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(11.09.10) Per
capire quali sono le conseguenze della comparsa dei
predatori, e della politica della loro diffusione imposta
dai verdi, bisogna andare a vedere cosa è successo
dove il problema non è nuovo
La
lezione di Bellino (CN): "convivenza"
con il lupo significa che pastori e pecore devono
sparire
Il
giorno 9 sono stato con Marzia Verona a Bellino/Blins
per capire cosa è successo da quando è
comparso il lupo e cosa si può fare per evitare
la completa sparizione di pastori e ovicaprini
di
Michele Corti
Bellino
è un comune sparso, con il municipio a 1.600
m. Il territorio è costituito da una vallata
laterale dell'alta Val Varaita (CN). E' delle località
delle Alpi che meglio hanno conservato il patrimonio
di architettura tradizionale. Gli abitanti, però,
sono ormai solo 150 (100 in inverno). Erano 1.078 nel
1871, 922 nel 1901, 778 nel 1931, 549 nel 1961,
234 nel 1991.
da:
Nosto Modo. Testimonianza di civiltà alpina
a Blins
L'abbandono
è stato, come dimostrano le statistiche, graduale
e mai totale e la vita ruralpina tradizionale si è
protratta qui molto più a lungo che altrove.
Gli emigranti (per lo più verso la Provenza) hanno
mantenuto legami abbastanza stretti con il paese tanto
che la maggior parte delle splendide abitazioni tradizionali
sono in tutt'ora in buone condizioni. Il turismo, fortunatamente,
si è interessato solo da non molto tempo di questo
gioiello e non ha fatto in tempo a distruggerlo.
E
oggi non c'è più nessun folle disposto
a sostenere progetti di 'valorizzazione' sciistica ma
si è consapevoli che l'attrattiva del luogo è
legata alle escursioni, al patrimonio culturale, all'artigianato,
alla gastronomia.
La
presenza del bestiame elemento chiave della 'vitalità
di Bellino
Nella
prefazione alla prima edizione (1974) dell'opera di
Jean-Luc. Bernard su Bellino (L.L. Bernard, Nosto
Modo. Testimonianza di civiltà alpina a Blins,
ed. Coumboscuro Centre Prouvençal,
1974, 1981, 1992) Sergio Arneodo sosteneva che:
"A Blins il tempo si è fermato". Ancora
nel 1980 Arneodo poteva scrivere che: "
"Blins
per fortuna ha tenuto all'assalto del tempo, ma anche
al suo orizzonte qualcosa è venuto oscurandosi...
Anche lassù i fenomeni di logoramento umano,
comuni alle alte quote abitate premono insistenti: invecchiamento
della popolazione, diradamento dei bambini, chiusa una
delle due scuole elementari, pulmini che convogliano
gli alunni dalle 'ruha' [contrade] sparse a San Pèire
[il capoluogo della Val Varaita a 17 km da Blins] anziché
concentrarli a Les Cèlles, nella sopravvivente
scuola della comunità, fuga di braccia giovani
senza occupazione, confusione di proposte economiche
poco decifrabili ..."
E'
nella prefazione del 1992 che Arneodo è costretto
a constatare come non esistesse più quella:
"vita
che scorreva ancora sanguigna nel vicoli, sulle aie.
sotto i passaggi ad arcata, una vita che si affacciava
dagli usci e dai 'courrehòurs' (loggiati) delle
case, che nella stagione giusta debordava e si moltiplicava
per prati e campi e, se era autunno, le bestie in pastura
ti riempivano l'orecchio del don-don-don delle 'sounaies'
(campani)".
da:
Nosto Modo. Testimonianza di civiltà alpina
a Blins
Nonostante
tutto ciò rimanevano elementi di quella vita
pulsante che si esprime nella rimicità stagionale dei cicli
della vita agropastorale. Sono proprio gli animali al
pascoli l'elemento caratterizzante di questa vitalità:
"Certo,
neanche oggi i campani tacciono, Se risali la strada
da Chasteldelfin ed è l'autunno, una volta superata
la 'Poustèrlo' la porta della comba [piccola
valle] di Blins, te li senti addosso come un concerto
da brivido, i battacchi sugli ottoni, e le bestie le
ritrovi chine a brucare i pendii come una volta. Qui,
nonostante tutto, c'è sempre vita più
che in altri angoli della montagna alta, C'è
ancora gente sui fienili e sui 'lindals' (soglie), ci
sono panni stesi ad asciugare sui 'courrehòurs',
le porte non sono tutte chiuse. Anzichè lo zoccolare
del mulo, ora puoi sentirti alle calcagna il pulsare
del trattore: niente di male, anzi, buon segno, se è
vero che da sempre la storia cammina ed ha le sue leggi,
ed il prima non è mai come il dopo".
