede sempre come possano dei naturalisti seri ed
onesti e degli amici degli animali sinceri dare ancora
consenso al progetto Life Ursus (e appendici).
(05.10.12) Parchi. Il
presidente del Parco dello Stelvio caccia uno
stambecco con licenza di caccia scaduta
Ferruccio Tomasi, la notizia
risale d un mese fa, avrebbe abbattuto uno stambecco
nella riverva provinciale della Provincia autonoma di
Bolzano. Era un regalo di Luis Durmwalder. Però è
diventato un pasticcio che consente a Roma sostenuta
degli ecocentralisti (WWF sempre in prima fila quando
si tratta di attaccere le autonomie) per riprendere le
redini del Parco dello Stelvio dove Bolzano attua una
gestione autonoma e molto più intelligente. Nella
parte lombarda e trentina si lascia che i cervi
deperiscano e muoiano di steni e di malattie pur di
non sfoltire la numerosissima popolazione. A Bolzano
si è sempre cacciato perché ecologisti e cacciatori
sono sempre andati d'accordo (non come in Italia dove
l'ambientalismo vice di ideologia e i cacciato ri non
guardano molto al di là del loro naso). Il nostro
commento è diverso. L'episofio conferma quanto diciamo
da tempo: i presidenti dei parchi sono dei magatelli
(burattini) nelle mani di direttori e consulenti
scientifici più o meno legati alla lobby verde. Ai
cari signori dei Parchi, le cricche ambientaliste per
i quali i Parchi sono un feudo (come un tempo lo erano
le Usl per i socialisti) vanno bene anche dei
re-travicello bracconieri. Purché lascino che a
comandare sia l'ecoburocrazia. Questa istituzione
ottocentesca, sprecona e burocratica è più
obsoleta e inutile delle provincie. Ma la lobby dei
Parchi è ormai potente ed è ha
appoggi trasversali nei vari partiti.
(02.10.12) Orsi
Trentino. WWF e governo dei superburocrati
all'attacco della Provincia autonoma di Trento
Non era difficile scommetere
che il WWF, che specula da decenni senza pudore sui
Panda e sull'ecologia spettacolo (quella buona per
suscitare le emozioni degli "ecologisti" in pantofole
che la natura la conoscono attraverso Geo &
Geo) non si sarebbe fatto scappare l'occasione. Ed
ecco che puntualmente ieri annuncia la sua
"solidarietà" al Ministero dell'ambiente (dove loro e
Legambiente hanno più peso dell'intero parlamento)
nella sua arrogante azione contro la Provincia
autonoma di Trento condotta impugnando una dopo
l'altra le ordinanze emanate dal presidente Dellai per
catturare gli orsi pericolosi per la sicurezza e
l'incolumità dei valligiani. Il quale presidente, tra
l'altro, aveva invitato Clini a un tavolo per
discutere la faccenda. Il WWF affiancherà le azioni
legali di Roma e ricorda alla Provincia che non può
fare proprio nulla se non subire quel castello di
norme ipergarantiste messo in piedi proprio dal WWF
(Piani di azione) grazie alla sua capacità di influire
pesantemente sulla governance faunistica che epropria
totalmente i governi locali (che gli ambientalisti da
bravi giacobini vorrebbero eliminare o comunque
svuotare di competenze).
(24.09.12) Orsi
Lombardia Carcassa di orso risalente alla
primavera trovata a Gandellino (alta Val Seriana)
È stata ritrovata a circa
2000 m di altitudine la carcassa di un orso la
cui morte risale alla primavera. L'orso è stato
probabilmente vittima di una slavina. Il ritrovamento
ha destato notevole entusiasmo presso gli amici
dell'orso e la burocrazia del Parco delle Orobie
bergamasche che hanno subito colto l'occasione per
affermare - punzecchiati dalle critiche circa
l'opportunità di elevare l'orso a nuovo simbolo del
Parco - che le presenze dell'orso non sono più
occasionali. Contenti loro.
(24.09.12) Orsi
Trentino Carcassa di orso risalente morto
quindici giorni fa a Caderzone
È stata ritrovata a circa 750
m di altitudine nei boschi sopra Caderzone (Val
rendena) la carcassa di un giovane orso dell'età
presumibile si 18 mesi. La morte risale ad almeno
quindici giorni prima data la condizione di iniziale
decomposizione. Nessuna indicazione è per ora
trapelata sulle cause della morte.
(11.09.12) Allevatore scende con
quindici giorni di anticipo dall'alpeggio per colpa
dei lupi
Sei attacchi di lupi di cui
quattro nei primi giorni di settembre. Tiziano Aiassa,
allevatore di bovini da carne di razza Piemontese
avrebbe dovuto demonticare a fine mese dal momento che
, nonostante la siccità, al Gias Perla (400 ha in
comune di Limone Piemonte in Val Vemenagna al confine
con la Francia) c'era ancora erba. Scende perché non
ne può più della successione di attacchi da parte dei
lupi, perché teme altre perdite. Trattandosi di
bestiame altamente selezionato e in buone condizioni
l'indennizzo non copre neppure il valore commerciale
degli animali (non parliamo delle tante giornate perse
per via delle pratiche, del carburante per gli
spostamenti, delle telefonate).
(08.09.12) In Istria a
pochi km da Trieste un giovane ferito da un orso
Il 28 agosto un giovane
di 28 anni, Igor Ulmer, è stato aggredito da un
orsa mentre portava a passeggio il suo cane,
Bobi, in un’area boschiva nelle vicinanze di Klana,
località poco alle spalle di Fiume. Il giovane è stato
morso e colpito da zampate agli arti inferiori e
all’addome e ricoverato nel reparto di
traumatologia del Centro clinico–ospedaliero di Fiume,
dove è stato sottoposto a intervento chirurgico.
.L’uomo ha cercato scampo arrampicandosi su un albero,
ma è stato buttato giù dall’orsa che quindi lo ha
colpito e morso più volte. L'intervento del cane è
stato forse provvidenziale per evitare il peggio. nel
giro degli ultimi due anni sono tre le aggressioni a
persone da parte delgi orsi in Istria. Nel novembre di
due anni fa un cacciatore di 82 anni era stato
aggredito da un’orsa nel bosco di Breza finendo al
reparto di terapia intensiva dell’ Ospedale fiumano.
L’ anno scorso, in località Lisac (Klana), al confine
con la Slovenia, c’è stato l’attacco ad un
raccoglitore di funghi che ha riportato lesioni
guaribili in un paio di settimane.
(04.09.12) Piemonte
alpeggi. Stagione nera: decine di bovini morti nel
Vallone dell'arma (Demonte, Cn) per effetto
combinato siccità-neve e freddo.
Le notizie sono ancora
fammentarie ma in diversi alpeggi nel Vallone
dell'Arma in comune di Demonte (Valle Stura, Cn) sono
morte complessivamente diverse decine di bovini. La
causa probabile andrebbe ricercata nell'effetto
combinato della siccità del mese di agosto e della
neve di questi giorni che avrebbe determinato un
deterioramente particolarmente grave della qualità
dell'erba (secca) disponibile e indotto probabili
gravi disturbi digestivi o forme di tossinfezione
alimentare.
(24.08.12) Lombardia:
la siccità non è finita ma i biogasisti vampiri
premono perché si utilizzino le riserve dei bacini
montani per il silomais di secondo raccolto
La fame d'acqua delle centrali
a biogas alimentate a insilato di mais aumenta con la
diffusione della pratica del mais da secondo raccolto
che dipende fortemente dalla disponibilità di acqua di
irrigazione (nel primo raccolto lo sviluppo della
coltura avviene in gran parte nel periodo primaverile
con disponibilità di precipitazioni). Così in un anno
di forte siccità i biogasisti, forti della loro
influenza economica e politica premono per utilizzare
le riserve dei bacini alpini valtellinesi mantenute
nel caso di decorso siccitoso autunnale e per esigenze
del mercato.
Mentre la lotta per l'acqua si
fa ovunque più dura, mentre emerge come le emissioni
di ossidi di azoto (precursori delle polveri sottili)
sono tutt'altro che contenute nelle biogas, mentre
dalla Germania arrivano notizie di una crescente
frequanza di incidenti nelle 8000 biogas sfunzionanti
del paese (sversamenti nei corpi idrici, esplosioni,
incendi) qui una classe politica-amministrativa
(ma mettiamoci anche i burocrati e i tecnici)
insensibile al bene comune ma sensibile alle sirene
delle lobby speculative, sta consentendo la
proliferazione delle centrali (anche grazie al regalo
di Monti che ha prorogato dal 31 dicembre al 30 aprile
la scadenza per avviare impianti in grado di lucrare i
super-incentivi attuali).
(12.08.12) ILVA: PD ambientalista
e pro-magistratura a corrente alternata
Da
Brescia a Taranto a Borgo Valsugana le acciaierie
significano pcb e diossina. Dalle valli alpine alle
coste mediterranee. La gestione del rischio da parte
della scienza, dell'industria, della politica ha
tentato a lungo di negare il carattere strutturale del
rischio ambientale indissociabile dall'industrialismo.
Ora i coccodrilli piangono e mettono davanti il
ricatto occupazionale. PDL e PD attaccano
bipartisan la magistratura. La differenza è che il PDL
non si è mai proclamato campione di ambientalismo.
Invece il PD si conferma il
campione del doppiopesismo. La magistratura
è esaltata e rispettata quando stritola gli avversari
politici, attaccata pesantemente quando tira in ballo
Napolitano per la trattativa con la Mafia o chiude
attività produttive causa di disastro ambientale.
L'ambientalismo - delegato alla cinghia di
trasmissione di Legambiente - fa comodo quando c'è
business, quando danneggia soggetti deboli (e che
votano altrove). Se tocca sul vivo
il sistema industriale l'ambientalismo è messo
spregiudicatamente tra parentesi. Sono gli eredi di
PCI e DC. E non serve aggiungere altro.
(12.08.12)
Pesticidi in Val di Non: Il principe-vescovo
fornisce l'interpretazione giuridica autentica
In
Val di Non il problema del conflitto di
interessi di numerosi consiglieri comunali
rispetto al problema dei pesticidi è spinoso. I
Consigli hanno votato regolamenti permissivi che
consento di irrorare vicino alle abitazioni. Sono
stati contestati sulla base del fatto che molti di
coloro che hanno votato a favore sono melindacoltori
(data la pervasività della monemelindacoltura in valle
ciò non deve sorprendere). Di fronte alle
contestazioni per il conflitto di interesse il
Servizio autonomie locali si è espresso in modo
univoco: "in questi casi è prassi l'aspensione da
voto". Ma il principe-vescovo, il presidente della
PAT, Lorenzo Dellai è intervenuto fornendo il parete
giuridico autentico (nel principato vescovile autonomo
pare funzioni così). Dellai ha detto che il conflitto
vale in materie urbanistiche (e quando mai l'interesse
personale è solo legato agli interessi immobiliari?) e
che se ad essere in conflitto sono in tanti il
conflitto non esiste più. Discutibile. ma Ipse dixit e
i nonesi si terranno i regolamenti che prevedono lo
spruzzo e la realizzazione di siepi di protezione ...
a spese degli spruzzati. Con quona pace del Dellai
teorico della partecipazione e della democrazia che
trova persino qualcuno che abbocca (fuori dal
Trentino).
(09.08.12) Orsi
Trentino. Ora anche Groff non può più nascondere la
preoccupazione
«Non
siamo preoccupati, ma se persevera in questi
comportamenti certo qualche preoccupazione ce la dà»,
ammette Claudio Groff responsabile dell'orso per il
Servizio faunistico della provincia autonoma di Trento.
Queste le dichiarazioni del papà degli orsi trentini
rilasciate dopo la "performance" di sabato scorso
dell'orso M11. Un maschio di due anni con comportamenti
anomali (orfano di DJ3 orsa pericolosa pluricatturata e
poi rinchiusa). Curato da un forestale come una balia
era animale da tenere in uno zoo non da lasciare libero
in "natura" (ma forse la pseudo-natura è un grande zoo a
questo punto).
Un gruppo di gitanti veronesi lo anno
ha
fotografato sul Baldo da pochi metri, senza
teleobiettivi per un'ora intera mentre "giocava" su un
prato. Una scena da cartone animato che contribuisce a
perpetuare lo scambio tra Yoghi dei cartoons
e la realtà. M11 è stato fatto tornare indietro da un fischio quando stava per andarsene, come un cagnolino e solo
una motocicletta l'ha allontanato, disturbato ma non
spaventato. L'orso ha due anni, oggi posa per i
fotografi e non è più un animale selvaggio.
Proteggendoli in modo innaturale gli orsofili e i
tecnici (questi ultimi tutti immancabilmente orsofili,
tutti pronti a giurare che sono vegetariani, che non
sono pericolosi) stanno distruggendo l'orso come specie
selvatica trasformandolo in una comparsa da fiction
permanente. Agli "animalisti" (!?) e agli "ecologisti"
(!?) va bene così. Non è necessario essere super-esperti
dell'orso per capire che un animale della mole e della
forza dell'orso che non ha paura dell'uomo è
potenzialmente pericoloso. Il giorno che il
giocherellone diventerà grande e che l'uomo si frapporrà tra lui e il cibo sarà
l'uomo in pericolo. Questo orso è ormai "spacciato" e
dovrebbe essere abbattuto. Ma l'orso, si sa, è un totem,
una rappresentazione sociale, un business, uno strumento
politico. E quindi non si tocca. Dellai che dice di
voler togliere la metà degli orsi è stato assurdamente
contrastato nel proposito di cattura di un esemplare
pericoloso dal ricorso del governo al Consiglio di
Stato. Su questo incassa la nostra solidarietà anche
perché il governo romano ha insultato l'autonomia.
Peccato, però, che Dellai non faccia nulla per far
gestire l'orso a funzionari e dirigenti meno orsofili e
peccato anche che a Roma chi sostiene di più il governo
napoleonico antidemocratico e centralista sono i
centristi amici suoi.
(08.08.12) Midi-Pirenei. José Bové
incassa un importante sostegno.
Nella querelle con i difensori del lupo
Bové ha ricevuto ieri il sostegno di una importante
personalità del mondo socio-economico del Midi-Pirenei
nonché vecchio compagno di lotta sul Larzac
(contro le servitù militari): Jean-Louis Chauzy. "In
questo dibattito incredibile se si deve scegliere tra
il pastoralismo ed il predatore occorre scegliere il
pastoralismo", ha detto Jean-Louis Chauzy, presidente
del consiglio economico,sociale ed ambientale
del Midi-Pirenei. "Sono gli uomini ed i pastori
che permettono alla montagna di essere viva, abitata,
mantenuta e quindi: "José Bové ha avuto il coraggio di
dire ciò che pensano tutti i contadini, ma nche
numerosi eletti che, sono coraggiosamente restati nel
bosco" ha ironizzato Jean-Louis Chauzy.
(24.07.12)
Ribellarsi
è giusto. La Vis (Trentino)
Domani ci sarà l'assemblea
della coop La Vis "L'impero della qualità" (come era
chiamato ai tempi d'oro). Prima del crack e del
commissariamento con buco di decine di milioni dovuto
a cattivissima amministrazione e ad operazioni che
hanno arricchito, oltre a manager e
amministratori la finanziaria della Curia e una
oscura società americana (FW) cui continuava ad essere
ceduto vino (mai pagato) a milioni di euro. Un esempio
di come la cooperazione possa essere pervertita e
gestita politicamente per sfruttare i contadini e
spremere le casse di una "mamma provincia" miracolata
dai privilegi dell'autonomia speciale. Ora i boss
della cooperazione e l'ass. Mellarini (esecutore del
principe-vescovo Dellai) cercano di far digerire ai
produttori uno statuto-capestro che gli impedisce di
uscire dalla coop. Una specie di servitù della gleba
aggiornata e riveduta e corretta. Ai produttori di La
Vis diciamo: ribellatevi come gli allevatori che non
hanno più consegnato il latte al decotto caseificio di
Pinzolo-Rovereto-Fiavè. Abbiate il coraggio di
mettervi in proprio e magari di unirvi in piccole coop
oneste gestite da voi e non dalla nomenklatura. E' ora
di bruciare il castello del Buon Consiglio (anche
se la nomenklatura trentina ora sta altrove)
(27.07.12)
Entraque (Cn) E se a cagarsi sotto è il guardia
parco?
Lo scorso novembre gli adepti del lupo
avevano osato sbertucciare un cacciatore di Peveragno
che aveva riferito di aver passato una mezz'ora di
tensione con due lupi che gli giravano intorno. Circa
40 giorni fa la stessa avventura (forse peggiore)
sarebbe capitata a una guardia del Parco del Lupo
(alias Parco delle Alpi Marittime). Si sarebbe trovato
un lupo sulla sua strada; torna indietro e se ne trova
uno sopra il sentiero. Dopo un po' un terzo "canide"
gli si affianca da sotto. A questo punto avrebbe
chiamato soccorso con la radio in dotazione. Questa
notizia circola ad Entraque.
(10.07.12)
San
Lorenzo in banale (TN): Turisti lanciano
SOS orsi
Nonostante tutti gli sforzi
di persuasione e la strategia degna dei regimi
totalitari per "convincere" che gli orsi sono timidi,
fuggono al primo rumore, la verità (implacabilmente
rivoluzionaria) si fa strada. I casi di turisti
spaventati e sotto shock per incontri ravvicinati si
moltiplicano. Oggi una tv locale trentina ha dato la
notizia che ieri due turisti hanno chiesto soccorso
per telefono ai VVFF perché erano stati "circondati"
da alcuni orsi. Una volta che i soccorsi sono arrivati
gli orsi de ne erano andati. Ma la paura cresce.
Nonostante le censure il passa parola in atto non
favorirà certo il turismo. Fare una passeggiata nel
bosco per prendersi uno spavento non è il caso. Meglio
non fare le vacanze in Trentino. Così almeno ragiona
il turista "normale". Agli albergatori pensano di
rimpiazzare i "paurosi" con gli animalisti facciamo
tanti auguri.
(03.07.12)
10 - 100 - 1000 orsi in Trentino
Appellandosi al "rigore
scientifico" e ai nuovi testi sacri della loro
religione misterica ("i venerabili protocolli
internazionali") gli animal-ambientalisti (con
l'eccezione del WWF al quale è doveroso riconoscere
una posizione più ponderata) creano un COMITATO PRO
ORSO e dichiarano che in Trentino di orsi ce ne stanno
benone almeno 100. Con buona pace del presidente
Dellai che li vuole "tagliare" a 25 avendo capito che
inseguire l'estremismo animal-ambientalista porta su
una china scivolosa e pericolosa e che, con le
elezioni poilitiche in vista è meglio recuperare il
contatto con il Trentino reale. Agli
animal-ambientalisti non va giù che il "volgo" osi
ribellarsi al loro potere insindacabile, che gli
"umili" valligiani abbiano osato sfidare gli
"intelligenti", gli "scientifici", i sacerdoti della
religione verde. Ovvero che abbiano osato, gli
impudenti blasfemi, creare nientemeno che un Comitato
anti orsi.
(12.06.2012)
Ma chi sono gli amici degli orsi?
Gli ipocriti ambiental-animalisti
dovrebbero riflettere. Life Ursus è stato un buon
progetto per gli orsi o "ecologia spettacolo"? Chi
studiava l'orso trentino autoctono da decenni aveva
criticato Life Ursus. Ora, uno di questi, Tomasi,
ex direttore del Museo di scienze propone di
"selezionare" gli orsi in base alla mitezza. Gli orsi
educati restano, quelli maleducati vengono esiliati in
paesi disposti ad accoglierli (magari dove verranno
cacciati e finiranno nei ristoranti!). Somma ipocrisia
e somma ambiguità di una pseudo-wilderness da
baraccone che deve ricorrere alla "selezione
zootecnica" per avere orsi compatibili con un
territorio piccolo e fortemente antropizzato. Ma se
l'orso viene selezionato dall'uomo che animale
selvaggio è? Intanto un orso è morto per narcosi dopo
la cattura da parte dei forestali della squadra
addetta al controllo degli orsi. Non è il primo e non
sarà l'ultimo. Il prezzo che l'orso paga all'ipocrisia
verde. Una pallottola è molto più umana di catture,
anestesie, deportazioni, traslochi. Un circo di cui le
vittime sono l'orso e chi lavora e vive in montagna a
contatto con quall'ambiente reale che gli ecologisti
da salotto hanno sostituito con una mitica wilderness,
il "teatro della natura" in cui far recitare - da loro
pilotati come deus ex machina - le comparse:
predatori, prede, carnivori, necrofagi, erbivori.
