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(17.05.10) Il neoministro sposa le tesi dei più accesi
orsofili: niente cattura, l'orso faccia quello che vuole.
Se non si sa convivere è colpa dell'uomo che
fa trovare troppo facilmente il cibo
Galan si scopre animalista
e si erge a paladino di M5,
l'orso serial killer
di asini che sta seminando la paura nella montagna veneta
di Michele Corti
Galan sposa
le tesi dei sostenitori della diffusione degli orsi:
escuse a priori le misure di rimozione (pur previste
da un protocollo di gestione del plantigrado super garantista
nei confronti del plantigrado) il neoministro sostiene
che la convivenza è facile e possibile.
La conferma che Galan al dicastero dell'agricoltura
non rappresenti un paladino degli agricoli, dei rurali, dei montanari è
arrivata subito, netta e senza possibilità di fraintendimenti. Galan che
all'agricoltura c'è andato solo in forza di uno scambio di poltrone aveva
cominciato a chiarire che, rispetto agli Ogm, lui è più possibilista di Zaia.
Poi è venuto l'orso. Con un comunicato stampa, emanato in vista del
prossimo vertice di Asiago sull'emergenza M5 (l'orso
'problematico' che impazza nella montagna veneta) ha fatto capire che lui
la pensa come gli ambientalisti e animalisti di città.
Da bravo uomo di Publitalia sa bene che nel
marketing del consumismo politico si 'pesca' meglio facendo leva sulle
facili emozioni pseudo ecologicghe e pseudo zoofile del pubblico di città,
quello che la 'natura'
la conosce stando in pantofole a guardare i caramellosi documentari
TV.
Il Galan-pensiero in materia è stato esternato in un
comunicato ministeriale (datato 14 maggio) che riportiamo in fondo a
questa pagina. Un comunicato accolto con giubilo da WWF e Legambiente.
Affermazioni
intrise di ideologia
Uscito in coincidenza delle ultime 'imprese' di
M5 (che si è confermato un vero serial-killer di equini) il comunicato di Galan
non ha potuto che apparire come una presa di posizione
molto ideologica e stridente con la realtà.
Ideologica perché il grido di dolore 'nessuno tocchi
l'orso' è del tutto fuori luogo dal momento che il plantigrado è protetto da
regole supergarantiste a suo favore (il PACOBACE di cui abbiamo già parlato in
più articoli su Ruralpini) . Regole, però, che prevedono in caso di forte
problematicità la 'rimozione'
del soggetto troppo 'esuberante'. Ma Galan dice di no. Giammai, l'orso deve
restare libero. Costi quel che costi. Se non è ideologia e demagogia questa
....
Sono infatti ormai 14 gli asini sbranati da M5 in 6
comuni diversi. A pochi metri dalle case, a fianco di trade trafficate.
Apparentemente spaventato da urla, sirene, cani, pallottole di gomma poi torna,
bel bello, a finire con calma le sue prede. Una sfida spavalda che dovrebbe indurre a non
indugiare a 'rimuovere'
il soggetto prima che combini danni peggiori. Più gli si lascia fare i
suoi comodi, più diventa pericoloso.
La strage, con tanto di passeggiate notturne per le
vie dei paesi, e un girovagare che si fa beffa di previsioni, gps,
radiotraspittenti auricolari, va avanti da due mesi. Tanto
dura l'assedio del predatore ai piccoli centri della montagna veneta. Per
la bestiaccia il pollame è solo uno 'stuzzichino', punta al quadrupede,
all'asino e alle cavalle. Una vera fissazione.
Due cavalle hanno abortito e una terza è morta per
lo spavento proprio negli ultimi giorni. Ma i fanatici sostenitori della
reintroduzione dell'orso sulle Alpi non guardano in faccia alla realtà. Di
fronte all'evidenza di stalle e recinti sfondati Galan ripete la manfrina degli
animalisti: si può , si deve convivere. Basta non fare trovare all'orso
troppa 'carne facile'.