foto
M. Corti
E
oggi? La foto sopra con l'emblematica trattrice dimostra
che i prati sono ancor oggi ben tenuti (non solo quelli
in piani, anche quelli dove si sfalcia ancora con la
bcs o a mano). Da qualche anno a questa parte però, quello
che sembra un equilibrio ritrovato, con la presenza
di giovani allevatori motivati a restare tutto l'anno
quassù si è incrinato ed è subentrata
una nuova crisi.
foto
M. Corti
Lupo
mangia (e scaccia) pecora
E'
nel 2004/2005 che il lupo fa la sua comparsa stabile
a Bellino. Prima sparivano ogni tanto degli agnelli
(sin dagli ultimi anni '90) ma non ci si faceva caso
più di tanto. A posteriori si è capito
che queste perdite erano legate all'affacciarsi di singoli
lupi in dispersione o alla presenza di lupi 'frontalieri'.
Dal 2005 è invece presente in Val Varaita un
branco stabile che si muove su entrambi i versanti della
valle. I 'lupisti' parlano di un branco di 5 esemplari
ma i pastori sono convinti che i lupi siano di più
(sulla base della contemporaneità degli attacchi).
Prima
di riferire della situazione attuale, così come
da informazione fornite a me e a Marzia nel corso dell'incontro
di due giorni fa mi pare opportuno premettere un
po' di cronaca di questi ultimi anni a Bellino
Tanti
incontri, persino convegni con gli assessori, ma il
risultato è che pecore e pastori sono quasi spariti
Il
18 aprile 2007 Marzia si occupava dei pastori di Bellino
nel suo blog ('Pastorizia
stanzaile a rischio'). Dopo aver osservato come
a Bellino vi siano pastori giovani ('una rarità')
che restano in montagna tutto l'anno Marzia presentava
la situazione della pastorizia locale, con le pecore
da tempo abituate a pascolare libere su pascoli a quote
molto elevate, sulle cime inaccesibili ai bovini. Intanto
i pastori giù in paese si dedicano alla fienagione,
alla coltivazione delle patate ecc.
dal
blog pascolovagante
di Marzia Verona
Ma
dal 2006 tutto è cambiato e gli 'esperti' sentenziavano
che "Non
si possono lasciare gli animali su da soli, dovete tornare a fare i pastori, stare
con loro 24 ore su 24". Più facile a dirsi che a farsi, con pascoli
distanti, impervi. Belli per la 'pastura' ma poco accessibili,
dove portare su le reti è una gran fatica, dove
quando sei su solo senza riparo in una tenda hai paura
non solo per le pecore ma anche per te stesso. Di fronte
a questa situazione che aveva visto anche i proprietari
delle pecore 'di fuori' che le danno 'a guardia' subire
pesanti perdite, Marzia si chiedeva:
"Ma... i pastori di Blins, che faranno? Smetteranno? A chi devono chiedere aiuto? Stanno cercando di far sentire la loro voce, è così che io e Silvana ci siamo conosciute.
dal
blog pascolovagante
di Marzia Verona
Una nuova estate è alle porte, il lupo è là che aspetta. Gli piacciono, le pecore. Sono più facili da catturare che non i camosci o i caprioli. Stanno lì, tutte in gruppo, è un vero invito a cena, per lui!
Forse torniamo al discorso di partenza: protezione degli animali oppure
preferiamo proteggere delle persone e dei mestieri che sono a rischio di estinzione???? Vogliamo che il vallone di Rui, Traversagna, il Buondormir, i pianori che si estendono sotto la Colletta di Bellino ed il Monte Maniglia restino deserti, in estate?
Non più una campanella, non più un belato, un muggito. Sentieri abbandonati, arbusti che occupano i pascoli, erba non utilizzata che ingiallisce e si piega sotto il peso della prima neve, in autunno. No, ma non è solo questo! Se Silvana e gli altri smetteranno, saranno poi anche deserti Chiesa, Prafauchier, Celle, Chiazale, Sant'Anna e tutte le borgate che compongono Bellino. Loro diventeranno dei pendolari verso la pianura? Oppure si trasferiranno per sempre? Non voglio nemmeno immaginare un futuro del genere!! Temo maggiormente l'estinzione di questa gente che l'estinzione del lupo.