Tutto per la loro gioia e diletto (unito ad alcuni
benefit molto venali, si intende).
(08.06.12)
La Lipu di Trento: printi al boicottaggio
della Val Rendena
Gli ambientalisti, tanto per calmare
gli animi, minacciano la Val Rendena. Non è
ammissibile che i montanari si dichiarino stufi
dell'orso. I padroni dell'orso (che vorrebbero anche
essere padroni degli uomini , come ai tempi della
gleba) non accettano che i sudditi si ribellino. Così
Sergio Merz. delegato della Lipu di Trento
intervistato da l'Adige minaccia 1) un comitato
anti-anti orso; 2) l'istigazione internazionale degli
ambientalisti al fine di promuovere il boicottaggio
turistico della Val Rendena.
Già i verdi non erano troppo simpatici
ai valligiani. Figuriamoci ora.
(08.06.12)
Incidente sulla Bolzano-Merano: impatto con
l'orso e auto in fiamme
Ieri sera poteva finire male per due
persone. A seguito del violento impatto con un orso
l'auto ha preso fuoco. I due occupanti sono riusciti
comunque illesi mente l'orso è morto. A fine aprile in
provincia di Bolzano un Suv aveva travolto e ucciso un
altro orso.
Sconcertani i commenti degli amici
dell'orso che dichiarano apertamete che avrebbero
preferito gli uomini morti e l'orso salvo.
(07.06.12)
Il comitato anti-orso: 4 aggressioni a persone
tenute nascoste
Wanda Moser intervistata da Il Trentino
dichiara che il Comitato anti-orsi è venuto a
conoscenza di ulteriori casi di incontri molto
ravvicinati se non di vere e proprie aggressioni da
parte dell'orso. A volte per vari motivi c'è reticenza
nel dichiarare pubblicamente l'accaduto. D'altra parte
non si capisce perché episodi potenzialmente
pericolosi e comunque segno di una presenza sempre più
inquietante degli orsi non vengano resi pubblici dalle
autorità che raccolgono le segnalazioni. Una mancanza
di trasparenza che alimenta il risentimento.
(06.05.12)
Orsi: il delirio ora colpisce la
Lombardia
Solo una società arrivata al capolinea
si abbandona a deliri di questo tipo. Oggi la salvezza
non è più nella religione, nel millenarismo
escatologico ma nella rigenerazione pseudoecologica,
nel culto dei feroci predatori che vendicano la natura
oltraggiata. A suon di vittime innocenti immolate alle
nuove divinità. Peccato che i seguaci del culto
del dio orso e del dio lupo sono spesso i primi
responsabil di un consumismo sfrenato. Sono le
masse urbane rimbambite dai media che hanno perso ogni
contatto con la realtà che sostengono la lupomania e
l'orsomania. In Trentino ora la politica capisce che
si è andai troppo in là con gli orsi che scorazzano
ovunque In Lombardia l'orso è una elettrizante
novità e i politici leghisti (che altrove
dimostrano di stare con la gente di montagna anche per
far dimenticare certe vicende...) cavalcano per
primi l'orsomania. Mentre i funzionari regionali
vanno in giro a rassicurare abitanti e albergatori:
nessun pericolo,l'orso è una grande opportunità. Così
parte alla grande Life Arctos. Mentre in Trentino si
chiede di smetterla con i progetti a favore degli orsi
la Lombardia pare ignorare cosa succede oltre i
confini. E nessuno chiede nulla ai pastori
sulle misure "preventive" che essi dovranno
adottare per ordine di ambientalisti e burocrati. Una
politica lungimirante non c'è da dire! Che non porterà
certo alla Lega neppuere un voto degli
animal-ambientalisti da salotto ma che gli farà
perdere - pochi o tanti - quelli dei montanari. Che
non ci metteranno molto a capire che l'orso fa solo
danni e sapranno con chi prendersela.
(25.05.12)Sugli
orsi Dellai mette le mani avanti (TN)
Con mossa astuta il presidente della
provincia di Trento scrive al ministro dell'ambiente e
al commissario europeo in modo che i trentini
sappiano che è per colpa di Roma e di Bruxelles
se agli orsi pericolosi non si può torcere un
pelo. Così si cerca di dimenticare che la provincia ha
a suo tempo approvato l'introduzione dell'orso dalla
Slovenia e fatto propri i criteri di gestione
scritti dagli orsologi del Parco Adamello Brenta una
volta terminato il progetto Life Ursus e avviata la
"gestione ordinaria". Dellai si è forse anche scordato
che nel 2010 aveva promesso un "giro di vite" per
garantire meno gli orsi e più la popolazione. Oggi la
faccenda è sempre più critica e il
presidente manda a dire a Roma e a Bruxelles che
i trentini ne hanno piene le palle degli orsi:
"L'indagine demoscopica commissionata da questa
Amministrazione nel 2011, ha messo in evidenza
un'importante e decisa riduzione del grado di
accettazione sociale della specie (dal 76% del 2003
all'attuale 30%)". "...gli episodi registrati in
questi ultimi giorni, che hanno portato anche a
contatti diretti tra orso e uomo, esprimono ed
accrescono il già elevato livello di allarme sociale,
al quale si accompagna forte preoccupazione, in
primis, per l'incolumità della popolazione". Dellai
quindi chiede un incontro ai responsabili romano e
europeo dell'ambiente per cercare "con
la necessaria celerità, nuove e più efficaci soluzioni
per far fronte ad una situazione che, altrimenti,
rischia di essere non più sostenibile". L'ha scoperto
oggi che non è più sostenibile? Curiosamente nel
resoconto dell'ANSA si sostiene che Dellai chiede la
riduzione degli orsi. Nella nota ufficiale non c'è
ombra di questa richiesta ma il lascialo filtrare
("qui lo dico e qui lo nego") è un abile mossa per
placare gli animi.
(25.05.12) Madonna
di Campiglio (TN)
Notizia dal TGR: Persone attaccate
dall'orso si difendono con un bastone.
Cari albergatori avete "venduto" l'orso
sulla pelle dei pastori. Ora auguratevi solo che la
censura blocchi la diffusione nazionale della notizia.
(24.05.12) A
Lecco arrivano gli orsi e vanno in scena le solite
idiozie
Politici e tecnici hanno fatto gara a
sparare le più viete banalità per commentare l'arrivo
dell'orso in provincia. È avvenuto ieri durante una
conferenza stampa a Villa Locatelli. Gli orsi sono
inoffensivi, schivi, non fanno male a una mosca. Il
solito repertorio di c.....e che ormai si bevono solo
gli sprovveduti e, soprattutto, coloro che vivono in
territori che hanno solo da poco la "fortuna" di
ospitare i plantigradi. Se è vero che in Trentino
l'orso è oggetto di un marketing
turistico-territoriale sfrenato è anche vero che gli
operatori turistici sono preoccupati del comportamento
dei turisti che chiedono di fare dei "safari" per
avvistare l'orso e si avventurano alla loro ricerca.
Mentre tra le popolazioni locali cresce il timore di
recarsi nei boschi i turisti imbesuiti dai programmi
televisivi vogliono vedere Yoghi, Cindy e Bubu. Gli
operatori turistici temono che a qualche turista
incosciente possano capitare cattive avventure e che
l'isteria orsofila possa tradursi in un terrore che
potrebbe rovinate il turismo. In ogni caso nelle zone
più frequantate dagli orsi come le Giudicarie anche i
turisti abituali cominciano ad avere paura. Il
salutare l'orso come un viatico per il turismo
dimostra solo il provincialismo degli amministratori
lecchesi (peraltro in buona compagnia). Ormai l'orso
c'è più o meno stabile in tutte le provincie alpine
lombarde e tra pochi anni di questo passo sarà
ovunque. Quindi che vantaggio avrebbe Lecco o
qualsiasi altro territorio? Agli assessori consigliamo
di studiarsi un po' la situazione trentina
caratterizzata da una crescente conflittualità in
materia di orso. Anche in consiglio provinciale dove
sono depositate ben tre proposte di legge per
modificare il sistema di gestione dell'orso che risale
al progetto Life Ursus di introduzione dalla Slovenia.
Leggano le lettere ai giornali trentini, si informino
sulle proteste in atto. E non stiano ad ascoltare solo
gli espertoni di parte molto interesdsati all'orso e
... alle palanchine che ne possono trarre.
(16.05.12)Nelle
Giudicarie (Trentino) è emergenza orso. Ma nessuno
deve saperlo sui media nazionali
La ferrea censura della
loggia conservazionista continua a bloccare la
fuoriuscita di allarmanti notizie dal Trentino. In
pochi giorni in Val Rendena è stato sbranato un
secondo asino a Caderzone (notizia di oggi de l'Adige)
dopo l'asina del rifugista Bosetti di Perlugo. Ma
intanto (la notizia non è ancora sui giornali) nella
notte tra il 15 e il 16 è stato sbranato un terzo
asino a Strambio. Gli asini sono le vittime
sacrificali per eccellenza che questa società
industrializzata, di plastica geneticamente modificata
vuole immolare agli idoli delle wilderness per lavarsi
la sua coscienza sporca ecologica. L'umile asino
contadino sacrificato all'indomabile, selvaggio,
coraggioso, solitario orso "signore dei boschi"
(lo definiscono così al Parco). Ma anche i pollai
sono oggetto delle attenzioni del plantigrado. Dalla
Val Rendena spostandoci nel Banale l'Adige di oggi
riferisce che un pensionato (Gabriele Zanelli,
69 anni) è stato "visitato" per la quinta volta dal
plantigrado. A parte 20 galline uccise se l'è anche
vista brutta "L'orso ha provato a
scappare devastandomi il recinto con una forza
inaudita. Stava venendo verso di me e con quattro
passi sono riuscito a raggiungere il solaio del mio
casolare: per puro caso, e soprattutto per fortuna,
non era chiuso con il lucchetto, quindi sono riuscito
a rifugiarmi lì, altrimenti non so come sarebbe andata
a finire...». Ricordino i nuovi signorotti feudali che
i contadini-asini sono umili e pazienti , ma
quando l'indignazione scoppia ... bruciano i castelli
e diventano... orsi.
(27.04.12)
Nel ponente ligure i lupi sbranano un cavallo
A Triora, piccola localita' dell'alta
Valle Argentina, nell'entroterra di Sanremo, in
provincia di Imperia, sono stati aggrediti da un
branco di lupi, che hanno sbranato il piu' adulto, di
undici anni, mentre il secondo e' stato salvato per un
miracolo dal veterinario, dopo un lungo intervento
chirurgico. I cavalli si trovavano in un terreno
recintato. A stabilire che le ferite riscontrate sui
due animali sono attribuibili ai
lupi è stato lo stesso veterinario. Nel
ponente ligure era stato avvistato di un esemplare che
rovistava in alcuni cassonetti dei rifiuti, in
frazione Creppo. Il vindice della natura selvaggia, la
fiera indomita simbolo di libertà per ila quale i
lupofili e i lupomani vorrebbero sacrificare la
pastorizia è - fuori dalla mitologia - un animale
opportunista che non esita a nutrirsi di rifiuti.
(24.04.12) Quarto raid
dell'orso in val Brembana
Una scia di sangue in tutta l'altra val
Brembana, per la goduria, degli orsofili di città e
per la disperazione di chi ancora alleva animali per
passione. Dopo le predazioni di Valleve e di Branzi
adesso toca a Piazzatorre dove il plantigrado ha
ucciso due pecore del piccolo allevamento
di Giambattista Arioli, sito sui prati del Pegherolo.
È successo tra venerdì e sabato ma l'allevatore
si è accorto solo ieri mattina 23 aprile. Gli animali
erano sventrati, graffiati e con la testa schiacciata.
Ora si spera di trovare gli animali fuggiti. Delle 12
pecore ne sono rimaste solo cinque. Manca anche
il cane. Nel frattempo il Parco delle Orobie
invito agli allevatori a tenere al sicuro gli animali.
Ma cosa significa? Creare dei bunker? Non poterli più
fare uscire? Se gli orsi si riprodurranno (pare che
giri una femmina) i piccoli allevamenti
dovranno chiudere.
(21.04.12) San Vendemiano (TV).
Continui insulti animalisti ad un pastore
I
risultati delle campagne degli animalisti, con in
testa gli scienziati tipo Veronesi e trasmissioni tipo
'Striscia la notizia' ottengono risultati. A San
vendeniano, un paese in provincia di Treviso un
piccolo allevatore di pecore stanziale è fatto oggetto
quotidiano di grida "assassino" da parte di una
jogger animalista che, passando dalla sua azienda
si è presa il puntiglio di contare ogni giorno le
pecore insultando l'allevatore se ne mancano. Per
Pasqua 13 agnelli sono 'mancati' e la gentile signora
da allora gli grida tutti i giorni "assassino". Il
lavaggio del cervello dei media frutta. Se la prendono
con un piccolo allevatore. Ma poi Veronesi è quello
del nucleare e Striscia quella delle veline, della tv
culi e tette, del consumismo più sfrenato. Il tutto
con il placet dei "benpensanti".
(14.04.12) Sempre più lupi trovati
morti. Il motivo è semplice: aumentano e si
espandono in aree più antropizzate.
Si
moltiplicano, i casi, di ritrovamenti di lupi, morti
pre incidenti stradali e altre cause. Nelle Marche a
fine Marzo in due distinti incidentiautostradali
-due lupi sono stati stirati sulla A 14, uno, nei,
pressi di Fano, l'altro presso Sinigallia. Sono, stati
presi da una strana, sindrome suicida?, Improbabile.
Stanno semlicemente espandendo l'areale perché le
"ridotte montane" scarsamente antropizzate sono già
occupate e i giovani lupi che vogliono farsi strada
nella vita sono costretti a "irradiarsi". Come tutti
sanno la A 14 corre lungo il mare non sulle creste
appenniniche. In Piemonte arrivano in pianura, in
Lazio quasi alla periferia- di Roma,
nelle, Marche - come visto - al mare. le ultime aree
del territorio nazionale (escluse Sicilkia e Sardegna)
dove fino a pochissimi anni fa i carnivori non c'erano
ora sono teatro di avvistamenti . E vogliono farci
credere che sono sempre 1.000 su tutto il
territorio nazionale! Noi poveri profani, non siamo
dotati della penetrante intelligenza lupologica, ma a
farci fare fessi non ci stiamo. In Piemonte in un mese
sono stati ritrovati (attenzione, ritrovati) sei lupi
morti. Due carogne però appartenevano a soggetti
morti in autunno e su sei ritrovamenti solo
4 sono attribuibili con certezza a bracconaggio.
Però c'è chi ha parlato di strage lasciando credere
che in un mese sono stati ammazzati sei lupi. La
solita disinformazione. Resta il fatto che l'aumento
di ritrovamenti di carcasse di lupi avviene in diverse
regioni. E siccome le teorie dei complotti e
dell'istigazione al bracconaggio non reggono, quelle
della pulsione suicida sulle autostrade e le linee
ferroviarie nemmeno la conclusione è una sola: i lupi
aumentano. Ma quanti sono?Segreto di stato.Per poter
sostenere la commedia del perenne rischio di
estinzione e mettere in ginocchio la pastorizia. Così
va l'Italia .. verso la fine.
(06.04.12) Cavernago (BG).
primo indidente alla centrale
Il giorno 5 aprile a mezzogiorno dalla
centrale a biomasse (brucia olio vegetale) di
Cavernago è uscita per alcuni minuti una densa fumata
nera. La centrale è sorta al centro di un quartiere
residenziale di villette e presso campi sportivi e
ambulatori. Ciò grazie alla totale deregulation,
garantita da un governo e una Regione Lombardia che si
è guardata bene dall'emanare linee guida sulla
localizzaizone di questi impianti fortemente
impattanti. Il tutto per favorire in modo scoperto le
lobby industriali e speculative.
Questo episodio ha creato allarme
presso cittadini già abbastanza tesi per l'avvio della
centrale che sorge a pochi metri dalle loro case e che
provoca emissioni e rumore. Ciò che li ha amareggiati
di più è che l'Eco di Bergamo ha titolato "Falso
allarme". Ma quale falso allarme? L'incidente c'è
stato anche se la società l'ha voluto banalizzare a
una "rottura di un manicotto". La porcheria è uscita
dal camino. E potrebbe succedere ancora. Potrebbe
anche succedere di peggio. In mezzo alle case.
(15.03.12) Governo tecnico: Clini
vuole gli OGM
Il discredito della politica, cavalcato
da media espressione degli interessi finanziari, porta
una parte dell'opinione pubblica a tifare per il
governo dei tecnocrati, la peggiore delle iatture che
possano capitare ad un paese. I tecnocrati non sono
super partes ma sono, ancora più della politica -
costretta a fare i conti con le varie articolazioni
della società - espressione di interessi dominanti
(loro compresi). La prova l'ha data (ma non è il
primo) Clini che sul Corrierone (vedi)
ha shoccato quel vasto arco di forze sociali,
economiche, culturali che si oppongono agli Ogm. Chi
conosce le controversie in materia è rimasto colpito
dal fatto che il ministro ha usato, senza quasi
neanche cambiare le virgole, le argomentazioni
mistificatorie dei pasdaran nostrani degli Ogm tipo la
storiella del pomodoro San Marzano che non esisterebbe
senza ingegneria genetica (basta giocare sulle parole
e "annacquare gli Ogm ,che sono qualcosa di ben
preciso, dentro un calderone di tecniche di creazione
di nuove varietà alcune antiche come l'agricoltura).
Grave anche che Clini approfitti del cambiamento
climatico per far "digerire" gli Ogm, un elemento di
puntello ad una agricoltura industriale
dell'agricoltura che ha larga responsabilità negli
impatti ambientali globali. Preoccupante
poi l'accenno all'importanza degli Ogm per le
bioenergie. Un riferimento che farà andare in
solluccheri Confagricoltura che spinge per gli uni e
le altre. Ovviamente tutto senza compromettere - anzi
- le produzioni tipiche, le potenzialità
agroalimentari ecc. Quanto a ipocrisia i tecnici non
hanno nulla da invidiare ai politici. Nel
complesso sono più pericolosi.
(14.03.12) Trento. È morto
improvvisamente Massimo Pirola
Dr. Massimo Pirola che da parecchi anni
seguiva nell'ambito dell'assessorato all'agricoltura
della provincia autonoma, il settore ovi-caprino se ne
è andato improvvisamente colpito da un infarto.
Ricordiamo la grande passione e competenza con la
quale ha lavorato per il settore, in particolare le
iniziative per la valorizzazione della lana e per le
razze caprine e ovine autoctone tra cui la capra
Pezzata Mochena e la pecora Tingola della Val di
Fiemme. Il funerale domani venerdì 16 alle 15.30 al
cimitero di Trento.
(07.03.12) Crotta d'Adda (Cr):
carcasse ovine nell'Adda: i pastori pronti a
risarcire i danni
È stata battuta ieri l'a notizia del
rinvenimento di quattro carcasse ovine sotto il ponte
dell'Adda che collega Crotta d'Adda (CR) con
Maccastorna (LO). Il proprietario le ha gettate nel
fiume dopo aver reciso le orecchie per impedire
l'identificazione dei capi mediante le marce
autricolari. Sono intervenuti il comune di Crotta
d'Adda e l'Asl. Il comune, in sieme a quello di
Maccastorna si sono dovuti accollare gli oneri dello
smaltimento. Un episodio vergognoso che getta
discredito sulla categoia dei pastori transumanti (ve
ne sono 6-7 che frequentano la zona). Oggi
l'Associazione Patori Lombardi ha scritto al comune
dichiarandosi disponibile a risarcire tutte le spese.
