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Inforegioni/L'orso M5, è pericoloso ma non si tocca

 

  

 

 

 

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 M5 lo scorso ottobre (2009) addormentato dalle squadre speciali della provincia di Trento (si notano due puntini rossi) le marche auricolari trasmittenti (che insieme al collare gps dovevano assicurare il monitoraggio della bestia, invece ...)

 

 La Forestale constata i danni, in un paese 'normale' avrebbe tirato all'orso

 

Queste povere vittime sacrificali (immolate sull'altare della stupidità umana e dell'arroganza conservazionista) rappresentano un menù prediletto da Dino

 

 Un alta vittima

 

Andrea Dal Maso indica dove l'orso è penetrato nel pollaio

 

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La gestione pseudo verde dei grandi predatori strumento della pulizia etnica della montagna

 

di Michele Corti

 

Sulla base delle regole europee adottate dagli altri paesi alpini l'orso M5 sarebbe già stato abbattuto ma in Italia dove l'ambientalismo è spettacolo e emozione (e lo si fa preferibilmente sulla pelle degli interessi deboli) continua a seminare danni e paura.

Si vuole la montagna blindata impaurita per portare avanti la pulizia etnica per avere mani libere per lo sfruttamento delle preziose risorse idriche ed energetiche della montagna

 

Le vicende dell'orso M5 sono grottesche anche se hanno risvolti inquietanti. Inquitatanti perché hanno messo a nudo come i 'protocolli' che nelle Alpi centro-orientali sovraintendolo alla gestione dell'orso non tutelano a sufficienza la vita umana come invece avviene nei paesi civili alpini (Austria, Svizzera, Germania). Sì non è civile un paese dove per accontentare le lobby, dove per non rischiare un po' di voti urbani, si preferisce far correre rischi alla gente che vive nei nuclei rurali della montagna. Il cinismo e il calcolo politico elettoralistico, l'autoreferenzialità degli interessi lobbystici e corporativi che si sostituiscono alle istituzioni (in barba all'interesse generale, agli interessi deboli ma diffusi) non depongono a favore della civiltà politica di un paese.

Grottesche perché la gestione di una situazione di potenziale forte pericolosità viene gestita con il solito balletto delle responsabilità, con 'sì ma bisogna aspettare l'autorizzazione ministeriale' con l'orso che si fa beffe di chi lo dovrebbe controllare, torna impunito sul luogo del delitto, se ne frega dei 'metodi ortodossi' per svaventarlo e scacciarlo. Si fa gioco di sirene, petardi, pallottole di gomma e torna. E colpisce.

 


Visualizzazione ingrandita della mappa

 

Terrore in Val Posina

 

E' successo in Val Posina nel Vicentino, dove M5 l' orso 'anomalo' arrivato dalla Slovenia già lo scorso anno aveva fatto gravi danni in Veneto e in Trentino. Alla fine, invece di tirargli una fucilata come si sarebbe meritato, nell'autunno 2009 è stato catturato nei pressi di Fiera di Primiero (TN) ed equipaggiato sia con ‘radiocollare, che trasmette sia con modalità gps (satellitare) che vhf, e con due trasmittenti auricolari. I veri ecologisti e amici degli animali obiettano che gli animali 'bionici' radiocontrollati non sono proprio un esempio di wilderness e di 'animali in libertà'. Ma, a parte questo, c'è il risvolto ridicolo. Nella successiva primavera 2010 (adesso) cotanta tecnologia applicata al conservazionismo a tutti i costi (a costo di rischiare il ridicolo, la vita umana e parecchi soldini di Pantalone-suddito-contribuente)  si è rivelata insufficiente a seguire con continuità la posizione dell’ ‘orso problematico’. Stante quanto riferito alla stampa dagli stessi tecnici addetti agli orsi della Provincia Autonoma di Trento   il soggetto viene ‘perso’ quando si trova in un’area …senza copertura della rete gsm. Ah.