Marzia
si è poi occupata di Bellino ne maggio dello
stesso anno (Pastori
Val Varaita2) per riferire che, in vista della stagione
d'alpeggio i pastori erano riusciti quantomeno a ottenere
che venisse indotta una riunione in Municipio insieme al Sindaco, ad assessori comunali, della Comunità Montana, della Provincia e pure l'Assessore alla Montagna della Regione Piemonte.
Anche se poi Marzia, chiamata dai pastori come 'amica'
e dagli enti come 'tecnico' doveva constatare amaramente
come le istituzioni non riescano a fare altro che dichiarare
la loro impotenza:
"Il lupo è specie protetta, a protezione assoluta, in Europa. Non si può nemmeno pensare di porre dei limiti (di numero) o delle soglie (capi uccisi) dopodichè pensare ad un abbattimento (o contenimento, che politicamente suona meglio), così come avviene in Svizzera. La Francia, che l'ha fatto, poi ha dovuto pagare delle multe".
Di
fronte a ciò Marzia non mancava di commentare:
"Ci sarebbe da ragionare su quanto costa pagare rimborsi, progetti di studio sul lupo, reti, recinti, ricoveri per i pastori e tutto il resto... in confronto con queste multe, ma non sono io la persona che può permettersi di fare questi calcoli.
Mi sono commossa quando i pastori hanno tirato in ballo la
passione. Non possono convertire la loro attività, allevano QUELLE BESTIE perchè... perchè... perchè A LORO piacciono. E' un discorso che va oltre il reddito, le politiche di valorizzazione, qualsiasi altra cosa. Un discorso così non regge davanti ad un politico, un economista, un tecnico. Ma io non riesco a dal loro torto, perchè so com'è la loro vita e, se non la fai perchè ci credi... non la fai e basta.
Forse a Bellino non vedremo più le pecore. Soluzioni non se ne sono trovate, solo delle proposte su dei palliativi. Ma loro non vogliono che vengano messe delle pezze e si dimentichi il problema VERO.
Perché non puoi lavorare se c'è il lupo!
Convivere? Molto faticosamente e pagando un duro prezzo. Se loro smetteranno, (anche Cristiano, che si sposa tra pochi giorni e fa il pastore), avanzerà il bosco, i cespugli nei prati di fondovalle dove le pecore pascolano in primavera e tardo autunno. I lupi avranno più spazio per loro, magari attaccheranno i vitelli, se non ci saranno più pecore? Oppure si sposteranno, andranno in altre valli ad attaccare altri pastori. Non ci saranno nemmeno più quei cento abitanti, a Bellino. Perchè, per fare altri lavori, bisognerà scendere giù, nella valle o nella pianura".
Parole
dettate dal cuore. E per questo non solo sincere ma
che colgono anche nel segno.
All'incontro
in Municipio seguì un'assemblea il 22 maggio
con la presenza di ass. di categoria, assessori regionale
e provinciale, presidente dell'Uncem Piemonte ecc. Le
parole di Silvana Peyraque, portavoce dei colleghi,
vennero riportate dal sito occitanista Paratge (il sito
non è più online). Il laboratorio politico
Paratge in vista dell'incontro aveva stilato dopo una
riunione tenutasi il giorno 8 maggio, un comunicato
congiunto con la stessa portavoce dei pastori (in
fondo alla pagina)
L'incontro
del 22 maggio 2007 ha quantomeno rappresentato un momento
di 'politicizzazione' di una questione che i sostenitori
del lupo tendono furbescamente a qualificare come puramente
'tecnica' dando per scontato che la presenza del lupo
è non solo ositiva ma 'necesaria' sulla base
di astratti principi biologici (astratti perché
si può dimostrare che il lupo - a parte gli impatti
socio-economici può ridurre anche la biodiversità)(rimando
al mio saggio: La
reintroduzione dell'orso e del lupo sulle Alpi).
L'esito,
però, è stato come sempre deludente. L'impressione
è che si voglia far finta di far qualcosa tanto
per dare un contentino ai pastori. Marzia il 26
maggio commentava (Aggiornamenti
su 2 vicende):
"Come sapete, l'altro giorno si è tenuto il secondo incontro tra i pastori di Bellino, politici ed amministratori, per discutere il problema del lupo. Secondo voi, si è trovata una soluzione?