Quanto agli autori del gesto si sa che i carabinieri
di Pizzighettone stanno indagando. Da parte loro i
pastori sono intenzionati ad espellere
dall'associazione l'autore dell'inqualificabile
episodio qualore risputasse iscritto. I pastori non
hanno certo bisogno di questi "ritorni di immagine".
Sono spesso impegnati a confrontarsi cpon le
amministrazioni (Parchi, comuni, Aipo) per i diritti
di transito e di pascolo e non hanno certo bisogno di
una simile "promozione al contrario".
(29.02.12) Lupa trovata agonizzante
nei pressi di Pinerolo
Quando diciamo che i lupi sono forse un
po' di più di quelli "ufficiali" (molto pochi per
dimostrare che la specie è sempre sull'orlo
dell'estinzione e cha super-protetta) siamo linciati
dai lupofili con la complicità dei loro amichetti
nelle redazioni. Quando diciamo che calano in pianura
e si avvicinano ai paesi siamo accusati di fare
"terrorismo". Però le prove smentiscono la lobby del
lupo. Dopo la lupa presa a pallettoni alle porte di
Borgo San Dalmazzo (cittadina della provincia di
Cuneo allo sbocco della Val Stura) lo scorso autunno,
dopo gli avvistamenti a pochi km da Mondovì (sempre in
provincia di Cuneo) ecco un'altra lupa che è scesa in
pianura e ci ha lasciato la pelliccia. Trovata
agonizzante, forse per colpa della stricnina, in
comune di Trana, a pochi km dalla città si Pinerolo. I
lupologi per sostenere la loro tesi che: "i lupi sono
pochi e non scendono in pianura" hanno escluso ogni
rimborso per danni al bestiame sotto i 700 m. Così se
i danni ci sono qualcuno può essere indotto a farsi
giustizia da sé. In modo barbaro. Ma questa barbarie
di chi è colpa? Forse anche di chi, sulla base di
cotanta scienza, ha stabilito che i lupi non possono
predare sotto i 700 m di quota nelle Alpèi (300 negli
Appennini). Complimenti. Alla fine viene da dire che i
veri amici del lupo siamo noi che chiediamo un
equilibrio naturale tra predatori e pastorizia con la
possibilità dei pastori di difendersi. I lupi
imparerebbero a stare lontani dal bestiame, farebbero
più fatica a riempirsi la pancia ma si
indirizzerebbero preferibilmente sui selvatici e non
rischierebbero di essere sforacchiati o avvelenati.
Come la bestia qui sotto.
(21.02.12) Finte serre fotovoltaiche:
il governo ha ceduto alla lobby
L'art. 65 del decreto
"liberalizzaizoni" del governo "tecnico" ha fatto
rientrare dalla finestra il fotovoltaico a terra che
era stato fatto uscire dalla porte escludendolo dalle
incentivazioni. Il governo assicura che saranno
effettuati controlli rigorosi ma le esperienze delle
serre fotovoltaiche insegnano che non solo queste
"serre" restano vuote ma che in alcuni casi non
potrebbero mai funzionare perché la quantità di luce
che lasciano passare è minima. Non è un bel segnale da
parte di un governo che impone lacrime e sangue
(tranne alle banche) ma che continua a fare regali
alla biospeculazione.
(10.02.12) Perché il Parco
non liquida gli indennizzi agli allevatori?
Il Parco delle Alpi marittime (Vinadio,
CN) è l'autorita che - in modo molto singolare -
gestisce tutto ciò che ha a che fare con il lupo su
tuto il territorio Piemonte: monitoraggi, accertamento
danni, liquidazione danni, gestione premio
"compensativo" per il "pascolo gestito" (una elemosina
pelosa), fornitura di reti e cani (questi in
partenariato con i cugini delle Alpi Cozie). Questa
Autorità, ricorda un po' la louveterie royale
dei re di Francia. Essa dipendeva solo dal Re e ciò le
consentiva di spadroneggiare, tanto che a più riprese
fu abolita e poi resuscitata per via degli abusi
commessi. Rispetto alla louveterie però c'è una
differenza: allora i lupi li ammazzavano adesso li
coccolano. In ogni caso da tre mesi il Parco ha
ricevuto dalla Regione i fondi necessari alla
liquidazione dei danni. Tutti gli elementi per la
liquidazione sono in mano al Parco che compila i
verbali, compie le valutazioni, raccoglie gli elementi
utili alla stima del valore dei capi da apposita
commissione ecc. ecc. Cosa si aspetta? I pastori sono
già incazzati perché il risarcimento non copre che una
minima parte del danno; il capo morto è solo la punta
dell'iceberg. Non si indennizzano gli animali
dispersi, le perdite di produzione su tutto l'arco
dell'anno, i maggior costi di alimentazione, le
maggiori spese veterinarie e di manodopera. Né tanto
meno ansia, isolamento, fatiche fisiche, disagi
imposti dalle esigenze di protezione di quei lupi che
per il pastore sono comunque una grossa perdita e per
il Parco... i suoi dirigenti e collaboratori a vario
titolo un guadagno.
(01.02.12) Melinda: forte
calo del valore liquidato ai soci
Calerà da una media di 0,5€/kg a
0,38€/kg il valore liquidato ai soci per le mele
conferite. Il calo è vistoso per la Golden (la
"regina" delle mele), mentre le nuove varietà tengono
bene o spuntano valori in crescita. La favola del
"consumatore che choede solo Golden" non è più
credibile e oòltre alle varietà trendy a livello
mondiale ci sarebbe spazio per proporre al mercato
nuove-vecchie varietà più resistenti alle avversità
biotiche ed abiotiche. Chissà se dalle parti di
Melinda, dove l'autocelebrazione è d'obbligo e le
critiche in nome della sostenibilità causano allergie,
cominciano a capire che prima o poi il "mercato"
comincerà a capire che una Melinda da 20-30
trattamenti con pesticidi non è il massimo.
(17.01.12) Lupi: È strage continua Per
la gioia degli ambiental-animalisti da salotto la
popolazione lupina italiana è in rapida crescida ed
espanzione territoriale. I sultati si vedono. La
scorsa settimana nel Gargano un gregge di capre
disperso con cinque sbranate. Nel primo appennino
emiliano si sono segnalati quattro cani uccisi dai
lupi a Salvarano.
(06.01.12) S.Venanzo (PG)Famiglia
assediata dai lupi
È successo due giorni fa S.Vito al
Monte in comune di S.Venanzo. Una famiglia che
vive in un casolare isolato terrorizzata dagli ululati
molto vicino all'abitazione e provenienti da più
direzioni ha chiamato la Forestale. La signora che
aveva già avuto quattro pecore sbranate ha dichiarato:
"Viviamo molto semplicemente - dice -. Per anni
abbiamo lavorato la terra, poi i cinghiali hanno
distrutto tutto. Provincia e Comunità montana non
hanno mai pagato i danni e allora con l'agricoltura
abbiamo lasciato perdere. Abbiamo iniziato con la
pastorizia, per fare il formaggio. E sono arrivati i
lupi. Ma che dobbiamo fare?". In Italia c'è qualcuno
meno uguale degli altri.
(05.01.12) Va di moda il pollaio
urbano
Il quotidiano francese Le Monde
prima di Natale ha pubblicato un'inchiesta sulle
galline urbane. Boom delle vendite di galline da uova
e di eleganti pollai ecologici (in legno) da giardino.
Ma c'è chi si accontenta di tenere la gallinella sul
balcone. Oltre a garantire l'uovo freschissimo la moda
delle galline urbane è un sistema per riciclare i
rifiuti organici (che visto le spreco astronomico di
cibo sono abbondanti). Sotto il pollaio della
eco-poules che ha registrato un boom di vendite
nell'area parigina. Tutto bene ma sul balcone hanno un
orticello per chiudere il cerchio? A parte ogni altra
considerazione andrebbero rivisti i regolamenti
che impediscono la detenzione di galline e altri
animali nei comuni urbani, Il pollaio da balcone è
discutibile ma chi ha un giardino a Milano o Roma
perché non dovrebbe avere le sue galline?
(27.12.11) Lupa uccisa a
pallettoni presso Borgo San Dalmazzo (CN)
Il
fatto è successo una settimana fa. Nonostante gli
strepiti dei lupofili appare evidente che non si
tratta di un lupicidio premeditato. È molto
probabile che un cacciatore abbia scambiato la lupa
per un cinghiale o se la sia trovata davanti e che,
preso dalla paura, abbia fatto fuoco con l'arma
carica. Per timore delle conseguenze non è certo
andato dai carabinieri a denunciare il fatto.
L'avv.
Viglione promotore di una associazione per la difesa
dal lupo sottolinea come sia preoccupante la presenza
della lupa presso una città chiedendosi cosa sarebbe
successo se il ragazzo con il cane che ha trovato la
carcassa si fosse imbattuto nella lupa viva anziché
morta o se si fossero imbattuti nel predatore i tanti
che passeggiano lungo il fiume. In ogni caso
l'episodio è destinato a riaccendere le polemiche.
(16.12.11) Bassa bolognese: stop al
biogas?
L'Unione Reno Galliera
che comprende i comuni
di : Galliera, Pieve di
Cento ,San Pietro in Casale, Argelato,San Giorgio di
Piano, Castelmaggiore, Bentivoglio e Castello d’Argile
ha approvato una variante al Regolamento urbanistico
edilizio che prevede una distanza minima delle
centrali a biogas di 1 km dai centri abitati e di 250
m da singole abitazioni. Con questi parametri la
proliferazione delle nuove centrali è, almeno sulla
carta, bloccata. Per quelle con progetti già
presentati è necessario moltiplicare gli sforzi per
fermare le autorizzazioni.
(14.12.11) Lupi alle porte di Imola
colpiscono fattoria didattica
Ormai i lupi a Imola colpiscono alle
porte della città. Qualche giorno fa hanno sbranato
due agnelloni bergamaschi della Fattoria didattica
della famiglia Gentilini in Via Bergullo 49. L'azienda
alleva asini, oche, maiali di razza Mora romagnola,
galline e mucche. Le pecore erano in un pascolo
recintato. Per difendersi dai lupi ci vorrebbe una
recinzione elettrosaldata ben approfondita nel
terreno. Il cane Maremmano dell'azienda di notte deve
essere legato perché essendo in ambito sub-urbano e il
maremmano risultando iscritto all'elenco delle "razze
pericolose" non può essere lasciato libero. La morale:
gli animali liberi dlele razze autoctone non possono
essere più allevati né sulle montagne, né nelle
fattorie didattiche sub-urbane. Gli amici del lupo
vogliono che gli animali domestici siano chiusi negli
allevamenti intensivi superproduttivi e con razze
specializzate internazionali (magari geneticamente
modificate o clonate già che ci siamo). Poi
soddisfatti di contribuire alla distruzioine della
biodiversità animale e vegetale (niente pascoli con
mille essenze spontanee, solo mais e soia GM per
le fabbriche zootecniche) gongolano perché "la
presenza del lupo certifica che l'ambiente è sano".
Neuroecologia.
(02.12.11) Trento. Gigantismo coop:
ora i dubbi vengono anche dall'interno del
sistema
34 milioni destinati al raddoppio
dello stabilimento della Latte Trento congelati. Non è
solo la PAT (provincia autonoma) che dovrebbe
sganciare il 40% ad avanzare dei dubbi ma una
divisione tecnica in seno alla stessa Federazione
delle coop. Dopo il fallimento della Latteria di Fiavè
(inutilmente puntellata dall'esborso di decine di
milioni da parte di mamma PAT), dopo il bagno (80
mlilioni) e il commissariamento di Lavis (una delle
tre maxi coop vinicole) qualcuno si rende conto che
insistere nelle costose politiche di fusioni,
maxi-impianti, ristrutturazioni a carico di pantalone
diventa politicamente insostenibile. Nel campo
agricolo la politica della PAT ha assecondato le
faraoniche realizzazioni delle coop, ha causato una
crisi profonda della zootecnia, ha assecondato
fallimentari linee industriali del settore caseario e
la politica megalomane ed espansionista delle cantine
sociali che ha portato all'appannamento dell'immagine
e della qualità del vino trentino. Ma è costata
moltissimo. E i conti sono capaci di farli anche oltre
i confini provinciali. E nei palazzi di Trento ci
si rende forse conto che - nonostante le
dichiarazioni romane circa l'intangibilità dei
privilegi dell'autonomia trentina le altre
regioni saranno sempre meno disposte
a subire passivamente lacrime e sangue lasciando
che a Trento si continui con i finanziamenti allegri.
(30.11.11) Legnaro (VR). Sui cervi
finalmente parole chiare
VenetoAgricoltura ha organizzato a
Legnaro (PD) un interessantissimo convegno su
“L’impatto del Cervo nell’ecosistema forestale”. Glii
studi esposti da tutti i relatori intervenuti che
hanno dimostrato come l’impatto del cervo nelle zone
agricole e forestali del Cansiglio, arrechi gravissimi
e irreparabili danni a tutto l’ecosistema. Il
Presidente ANPA Veneto Paolo Casagrande, intervenendo
al Convegno, si è rivolto alla Regione Veneto,
ricordando che continuare a permettere che gli
ungulati facciano danni sulla Foresta demaniale del
Cansiglio (BL) significa essere responsabili di un “
danno al patrimonio forestale e agricolo della Foresta
dei Dogi” e quindi serve con decisione prendere
definitivamente a cuore il problema e risolverlo non
tollerando rinvii ingiustificati. Il piano di controllo del cervo in
Cansiglio, approvato dalla Regione Veneto e
sottoscritto da Veneto Agricoltura, Regione Friuli
Venezia Giulia, Province di Belluno e Treviso,
Istituto Zooprofilattico delle Venezie e Corpo
Forestale dello Stato, al fine di salvaguardare e tutelare l’ecosistema
agroforestale da
un’eccessiva presenza di ungulati, prevede anche che
il personale di polizia delle Amministrazioni
Provinciali competenti e del CFS possa procedere nel
2011 all’abbattimento dei 40 capi annui assegnati
nell’area demaniale del Cansiglio. “Chi ha
fermato e chi fermerà i prelievi d iungulati -
ha dichiarato Casagrande -per Anpa Veneto sarà
responsabile del danno patrimoniale al sistema
forestale e agricolo del Cansiglio”.
(28.11.11) Trasloco
forzato per pascolovagante
Il blog pascolovagante (oltre un
milione di pagine aperte da primavera 2008) deve
cambiare piattaforma. Le voci di chiusura di Splinder
- e comunque il suo rallentamento - hanno indotto
Marzia Verona a traslocare su Worldpress.
Pascolovagante meriterebbe un premio
internazionale per la capacità di mantenere un elevato
numero di fedeli lettori parlando quasi ogni giorno di
pascolo vagante, pecore, pastori, margari, allevatori,
pascoli, capre e mucche. Più pecore e "pecorai"
in ogni caso. Bravissima Marzia (anche per le foto) ma
segno anche di una nuova cultura che cresce in ambiti
delle società che un tempo frequentavano poco
i media. Merito anche di Internet e della
forma-blog (che però all'immediatezza unisce anche,
come di vede, dei limiti di dipendenza dalle
piattaforme).
(28.11.11) L'orsa senza zampa del
Parco. Zunino punta il dito contro
i ricercatori
Lo dice senza mezzi termini Franco
Zunino: non date la colpa ai bracconieri, troppo
comodo. Zunino, segretario dell'AIW e già studioso
dlel'orso marsicano sostiene che un'orsa, senza una
zampa da anni, non sarebbe mai stata avvistata o
segnalata solo perché si vuole coprire qualcuno. Nella
fattispecie chi da anni ottiene ricchi finanziamenti
con i programmi di studio dell'orso e che cattura gli
orsi con lacci per applicare i radiocollari.
Zunino, voce fuori dal coro, non è nuovo alla denuncia
dell'invasività di studi di cui non è chiara l'utilità
(visto che l'orso marsicano di sta estinguendo). Nel
caso specifico fa rilevare come dagli anni '80
i bracconieri non utilizzino più i lacci
d'acciaio e che, invece, la mutiliazione dell'animale
potrebbe spiegarsi con la volontà del plantigrado di
liberarsi a morsi della trappola tesa dai ricercatori
(che orsi e lupi si liberino così - autoamputandosi a
brani - dalle trappole e dalle tagliole è noto).
Ancora una volta, che si parli di orsi o lupi, Zunino
non ha peli sulla lingua.
(12.11.11) Roma. Vendita dei
terreni demaniali. Occasione per i giovani?
Lo
stato dispone di un patrimonio immobiliare
ipertrofico. È sacrosanto che prima di mettere le mani
nelle sacoccie ai cittadini (patrimoniale e prelievi
forzosi sui conti correnti) si pensi a dismettere il
patrimonio pubblico. L'operazione è stata presentata
come un'opportunità per i non pochi giovani che
vogliono tornare alla terra. Bellissimo.
Lo
stato, le regioni, le provincie metteranno all'asta (o
a trattativa privata sotto i 400 mila €) i loro
terreni agricoli. Ai giovani, però, si offre solo una
possibilità di prelazione che comporta procedure
complicate. Di più lo stato prevede che in caso di
cambiamento di destinazione d'uso (anche solo dopo
cinque anni dalla alienazione), esso incameri il 75%
della plusvalenza sulla vendita del terreno reso
edificabile. Stato speculatore insomma, stato che
partecipa in prima persona alla corsa all'ulteriore
cementificazione e perdita di sempre più prezioso
suolo agricolo. Che dire? Che il rischio è che finisca
come ai tempi di Napoleone o dell'unità d'Italia oggi
celebrata da molti senza conoscere la storia. Le
vendite del patrimonio confiscato alla Chiesa finirono
nelle maggior parte dei casi mani di avidi speculatori
(amici degli amici e massoni) che invece che
promuovere il progresso agricolo
favorirono la
nascita ... della mafia.
(09.11.11) Galliera (Bo). Anche il PD
dice no al biogas
Galliera, un centro al confine con a
provincia di Ferrara è diventato l'epicentro della
opposizione alle centrali a biomasse agricole per la
produzione di biogas. Una 'moda' dilagante nella
pianura padana che ha già sottratto decine di migliaia
di ettari alla produzione zootecnica e alimentare. Il
comune bolognese ha visto subito sorgere una vivace
opposizione alla centrale a biogas sia perché esiste
già una grande discarica sia perché comporterebbe essa
un carico insostenibile sulla rete viaria. Ci sono,
però, anche motivi più generali. Qui si producono
asparagi e patate tipiche e non si vede perché la
Regione 'grazi' dalla
maledizione delle centrali a biogas le
zone 'pregiate' del Parmigiano (dove il potente
consorzio si è opposto) per concentriarle 'ai
margini dell'impero' e dare sfogo agli appetiti
speculativi cui non sarebbero estranei potenti
personaggi. Il fatto nuovo è che, dopo un sofferto
dibattito interno il PD di Galliera si è schierato
anch'esso contro la centrale. Ora maggioranza e
opposizione in comune sono sulla stessa linea e
chiedono a gran voce che in conferenza di servizi la
provincia stoppi il progetto. Una gran bella notizia
per chi a Bologna e Ferrara (ma anche in altre
regioni) cerca di opporsi al biogas che brucia
l'agricoltura.
(23.10.11) La Valtellina reagisce
alla Iperalite e alla Capannonite
Sussulto di amore per la propria terra
(meglio tardi che mai) in Valtellina. Questa settimana
oltre diecimila firme raccolte per iniziativa dei
commercianti della valle sono state consegnate a
Formigoni e a Sartori (pres. provincia). La lettera
rivolta ai presidenti parla di capannoni dilaganti e
inutilizzati, di continui ampliamenti dei già
ipertrofici centri commerciali. Si parla
esplicitamente dell'appiattimento delle istituzioni ai
poteri forti locali e al modello di sviluppo
(neve-agroindustria-iperal) che sta compromettendo il
futuro della Valtellina. La reazione dei commercianti
e di tanti cittadini non è legata solo alla patologica
dimensione che la grande distribuzione (con il quasi
monopolio della catena Iperal) ha assunto, con la
conseguente desertificazione del commercio di
prossimità, ma anche alla constatazione che i turisti
sono sempre più colpiti negativamente dalla "schifezze
della Valtellina": un tunnel di capannoni e centri
commerciali e di orribili stalle in cemento armato
prefabbricato. Le immagini bucoliche presentate dalla
pubblicità dei prodotti agroindustriali a questo punto
suonano una beffa per il turista che non può che
disaffezzionarsi. Anche perché al di là della
monocoltura turistica della neve (turismo industriale
legato agli interessi immobiliari ed edilizi) non si
propone quasi nulla.