Mi raccomando Dino non uscire di campo! Ma avrà scelto il gestore telefonico giusto? U

n po' imbarazzante per gli addetti all'orso (e suoi angeli custodi) visto che, come ha detto Sonia Calderola dell'Unità di Progetto caccia e Pesca della Regione Veneto 'In una notte Dino può percorrere anche 50 chilometri. Per questo il suo monitoraggio è quanto mai necessario, visto che si comporta in modo anomalo'. Già ma se esce dal campo della rete gsm? Nonostante questo Spigolon, assessore provinciale alla caccia, come riferisce il Gazzettino del 18 aprile sosteneva che:

 

'Continuiamo a tenere monitorata la situazione che è ampiamente sotto controllo. I residenti possono stare tranquilli, in Italia e nel nord Europa non esistono precedenti di aggressioni all'uomo'.

 

Ma assessore si è documentato o vuole fare la figura del bugiardo e spaventare ancora di più la popolazione dando l'idea che le 'istituzioni' o sono ignoranti o nascondono la verità? Lo sa Spigolon che i casi di uomini ammazzati da orsi bruni in Europa sono parecchi? Che nella maggior parte dei casi, si tratta di orsi sani (non rabidi) e che non sempre l’aggressione può essere ascritta a comportamenti incongrui da parte dell’uomo?

In ogni caso Spigolon chiede un 'tavolo tecnico' al Prefetto. Così si fa in Italia. Oltralpe agiscono, qui ci si siede ad un tavolo.

 

Orsi killer anche in Europa. Casi tenuti nascosti dai media 'influenzati' dalle strategie di 'comunicazione' dei verdi

 

Tenere nascosta la verità e manipolarla è un tratto distintivo dei regimi e dei movimenti autoritari. Come definire la disinformazione sull'orso che c'è in Italia? In Francia, dove il mondo rurale ha meno complessi di inferiorità nei confronti della città, i contadini, gli allevatori, gli abitanti delle aree rurali e gli intellettuali e ricercatori che si schierano dalla loro parte parlano senza paura di ecofascismo (e chissenefrega se i lupofili si proclamano di sinistra o di destra anche se, in realtà, lo sanno tutti che orsi, lupi e aquile sono sempre stati simboli di aggressività, violenza, dominio, impero, militarismo, mentre i pacifisti da Gesù a Ghandi prediligevano asini, agnelli, capre). 

Il sindacato agricolo no-global (apertamente di sinistra) di José Bové: la Confédération paysanne, sostiene che il bracconaggio anti-lupo è una forma legittima di resistenza sociale. In Italia non osa dirlo nessuno.

Ma veniamo alle bugie e omissioni che dimostrano che i nipotini di Goebbels e del kgb (la disintormatzia) sono molto più numerosi di quelli che proclamano di esserlo.

In alcuni casi verificatisi in Romania è evidente che per l’orso bruno europeo (non il Grizzly!) l’uomo può essere una preda come le altre (a Brasov nell'agosto 2008 un ragazzo di 20 anni che dormiva su una panchina di un parco alla periferia di una città è stato ucciso e trascinato via dall'orso nella presumibile intenzione di divorarselo con calma) .

Nel gennaio 2009 un poliziotto romeno è morto di infarto sull’ambulanza che lo trasportava all’ospedale dopo essere stato aggredito da un orso in un bosco; sempre in Romania, nei Carpazi, nel giugno 2007 una giovane donna americana è stata uccisa e un’altra ferita da un orso che aveva già ferito un altro membro del gruppo di turisti mentre, in precedenza, lo stesso Yoghi aveva attaccato e ferito un turista rumeno.  Sempre nel 2007 un uomo che stava praticando jogging è stato ucciso da un'orsa (col cucciolo) in Finlandia (nel 1998 un altro jogger era stato ucciso da un orso). Nel 2004 un cacciatore di alci è stato ucciso sa un orso in Svezia. Le fonti sono tratte da articoli di stampa internazionale. Si tratta di una casistica del tutto incompleta dal momento che risulta difficile reperire dati sull’argomento (sarà un caso?).

 

Poverino è in fregola ....