Come temevo... NO! Da quel poco che ho saputo (parole amareggiate, spero non rassegnate) c'è grande delusione e rabbia. E' stato detto che non è per il lupo se i giovani abbandonano la montagna, non è per il lupo che i pastori si estinguono (sta di fatto che, da quando è tornato il lupo, da 10 greggi si è scesi a 2-3).
Il lupo è protetto, il pastore molto meno. Hanno promesso soldi ("elemosine per i rimborsi", dicono alcuni pastori), hanno detto che bisogna cercare di valorizzare una razza locale per ricavare di più dalla vendita della carne. Trovo questa proposta quanto meno discutibile, per non dire irrealizzabile... Gli animali sono già pochi, verificare se si può parlare di RAZZA (la Sampeyrina) richiede lunghi anni di studi... e non è detto che si riesca a dimostrarlo! Per di più, come lotta alla Scrapie (la "pecora pazza), negli anni a venire bisognerebbe sempre più cercare di utilizzare maschi geneticamente resistenti a tale malattia. Se tra i pochi montoni presenti nelle attuali greggi non si dovesse riscontrare il patrimonio genetico adatto, bisognerà rivolgersi altrove, perdendo ancora di più le eventuali caratteristiche della razza.
Lupi? 1-10-100, è uguale. Non è che se sono di più, si può intervenire. I pastori facciano i pastori, ecco!
... i commenti fateli voi..."
Il
2007 si ricorderà come l'anno 'caldo'. I pastori
erano ancora numerosi ed agguerriti e riuscirono a farsi
ascoltare (per quanto sia servito) grazie alla minaccia
di bloccare il Giro d'Italia. Dopodiché i pastori
hanno in gran parte gettato la spugna. Così vince
il lupo (i supi sponsor).
Avanti
con i convegni
A
Bellino gli incontri e i convegni diventano appuntamenti
fissi. Così il 2 agosto 2008 assessori, allevatori
ed esperti si riuniscono per parlare dei problemi della
pastorizia. Il 2008 è statio un anno relativamente
'calmo' sul fronte del lupo e così si parla di temi
più generali (il titolo del convegno era: ("Transumanza ed alpeggio oggi: esperienze a confronto")
ovvero di formaggi, di altre realtà nazionali (Val d'Aosta, Alto Adige, valli del Bitto...), di razza Piemontese, di arte legata al mondo dei margari... e di amore per la pastorizia.
Nella foto sotto Silvana che sostituiva Cristiano
Peyrache, giovane presidente dell'Associazione pastori
di Bellino (assente per nozze) (dal blog idi Marzia:
Convegno
Bellino)
dal
blog pascolovagante
di Marzia Verona
Di
convegno in convegno arriviamo a quello del 19 dicembre
2009 a Brossasco (Attenti
al lupo, il convegno).
In vista delle elezioni regionali il tema si faceva
'caldo'. Erano presenti gli assessori all'agricoltura
regionale (Taricco - PD - nella foto sotto in mezzo)
e quello provinciale (Sacchetto - Lega -,a destra).
Sacchetto è l'attuale assessore regionale.
dal
blog pascolovagante
di Marzia Verona
Nel clima piuttosto elettrico sono stati numerosi gli
interventi. La nuda e cruda realtà dei fatti
l'ha esposta Cristiano
Peyrache:
nel mentre si discute i pastori non ci sono più.
"Continuiamo
ad esporre i nostri problemi: il territorio di Bellino è quello che è, con il
lupo NON SI PUO' LAVORARE. Le metodologie di difesa "imposte" non si
riescono ad applicare, da noi. Tanto è vero che, prima del lupo, c'erano 15
pastori a Bellino. Nell'estate 2009 soltanto due ed il prossimo anno, se va
bene, uno solo. Altre vallate hanno altri territori, dove è possibile lavorare
anche con grandi numeri, ma non è il caso di Bellino".
dal
blog pascolovagante
di Marzia Verona
Cristiano
fa semplicemente riferimento alla struttura morfologica
del territorio, ai tanti valloni che segmentano i peraltro
bellissimi pascoli. E' impossibile su questi pascoli
radunare greggi di dimensioni tali da rendere economica
la spesa di custodia continua. A Bellino i proprietari avevano 30-35, 40 o 50 pecore ciascuno, poi d'estate se ne prendevano 'in guardia', magari arrivando a 400 o 500 pecore al massimo per gregge.