(13.10.11) Altipiano del Cansiglio
(TV)
La Regione Veneto è determinata a
vendere la grande proprietà sino ad oggi gestita da
Veneto Agricoltura che si trova nel cuore del
Cansiglio dove sorgeva la ex-base Nato costruita negli
anni '50. Il rischio, come sottolinea in un comunicato
Paolo Casagrande (Anpa -Veneto) è che massicci
insediamenti turistici sulle aree dismesse di
proprietà regionale mettano in difficoltà le aziende
zootecniche che operano in questa zona
dell'alpitipiano, le uniche rimaste. Esse, oltretutto,
si devono confrontare da anni con il grave problema
della sovrapopolazione di cervi causa di notevoli
danni.
(01.10.11)
Interessante bando della Fondazione Banca Etica:
finanza solidale per l'accesso alla terra
In Francia
l'associazione Terre de Liens dal 2003 opera per riattivare le zone
rurali nazionali spopolate e di per sostenere stili
di vita e pratiche agricole basate su principi di
rispetto sociale e ambientale; il fine è ostacolare
il mercato speculativo, proteggere le biodiversità
locali, attivare circuiti locali di produzione,
trasformazione e consumo . Per realizzare i propri
obiettivi, Terre di Liens
ha attivato degli strumenti
di
Finanza Solidale
che permettono una più facile gestione dei
terreni, oltre che la raccolta di donazioni. Al fine
di elaborare anche in Italia strumenti simili la
Fondazione Banca Etica ha aperto un bando per
giovani laureati (in agraria, economia,
giurisprudenza ecc.) per una borsa diricerca
semestrale di 4.000€.
Lo scopo
dichiarato è quello di“creare uno strumento
finanziario dedicato alla raccolta di denaro per
l’acquisto di terreni da affidare ad agricoltori,
singoli o organizzati, che intendano
inequivocabilmente e durevolmente produrre cibo, in
modo sano (agricoltura biologica) e connesso con il
sistema di consumo vicinale, mantenendo la proprietà
indivisa e vincolata nel tempo all’uso spiccatamente
agricolo”. Questo Fondo per l'accesso alla terra
risponderebbe all'esigenza di favorire i giovani che
desiderano “tornare alla terra” e che si vedono
ostacolati da un mercato fondiario drogato e da un
sistema creditizio poco sensibile alla concessione
di credito se non attraverso gli strumenti dei mutui
e delle ipoteche. Finanza solidale per una community
supported agriculture.
La
strada del futuro. Di una società che smette di
mugugnare e pietire, che elabora nuovi strumenti al
di fuori di un quadro istituzionale (in senso lato)
ingessato. Che si rimbocca la maniche e apre il
portafoglio. (link
al bando)
(12.09.11) Pejo (Tn)
La pluriclasse di Pejo vive. Una
notizia tanto più bella quanto inaspettata. Pareva che
le famiglie si fossero rassegnate a portare i figli
nel nuovo plesso a valle di Cogolo. Invece, anche
grazie a un clima di collaborazione con la nuova
preside di Cogolo la speranza della sopravvivenza
della scuoletta alpina di Pejo diventa realtà. Nove
sono le famiglie che aderiranno al progetto di scuola
parentale con collaborazioni con la scuola statale.
Complienti al maestro Alberto Delpero che si battuto
per far sopravvivere la scuola di Pejo che, grazie
anche alla sopravvivenza dell'ultimo caseificio
turnario del Trentino diventa ancor più un punto di
riferimento per le Terre alte. Scola viva, ruralità
viva, montagna autentica viva. Non già arriccata sulla
difensiva ma aperta alle altre realtà, aperta alla
sperimentazione di esperienze pedagogiche, economiche,
sociali nuove.
(08.09.11) Parziale
resistenza della Diabrotica alle tossine del mais GM
Monsanto
La Diabrotica è un temibile insetto
parassita del mais di origine americana
introdotto nelle nostre regioni attraverso
l'aeroporto della Malpensa. La lobby OGM aveva
nella lotta alla Diabrotica un argomento forte.
Ora, ne ha parlato Le Monde il 1° settembre, negli
Usa dopo due anni di verifiche si è dovuto
ammettere che in alcuni siti la Diabrotica è
riuscita a sviluppare una parziale resistenza e a
danneggiare il mais GM. Un brutto colpo per
l'impero Monsanto (e i sostenitori degli OGM).
(27.08.11)
Pesticidi nella terra immacolata dell'orso
Yoghi: di male in peggio
Anche
quest'anno il rapporto "pesticidi nel piatto di
legambimbiente seganala che è il Trentino-Alto
Adige la regione più sporca. Appena il 15% delle
mele vendute in Trentino è senza residui (solo una
mela su 7 - circa - è senza residui); rispetto al
2010, la situazione è peggiorata; l'Italia è il
Paese che in Europa consuma la maggior quantità di
pesticidi, di cui il Trentino, assieme all'Alto
Adige, è la regione con il maggior consumo; non
sono state trovate uva e fragole senza residui,
contro una media nazionale di circa il 35% di
mele, uva e fragole senza residui. Approfondimenti
su: Ecce
terra
(25.08.11)
Adottare un lupo o un pastore?
Il
WWF ha reagito nervosamente alle prese di posizione
del parlamento che ha semplicemente ricordato che le
norme internazionali consentirebbero di controllare i
lupi quando provocano gravi danni alla pastorizia. In
un documento da la colpa dei problemi della pastorizia
alla politica agricola (in parte vero) ma poi se la
prende con la caccia e rimadisce il dogma di fede che
la "convivenza è possibile" citando le solite trite e
ritrite esperienze nelle oasi con cani maremmani e
recinti elettrici. In più rilanciano l'adozione
dei lupi. A questa strumentale
campagna ha risposto Mauro Deidier che rappresenta una
mosca bianca, un presidente di Parco pro pastori e pro
alpeggi, per nulla entusiasta della presenza dei
lupi. "Carissimi Volontari WWF, Ho
visto il Vostro piano di adozioni delle specie
protette.Posso farvi una domanda ? Vorrei
adottare anziché un lupo un pastore dei nostri
alpeggi di montagna , in quanto a differenza del lupo,
rappresenta oggi una specie in grave
pericolo di estinzione con danni inestimabili ed
irreparabili per l’’ambiente e per l’economia
locale. Come posso fare ? Grazie
per un cortese riscontro.Mauro Deidier –
Presidente Parco Naturale Orsiera Rocciavrè
(14.08.11)
Quando una vipera mette in crisi un alpeggio
Ho
ricevuto questo messaggio da un amico di fb, Paolo
Mariano: Siamo stati a trovare il Bassi all'
alpe.Purtroppo l' alpeggio non e' piu' caricato, a
causa del decesso del suo mulo morso da una vipera. Un
vero dispiacere e una tristezza negli occhi di questo
uomo.Spero continui il suo lavoro fatto con tanta
passione ." Dell'alpe Madri si era parlato qui su
Ruralpini un mese fa (vai
a vedere).
Questa
è la realtà dell'alpeggio, già abbastanza dura.
Ma chi la esercita fa a tutti noi un grosso
piacere. Ci tiene attaccati con i piedi per terra.
Ci ricorda che il mondo dove il cibo si
'raccoglie' al supermercato e le case
si riscaldamento con una telefonata col
cellulare è un mondo drogato e che le 'comodità' si
pagano con mari, acque dolci, terra e cielo
'malati' e sempre più sterili.
L'episodio
ci dice anche un'altra cosa. Perché nessuno maledice
la vipera (e l'aquila) e le considera una cosa
'naturale' mentre il lupo e l'orso e la lince no.
Perché le 'nobili fiere' hanno dietro un partito, e
sono stati reintrodotti a bella posta o comunque
favoriti in tutti i modi nel loro reinsediamento
dove i nostri vecchi li avevano eliminati. Non sono
accettatidai montanari (quelli che vivono di montagna
e non solo in montagna) perché sono un fatto
sociale, sono voluti da una parte della società - più
numerosa, più ricca, più dotata di accesso ai media e
di armi culturali, contro un'altra parte, più
debole.
(12.08.11) Valle
d'Aosta: disastroso attacco di lupi nel Parco del
Gran Paradiso
Mentre gli 'esperti' ambientalisti
vanno raccontando panzane circa il ruolo equilibratore
del lupo nel Parco (tutte balle perché gli stambecchi
stanno soffrendo anche per colpa dei lupi) un
disastroso attacco si è verificato nella zona del
Rutor lo scorso week-end: 2 capre uccise, 2 ferite e
ben 80 disperse. Restiamo in attesa di notizie più
precise.
(10.08.11) Sudtirolo:
L'orso sbrana anche una cavalla adulta
Dopo aver sbranato un vitello l'orso
che imperversa nel comune di Proves in provincia di
Bolzano ha ucciso anche una cavalla adulta. Indecenti
commenti dei soliti 'esperti' del WWF, Enpa e
compagnia brutta (tutti, guarda caso,
italofoni-urbanocentrici) che parlano di "Alto Adige
che non adotta misure di sicurezza nei confronti dei
predatori". Questa gente ha una vera e propria
mentalità colonialista che in Sudtirolo si esprime in
maniera rafforzata in quanto i montanari, i rurali
sono avversati anche in quanto appartenenti ad una
orgogliosa minoranza etnica.
Vorrebbero che tutta la montagna alpina
fosse 'blindata' per lasciare scorazzare libere le
loro 'fiere' e per fare una volta per tutte
'pulizia etnica' di tutte le culture montanare
alpine che hanno resistito a giacobini e
fascisti. Gratta la vernice demopacifista
dei verdi e trovi l'anima autoritaria,
centralista, totalitaria e aggressiva.
(02.08.11) Vitello
sbranato dall'orso in Sudtitolo
È successo in val d'Ultimo a 2.000 m di
quota. Gli allevatori sono preoccupati e temono anche
per la loro stessa incolumità. Tiefenthaler, il
presidente dalla Bauernbund (la potente associazione
dei contadini sudtirolesi) ha parlato chiaro: Gli orsi
non li vogliamo, vanno trasfertiti altrove. "È
impensabile concedere ad un animale pericoloso come
l'orso di oter vivere nello spazio antropizzato".
Parole sante che per conformismo,
subalternità o convinta adesione alla cultura
dominante urbanocentrica ben difficilmente sono
profferite dagli esponenti delle organizzazioni
professionali agricole italiane.
Questi attacchi nuocciono anche al
turismo e ha un bel dire il presidente del WW di
Bolzano, Maistri che se la prende sia con gli
allevatori che con gli alpbergatori accusati di
"infondere in maniera speculativa, paure insensate".
Ovviamente Maistri sostiene che la pericolosità degli
orsi è una favola per spaventare i bambini. Questo è
il ritornello che la setta dell'orso (e del lupo)
ripete in tutto il mondo incurante di continui casi
nel mondo di aggressioni ad umani da parte dei loro
'beniamini'.
(15.07.11) Sacchetto all'attacco
Con
un duro comunicato l'assessore Sacchetto denuncia
l'intollerabilità delle stragi di ovicaprini
avvenute la scorsa settimana in Piemonte (82 capi
persi per attacchi di lupi) Sacchetto annuncia qundi
l'avvio della procedura per l'autorizzazione di
abbattimenti programmati di alcuni esemplari al fine
di alleggerire la pressione predatoria.
L'assessore riserva anche pesanti
apprezzamenti polemici contro il Ministero
dell'ambiente e i comitati consultivi sul lupo che, in
passato, hanno sempre risposto picche (sulla base di
motivazioni pretestuoese ed ideologiche) a richieste
in tal senso avanzate delle regioni. Mette quindi le
mani avanti facendo sapere a chi di dovere che la
Regione Piemonte i lupi è decisa ad abbatterli sul
serio e che la richiesta non è inltrata tanto per far
vedere davanti a pastori e margari che 'si fa
qualcosa'. vai al testo
integrale del comunicato
(02.07.11)
Il governo cadrà per un arrosto d'orso?
Polemica
all’interno della maggioranza, tra Pdl e Lega Nord,
sul banchetto a base di carne d’orso preannunciato dal
deputato e segretario del Carroccio in Trentino
Maurizio Fugatti per domenica prossima a Imer in
occasione della Festa della Lega Nord Trentino. Non
solo la fanatica animalista Brambilla (che oggi se l'è
presa con il Palio di Siena per fare di tutta l'erba
in fascio e condannare tutte le sagre tradizionali
dove "vengono sfruttati gli animali") ma anche
l'ambientalista Prestigiacomo e persino il
compassatissimo Frattini. La
Prestigiacomo, spesso più verde del WWF
(e che non si capisce perché non hanno lasciato
andare via quando faceva i capricci), ha parlato
niente meno che di 'barbarie'. La ministra dimostra di
essere del tutto all'interno della logica
dell'ambientalismo urbano per il quale, al di qua di
un confine politico, un'animale è divinizzato come
totem della Natura (quella pensata, mitizzata,
astratta), al di là viene regolarmente cacciato e
mangiato. Fugatti se voleva sollevare un dibattito
sullo status dellafauna e di sua divinità Ursus arctos
ci è riuscito perfettamente. È riuscito anche a
dimostrare che per il Pdl e la Sinistra (verdi
compresi) la 'protezione della natura' è un fatto
simbolico, da far pagare ai contadini, ai pastori, ai
cacciatori (quando porteranno ancora meno voti). Ma
guai a toccare i business delle TAV, delle rinnovabili
selvagge, della cementificazone inarrestabile, il tabù
della crescita del PIL e dei consumi.
(25.06.11) Limone
Piemonte: il lupi colpiscono subito.
Tiziano
Aiassa ha già subito già una perdita di una bella
vitella di quattro mesi a pochi giorni dal carico
dell'alpe . Tiziano è il giovane allevatore di bovini
di razza Piemontese che avavamo intervistato il 13
maggio 2011 presso l'azienda agricola di famiglia a
Casalgrosso (Cn). (vai
a vedere).
Tiziano ha potuto persino fotografare il lupo che si
aggira intorno ai recinti tanto il predatore si sta
facendo spavaldo. Adesso la carcassa dilaniata giace
in fondo a un dirupo difficile da raggiungere. Dove
giace ciò che resta dello sfortunato animale passa un
corso d'acqua e quindi la rimozione dei resti deve
essere sollecita. L'allevatore dovrà chiamare la
protezione civile. Altre spese, altri danni. Una
situazione sempre meno sopportabile anche se, almeno,
con il cambio di amministrazione comunale ora il
sindaco è disposto ad aiutare nei limiti del possibile
l'allevatore. Nel corso di varie stagioni
gli Aiassa hanno subito diversi attacchi da
parte dei lupi; i più gravi nel 2009 ed hanno
coinvolto anche manze e persino le vacche che
cercavano di difendere i propri vitelli.
(04.06.11) In
Austria il batterio letale scoperto in un salame
italiano
Mentre i cetrioli sono
stati assolti (e la Spagna ha ottenuto un indennizzo)
si va alla ricerca dei cibi contaminati. In Italia
nessun rischio insiste il ministro Fazio. Però in
Austria è stato trovato il batterio (E.coli VTEC
resistente ad alcuni antibiotici) in un salame di
cervo prodotto in Italia. E al tempo dela 'guerra
contro il latte crudo' si sosteneva che esisteva un
rischio concreto E.coli VTEC e che era da incoscienti
non bollire il latte. Intanto i soliti esperti
senza che ancora nulla si sappia della causa
dell'epidemia tra le 'raccomandazioni' inseriscono una
bella criminalizzazioned el latte crudo "bevete solo
latte pastorizzato".
(29.05.11) Blocco
incrociato alle importazioni: ecco l'effetto del
cetriolo killer
In Germania i morti
sono già 10 ma gli infettati crescono a centinaia non
solo in Germania (paese gran consumatore di cetrioli)
ma in diversi altri paesi europei. E la caccia al
killer assume i contorni della tragicommerdia. Dagli
al bio perché pare che la contaminazione con E.coli
VTEC e EHEC (causa di diarrhea emorragica) sia stata
riscontrata in cetrioli spagnoli bio. Dagli alla
Spagna. Ma forse i centroli erano importati dalla Rep.
ceca tramite Spagna. Dagli all'Olanda (madre di tutti
i traffici). Ora la reazione dei consumatori è
quella di non acquistare più cetrioli o comunque
cetrioli 'stranieri'. Così mentre Coldiretti e
Codacons chideono di chiudere le frontiere ai cetrioli
del resto d'Europa altrove fanno lo stesso a danno
dell'export italiano di ortaggi. Che fragilità questa
globalizzazione! Un ultimo pensiero: l'industria e i
suoi tirapiedi hanno gridato a squarciagola 'al
lupo, al lupo' con il latte crudo di fronte a casi
sospetti poi l'E.coli VTEC colpisce con i cetrioli in
forma di EPIDEMIA.
(28.05.11) Trentino.
Animal-ambientalismo potenzialmente criminale
Dopo la cattura
dell'orsa pericolosa DJ3 si è assistito alle solite
proteste dei fanatici fan dell'orso. Proteste fattesi
più rumorose dopo il trasferimento di un orsetto al
'Centro faunistico' presso Trento destinato ad
accogliere orsi problematici. L'orsetto - non si sa se
figlio di DJ3 - vagava nel fondovalle della Val
Rendena attraversando le strade e mettendo a
repentaglio la sicurezza degli automobilisti. La
cattura della (presunta) madre secondo i fanatici
animalisti avrebbe condannato l'orsetto a morte certa
per incapacità di alimentarsi da solo. Ma in natura
non capita che qualche cucciolo si perda o sia
abbandonato? In ogni caso agli orsomani nulla importa
della sicurezza delle persone che si sono trovate
l'orsa nel giardino di casa. Sinora incidenti gravi
non sono avvenuti, ma per putro caso. Ovviamente a
questa gente che lascerebbe vagare orsi pericolosi
anche in città se dipendesse da loro nulla importa
anche delle sofferenze degli animali sbranati a
domicilio nelle loro stalle, pollai, porcilaie. Quelle
sono 'cose'.
(17.05.11) Silandro (BZ). Sequestrati
e macellati 81 capi di bestiame a un contadino
'troppo indipendente' La notizia è dell'Alto Adige di
ieri ed è stata ripresa e commentata dal blog terrealte.blogspot.com a leggere lascia
sconcertati e viene la voglia - cercherò di farlo - di
informarsi di più sulla vicenda. Otto Prieth è un
bauer venostano molto 'indipendente' (forse troppo per
qualcuno). Non aderisce alle coop e ha messo in piedi
filiere sin troppo corte (produce frutta, carne,
speck, ha l'agriturismo, un negozio, un bar).
Inevitabile che facendo così (da sè) si finisca per
non osservare le tante norme burocratiche che regolano
in modo minuzioso ogni attività Norme pensate per chi
pratica un'attività specializzata e su larga scala.