Piantiamola con il
paragone con l'Abruzzo
E cita la solita solfa dell'Abruzzo dove la convivenza
è un fatto acquisito dimenticando che l'orso marsicano è di taglia inferiore e
meno aggressivo di quelli sloveni, che anche in Abruzzo la 'convivenza' ha portato
all'esasperazione alcuni allevatori resisisi responsabili dell'avvelenamento
degli orsi, che gli spazi in Abruzzo sono diversi che sulle Alpi. I famosi
'stazzi' citati da Galan, tradizionalmente presenti in Abruzzo, non ci sono sui
pascoli alpini dove la necessitùà di 'blindare' le greggi di notte non esiste
più da oltre un secolo. Quanto al 'recinto
elettrico' viene da ridere. Galan crede forse che basti tirare un filo per
tenere fuori l'orso? In Trentino la soluzione consigliata è quella di una
triplice cinta di recinzione elettrica costituita ciascuna da parecchi fili sovrapposti.
Uno scherzo realizzare una cosuccia del genere su un pascolo in pendenza
e magari sassoso! Come se non bastasse il neoministro dell'Agricoltura
aggiunge l'onnipresente mantra della 'perdita della cultura della convivenza
con i predatori' che fa andare in bestia i pastori. Se essi, infatti, non
sono più capaci di 'convivere' con i predatori la colpa sarebbe della loro
'mancanza di cultura'. Ma i signori lupofili e orsofili fanno finta di
dimenticare che la 'cultura
della convivenza' era fatta non solo di difese passive ma anche di
schioppettate e di trappole micidiali e di una lotta senza quartiere contro
lupi ed orsi.
Comunicato
del Ministero dell'Agricoltura (14.05.10)
GALAN:
CHE NESSUNO TOCCHI L’ORSO
“Sono giorni che leggo notizie
riguardanti uno o più orsi che si muovono liberamente tra Veneto ed altri
regioni del nordest. Ciò che mi preoccupa di alcune di queste cronache
giornalistiche, è l’uso di parole che trasmettono l’idea di una pericolosità da
eliminare. Questo noCon n va bene. Ricordo che solo pochi decenni fa ingiustificate
paure cui fecero seguito cacce spietate portarono quasi all’estinzione nel
nostro Paese del lupo.”
Così il Ministro delle politiche agricole
alimentari e forestali, Giancarlo Galan, è intervenuto in merito alle recenti
presenze di alcuni esemplari di orsi in Veneto e nel resto del nordest.
“Nessuno si sogni di usare le armi contro
gli orsi, sarebbe un atto barbaro e inutile. L’esperienza della gestione
dell’orso in altre regioni come l’Abruzzo, dove quest’animale convive con
l’uomo, da sempre, ha insegnato che il conflitto uomo orso è più facile laddove
quest’ultimo ha maggiore facilità di accesso alle risorse alimentari. Quindi
non si tratta di spostare o eliminare gli orsi, perché – prosegue Galan - il
problema si riproporrebbe, tale e quale, in un altro luogo o con altri
esemplari i quali sarebbero comunque attratti dalla possibilità di procurarsi
il cibo facilmente.“
“La
soluzione è rendere l’accesso al cibo più difficile a questo animale. Bisogna
recuperare la cultura della convivenza con questo meraviglioso plantigrado
simbolo per eccellenza della vita selvatica prendendo antiche e moderne misure
note a tutte le popolazioni che con questo animale da sempre convivono. Penso
per esempio agli stazzi anti orso o più banalmente agli stessi recinti
elettrificati che si usano per contenere
il bestiame al pascolo.”
“Le catture, e tantomeno gli
abbattimenti, non risolverebbero un problema che l’intelligenza umana ha già
risolto tante volte in tanti luoghi”
“Ho dato disposizione al Corpo Forestale
dello Stato di intensificare i controlli nelle zone in cui si sono verificati i
recenti avvistamenti.”
“La ‘task force orso’ della forestale,
unità specializzata nella tutela e la gestione del plantigrado, è pronta ad
intervenire, qualora si rendesse necessario, per dare ausilio alle unità
territoriali.”
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