Cristiano ha poi proseguito ricordando la necessità
per i pastori di seguire i lavori della fienagione,
attribuendo ai pastori il merito della manutenzione
dei sentieri, degli alvei dei corsi d'acqua. Insistendo
su un punto: non vogliamo rimborsi, vogliamo poter svolgere
la nostra attività.
La
situazione attuale
Veniamo
ora alla situazione odierna. Così come ci è
stata esposta due giorni fa da quattro dei superstiti
membri dell'Associazione pastori di Bellino incontrati
al Rifugio Melezè
(foto sotto).
foto
M. Corti
Di
quelli della foto sopra (quella con Marzia e i pastori
seduti intorno al tavolo) erano presenti solo 4: c'è
Cristiano,
che ora ha vacche piemontesi oltre a un po' di pecore
che tiene in recinti (con tanto di cane), Silvana che
mantiene un po' di pecore (affidate
all'unico gregge in attività condotto dal pastore
Alfredo) si è concentrata sui bovini; poi un altro allevatore che ha dovuto
convertirsi ai bovini (ed è anche titolare dell'agriturismo
Lou Saret) e infine un'altra allevatriche che ha un po' di
capre, anch'esse mantenute in recinti. Dalle 200 capre
(di 4-5 allevatori) che esistevano prima dell'arrivo
del lupo ne sono rimaste 60 di due proprietari. Delle
2.000-2.500 pecore che pascolavano in piccoli greggi
liberi (400 di allevatori di Bellino altre di pastori
di fuori) ne sono rimaste meno di 1.000 di cui solo
50 di allevatori locali. Vi sono poi 50-60 capi bovini
stanziali e un certo numero di capi bovini 'da fuori'
che hanno parzialmente sostituito i vuoti lasciati dalle
pecore. Molto parzialmente perché i 'pastori'
insistono sul fatto che: 'i bovini sulle cime non
possono arrivare' e che:
'sono
stati mandati a pascolare i bovini in posti dove
da 38 anni erano stati sostituiti dalle pecore ma hanno
difficoltà e non possono certo pascolare tutta
la superficie che prima era pascolata'
Certi
pascoli poi sono stati del tutto abbandonati (vedi Colle
della Battagliola). Un argomento su cui i nostri amici
insistono è quello dei costi (economici, fisici,
psicologici) delle 'difese' mese in atto per impedire
o quantomeno ridurre la predazione. La presenza costante
dell'uomo, le reti elettrificate, i cani da guardiania
non impediscono del tutto la predazione e comportano
'danni collaterali'. Si cita il caso del pastore che
nel luglio 2008 si è trovato due lupi nel gregge.
Alle sue grida i lupi se ne sono andati senza poter
ptrovocare danni, ma non sono fuggiti, non erano spaventati.
Queste osservazioni sulla riduzione della soglia del
timore dell'uomo e della distanza di fuga sono ormai
numerose e pongono un problema serio: se il lupo non
rischia nulla (tranne qualche scontro con il cane),
oserà sempre di più e bisognerà
alzare sempre più il livello delle difese
(con conseguente aumento dei costi economici e non).
Quanto alle reti non si segnalano per ora casi di lupi
che sono riusciti ad introdurvisi ma si lamentano pedite
per capi 'impiccati', che, spaventati, restano impigliati
nella rete sino a soffocare. Quanto ai cani è
Cristiano che osserva come un grosso cane da difesa
consumi diversi chili di carne al giorno e che, oltre
alla spesa non indifferente, ciò comporta anche
l'onere del trasporto a spalla (come per le reti) stanti
le difficoltà di accesso dei pascoli. 'Come fai
a portar su il cibo per i cani che mangiano tutti i
giorni se ne hai due o tre?'. Sono rimasti in pochi
i pastori di Bellino ma gli ex-pastori (che ora hanno
qualche vacca da carne) sono del tutto solidali e tutti
insieme sono decisi a non lasciare cadere la 'questione
lupo'. Le lamentele contro la gestione della 'difesa
delle greggi' in capo al 'Centro conservazione e gestione
grandi carnivori' del Parco delle Alpi Marittime non
si lesinano. La 'selezione' di cani, secondo loro, dovrebbe
essere gestita in toto dagli allevatori senza intromissioni
del 'Centro del lupo' (salvo un pupporto economico
ed eventualemnte veterinario).