Non importa se gli allevatori specializzati producono
fiumi di liquami e i melicoltori e vignaioli
specializzati fanno piovere pesticidi. Per la
legge sono in regola. Pare che Prieth non fosse in
regola con le stalle e con le concimaie e che i vicini
si lamentassero. Ciò ci delude molto perché reputavamo
il Sudtirolo un'isola felice dove il bauer è
rispettato e non ci si lamenta per la 'puzza' degli
animali. Di fatto con grande rincrescimento di sindaco
(che ha redatto l'ordinanza) e dei veterinari che
l'hanno eseguita maiali, capre, asini (in tutto 81
capi) sono stati sequestrati e finiti al macello. Sì
perché gli animali - come giustamente rilevato da
terrealte sono 'cose' che si sequestrano come oggetti
ma poi non essendo oggetti non possono essere
conservati in magazzino in attesa dell'asta
giudiziaria e vengono soppressi. Una pena di morte
applicata a scondo della non osservanza delle norme
igienico-sanitarie da parte del proprietario. Che
comunque - anche a detta dei veterinari non li
maltrattava e non li affamava. Ma è meglio un po' di
sporco e di puzza naturali o l'asettica pulizia di
morte derivante dall'uso legale in quantità
industriali di prodotti chimici (disinfettanti,
pesticidi, farmaci di sintesi ecc.)?
(10.05.11) Spiazzo Rendena (Tn). Orso
nel giardino di casa. "Bisogna aspettare il morto
per fare qualcosa?"
Torna a casa da una
passeggiata nei boschi e trova l'orso nel gardino
della sua casa. É successo domenica in val Rendena a
un artigiano, Gino Vecli, che nel corso della
'visita', ha avuto una pecora sbranata dal 'simpatico'
(per i Verdi di città) plantigrado. Il signor Vecli lancia
un appello: "Per fortuna che non c'erano in giro i
miei bambini che normalmente giocano lì ma
fortunatamente erano altrove in bici. Ma dove ha
girato l'orsa passa gente in bici, c'è spesso gente
che fa il pic-nic. Cosa dobbiamo aspettare per fare
qualcosa? Un morto?" L'appello ha un chiaro
destinatario politico: Lorenzo Dellai, il presidente
della Provincia autonoma che ha da tempo annunciato di
voler 'rivedere' il Progetto orso e di sondare cosa
pensa la popolazione. Si muova però, e abbia il
coraggio di sconfessare i vertici del Parco Adamello,
del Servizio parchi, tutti coloro che priama che alla
istituzione rispondono alla setta dell'orso a cui sono
affiliati. Intanto ieri in consiglio provinciale è
iiziato l'iter di due provvedimenti di legge di segno
opposto: uno del Verde Bombarda, l'altro di Nerio
Giovanazzi (Amministrare il Trentino) che punta ad
assicurare maggiori garanzie ai cittadini (cattura
degli orsi problematici senza troppe lungaggini
burocratiche e risarcimento di tutti i danni compresi
quelli biologici legati ai grandi spaventi - per ora
solo quelli - che gli incontri ravvicinati con gli
orsi hanno prcocurato a non pochi trentini.
(03.05.11) Anche a Zanica (Bg)
opposizione al biogas
La giunta e il
consiglio comunale unanime di Zanica si oppongono al
progetto di un grosso impianto di biogas di 0,63MW di
un'azienda con 1.300 vitelloni all'ingrasso. Il
progetto prevede l'uso al 50% di biomasse
vegetali vergini (insilato di orzo e di triticale) che
comporterebbe una rilevante sottrazione di superfici
per gli scopi alimentari. Inoltre la centrale
risulterebbe distante dal centro aziendale
determinando una rilevante movimentazione di automezzi
da e per l'impianto con prevedibile impatto sugli
abitanti della frazione Padergnone. Nella
Conferenza di Servizi il comune è l'unico ad opporsi
perché gli altri enti si allineano alla
interpretazione della Regione Lombardia che
attraverso il software della Procedura Nitrati ha
surrettiziamente introdotto la fattispecie del
'digestato misto' non prevista dalla delibera del 2007
di riferimento. Un fatto determinante nell'innalzare
nelle zone vulnerabili ai nitrati come Zanica il
quantitativo di azoto spandibile originato dal
trattamento dei reflui zootecnici da 170 a 340 kg.
Così si ottengono due risultati:
1) superfici sottratte all'agricoltura vera
e immolate alla speculazione agroenergetica; 2)
maggiori carichi di azoto su terreni di area
vulnerabile (perché tendelzialmente permeabili e
perché in aree di fortissimo carico zootecnico).
Ma per simili
'meccanismi' che ribaltano la normativa non ci
vorrebbero degli strumenti legislativi? No. Basta un
software applicativo. Ulteriore riflessione su una
discutibilissima governance delle politiche
agroambientali.
(26.04.11) In Valsugana (Tn)moria di
api per i pesticidi
Sono disperati gli
apicoltori dell'Apival (Valsugana e Lagorai). Le
irrorazioni di pesticidi (i più temibili per le api
sono i diserbanti) stanno causando una moria di
api.
Le api aiutano
l'impollinazione dei frutteti ma sono vittime dell'uso
massiccio dei pesticidi.
L'andamento stagionale
anomalo, con le fioriture anticipate, ha costretto i
frutticoltori a concentrare i trattamenti che vengono
effettuati a ogni ora del giorno (alla sera
risulterebbero meno nocivi per via della maggiore
umidità). A quando una frutticoltura bio? Se in Val di
Non sono le conseguenze della monocoltura 'invasiva' a
creare problemi in Valsugana l'impatto non è da meno
perché danneggia un sistema più differenziato
(i pesticidi inquinano i foraggi destinati
al bestiame e uccidono le api).
(23.04.11) Lecco. Cresce
l'olivicoltura lariana
25 olivicoltori, sia
professionali che autoproduttori hanno dato vita alla
coop Olivicoltori del Lago di Como. La nuova coop
sorge dall'esperienza dell'associazione OLIPER (gruppo
di olivicoltori di Perledo, località dove ha sede un
frantoio) e rispecchia la crescita
del'olivicoltura in diversi settori del Lario sia in
termini di piante che di produttori.
(22.04.11) Trento. Vittoria dei
vignaioli contro il 'sistema'
L'assessore Mellarini
ha gettato la spugnal. La Consulta da lui voluta per
affrontare la crisi della viticoltura verrà sostituita
da 'quattro saggi' ovvero esperti tendenzialmente
indipendenti. I vignaioli si erano ribellati ad
una Consulta che su 15 posti ne assegnava solo 3 a
loro e che confermava la sostanziale egemonia delle
grosse cooperative responsabili della crisi nonché
storicamente beneficiarie di enormi sovvenzioni
pubbliche che hanno portate a 'montarsi la testa',
realizzare faraoiniche strutture, investire in altre
regioni d'Italia a tutto danno della valorizzazione
dellea viticultura di qualità legata al territorio.
Una sconfitta politca quella dell'assessore che ha un
forte significato anche per altri comparti produttivi
in Trentino e in altre regioni dove gli interessi del
produttore e della qualità sono stati sacrificati a
vantaggio di degli apparati.
(21.04.11) Bergamo: Aumentati
esponenzielmente i danni da cinghiale
Un problema non
solo bergamasco (a Como le cose vanno ancora peggio) e
non solo lombardo. Il riflesso dell'incapacità della
politica di occuparsi di aspetti importanti per la
vivibilità del territorio ma sottovalutati e lasciati
ai 'tecnici' e a interessi di parte percepiti come più
politicamente organizzati ed interessanti sul mercato
politico-elettorale. Finché le situazioni sfuggono di
controllo e il livello di esasperazione monta e
l'interesse 'negativo' diffuso della popolazione
diventa un fatto politicamente non ignorabile. La
Provincia di Bergamo pare essersi accorta che siamo a
questo punto. Ci si rebnde conto che i censimenti sono
burle e non rispecchiano la consistenza delle
popolazioni di ungulati; che non si 'tolgono' mai
abbastanza esemplari. L'aumento dei danni (in euro)
negli ultimi anni in provincia segna un incremento
impressionante
2005 - 11.236
2006 - 19.658
2007 - 24.253
2008 - 54.641
2009 - 54.070
2010 - 79.396
L'ira degli agricoli
cresce ma anche quella di chi non si sente più sicuro
non solo nei boschi ma anche neil'immedianto intorno
dei centri abitati. Si dice infatti che il cinghiale è
potenzialmente pericoloso (ma allora l'orso?).
(19.04.11) Bergamo: Provincia stoppa
cave abusive cammuffate da fotovoltaico
Basta fotovoltaico a
terra! Dietro il fotovoltaico (e l'eolico)
selvaggi ci sono interessi speculativi spregiudicati e
... peggio (leggasi criminalità). La Provincia di
Bergamo, particolarmente vigile su questo fronte ha
bloccato a Urgnano due 'parchi solari' per complessivi
10 ha di terreno che prevedevano lo scavo in
prodondità del terreno per 4 m. Oltre al business
elettrico dei super-contributi i signori del
fiotovoltaico si sarebebro portati a casa 240 m3 di
ghiaia sempre più preziosa visto che i piani cave
hanno messo sotto controllo il saccheggio e lo scempio
del territorio. Il presidente Pirovano e l'ass.
all'ambiente Romanò hanno definito questa operazione:
"cave improprie cammuffate da fotovoltaico". Ma allora
per evitare la vergogna di un fotovoltaico che grazie
alle scorciatoie autorizzative e alle corsie
preferenziali rischia di essere il cavallo di troia
delle più gravi offese al paesaggio e al territorio
perché non VIETARE IL FOTOVOLTAICO A TERRA SU
SUOLO VERDE come ha già fatto la provincia autonoma
(beata lei) di Bolzano?
(12.04.11) Passeggia nel bosco e
finisce all'ospedale in stato di shock (per colpa
dell'orsa)
La premiata ditta
Trentino spa promette vacanze rilassanti. Poi promette
anche la 'natura incontaminata' certificata da un
numero crescente di plantigradi. Ma le due cose sono
conciliabili?
Un quarantenne che
faceva jogging ieri nei boschi presso la Malga
Brigolina (sopra Trento) è pronto a testimoniare di
no. É riuscito a raggiungere l'ospedale S.Chiara
in evidente stato di shock tanto che è stato
trattenuto per accertare che non avesse subito un
infarto. Fortunatamente no. Ma la paura è stata tanta
perché è stato inseguito sino al margine del bosco
dove aveva parcheggiato l'auto nella quale si è
rifugiato. La domanda che si pone è semplice: se non
fosse stato un uomo sano e robusto che pratica sport e
che ha potuto correre veloce come sarebbe finita? Non
ci si rende conto che la presenza di orsi nei pressi
di zone densamente popolate (siamo in comune di
Trento) rappresenta un potenziale pericolo? Che prima
o poi questi incontri ravvicinati (la maggior parte
senza riscontro sulla stampa) potrebbero anche avere
un esito tragico. Poi qualcuno dovrà pagare. Già
dovrebbe pagare per il danno biologico provocato alle
persone che hanno avuto terribili spaventi (comprese
alcune anziane). Ma se succedesse il peggio la
responsabilità si chiama omicidio colposo.
In ogni caso sulla
stampa nazionale non finirà nulla perché la premiata
ditta Trentino spa è bravissima a 'lavare in famiglia'
i panni sporchi (vedasi acciaierie, discariche di
prodotti tossici abusivi, mozzarelle blu) e a portare
all'esterno un'immagine idilliaca acchiappa turisti.
Ma se si diffonde la paura dell'orso ....
(06.04.11) Pordenone. Sequestrata
l'azienda OGM
L'azienda agricola di Giorgio Fidenato,
autore delle semine fuorilegge di mais OGM
Mon810 è sotto sequesto giudiziario e posta sotto
l'amministrazione di un dirigente della Regione
autonoma FVG. Il sequesto è motivato dalla dichiarata
volontà di reiterazione del reato da parte del
Fidenato. In azienda sono stati trovati 17 sacchi di
sementi OGM. Lo scorso anno a causa delle semine OGM
illegali nei terreni degli agricoltori confinanti
erano stati trovati campioni positivi alla
contaminazione nel 50% dei casi. La Regione, con in
testa l'assessore , è decisa a contrastare gli
OGM con decisione e ha predisposto anche una legge
regionale sulla materia.
(30.03.11) Re
(Vb). Il lupo si rifà vivo in Ossola
Ad essere colpito Paolo
Acchini allevatore di capre e pecore di Dissimo
(frazione di Re) a brevissima distanza dal confine
svizzero. Le capre e il grosso delle pecore (con
agnello sono ancora in stalla). Venti pecore
pascolavano nei pressi della stalla, fuori anche di
notte. La stalla è comunque a circa mezzo chilometro
dall’abitato, tra Dissimo e Olgia. Il lupo ha ucciso
in tre notti non consecutive senza timore di tornare
sul luogo del misfatto. Una prima pecora è stata
uccisa giovedì scorso, due domenica, ieri un’altra
trovata morta e una dispersa. Ora le superstiti sono
rinchiuse in un recinto elettrico. Tre anni fa
l’allevatore aveva avuto tre pecore uccise da un lupo
maschio di passaggio che il Dna ha indicato
proveniente da Cuneo. Le predazioni attuali non hanno
ancora un responsabile ma che si tratti di lupo è
certo al 99% tenendo conto delle ferite mortali
inferte e dell’abilità nel ‘mettere da parte’ gli
stomaci e consumare cuore e polmoni delle vittime.
Commento amarodell'allevatore "Parlano di montagna
...."
(23.03.11)
L'overdose di animalismo si ritorce contro gli
'amici dell'orso'
Licia Colò somministratrice da
lunghi anni di non modiche dosi quotidiane di
animalismo caramelloso
(che tanto danno fa ai fini di una
matura 'educazione ecologica' del pubblico televisivo)
è scesa in campo contro il presidente della provincia
di Trento, Dellai in merito alla gestione degli
orsi trentini. Alla bionda Licia, sugli schermi RAI da
trent'anni, non va giù che l'orsa problematica DJ3,
che ne ha combinate di cotte e di crude spargendo la
paura nelle Giudicarie, sia confinata in un
'Centro per orsi problematici nei pressi di Trento. Ma
questo è quanto previsto dai protocolli di gestione
del plantigrado scritta dai conservazionisti amici di
Licia. Dellai non fa che essere coerente con
l'applicazione di quanto annunciato lo scorso anno
annunciando una 'revisione' di una politica troppo
'orsofila' che crea crescenti malumori tra la
popolazione delle valli. I trentini (a
giudicare dai forum internet) non hanno molto
apprezzato la confusione tra il caramello
pspeudoecologista televisivo con la realtà delle
valli. Molti ora temono anche che la paura dell'orso
tenga lontani i turisti (le cose in TV e l'idea
platonica dell'orso sono una cosa, il rischio di
incappare in un'orsa furiosa in un bosco ben altra).
Forse Dellai ringrazierà la Colò. Grazie alla sua
interferenza su decisioni motivate da una situazione
che è diventata di ordine e sicurezza pubblica
qualche trentino in più ha aperto gli occhi sul
'circo dell'orso' e le iniziative di buon senso che
mirano a 'correggere' una politica avventurosa che ha
fatto crescere la popolazion ursina di origine slovena
a oltre 50 esemplari. Sulla vicenda rimandiamo
anche a un comunicato
dell'Associazione Wilderness Italia che sostiene, giustamente, che tutta
questa orsofilia e orsomania sta finendo per
danneggiare lo stesso orso (come avviene anche per il
lupo, amato in televisione ma sempre più odiato sulle
Alpi e sugli Appennini)
(10.03.11)
Luserna San Giovanni (To). Morena (26 anni) muore nel
caseificio aziendale
Folgorata
dai cavi scoperti? Così si dice negli scarni comunicati
delle agenzie di stampa riferendo dei primi rilievi
dei CC. Lascia una bambina piccola: Melanie. Invito a
leggere cosa ha scritto di questa giovane ruralpina
scomparsa tragicamente Marzia Verona che era sua amica
(vai
all'articolo di Marzia)
(28.02.11)
A Lierna (LC) si farà il referendum sulla centrale
a biomasse
La
logica dell'energia rinnovabile è spesso applicata in
modo distorto. Che senso ha realizzare centrali a
biomasse che richiedono il trasporto di materiale da
decine di km? A Lierna, sulle rive del Lario il
dibattito sulla centrale è molto vivace e si è
costituito un Comitato che si oppone al progetto (che
nella versione originale non è passato al vaglio della
regione). Prima di pensare a queste centrali
bisognerebbe stabilire dei piani di utilizzo boschivo
in grado di realizzare una adeguata produzione
locale di cippato. I boschi chiedono solo di essere
tagliati. L'abbandono dei boschi a loro stessi
auspicato da quegli stessi verdi che poi dicono di
volere 'energie rinnovabili' non è sostenibile ma non
si può nemmeno tornare ad una situazione di tagli
eccessivi come avvenne nei secoli passati.
(28.02.11) Monte Pelmo (Cadore):
basta comprensori sciistici e seconde case
Continua
la politica di sviluppo di poli sciistici e di seconde
case secondo un modello che si è dimostrato
fallimentare e che, soprattutto, non ha futuro. Le
aree meno 'valorizzate' reclamano anche loro una parte
del circo invece di puntare su strategie più
sostenibili. Nelle Dolomiti poi si vuole sfruttare
l'effetto Unesco nel modo peggiore.
Il 13 marzo Mountain Wilderness
terrà una grande manifestazione nazionale
(scialpinismo e racchette da neve) a Passo Staulanza
per difendere l'area del Monte Pelmo, di Mondeval e di
San Vito di Cadore dall'assalto speculativo dello sci
e delle seconde case. Va anche detto che per fermare
efficacemente la corsa a nuove stazioni sciistiche si
dovrebbe anche pensare di riequilibrare, a favore di
aree come la montagna veneta, le posizioni
privilegiate di alcune aree già 'sviluppate',
soprattutto (ma non solo) in Trentino-Altio Adige e in
Valle d'Aosta.
(27.02.11) Anche in Polesine.
Biogas selvaggio
Il
biogas è l'eldorado di industriali e speculatori. Non
solo a Cremona. Anche nel Polesine, terra di monocolture
intensive di mais, bietola e soia si sta scatenando la
corsa agli impienpti da 999KW. Oltre ad essere
considerati 'piccoli' (alla faccia, ci vogliono 300 ha
per alimentarli!) e godere del soprapprezzo di 28
centesimi per KWh sfuggono anche alla moratoria un po'
ipocrita stabilita dalla Regione Veneto che ha bloccato
solo gli impianti > di 1MW. Non si capisce perché
Zaia, che è stato da ministro attento a parecchi
problemi agricoli, non si sia ancora accorto da
governatore del Veneto che i prezzi dei terreni e gli
affitti stanno schizzando in su con tutto detrimento dei
veri agricoltori.
(18.02.11)
Roma. Confagricoltura non vuole limiti alle
coltivazioni bioenergetiche
In una nota odierna la Confagricoltura
esprime il suo totale dissenso sugli orientamenti
emersi dalle Le Commissioni Ambiente e Attività
produttive della Camera in merito allo schema di
decreto legislativo che recepisce la
direttiva2009/28/CE sull'uso dlele cosidette fonti di
energia rinnovabile.
I parlamentari hanno infatti la
seguente limitazione in materia di produzione di
biogas
“... Con decreto del Ministero delle
politiche agricole alimentari e forestali, sentito il
Ministero dello sviluppo economico ed il Ministero
dell’ambiente e della tutela del territorio e del
mare, sono stabiliti parametri volti a definire le
percentuali massime di coltivazioni dedicate
impiegabili negli impianti a biogas, al fine di
evitare squilibri negli approvvigionamenti e nei
prezzi delle produzioni agricole da destinare
all’alimentazione umana e zootecnica; tale percentuale
non può essere superiore al 15 per cento del totale
delle coltivazioni dell’azienda agricola". Apriti cielo. Qualcuno vede sfumare
le prospettive di superprofitti dal business drogato
del biogas. E la Confagricoltura che
rapprersenta sempre più il business agroenergetico e sempre meno I veri
agricoltori arriva a sostenere che queste
limitazioni "
impediscono l’adeguato sviluppo delle coltivazioni
energetiche in luoghi e situazioni dove la loro
produzione potrebbe rappresentare l’unica vera
opportunità di reddito. E creano un brusco arresto
degli investimenti nel settore agroenergetico".
Capito? Per la Confindustria ormai l'agricoltura sta
in piedi SOLO con il business drogato delle
bioenergie. Ma la preoccupazione è per gli
agricoltori? No perché i veri agricoltori in provincie
come Cremona hanno già cominciato a pagare caro il
business del biogas (prodotto a partire dal mais). Gli
affitti dei fondi sono schizzati in su perché gli
speculatori hanno margini talmente elevati da fare
offerte fuori mercato pure di accaparrarsi i terreni.