 

Ma il risvolto più grottesco riguarda le giustificazioni 'ormonali' alle intemperanze di Dino. Si è distinto l'assessore alla caccia della provincia di Vicenza in questo genere di esercizio spiegando che Dino è ormai adulto e spinto da un insopprimibile istinto genesico (voglia di accoppiamento) alla disperata ricerca di femmine. Loro, però, (le femmine) sono nell'Adamello-Brenta e c'è parecchio strada da fare e non si sa se Dino sappia usare il gps che gli è stato gentilmente fornito. Per di più le orse (a smentita di certe leggende sui loro 'facili costumi sessuali') non si concedono facilmente a tutti. Dai dati sul Dna pare che in tutta la popolazione di orsi trentini le nuove leve abbiano solo due padri (due casanova che non lasciano molto spazio alla concorrenza). Così con gli ormoni al picco e con un certo appetito dopo il letargo e dopo tanti km macinati è logico che la povera bestia si sfoghi un po'.

Pazienza se entra nei pollai, se fa fuori gli asini sue vittime preferite (una femmina gravida è stata eutanasizzata da un veterinario il giorno dopo l'attacco per le atroci sofferenze), pazienza se le cavalle abortiscono all'incontro con il simpatico orsacchiotto. Pazienza se la gente si deve chiudere in casa. Poverino, sono gli ormoni, bisogna capirlo. (dice l'assessore). Ricordatevene alle prossime tornate elettorali amici vicentini.

 

Pagano i ruralpini per gli sfizi di chi abita in città (al sicuro)

 

M5/Dino in questi giorni è tornato in Val Posina. Gli esperti lo davano già in Trentino e lui, invece, ha fatto dietrofront e li ha beffati.  Ed è tornato a far danni nella zona di Posina dove aveva fatto i suoi 'numeri' poco più di una settimana fa. Leggiamo sul Giornale di Vicenza (27 aprile)  cosa è successo in uno dei tanti piccoli nuclei rurali isolati di Posina: Contrà Maso. Il nucleo è popolata da 12 (dodici) persone, fra cui 3 bambini dai 3 ai 10 anni. Qui e in tutta la zona c'è paura ad andare a scuola (esattamente come in certi villaggi della Slovenia dove le guarde armate devono scortare gli alunni nel bosco, ma nessulo lo dice in Italia). Questo è l'assedio della wilderness! Non è una metafora. Riferisce il sig. Dal Maso:

 

'Nonostante cercassi di spaventarlo, battendo sul balcone e gridando come mi era stato detto di fare - dice - l'orso, sdraiato nell'erba, ha continuato tranquillamente a sfamarsi. Lo ha fatto anche quando ho acceso un faro per illuminarlo. Si sentiva che sgranocchiava la carne, come stesse mangiando patatine in sacchetto. Neanche il passaggio di un'auto sulla strada lo ha spaventato'.  

 

Paralizzato dalla paura Andrea ha assistito al pasto dell'orso, con le sue galline, fino a che sempre seguito dal faro è tornato nel bosco. Un abitante della contrà aggiunge:

 

 'Ci hanno descritti come dei cacciatori pronti a sparare - ma il fatto è che noi, questo orso qui, non lo vogliamo. Se fosse diverso, sì, ma questo ci arriva in casa. Devono prendere provvedimenti'. 

 

Provvedimenti. Facile a dirsi, difficile a farsi. Gli amici-ersperti dell'orso hanno scritto delle regole (adottate a scatola chiusa dalle regioni per il ramite di dirigenti e funzionari verdi - la politica ha altro a cui pensare ...) che non consentono di intervenire tanto facilmente. Innanzitutto anche l'orso più pericoloso può essere abbattuto solo con autorizzazione ministeriale. Poi, prima di poter intervenire e 'rimuovere l'orso problematico' (che è diverso da abbatterlo, deve averne combinate di tutti i colori.