I
pastori contestano la gestione unilateralmente lupofila
del 'Progetto lupo'
Ma
quello che fa più arrabbiare i pastori sono i
criteri di assegnazione del 'Premio pascolo gestito'
criteri stabiliti ed applicati dagli stessi veterinari
'pro lupo' del 'Centro' che - secondo i pastori - oltre
che ad essere una forma di 'elemosina' (considerati
tutti i disagi e i costi associati con l'adozione dele 'misure
di difesa dei greggi dal lupo') sono assegnati senza
tenere conto delle caratteristiche dei pascoli e dei
sistenmi di pascolamento. Tali elementi ovviamente non
possono essere valutati da un veterinario (il cui compito
dovrebbe essere quello dell'accertamento dei danni da
lupo) ma dovrebbero essere valutati da tecnici agricoli
competenti. Però tutta la gestione del progetto
“Il
lupo in Piemonte: azioni per la conoscenza e la conservazione
della specie, per la prevenzione dei danni al bestiame
domestico e per l’attuazione di un regime di coesistenza
stabile tra lupo ed attività economiche”
è, come noto, in mano ad esperti (faunisti, guardiaparco,
veterinari) di parte 'pro lupo' e si sono sinora accuratamente
esclusi gli esperti di pascolo, di pecore, di pastori
(agronomi e forestali) che, logicamente, parteggiano
per la pecora e il pastore. Nella loro presunzione gli
esperti 'lupologi' sono convinti di possedere tutte
le competenze necessarie per l’attuazione "di
un regime di coesistenza stabile tra lupo ed attività
economiche". Per fortuna che la nuova giunta regionale
ha varato un progetto 'Sostenibilità dell'allevamento pastorale in Piemonte: individuazione e attuazione di linee di intervento e supporto' che
'corregge' la lupofilia unilaterale della precedente
giunta, preoccupandosi di sostenere anche il pastore
oltre che di pensare solo alla tutela del lupo.
dal
blog pascolovagante
di Marzia Verona
Comunicato stampa
Martedì 8 maggio Paratge ha affrontato il problema della
presenza del lupo nelle valli con gli allevatori dell’alta Valle Varaita.
I primi danni all’agricoltura nelle valli li hanno fatti i
cinghiali, poi sono stati introdotti cervi, caprioli, mufloni, col risultato
che ora è impossibile qualsiasi coltivazione senza recinzioni che richiamano
alla memoria i campi di concentramento.
Come non bastasse ora è arrivato anche il lupo a dare il
colpo di grazia per l’allevamento in alpeggio.
Si vuole forse chiudere con agricoltura
ed allevamento nelle valli per fare un “grande
circo del divertimento” ?
In tutto questo la parte del
leone è recitata dalla “cattiva
coscienza” della pianura, dove è stato completamente distrutto l’ambiente
naturale e ora risulta urgente per tutti trovarsi un alibi per mettere a tacere
la coscienza collettiva.
Il rischio è che attorno a una
pianura completamente antropizzata e in cui il verde e la natura sono tracce
residuali, si voglia creare una zona franca dove poter vedere animali in
libertà, ma dove mancherà l’uomo.
Non è la prima volta che appetiti
esterni al territorio alpino, dopo aver ingoiato quanto loro interessa, ci
lasciano tracce mostruose quanto inutili e dannose dei loro pasti, penso alle
speculazioni immobiliari o a qualche inutile e obsoleto impianto di risalita,
per fare solo due esempi.
Ora stiamo nuovamente assistendo
alla nascita un ibrido mostruoso, infatti l’introduzione di nuove specie
animali non potrà che generare una situazione a cui qualcuno tra breve dovrà
porre rimedio, sempre che si riesca e sicuramente la soluzione va ricercata da
coloro che il problema hanno creato, non da coloro che lo subiscono.
Con questa fauna in giro non si
può coltivare alcunché ed ora con l’arrivo del lupo non sarà più possibile
pensare a greggi e mandrie in alpeggio, bel risultato davvero!
PARATGE afferma che la gestione del territorio e delle sue risorse è
questione che riguarda in primo luogo la società civile che quel territorio vive.
Le proposte sulle quali si sta lavorando assieme agli allevatori saranno
presentate e discusse il 22 maggio alle ore 17 presso il municipio di Bellino,
presenti allevatori, tecnici e rappresentanti delle istituzioni.
Mariano Allocco, portavoce
Laboratorio Politico PARATGE
Silvana Peyrache, portavoce
allevatori e pastori di Bellino
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