In realtà a Confagricoltura preoccuno gli investitori.
Non solo gli agricoltori sedotti ma, soprattutto, il
giro di società di progettazione, realizzazione,
consulenza. Resterebbe col culo per terra tanta gente
che sperava in guadagni facili.
(10.01.11)
La Cia di Torino: apriamo la caccia al lupo
La predazione lupina nelle valli del
torinese si sta rivelando più disastrosa che in
quelle di Cuneo. I lupologi asseriscono che
dipende dalla 'novità' e dalla mancata predisposizione
di misure adeguate di difesa. Eppure l'adozione dei
cani da difesa (maremmani) risulta più diffusa a To
che a Cn. Probabilmente è in gioco anche la morfologia
delle valli e la tendenza nel torinese (Val Chisone)
alla formazione di grossi branchi mentre nel cuneense
sono rimasti più piccoli. Fatto sta che per la prima
volta un'organizzazione professionale agricola prende
posizione con una durezza 'politicamente scorretta'
mai vista. Sul numero di gennaio di
Nuova Agricoltura si legge: “Con i lupi – spiega
Roberto Barbero, vicepresidente Cia Torino – nascono
gravissimi danni per gli allevatori. Nell’ultima
estate, hanno subito numerosi attacchi sia gli
ovicaprini e sia i bovini”.
“La
nostra proposta – continua Barbero - è questa:
introduciamo la caccia
del
lupo, selettiva e a pagamento, in modo tale da
poterne contenere il numero ed ottenere davvero un
sano equilibrio della fauna di montagna". Una
provocazione evidentemente ma salutare.
(05.01.11)
Pescasseroli (Parco Nazionale): maxi branco lupino
I
lupologi della Sapienza di Roma con le fototrappole
hanno 'scoperto' un branco di 11 lupi. Evento
eccezionale. Dicono. Gaudium magnum. Eccitazione
orgasmica. Ma cari lupologi, emeriti specialisti di
lupologia teorica e applicata: non lo sapevate che in
Val Chisone (To) un branco di pari dimensioni è stato
'censito' sino dallo scorso autunno? Ci vuole tanta
'scienza' per capire che con l'espansione del lupo e con
la sua crescente 'presa' sul territorio i branchi
si ingrossano. Quando il lupo è perseguitato sta
schiscio e i branchi restano piccoli, quando è
super-protetto aumentano. In altri paesi si arriva a
branchi di 20-30 lupi. Vorrei tanto che questa gente un
bel giorno si trovasse da sola a tu per tu con 20 lupi
affamati. E senza armi. In Russia alcuni orsologi sono
stati pappati dai loro 'protetti'. C'è sempre la
speranza che succeda anche qua.
(31.01.11)
Frabosa sottana (CN). Ora
i lupi si vedono anche sulle piste da sci.
a
web cam di sorvegliana degli impianti sciistici ha
'beccato' un lupo che passeggiava sulle piste da sci.
Qualche giorno prima un lupacchiotto è stato visto
alle grotte di Bossea. Oltre a queste segnalazioni che
finiscono sui giornali ve ne sono altre di
escursionisti e montanari che avvistano di continuo
i lupi. Chi crede che in tutto il Piemonte ci
siano 50 lupi come gli 'scienziati' profumatamente
pagati vogliono far credere?
(31.01.11) Albenga
(SV). Lupi scatenati
Un
gregge ovino ripetutanete attaccato dai lupi scesi a
valle che aggrediscono anche i cani di cacciatori che,
sulle prime pensavano fossero stati feriti dal
cinghiale. Non trovando prede a sufficienza
i lupi calano verso il mare. Forte allarme nella
piana di Albenga dove diverse aziende continuano la
tradizione pastorale ligure.
(30.01.11) Valnerina
(PG). Testa mozzata di lupo indirizzata al Parco
É
stata fatta trovare appesa con una fune ad un
cartello stradale con la 'dedica' al sindaco e al
presidente del parco dei monti Sibillini. Gesto
vigliacco come si sono affrettati all'unisono a
commentare i commentatori locali appiattiti sul
buonismo ambientalista e parcofilo. O no? Un gesto
dimostrativo stigmatizzato dalle 'prediche' moraliste
e razziste (contro gli 'ignoranti' che cacciano il
turismo 'colto'). Un gesto frutto dell'esasperazione
ma di certo meno vigliacco di chi utilizza
i bocconi avvelenati o altri espedienti che
uccidono il lupo tra atroci sofferenza lontane dallo
sguardo dei media. Meno vigliacco di certo degli
ambientalisti da salotto che sanno benissimo che
centinaia di lupi sono uccisi ogni anno in
Italia ma preferiscono mantenere la politica del lupo
'intoccabile', una politica che esaspera gli
allevatori e i pastori. Vigliacco è chi sa bene che
una politica di abbattimenti controllati
e selettivi legali ridurrebbe drasticamente il
bracconaggio ma che minimizza i dati sulla presenza
del lupo e si oppone con motivi ideologici alle
richieste di controllo che vengono anche dalle
regioni. Così davanti all'opinione pubblica poco
informata della città i nostri eroi
ambientalisti, conservazionisti passano per il
paladini del lupo e incassano la rendita politica (ed
economica) della loro 'intransigenza animalista'.
Intanto non solo in Valnerina i lupi scompaiono
silenziosamente o platealmente impiccati ai cartelli
stradali e ai lampioni (spesso senza che se ne parli).
Ipocrise italiane.
(28.01.11) Ossola.
Lupo investito dal treno
In
base all'esame anatomico dell'Università di Torinio
sarebbe proprio un giovane lupo quello finito
investito da un treno sul fondovalle ossolano. Una
notizia che suscita una grande inquietudine negli
allevatori ovicaprini ossolani tenacemente
attaccati alla tradizione dell'alpeggio ma consapevoli
che la morfologia delle valli ossolane rende la
presenza del lupo una minaccia mortale per
l'allevamento ovicaprino.
(27.01.11) Torviscosa
(Udine): il latte è inquinato?
Torviscosa
è stata sede di storiche industrie chimiche a partire
dagli anni '40. Il 'lascito' è un pesante inquinamento
dei terreni con parecchi tipi di contaminanti
(metalli pesanti e sostanze chimiche si
sintesi) tanto da divenire un noto 'caso di
studio' sulle problematiche dell'inquinamento (e del
disinquinamento) del terreno.
Ma
Torviscosa è anche una grandissima azienda agricola
che produce latte e derivati con il marchio Torvis
(Parmalat). Ma fino a che punto è sicuro quel latte? É
un fatto che nei terreni agricoli di Torviscosa siano
presenti pericolosi inquinanti (a partire dal
pericoloso insetticida Dieldr,in cloroderivato
organico della famiglia del DDT). Ma in assenza
di riferimenti normativi sull'accertamento dei livelli
di contaminzaione, le soglie massime ecc. nessuno ha
disposto sinora analisi della contaminazione nella
filiera che dal terreno porta al latte. Lo denuncia
l'associazione ambientalista Greensaction
transnational con sede a Trieste.
(22.01.11) Piano
di controllo dei cinghiali in Lombardia
Era
ora. Di fronte ad un'emergenza sempre più grave (2.500
cinghiali solo nel comasco, danni in crescita
esponenziale) le provincie si muovevano in ordine
sparso.
La
necessità di interventi coordinati e più efficaci di
controllo è stata recepita dalla regione su
sollecitazione delle organizzazioni agricole. Il
giorno 8 febbraio si terrà un vertice al Pirellone.
(18.01.11)
Fotovoltaico selvaggio: giù le mani da San Colombano
(Mi)
Questa
volta anche Legambiente - che tiene spesso un
atteggiamento compiacente verso le rinnovabili
selvagge - non ci sta. A San Colombano, gioiello
vitivinicolo e paesaggistico nel desero del silomai
lodigiano tra la collina e il Lambro gli speculatori
d'assalto delle 'rinnovabili selvagge' vogliono creare
un ''campo solare' di 13 (tredici!) ettari. Il Comune
ha concesso l'autorizzazione anche in assenza di
Valutazione di impatto ambientale (unico stumento per
tutelare il territorio considerato che questi scempi
bypassano gli strumenti urbanistici). Così Legambiente
che aveva denunciato inascoltata lo scempio ha deciso
di ricorrere al TAR.
(13.01.11)
A Galan piace il pollo transgenico
In Italia la stragrande maggiornza dei
consumatori non vuole alimenti geneticamente
modificati tantomeno cibarsi di animali geneticamente
modificati. Nel mondo agricolo è solo una minoranza
legata agli interessi dell'industria e delle
multinazionali che appoggia gli OGM (il 90% dei
produttori agricoli sa che equivarrebbe a tirarsi la
zappa sui piedi). E allora cosa ci sta a fare a capo
del Ministero uno come Galan che non perde occasione
per dire che chi si oppone agli OGM è 'oscurantista' e
che ha definito una 'prospettiva incoraggiante' la
notizia della creazione di un pollo geneticamente
modificato (per resistere all'aviaria) in Gran
Bretagna? L'industria globale del cibo crea le
malattie con i traffici internazionali, le grandi
concentrazioni di animali, l'uso distorto dei farmaci.
Poi per rimediare crea gli OGM reistenti alle stesse
pericolose malattie. Un vero 'cavallo di troia' per
imporre la zootecnia GM. Il trucco si è già
visto con le produzioni vegetali ma i contadini di
tutto il mondo l'hanno capito.
(13.01.11)
Fusioni coatte di comuni a Como?
La Commissione consigliare competente
manda avanti la legge di fusione di tre comuni
comaschi: Gravedona, Consiglio di Rumo e Germasino. Il
fatto è che al referendum gli abitanti si erano
espressi per il NO. Dei tre solo Germasino è un micro
comne (250 ab.) gli altri hanno 1200 (Consiglio) e
2750 ab.) La proposta di legge prevede un premio di
fusione di 100.000 € per tre annualità.
(13.01.11)
Ha ragione Dellai (presidente Trentino)
Dellai chiude la porta in faccia ai
bellunesi. Ma l'egoismo di chi è preoccupato di difendere i privilegi a volte fa dire cose
giuste. Il presidentissimo dice che tutta la montagna
alpina deve godere l'autonomia. Lo dice
strumentalmente perché sa che ci vorranno decenni e
che, nell'attesa, il Trentino potrà dormire sonni
tranquilli. Ma intanto aggiunge cose sacrosante: «Questa vicenda va
letta come una provocazione verso la Regione Veneto e
verso lo Stato. Quella bellunese è un'area di montagna
che si sente profondamente lontana dal cuore pulsante
della Regione Veneto che ha il suo baricentro in
pianura; è un'area che da anni sta aspettando la
riforma federalista dello Stato ma finora ha visto ben
poco. Ripeto, è una provocazione che però deve essere
seriamente interpretata sia dalla Regione Veneto che
dallo Stato».
(11.01.11)
E' fuga dal Veneto. Belluno vota il passaggio al
Trentino
La costituzione italiana, sancisce
l'ineguaglianza dei cittadini; soprattutto quelli
di montagna. Ci sono regioni, provincie,
cittadini e 'montagne' di serie A e di serie B
(questi ultimi pagano di più e ricevono di
meno). Una situazione insostenibile. Tanto più
quanto più diventano lontane nel tempo le
ragioni storiche e geopolitiche di certi privilegi.
Tanto più quanto la crisi e la politica del rigore
colpisce cittadini e amministrazioni. A Belluno il
Consiglio provinciale, con soli due voti contrari,
si è espresso per l'annessione al Trentino e la
secessione dal Veneto. E' solo l'ultimo
episodio di una protesta che monta dalle aree di
confine venete e lombarde. Una protesta sinora
sottovalutata e che è destinata ad estendersi e a
portare ad una situazione insostenibile. Di questo
passo mezzo Veneto e mezza Lombardia vorranno fare la
secessione da regioni che non sono capaci di evitare
ai loro cittadini lo status di 'politicamente
diversamente abili' ovvero sudditi con meno diritti e
più doveri.
(29.12.10) Definitivo
il 'Polo bianco' trentino
Ieri l'assemblea della Latte Trento,
presenti i vertici della Provincia autonoma e della
cooperazione ha definitivamente approvato la fusione
con la latteria sociale Fiavè-Pinzolo-Rovereto. Ora
Trentino spa e l'Università di Trento studieranno un
nuovo marchio per sottolineare 'il legame con il
territorio'. Ma siamo sicuri che basti un marchio?
(29.11.10) Autobrennero. code
per i 'mercatini'
Primo week-end di consumismo
prenatalizio e puntuali arrivano le code
sull'autobrennero.
Nati come forma di shopping natalizio
'dolce', basata sulla valorizzazione dell'artigianato
(alimentare e non) locale i mercatini di Natale hanno
assunto una dimensione da 'esodi' ('transumanze')
coatte con la conseguenza ben poco sostenibile della
creazione di flussi di traffico tali da intasare le
autostrade (autobrennero in particolare). E allora
perché invece di far percorrere centinaia di
chilometri non si promuove di più il 'mercatino'
a km zero? Con l'avvertenza che, come per le
sagre, bisognerebbe disincentivare i 'mercatini'
taroccati e promuovere solo quelli che valorizzano le
produzioni artigianali del territorio e che magari
portano un po' di vitalità in paesini di montagna che
rischiano di 'vivere' solo a ferragosto o poco più.
(28.10.10) Comitato acque ieri in provincia:
chiesta moratoria e stop progetto Edipower in Val
di Livo
Ieri i rappresentanti del Comitato acque comasche, che da anni si
batte contro le captazioni selvagge, ha incontrato la
Commissione agricoltura del consiglio provinciale. Ci
sono pendenti 57 richieste di captazioni che
interessano la Valsolda, la Val di Bares, la Val
Rezzo e la Val Darengo attraversate dai torrenti
Albano, Rezzo, Sorico, Borgo, Soldo e Moredina. La
montagna comasca è già gravemente compromessa dal
prosciugamento dei torrenti che causa alterazione del
paesaggio, scomparsa di flora e fauna, dissesti
idrogeologici. Il Comitato chiede anche, oltre alla
moratoria per le 57 nuove autorizzazioni, lo stop del
progetto Edipower che triplicherebbe l'attuale portata
di captazione nei Comuni di Consiglio, Rumo, Peglio,
Livo, Dosso del Liro, Vercana, Domaso e Gravedona. Il
presidente della Commissione Agricoltura, Saffioti i
ha chiesto un incontro all'assessore regionale
competente.
(26.10.10) La montagna alpina di serie B
crea una federazione
Oggi a Verbania storico incontro tra i presidenti
delle provincie di Verbania e di Belluno per dare vita ad una Federazione delle
provincie alpine di serie B, quelle che hanno la
sfiga di non essere regioni o provincie autonome o
parte di esse. Parteciperanno le provincie con
almeno il 60% di territorio montano. E' già
prevista la partecipazione di Sondrio. Una'iniziativa quanto mai opportuna e che
può anche stimolare la formazione di
nuovi aggregati territoriali autonomi
comprendenti almeno il 60% di territorio montano attraverso il distacco da provincie
egemonizzate dalla pianura. E' anche un modo per
far sentire una voce unica dei territori alpini
discriminati che non godono dei privilegi delle
regioni e provincie autonome (che pure sono
finanziate dalle regioni: Piemonte, Lombardia e
Veneto cui appartengonio i territori sfigati).
(01.11.10) ) In
Trentino sta cambiando aria per gli orsi e la loro
setta
La provincia autonoma annuncia (molto
tardivamente) che il progetto di popolamento degli
orsi (Life Ursus) sarà oggetto di revisione politica.
Era ora dopo che da anni la politica ha
demandato ad esperti autoreferenziali (legati alle
lobby ambientaliste internazionali) tutta
la materia. La gestione dell'orso è stata
caratterizzata da un mix sgradevole
di autoritarismo ecofascista, squallida
strumentalizzazione turistica, e copertura della
realtà di un Trentino ben poco ecologico. Dopo
'Amministrare il Trentino' con l'iniziativa di legge
popolare anche la Lega Nord Trentino entra decisamente
nella discussione con una mozione "Revisione
del progetto Life ursus e ricognizione dei danni
causati dalla presenza dell'orso in Trentino". Intanto
viene annunciata una nuova indagine sulla percezione
della gente e la provincia si è resa conto che, con il
sistema delle autorizzioni ministeriali anche su
aspetti di dettaglio, una gestione che eviti
tempestivamente pericolisi conflitti è impossibile.
Meglio tardi che mai. Basterebbe prendere lezione
dalla Svizzera.
(30.10.10) Sì a un Trentino
pulito (e non solo in cartolina)
700 persone e 100 trattori
oggi al corteo NO INCENERITORE a Ischia Podetti
(Trento). L'alternativa c'è: si possono produrre
meno rifiuti e riciclarli anche al 90%. Con
l'inceneritore (che sorgerà in una zona di vigneti!)
oltre al 'poco' inquinamento c'è un 30% di residuo
che va in discarica.
Ma nella Terra dell'orso e
della Montagna-cartolina che nasconde discariche
illegali, massimo uso di pesticidi in Italia,
acciaierie inquinanti si preferisce seguire la
comoda e lucrosa (per qualcuno) strada
dell'inceneritore che stimola la produzione di
rifiuti per aumentare la produzione di energia e una
raccolta da un ampio bacino (vedi, senza andare
troppo lontano la 'fame di rifiuti' del mega
impianto di Brescia di A2A)
(30.10.10) Ai banchieri
piace solo l'agricoltura GM . Gli agricoltori
italiani sono 'primordiali'
Corrado Passera, consigliere
delegato di Intesa San Paolo ad un convegno a
Firenze il 27 ottobre espone le sue idee
sull'agricoltura ''l'85% delle aziende non produce un
bilancio, e un'azienda che non produce bilancio è
primordiale rispetto alla bancabilità". Per Passera
l'agricoltura: ''ha bisogno di inserirsi in
filiere, mercati internazionali, nel settore della
ricerca''. Ma qualcuno ha mai pensato che il sistema del credito
in Italia voglia aiutare le piccole imprese e, a
maggior ragione, quelle agricole? Al capitale
umano, alle idee, alla voglia di innovare, ai
giovani non viene concesso alcun credito. Almeno
Passera ha l'onestà di dichiarare che al sistema
bancario interessa solo l'agribusiness integrato
nelle filiere dell'agricoltura globalizzata.
(30.10.10) Continua il supermercato
dell'orso. In Val Malenco (SO) sparite 30
pecore
Che uno degli orsi trentini sia finito in Valmalenco è certo
perché è stato 'catturato' ad agosto da una
fototrappola. Ora sei degli allevatori di ovini
della Valmalenco lamentano la sparizione di alcune
delle proprie pecore. Gli alpeggi sonon stati
setacciati ma non sono state trovate. Questa estate
erano state trovate diverse carcasse in
condizioni 'compatibili' con la predazione da parte
del plantigrado. Ora tutti gli allevatori della valle
hanno riportato a casa le pecore.
(28.10.10) Comitato acque ieri in provincia:
chiesta moratoria e stop progetto Edipower in Val
di Livo
Ieri i rappresentanti del Comitato acque comasche, che da anni si
batte contro le captazioni selvagge, ha incontrato la
Commissione agricoltura del consiglio provinciale. Ci
sono pendenti 57 richieste di captazioni che
interessano la Valsolda, la Val di Bares, la Val
Rezzo e la Val Darengo attraversate dai torrenti
Albano, Rezzo, Sorico, Borgo, Soldo e Moredina. La
montagna comasca è già gravemente compromessa dal
prosciugamento dei torrenti che causa alterazione del
paesaggio, scomparsa di flora e fauna, dissesti
idrogeologici. Il Comitato chiede anche, oltre alla
moratoria per le 57 nuove autorizzazioni, lo stop del
progetto Edipower che triplicherebbe l'attuale portata
di captazione nei Comuni di Consiglio, Rumo, Peglio,
Livo, Dosso del Liro, Vercana, Domaso e Gravedona. Il
presidente della Commissione Agricoltura, Saffioti i
ha chiesto un incontro all'assessore regionale
competente.