 

Il Pacobace: capolavoro dei conservazionisti = garanzie assolute per l'orso

 

Il Pacobace (il protocollo per la gestione dell'orso nelel Alpi centro-orientali, ne abbiamo già parlato in: Organismi sovranazionali, lobby, Ong e 'scienziati'  decidono le politiche della natura (sopra la testa delle popolazioni rurali), è la verdocrazia (10.06.09) ha accentuato le previsioni a protezione del plantigrado contenute dei piani europei e adottate dagli altri paesi 'normali'. Altrove, quando l'orso si comporta in un certo modo, secondo uno schema abbstanza semplice e facile da constatare senza tanti 'tavoli', 'concertazioni', passaggi di carte, si spara. Per rispetto alla vita umana, non per sadismo.

 In Italia il WWF e gli esperti orsofili, ad esso più o meno direttamente legati,  sono riusciti a introdurre una scala di 20 (venti) gradazioni di pericolosità in modo da rendere molto più complicato e difficile stabilire quando l'orso diventa pericoloso e si può catturarlo o (parola da censurare) 'spararlo'. Nei paesi civili, in caso di emergenza, si sa bene cosa fare e chi deve farlo. Qui no. Ci vuole sempre il coordinamento anche nell'emergenza. All'italiana. E se ci sono sul posto i Carabinieri? Chi spara? Meglio andare in Prefettura a discuterne.

Ma quello che sconcerta nel Pacobace (chissà quanti politici l'hanno letto?) è che nella scala di venti gradini quelli che definiscono l'orso molto pericolo che 'potrebbe' (condizionale) essere abbattuto descrivono comportamenti di una pericolosità tale che qualsiasi persona di buon senso è portata a dire 'ma davvero bisogna lasciare in giro un orso fino che arrivi a comportarsi così, non si dovrebbe eliminarlo prima per evitare rischi all'incolumità delle persone?'.

Ecco gli ultimi gradini della scala: 18) orso che insegue le persone - 19) orso che penetra in locali con presenza di persone - 20) orso che attacca l'uomo a freddo. Lo scandalo è che in 20 (venti) gradi di pericolosità non si tenga conto di decisivi 'test' comportamentali. Negli altri paesi  quando l'orso girovaga tra le strade dei villaggi e torna da dove è stato scacciato con petardi e pallottole di gomma è condannato a morte automaticamente. Non si scherza con la vita umana nei paesi civili. Non c'è spazio per incertezze e discussioni quando bisogna agire rapidamente.

Da noi il frequentare gli abitati da parte del plantigrado non è segno di grande pericolosità e la mancata reazione a dissuasori acustici e pallottole di gomma non è neanche presa in considerazione. Chi legge poi resta basito a vedere che i signori orsofili che hanno redatto il Pacobace non prevedono di necessità 'drastici interventi' (che non vuol dire abbattimento peraltro) neppure in caso di ferimento di persone.

 

Non c'è pericolo per l'uomo, ma forse c'è


La già citata Sonia Calderola ha dichiarato: 'Non vogliamo spaventare nessuno ma essendo un individuo problematico, con atteggiamenti diversi rispetto agli altri orsi, che tradizionalmente amano starsene in solitudine, lontano dalla gente, Dino continua a rappresentare un potenziale pericolo per l'uomo'.

Fa piacere sapere che anche quando le stesse 'istituzioni' si sono convinte che un animale rappresenti un pericolo per l'uomo esso venga lasciato libero di scorazzare per le montagna, macinando 50 km al giorno (una circostanza che poi mette appetito ...).

La vita di un asino, di una pecona, di n asini, di n pecore vale zero. Quella di un montanaro  meno di quella di un orso balordo. Questa è la lezione politica che, spiace dirlo, viene anche da forze 'nuove', almeno a parole vicine al territorio (e che in montagna mietono una valanga di voti). Che dovrebbero dimostrare di meritare. Non andando dietro anch'esse al politicamente corretto e facendosi condizionare dalla paura di perdere qualche voto di gente che in città aderisce ai gruppi facebook 'fan dell'orso Dino'.

 

 

 

 

 

 

pagine visitate dal 21.11.08

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