(26.10.10) La montagna alpina di serie B
crea una federazione
Oggi a Verbania storico incontro tra i presidenti
delle provincie di Verbania e di Belluno per dare vita ad una Federazione delle
provincie alpine di serie B, quelle che hanno la
sfiga di non essere regioni o provincie autonome o
parte di esse. Parteciperanno le provincie con
almeno il 60% di territorio montano. E' già
prevista la partecipazione di Sondrio. Una'iniziativa quanto mai opportuna e che
può anche stimolare la formazione di
nuovi aggregati territoriali autonomi
comprendenti almeno il 60% di territorio montano attraverso il distacco da provincie
egemonizzate dalla pianura. E' anche un modo per
far sentire una voce unica dei territori alpini
discriminati che non godono dei privilegi delle
regioni e provincie autonome (che pure sono
finanziate dalle regioni: Piemonte, Lombardia e
Veneto cui appartengonio i territori sfigati).
(03.10.10) Val di Non (TN). Dellai
ordina: catturate l'orso
Qualcosa si sta
muovendo in Trentino. La politica annusa che con il
crescere dell'allarme sociale presso intere comunità
c'è rischio di perdita di consensi. La delega in
bianco sin qui concessa ai circoli
conservazionisti legati alle lobby
internazionali sta per essere ritirata. Ai primi
di settembre Dellai (presidente della PAT,
provincia autonoma) aveva promesso una revisione della
strategia orso . Ora l'emergenza si manifesta in Val
di Sole (situazioni 'calde' quest'anno di sono
registrate nel Primiero e del Bondone) e Dellai
prende in mano la situazione mantenendo le pronesse
fatte (è doveroso darli
atto). «Catturare l'orso qualora i
suoi comportamenti creassero allarme sociale». Questo
il mandato che il presidente ha conferito il 2 ottobre
al comandante del corpo forestale provinciale, Romano
Masè relativamente all'orso che da alcune
settimane assedia i masi di Magras fin ai
limiti del villaggio. Se le più incisive misure di
dissuasione non saranno ancora sufficienti si
procederà alla cattura. Va aggiunto che la
polemica politica monta e dopo le iniziative di Giovanazzi
anche la Lega torna in pista con alcuni consiglieri
provinciali che si sono recati a Magras ad ascoltare
le lamentele dei residenti e contadini, stanchi di
dover tenere blindate le loro bestie con un orso che
insidia le recinzioni delle loro aziende e non ha
intenzione di abbandonare il campo.
(29.09.10) Scandalo verde. Arrestato
il Faraone delle Cinque Terre (SP)
Arrestato il presidente del
Parco delle Cinque Terre (SP) Franco Bonanini,
soprannominato il "Faraone" (per via del carsima ma
anche del ruolo di 'stabilizzazione' politica del
territorio). Con lui accusati un folto gruppo di
professionisti, tecnici e funzionari del comune
di Riomaggiore (dove era stato anche sindaco).
Il Gip , a proposito del comune ha parlato di ''una gestione
totalmente criminale della cosa pubblica ''. Bonanini
è esponente di spicco della Federparchi e di Legambiente.
Le indagini riguadano fondi europei 'dirottati'. Si
parla di intercettazioni "sconcertanti" (saranno
pubblicate questa volta?). I vari esponenti
verdi parlano di "equivoco", ritengono incredibili le
accuse (pur esprimendo il rituale 'rispetto per
la magistratura').
(27.09.10) Nasce l'Unione dei
formaggi delle Orobie
Lo scorso week-end a Branzi
in Val Fondra è stata sancita la nascita dell'Unione
dei formaggi delle Orobie. Un'Unione in nome di
un teritorio dove convergono tre provincie: Lecco,
Sondrio e Bergamo. E' l'espressione della 'logica di
massiccio' che prevale su quella ormai anacronistica
che 15 anni fa condusse ad estendere l'orobico Bitto a
tutta la provincia di Sondrio con una decisione presa
a tavolino. Oggi il Bitto storico 'ribelle' si
unisce al Formai de Mut, al Branzi e
allo Strachitunt per rimarcare come i prodotti
di eccellenza sono frutto di secoli storia, di
cultura, di tradizioni. Tradizioni che uniscono le
valli anche al di là dei confini amministrativi e
politici. la logica dell'Unione è quella della
sinergia tra produzione casearia di alta qualità e
turismo. Non è difficile capire perché il Bitto
storico con le sue poche migliaia di forme
prodotte opti per le Orobie facendo
'secessione' da una Valtellina agroalimentare dove la
'linea' la danno la bresaola industriale e il
Casera, formaggio prodotto in centinaia di migliaia di
forme unito i un unico consorzio con il Bitto
'modernizzato' (quello che ammette mangimi e
fermenti selezionati e non richiede il latte di
capra). (sotto Paolo Ciapparelli, presidente del
Consorzio salvaguardia Bitto storico e Francesco
Maroni del Caseificio sociale di Branzi).
(17.09.10) Trento. Dopo tanti anni trattori in
Piazza Dante
I viticoltori della grande coop La
Vis protestano in piazza a Trento. Ci si era
dimenticati delle proteste contadine dopo anni di
'vacche grasse'. Ma le basi del 'sistema vino' (e di
tutto il sistema agricolo) trentino erano sbagliate
con la spinta alla quantità, all'industrializzazione
(dal latte di Fiavé al vino delle grandi cantine). Ora
la coop è commissariata ('Nuova La Vis') e, sfumate le
prospettive di fusione con gli altri colossi del vino
trentino (Mezzacorona e Cavit), non resta che la
strada del salvataggio. Oggi viene chiamata
'ristrutturazione del debito' e viene fatta passare
per rilancio produttivo. Di fatto la solita cooperfidi
con i soldi di mamma provincia autonoma acquista
degli immobili e li cede in leasing gratuito alla coop
'decotta'. La Giunta provinciale ha già deliberato lo
stanziamento di 7,5 milioni di € che serviranno ad
acquistare il Maso Franch. La Provincia parla di aiuti
a fronte di condizioni di rilancioproduttivo ma è
palese che si tratta solo di tamponare una situazione
pesante. Intanto il super presidente Dellai continua a
rigettare sgegnosamente le accuse di autonomia
assistenzialistica e si appella demagogicamente ai
trentini come ad un'unica 'famiglia'.Come si concilino
questi appelli ricorrenti con le puslsioni
tecnocratiche e neoliberistiche non si sa. Misteri
trentini.
(16.09.10) Il lupo si fa beffe delle telecamere
sul Cansiglio (TV)
Il misterioso sbranatore
di pecore del Cansiglio ( o grosso cane randagio
inselvatichito o un lupo) stanotte 16/09/10, ha
cambiato prede. Non più pecore ma un cervo, sempre nei
pascoli dell'Az. Valmenera di Gava Alex in Cansiglio,
a pochi metri dalla cattura messa dalla Polizia
Provinciale di BL e Forestale, e fuori dall'occhio di
3 telecamere che registrano.
(10.09.10) Interrogazione della Liga Veneta sul
'silenzio delle istituzioni' in Cansiglio
I
consiglieri Furlanetto, Possamai, Caner, Toscani,
Baggio hanno presentato una interrogazione con
risposta immdiata alla giunta per
sollecitare le autorità preposte per stabilire la
provenienza e le cause dei sbranamenti citati in
premessa e per prevedere un apposito e specifico
stanziamento di 150.000 € a titolo risarcimento dei
danni patiti nell’anno 2010 e a causa dei cervi e
degli non ancora identificati predatori.
(10.09.10) Cansiglio. (TV) La Lega anti
caccia minaccia gli allevatori
Le dichiarazioni degli allevatori
esasperati delle perdite di animali da parte dei
predatori (lupi probabilmente) provocano la reazione
della LAC. Il presidende dalla Lega anticaccia del
Veneto, Zanoni minaccia l'ANPA Veneto (ass. prod.
agricoli) di denunce per 'istigazione al bracconaggio
di specie superprotette' e difende a spada tratta il
Corpo Forestale. Intanto gli allevatori pensano di
sensibilizzare Zaia.
(10.09.10) Trentino. Viticoltori di
montagna si mettono in proprio
In alta Val di Non sulle pendici
del Lago di Santra Giustina si produce un vono di
nicchia, il Groppello (da non confondere con quello
gardesano). In seguito al drammatico calo dei prezzi
dell'uva che in montagna non coprono i costi di
produzione i viticoltori di Revò per ora porteranno le
uva in provincia di Bolzano invece che a
Mezzolombardo (nella piana della valle
dell'Adige). Poi penseranno a ricostituire una
cantina (quella di Revò era la più antica cantina
sociale del Trentino. Un bello schiaffo per il sistema
vitivinicolo trentino che poche settimane fa aveva
reagito inviperito (si era scomodato anche il
presidente Dellai) alle critiche del vicepresidente
dei viticoltori 'cugini' bolzanini. E che sta
confrontandosi con lo schock del commisariamento della
coop La Vis (uno dei tre colossi trentini) che ha
accumulato 80 milioni di debiti e che sarà assorbita
da CAVIT. E se anche con il formaggio si pensasse ad
una riterritorializzazione?
(30.08.10) Pavullo (MO) Vandalizzati gli
striscioni di Casa Capuzzola
Gli
striscioni di protesta contro i lupi (causa di
chiusura dell'azienda ovina Casa Capuzzola), che erano
stati collocati da Dino Mazzini, sono stati tagliati
con il cutter da ignoti.
Penetrando
in una proprietà privata recintata. Gli
animal-ambientalisti, sempre più ecofascisti, non
ammettono neppure il diritto di dissentire e
protestare contro il 'pensiero unico' che impone la
'necessità' della presenza di orsi, lupi e linci.
Scrivete
a info@casacapuzzola.it
per manifestate la vostra solidarietà
(30.08.10) Sulzano (BS) Nasce sul Sebino
il Comitato anti predatori
Il
'volgo disperso' e disprezzato dai sciuri animalisti
di città inizia a reagire e a organizzarsi.
Esasperati dai continui attacchi dei predatori e
dall'inerzia delle istituzioni (che non ammettono
neppure l'esistenza del problema e continuano a
parlare di 'cani inselvatichiti') un gruppo di
allevatori e di abitanti di case e nuclei isolati
della montagna sebina ha deciso di reagire e di
costituirsi in Comitato. Ciò dopo decine di casi
di animali uccisi con un morso alla gola (i cani non
fanno così!). Vogliono incalzare anche con iniziative
legali le istituzioni succubi dei media a loro
volta infiltrati e condizionati dalla lobby
animalista. Media che parlano a proposito del
ritorno del lupo di 'buona novella per l'ambiente e
per il turismo naturalistico' (sic) (per adesioni
contattare l'agriturismo
«El
fò» (030-985276)
(27.08.10) Vicenza. La Forestale non crede
all'uccisione dell'orso M5
I
dettagli dell'inverosimile racconto dell'uccisione
dell'orso M5 (Dino) e del successivo banchetto a base
delle sue carni sembrano non reggere alla verifica dei
fatti (ovvero all'indafine della Forestale). Gli
animalisti che avevano annunciato la 'Marcia punitiva'
su Asiago si stanno coprendo di ridicolo. E di
ridicolo si copre anche il Corrierone che
aveva annunciato (25.08) la 'notizia' della marcia
degli animalisti riprendendola da Facebook. Solo una
squallida conferma del peso della lobby animalista del
giornale più autorevole ... dell'Italia di
Pulcinella.
(20.08.10) Val di Non (TN). Gregge di
70 pecore 'volatilizzato' da luglio
Si
susseguono i danni da predazione sulle malghe di
Bresimo in alta Val di Non (ai convini con la Val di
Rabbi e la Val d'Ultimo in provincia di BZ). Non solo
pecore ma anche una vitella Gli allevatori puntano il
dito contro il lupo, ma i forestali sono scettici.
Intanto
pare volatilizzato un gregge di 70 pecore di 5
proprietari della zona scomparse a Mallga Binasia da
luglio. Escluso l'abigeato i pastori sospettano che
sia stato il lupo (o l'orso) a terrorizzare il gregge
e a farlo finire in un burrone.
(18.08.10) Ardenno (SO). Aggredito e
ferito da cinghiale nei boschi
E'
successo il 14 agosto nei boschi sopra Ardenno. Un
uomo di 39 anni azzannato ad una coscia è sfuggito
calandosi in una zona impervia dove è stato recuperato
a fatica dalla squadra di soccorso del 118.
(17.08.10) Fonteno (BG). Assedio dei
cinghiali
Anche
in piena estate un branco di quindici cinghiali con un
esemplare di enorme taglia cinge d'assedio il paese.
Danni ai pascoli, ai prati, ma anche agli orti e ai
frutteti. Una situazione insostenibile come in molte
altre località. Il disinteresse delle istituzioni per
questi problemi di vivibilità delle montagna non è più
a lungo tollerabile.
(15.08.10) Vallese Abbattuto il lupo che aveva
predato ovini e bovini
Resta
ancora in circolazione la femmina (l'autorizzazione in
quella zona era per un solo abbattimento). Non più in
coppia, però, non potrà più attaccare i bovini. Soliti
strepiti del WWF. Ma la Svizzera, paese civile che ha
a cuore l'agricoltura di montagna, tira dritto e
non si fa condizionare dalla lobby del lupo come
il governo italiano. link al video della
tv svizzera
(07.08.10) In Vallese deciso
l'abbattimento del lupo responsabile di numerosi
attacchi
Il
Canton Vallese ha deciso il giorno 3 agosto
l'abbattimento del lupo che ha provocato predazioni di
ovini e bovini nella regione Montana-Varneralp. La
decisione pubblicata ha validità di due mesi esatti.
Solite proteste del WWF. Ma la Svizzera è un paese
civile e un'attività di rilevante valore sociale,
ambientale e culturale come la pastorizia viene
difesa.
(06.08.10) In Primiero i pastori disperati
per l'orso ora sono vittime anche delle aquile
Gli
attacchi per i pastori vengono anche dal cielo.
La predazione delle acquile è sopportabile visto che
si limitano a qualche agnello. Ma ha un risvolto poco
piacevole. Dal momento che nessuna carcassa può essere
esibita ai veterinari per il rapace si porta via la
preda nessun indennizzo è possibile.
Intanto
continua la polemica sui gipeti. I verdi continuano a
sostenere la tesi che l'uccello si nutre solo di
carogne. Ma i pastori in diversie parti d'Italia sono
concordi nel giurare che ghermisce anche agnelli vivi
e vegeti.
(27.07.10) Lupi all'attacco
anche dei bovini in Vallese
Cresce
l'esasperazione degli allevatori svizzeri contro i
lupi. La scorsa settimana sugli alpeggi del
Vallese una manzetta è stata dilaniata dai lupi (nella
foto) e dopo alcuni giorni un'altra ha riportato
gravissime ferite. Nel frattempo a livello politico
sono in atto delle iniziative per consentire il
ricorso da parte della Svizzera alle deroghe previste
dalla Convenzione di Berna in materia di protezione
del lupo che consentirebbero un controllo più efficace
della diffusione del predatore in analogia a quanto
deciso in Svezia.
(14.07.10) La rabbia
silvestre è in Trentino e Veneto
Ad
Est dell'Adige vaccinazioni a tappeto degli animali
domestici (sono stati vaccinati circa 10 mila bovini,
21 mila ovini di cui 15 mila vaganti e circa 1.500
equini tra cavalli e asini. Obbligatoria
anche la vaccinazione per i cani. Ne sono stati
vaccinati 31 mila di proprietà ma devono essere
coperti anche gli animali al seguito dei turisti.
Decine di migliaia di esche con il vaccino per gli
animali selvatici distribuite con gli elicotteri. La
rabbia ha il suo serbatoio e focolaio nelle volpi e
avanza di 50 km all'anno. Era da 10 anni che in Italia
non era presente questa grave malattia (mortale anche
per l'uomo). C'è chi parla di procedere alle
vaccinazioni anche in Lombardia.
(06.07.10)
Morbegno (So) Si 'scoperchia' il malaffare
Si
'scoperchia' il malaffare intorno a Valtellina eventi
e al Polo fieristico in cui è coinvolto il vertice
della Comunità Montana. Due ex-operai edili
riferiscono dell'uso di cemento depotenziato e della
presenza di rifiuti sull'area dove venne edificato il
Polo. Denunciano anche di essere stati oggetto di
minacce per aver riferito queste circostanza. Anche ai
mezzi di informazione che misero a tacere la cosa (non
ce ne meravigliamo affatto).
(15.06.10) Che cricca a Morbegno! E c'entra anche
l'eolico a San Marco
7 arresti da parte della GdF di amministratori e burocrati della Comunità
Montana e di Eventi Valtellinesi (che
organizza manifestazioni presso il Polo fieristico) per
concussione, truffa aggravata e peculato. Tra le truffe
ordite da Eventi Valtellinesi anche fantomatici studi
finalizzati alla realizzazione del famigerato Parco
Eolico che con le sue maxi pale minaccia di
deturpare il Passo di San Marco. In Valtellina
come altrove eolico fa rima con malaffare. Una vicenda
che, se le accuse saranno confermate conferma lo
squallore del notabilato locale già alle prese con
inchieste per opere pubbliche 'gonfiate'. Per fortuna da
quelle parti ci sono i puri e duri del Bitto storico
a tenere alta l'immagine del territorio.
(nonostante la guerra che contro di loro che le cricche
locali conducono da 15 anni).
(06.06.10)
Plinio Pianta candidato presidente per la Regione
Valposchiavo (Canton Grigioni)
Il
13 giugno si vota per eleggere le cariche della
Regione Valposchiavo (Canton Grigioni). L'amico avv.
Plinio Pianta di Brusio, presidente di AMAMONT
(associazione transfrontaliera amici degli
alpeggi e della montagna con sede a Sondrio) è
candidato alla carica di Presidente della
corporazione. La Regione è composta dai comuni di
Poschiavo e di Brusio. Un grande augurio da parte dei
ruralpini con l'incitazione a sostenere la
sua candidatura.
Plinio
Pianta con l'esperienza dell'alpe Li Piani (nella
foto)
ha fornito un esempio concreto di come
l'amore per gli alpeggi e la montagna possa tradursi
in iniziative, spirito associativo, costruzioni di
reti, al di là dei confini politici e amministrativi e
degli steccati ideologici e partitici. E ha
valorizzato il ruolo della Valposchiavo e della
Valtellina quali regioni-cerniera in grado di
stimolare una più ampia aggregazione di realtà alpine.
(02.06.10) L'orso si rifà vivo in
Valcamonica (e le capre ne fanno le spese)
Per
la gioia dei 'conservazionisti' e degli ambientalisti
da salotto mentre giungono notizie di gravi
predazioni da lupo in Piemonte sono riprese le
uccisioni di animali domestici da parte dell'orso
in Valcamonica. In Comune di Darfo. Notizia di oggi ma
il fatto era noto da giorni. In un mondo dove ci sono
già tanti problemi fino a quando dovremo assistere a
questa tragicommedia del gioco alla wilderness di
ricercatori, guardiaparco,
animal-ambientalisti, alle spalle della gente di
montagna? Milioni spesi per i progetti di
reintroduzione e monitoraggio e vivibilità della
montagna e danni sempre più gravi per gli allevatori
che spesso non denunciano la predazione perché i
rimborsi non coprono i costi di smaltimento delle
carcasse secondo le regole imposte dalla burocrazia
veterinaria. Dal Veneto alla Lombardia al
Piemonte cresce la rabbia contro la politica di
ritorno dell'orso e del lupo imposta da Parchi,
'scienziati' e associazioni ambientaliste (con
l'appoggio del Corpo Forestale dello Stato).
E'
la storia della lotta dei contadini contro i 'signori'
e uno stato a loro nemico che si ripete da secoli. Una
lotta in cui prima o poi gli 'umili' si stufano di
subire. E gli enti locali devono chiarire da che parte
stanno.
(25.05.10)
Vicenza. I fan dell'orso arrivano alle minacce
Giovanbattista
Orsini (fondatore del gruppo facebook 'Salviamo il
povero asinello (e non solo) dall'orso' scrive in un
post: sto
ricevendo minacce anche fisiche da altri
appartenenti a gruppi animalisti-radical chic in
privato solamente perchè ho postato link riguardanti
stragi fatte nel mondo dall'orso agli esseri umani.
Chiede solidarietà: Scrivetegli per favore
(21.05.10)
Finalmente un po' di buonsenso. Sarà catturato e
rispedito in Slovenia l'orso M5
Ci
ha pensato l'assessore regionale leghista Stival
a riportare un po' di buon senso. Sull'altopiano di
Asiago stanno arrivando migliaia di capi per
l'alpeggio e sarebbe folle lasciare in giro con la
licenza di uccidere l'orso M5. Dopo le sparate
super-animaliste di Galan la Regione Veneto prende
l'iniziativa e sostiene che l'orso pericoloso deve
essere catturato e tornare a casa sua in Slovenia.
Sulla stessa linea la Comunità Montana
a anche la provincia. Quando la montagna reagisce
, con gli esponenti politici e amministrativi
schierati dalla parte della gente, può respingere
le imposizioni colonialiste pseudo ambientaliste.
(06.05.10)
L'orso M5 sbrana anche l'asinella di Santa Lucia
E'
successo a Boscochiesanuova nella Lessinia veronese.
L'orso problematico che ha lasciato una scia di sangue
tra vicentino e veronese (7 asini sbranati qua e la) è
oltretutto difficilmente localizzabile nonostante i
sistemi radio e gps satellitare.
(06.04.10)
Anche in valle Camonica arrivano i 'mercati
agricoli'
I
'Mercati agricoli' partiranno a maggio a Esine e
Breno, in rete col sito 'Sapori di
Vallecamonica'.
Le aziende
agricole della Valcamonica avranno a disposizione
due possibilità da sfruttare alternativamente: il
Centro intervallivo di Edolo il martedì e il mercato
coperto di Esine il venerdì.
C’è
già un regolamento di partecipazione; il tutto è
stato presentato nei giorni scorsi dall'Assessore
all'agricoltura della Comunità Montana, Mascherpa e da
Alessandro Putelli, funzionario responsabile del
settore. In quella occasione il sindaco di Esine,
Fenini ha affermato 'Esine non è solo il paese dei
centri commerciali' (riferendosi ai possibili
insediamenti della grande distribuzione che stanno
provocando accessi dibattiti in paese). Le
amministrazioni coinvolte credono fortemente nella
filiera corta e nell’eccellenza dei prodotti delle
piccole aziende e questa iniziativa offrirà una
occasione per farsi conoscere meglio. (www.saporidivallecamonica.it
(19.03.10)
Zaia firma il decreto blocca OGM Mon 810
Previo
parege negativo unanime del la Commissione
sementi GM il ministro Zaia ha firmato il decreto
che stoppa la sentenza del Consiglio di Stato che
dava via libera alla semina del Mais GM Mon 810 cui
si accingevano in Friuli i più accaniti esponenti
della lobby OGM nazionale (Futuragra). Giusto
qualche settimana prima della semina.
(14.03.10)
Spumanti 'storici' per decreto legislativo. E i
formaggi, quelli sì veramente storici?
Con il Decreto legislativo del 12.03.2010 sulle denominazioni di
origine dei vini nascono gli spumanti 'storici'. E i
formaggi, quelli sì veramente storici? Quelli no perché
all'industria non interessa e non piace l'idea di
distinguere dentro le DO.
Il Consiglio dei Ministri del 12 marzo
ha dato il via libero definitivo al decreto
legislativo che riforma la legge 164/92 in tema di
denominazioni d’origine.
Nell'ambito delle DO la
denominazione 'classico' si potrà utilizzare per i
vini non spumanti della zona di origine più antica ai
quali può essere attribuita una regolamentazione
autonoma
- 'storico' si potrà
utilizzare per i vini spumanti della zona di origine
più antica ai quali può essere attribuita una
regolamentazione autonoma
- 'riserva' è solo per i
vini sottoposti a un periodo di invecchimaneto,
compreso l’eventuale affinamento, non inferiore a due
anni per i vini rossi, un anno per i vini bianchi e
gli spumanti ottenuti con metodo Charmat e tre anni
per i vini spumanti con fermentazione naturale. A
quando qualcosa di simile per i formaggi?
Facciamo osservare che il primo spumante italiano (copiato dallo
Champagne) lo produsse Gancia nel 1865 mentre il Bitto
è documentato da almeno 5 secoli.
(20.02.10)
Era olandese o austriaco il latte pastorizzato del
formaggio assassino?
Non è ancora chiara la provenienza del
latte utilizzato dalla stiriana Prolactal per produrre
Quargel (latticinio tipico simile al Graukëse del
sudtirolo). Lo scorso anno 6 persone erano morte in
Austria e in Germania di listeriosi in seguito al
consumo del prodotto. Altre avevano sofferto per
l'infezione. Il 23 gennaio la ditta aveva ritirato la
partita contaminata ma la divulgazione delle notizie
circa la causa dei decessi è avvenuta solo nelle
ultime settimane. In Austria il caso è divenuto
oggetto di polemiche politiche tutt'ora in corso.
Commento: vi immaginate cosa succederebbe se qualcuno
muore per il consumo di latte crudo?
(16.02.10) Roma. Bigazzi cacciato
per il gatto in pentola (nella società contadina del
tempo che fu)
La cattiva coscienza di una società che
si ingozza di carne e mantiene gli animali da reddito
in fabbriche di carne e di latte. Bigazzi cacciato
dalla Rai perché ricorda che nella società contadina
i gatti ogni tanto finivano in pentola.
Fiumane di solidarietà per il cocainomane Morgan
'vittima dell'ipocrisia' e su Bigazzi tutti zitti o
quasi. A Beppe grande amico del Bitto storico e dei
prodotti rurali tutta la nostra solidarietà. La
vamposa sottosegretaria Martini, già distintasi nella
campagna contro il latte crudo (non ce ne siamo
dimenticati), in prima fila nella schiere dei
politicamente corretti pronti a lapidare Beppe.
(14.02.10) Valli bergamasche: 70.000
€ per i sentieri
Settantamila euro per
il ripristino, la messa in sicurezza e la
valorizzazione dei sentieri delle Orobie
bergamasche sono stati stanziati della Fondazione
della Comunità Bergamasca 'Sentieri delle Orobie'. I
fondi saranno fruibili attraverso un bando
per progetti (da 10.000 a 25.000 €) e copriranno
il 50% degli interventi. Il bando scade il 15 giugno.
Un intervento lodevole che va a
'mettere una pezza' ad una situazione di carente
manutenzione di una risorsa infrastrutturale
strategica per lo sviluppo turistico della montagna
(purtroppo non ancora considerata tale). Ci
si augura che, con la prossima imminente nuova
legislatura regionale, la Regione Lombardia prenda in
esame l'istituzione di una vera e propria rete
sentieristica regionale in analogia con quanto avviene
in Svizzera ed è stato avviato in Piemonte.
(10.02.10)
Sulmona (AQ). Un milione e 600.000 € per il lupo
E'
un vero business quello del lupo. Alle spalle e sulla
pelle, non solo dei pastori ma del mondo rurale della
montagna in generale. Sta per essere presentato il
ricco progetto Life WolfNet per 'tutelare il lupo'.
Finanziamenti che consentono ai lupologi e
lupofili di prosperare e di disporre di risorse per
'influenzare' la stampa, per plagiare i ragazzini
delle scuole (il lupo è buono, l'orso è vegetariano)
e per 'comprare' il consenso di singoli esponenti
di un mondo rurale che paga sulla propria pelle questo
modo di 'tutelare la natura' (e che, in
prospettiva, è destinato alla 'pulizia etnica'). Nei
loro progetti, pagati dal contribuenti, i verdi hanno
la spudoratezza di spiegare come devono essere
condotte le strategie di 'comunicazione' perché
l'opposizione sociale al lupo e all'orso sia
messa in condizione di non nuocere.
Intanto
si tagliano le scuole, la cultura, i servizi sociali
ai paesi di montagna. Viviamo in una democrazia?
(05.02.10)
Economia solidale in Val di Non e Val di Sole (TN)
E'
nata l'associazione di promozione sociale "Economia
solidale delle Valli del Noce", che si propone di fare
da referente alla rete nazionale dei distretti di
economia solidale nel territorio noneso e solandro.
Questa associazione è la trasformazione della Banca
del Tempo - Val di Non, fondata nel febbraio
2009. Tra gli strumenti messi in atto citiamo in
particolare del buono locale "Nauno".
info: Michele Zucal cell. 334 86 41 598 posta@michelezucal.it
www.nauno.org
(02.02.10)
Fermate quei mona ... del Mon 810
C'è
voluta una sentenza del Consiglio di Stato per aprire
la porta agli OGM in Italia. Ad aprile nei campi dei
più sfegatati maiscoltori pro OGM (la lobby di
Agrifutura, adeguatamente spalleggiata da
Confagricoltura). Facciamo qualcosa per fermarli.
(24.01.10)
Lupo sul Carso dopo un secolo (TS)
Un
branco di lupi è apparso sul Carso. Dopo un secolo. I
danni per ora assommano a 4 pecore e a una capra. Ma
la Provincia di Trieste e la Regione FVG litigano tra
loro e non si sa chi deve pagare i danni.
(22.01.10)
Valsugana (Tn) In entrambi
i campioni di latte provenienti da due allevamenti
valsuganotti trovate diossine riconducibili
all'inquinamento prodotto dall'Acciaieria di Borgo.
Ancora una volta le analisi indipendenti eseguite a
spese degli abitanti in labratori fuori Trentino
smentiscono le assicurazioni tranquillizzanti della
Provincia
(20.01.10)
Roma Mondo DOP. Consorzio Mozzarella
di bufala campana commissariato. 25% di mozzarelle
confraffatte (con latte vaccino). Anche il Presidente
del Consorzio tra i frodatori.
(20.01.10)
Trento Ripreso su
l'Adige in prima pagina ieri l'articolo di Ruralpini
del 14.01.10 su pesticidi, avvelenamento strisciante e
melicoltura intelsiva. E oggi l'assessore Mellarini ci
risponde: 'Pesticidi? Non c'è da preoccuparsi'. Ma noi
abbiamo citato solo fatti e dati. Mellarini poi si
deve tranquillizzare: Non ce l'abbiamo su con il
Trentino come cerca di far credere (comodo per lui!).
Basta girare questo sito per capire che non facciamo
sconti a Lombardia, Piemonte, Veneto.
(12.01.10)
Trento Sempre tormentato il
lattiero-caseario trentino: in opposizione alla
fusione con Latte Trento si dimettono il
vice-presidente e 3 consiglieri del CDA del Caseificio
sociale Fiavè-Pinzolo-Rovereto
(18.12.09) E'
morto Tavo Burat Questa
mattina alle 10 a Biella è ceduto il cuore di Tavo
Burat. Un grande sostenitore delle lingue minoritarie
e della cultura alpina. Da giovane era stato nel
Partito contadino. Un ruralista, un autonomista,
un piemontesista (anche se di origine lombarde);
mai etichettabile con i criteri della topografia
politica convenzionale (come noi, come i ruralpini).
Uno che non aveva paura di essere su posizioni
minoritarie (era valdese). E' stato socialista e
Verde (a modo suo), ma anche un punto di riferimento
per i leghisti (o almeno una parte di essi). Si è
occupato di molti aspetti della cultura alpina: ha
scritto sulla lingua e l'etnolingua ma anche
sullì'avventura di Fra Dolcino (l'eretico) e - forse
lo sanno in pochi - sulla Pecora Biellese.
Abbiamo potuto conoscerlo in più di una
occasione e possiamo dire resterà un ispiratore
dei ruralpini.
(20.12.09) Lupo? Si può
convivere? Un convegno ieri a Brossasco (Cn)
Le conclusioni non sono
nuove (in alcune zone la convivenza è impossibile).
Quantomeno i politici si sono espressi in favore degli
abbattimenti mirati. Adesso, però, devono
darsi da fare con il Ministero dell'Ambiente per
ottenere dalla burocrazia ciò che altri paesi UE hanno
messo in atto a tutela dei pastori. (link
a Pascolo Vagante di Marzia Verona)
(09.12.09) Sotto sequestro l'Acciaieria di
Borgo Valsugana
nell'ambito
di un'inchiesta relativa all'inquinamento ambientale e
allo smaltimento illecito di residui di lavorazione.
Il gip ha disposto, inoltre, il sequestro
preventivo del laboratorio chimico preposto ai
controlli, considerato compiacente, in provincia di
Brescia. Diffide da parte dei Comitati per l'ambiente
alle autorità provinciali per saperne di più vai all'articolo di Ecce terra
(04.12.09) Aperta la
caccia al lupo in Svezia La Svezia è un paese civile dove
l'ecologia la conoscono da molto prima che in Italia
esistesse WWF e dove l'ambiente e la fauna sono certo
meglio tutelati che in Italia. Negli ultimi tempi i
lupi hanno moltiplicato gli attacchi contro gli
animali domestici e si stanno avvicinando sempre
di più ai centri abitati. Forse hanno sbagliato ad
avvicinarsi alla stessa Stoccolma. Ai verdi piacciono
i lupi ma finché i danni li subiscono contadini e
pastori. Quando c'è il rischio di incontrarli durante
iljogging suburbano allora no. In ogni caso il
parlamento ha deciso che i lupi nei prossimi 5 anni
non potranno superare il numero di 210. Lupo avvisato
... In Italia le cose si fanno ...all'italiana: il
lupo non si tocca. Poi se 'rompe' troppo' si tollera
la 'giustizia fai da te' ('basta che non vi fate
beccare'). E allora viva la civile Svezia che concede
permessi di abbattimento legali ai cacciatori.
(10.10.09)
Torna il lupo nelle
Dolomiti. Giubilo dei Verdi, ulteriore motivo
di preoccupazione dei montanari
E' di ieri la notizia
che una carcassa di un lupo (morto per 'cause
naturali') è stata rinvenuta nelle Dolomiti bellunesi,
ad Arubba presso il Passo San Pellegrino. I fan degli
orsi e dei lupi gongolano perché, secondo loro, il
corridoio ecologico ra la Slovenia e le Dolomiti è
attivo. Questa primavera sempre nel giubilo isterico
dei fan della wilderness l'orso 'Dino' era transitato
da queste parti producendo non pochi danni agli
allevatori (chissenefrega, visto dai signorini di
città). Ma il corridoio di cui sopra testimonia la
morte della montagna dell'uomo e la grancassa sulle
Dolomiti-monumento di roccia-tutelato dall'Unesco e
sulla wilderness in gran spolvero che torna alla
grande è amplificata per attirare il turista dei
caroselli sciistici e dell'intasamento di auto sulle
strade in estate.
(25.08.09) Pesticidi, scoppia la
guerra del Prosecco
Polemiche roventi
nell’area di produzione del vino. Ora
si accorgono anche la stampa regionale e
i politici che l'immagine delle colline del
Prosecco candidate a 'Patrimonio Unesco' non è
compatibile con il massiccio uso di pesticidi per il
diserbo e la 'protezione' delle vigne. Il Comune di
Valdobbiadene conferma che il problema è serio e annuncia un nuovo
regolamento di polizia rurale i produttori usano
tonnellate di fitofarmaci per difendere i vigneti, gli agricoltori
insorgono, la Forestale trevigiana indaga. Sinora,
però, le denunce del WWF e degli abitanti che
denunciano contaminazione di orti e giardini privati,
non avevano avuto seguito. Intanto il comitato
che contesta il massiccio e improprio uso dei
pesticidi nelle colline del Prosecco si coordina
con il comitato per il diritto alla salute della Val
di Non che contesta l'uso dei pesticidi nell'ambito
della monocoltura intensiva della mela Melinda.
(10.08.09) Mele alla Russia?
Problemi per le certificazioni sui residui di
pesticidi
Il complesso From delle mele
trentine e sudtirolesi finalizzato alla conquista dei
mercati 'emergenti' sta incontrando difficoltà a
'sbarcare' in Russia. La certificazione
sui residui dei pesticidi (si parla di
prodotti fitoiatrici comunemente usati in Trentino) è
molto severa. La Russia non si fida molto e chiede una
pletora di documentazione non richiesta per esempio
nel caso delle mele polacche. L'Eldorado dell'export
non si preannuncia così facile.
(22.07.09) Il Comitato Salute Val di
Non vuole risposte dalle istituzioni sulle
centinaia di violazioni dei regolamenti sull'uso dei
pesticidi
Il
«Comitato per il diritto alla salute in Val di Non»
ha rilevato e documentato 454 infrazioni in
materia di irrorazione di pesticidi (sulla base dei
regolamenti e ordinanze comunali) tra il 26
marzo il al 27 giugno. Tra le infrazioni più
frequnenti vi è l'utilizzo dell’atomizzatore a
distanze da case, giardini ed orti inferiori a quelle
contenute nei regolamenti, esecuzione di trattamenti
fitosanitari in giornate ventose; deriva in
aree non oggetto di trattamento, mancato
rispetto degli orari. La lettera con la quale si
denunciano queste infrazioni è stata inviata al
presidente della Provincia Lorenzo Dellai, agli
assessori Alberto Pacher, Ugo Rossi, Tiziano Mellarini
e Franco Panizza, a Roberto Bombarda presidente della
Terza commissione provinciale, al presidente del
Comprensorio 6 Gianfranco Zanon, a tutti i sindaci, al
Comando carabinieri di Cles, a quello della Polizia
locale Anaunia e a «Certiquality srl - Area ambiente e
sicurezza».
Il Comitato
nella lettera ricorda come 657 residenti in valle
abbiano sottoscritto una petizione sull’argomento, che
a settembre 2007 era stata
consegnata
all’ex assessore alla sanità Remo Andreolli. Ora
i sottoscrittori
sono oggi
più di mille. Se entro 30 giorni il Comitato non
riceverà risposte convincenti si rivolgerà "ad altri
enti di controllo" (leggi Procura della Repubblica).
(15.07.09) Rifugi alleati degli
alpeggi
Una
settantina di rifugi, situati nel territorio alpino
tedesco, austriaco e sudtirolese, partecipano
attualmente alla campagna "Il sapore delle
montagne". "Il sapore delle montagne" è un marchio
di qualità legato al territorio. Esso viene
attribuito ai rifugi dei club alpini, e ai relativi
gestori, che utilizzano e offrono prodotti
d'alpeggio e dell'agricoltura di montagna del
territorio circostante. In tal modo i club alpini e
i gestori coinvolti contribuiscono a garantire la
sopravvivenza economica dei contadini di montagna e
a conservare il paesaggio culturale alpino nel suo
complesso, dagli alpeggi ai prodotti
dell'agricoltura di montagna.
Il
Club alpino tedesco promuove dal 1991 la
cooperazione tra i gestori dei rifugi e i contadini
di montagna. La cooperazione si è poi estesa ad
altri produttori regionali di prodotti alimentari.
Dal 2008 hanno aderito all'iniziativa anche il Club
alpino austriaco e il Club alpino dell'Alto Adige.
(da Cipra)
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(10.07.09) Ancora cinghiali in città
A fine giugno a Milano era arrivato un
cinghiale morto nel Naviglio, ieri a Torino un
cinghiale percorre un tunnel automobilistico nell'ora
di punta, ferisce delle persone e viene abbattuto dai
vigili caricati che si prendono le accuse degli
animalisti. link
a video
(10.07.09) I formaggi Dop
vogliono restringere il club
Asiago (VI) «Dobbiamo fare una
lista ristretta di denominazioni con valenza
internazionale», ha detto il Dr. Daniele Bianchi
funzionario della Commissione Europea alla riunione
dell'associazione dei formaggi italiani Dop. La corsa
dei 'poveri' (o 'piccoli') alla Dop diventa sempre più
un miraggio. E per le produzioni 'di nicchia' quale
tutela?
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