Per
rompere il monopolio di parte nella gestione dell'orso
e della comunicazione in materia stiamo organizzando
un Centro
di referenza e di controinformazione
sull'impatto dell'orso su pastorizia, agricoltura, vita
rurale i Trentino, Veneto e Lombardia
Danni
da orso non riconosciuti, 'falsi attacch', 'incontri'
spiacevoli con Yoghi e Cindy?
scriveteci
purché
attendibili e accompagnate da nome, cognome e indirizzo
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(03.07.10) Tra
Baselga del Bondone, Terlago, Ciago, Vezzano un'orsa
con tre cuccioli sta seminando paura e distruzione mentre
la Provincia sta 'pensando' cosa fare. Colpiti
in modo grave dei frutteti, uccisi animali, persone
terrorizzate
Nella
zona del Bondone (TN) orsi senza freno.
Non
c'è rispetto per la gente di montagna
di
Michele Corti
Notizie
di stampa e segnalazioni di lettori trentini parlano
di un'orsa con tre cuccioli che scorazza impunemente
nella zona del Bondone. Fuori dal Trentino le notizie,
per nulla divertenti, si sono trasformate nella storiella
dell'orsa 'inoffensiva' che si, entra nei paesi, ma
solo perché 'ghiotta' di ciliege
I
fan dell'orso hanno sottolineato la passione per le
ciliege dell'orsa che, con tre pargoli al seguito, si
aggira dai primi di giugno nei pressi dei paesi
della zona del Bondone. Così si mette
in ombra il fatto che, prima di passare alla dieta estiva
vegetariana, il predatore si era concesso vari pasti
a base di carne fresca ovicaprina e avicunicola. I fan
dell'orso trascurano anche che le 'mangiate' di ciliege
protrattesi per giorni abbiano semidistrutto un frutteto.
La 'simpatica' Cindy (nei cartoons la fidanzata
di Yoghi) non si limita a prelevare le ciliege dai rami
bassi ma con il suo lieve peso sale sulle
branche degli alberi, spezzandoli. L'allegra brigata
ha poi distrutto l'impianto di irrigazione. Cosa sarà
mai? La Provincia pagherà. E' il modo di ragionare
degli ambientalisti di città, ovviamente.
I
contadini della zona, dove si producono anche albicocche,
pesche, mele non sono affatto contenti dell'idea di
veder devastati i propri frutteti per assecondare lo
sfizio della gente di città che gongola all'idea
degli orsi liberi, liberi di fare tutti i loro comodi.
Una pianta sostituita non da frutto subito. Una pianta
danneggiata è suscettibile a fitopatie che possono
poi trasmettersi anche alle piante sane ecc. ecc.
Ma
che animale 'selvaggio' è quello che entra impunemente
nelle stalle, nei pollai, nelle conigliere, nei frutteti,
nelle arnie come a un self service?
Ma
che 'animali selvaggi' sono se si installano intorno
ai paesi a 'prelevare' comdamente caprette o frutta
a secondo della stagione? Che fondamento di etica ambientale
ha consentire la devastazione di allevamenti e coltivazioni
senza che nessuno muova un dito. Nel frutteto oggetto
della 'voglia di frutta' dell'orsa la devastazione è
proseguita per tre giorni di fila senza che il personale
del Corpo Forestale Provinciale si facesse vivo. Intanto
l'orsa ha imparato che il suo avvicinarsi ai paesi,
la sua predazione 'facile', le devastazioni dei frutteti
sono un comportamento 'che paga'. E la sua paura
dell'uomo continua a diminuire con conseguente aumento
delle probabilità di 'incontri'.
Localizzazione
segnalazioni orsi nel 2009 Da 'Rapporto Orso, 2009'
Ufficio Faunistico - PAT
Troppo
successo riproduttivo, ma poca o nulla diffusione
Dal
punto di vista dell'aumento della popolazione ursina
il programma di ripopolamento è stato un successo
(con il piccolo 'neo' legato al fatto che, sinora, la
progenie è tutta attibuibile solo a due maschi).
Gli orsi in Trentino sono ormai 40, protetti da
norme che li rendono intoccabili (bisogna che l'orso
penetri in un locale con presenza di umani o che ferisca
a morte un umano perché si possa abbattere).
Però sono concentrati nell'area relativamente
ristretta del massiccio Brenta-Paganella nel
Trentino centro-occidentale. Da una parte c'è
la barriera ecologica dell'Adige (più autobrennero,
ferrovia e statale), dall'altra c'è la dorsale
montuosa che divide il Trentino dalla Lombardia che,
sinora, ha limitato l'irradiazione (ma non è
difficile intuire che qualora essa si facesse consistente
si troverebbe a confrontarsi con i cacciatori bresciani
che non hanno alcuna intenzione di vedersi ridotto dagli
orsi il già modesto numero di ungulati prelevabili).
A Nord c'è la provincia di Bolzano (dove gli
orsi sono poco graditi), a Sud zone più intensamente
abitate e di forte presenza turistica. Così
gli orsi nell'area 'calda' cominciano ad essere tanti,
a stare 'stretti'. Cindy non ci pensa nemmeno a risalire
in montagna finché i pargoletti sono piccoli
e facili prede degli orsi maschi (che hanno il 'vizietto'
di cannibalizzare i giovani indifesi). Quindi se ne
sta nelle zone abitate, almeno fino a quando dalla 'cabina
di regia' dell'Ufficio Faunistico i 'signori dell'orso'
decideranno qualcosa in merito.
La
storia di Leonella: quando gli animalisti cambiano idea
sull'orso
A
Baselga del Bondone la Cindy non si è limitata
a sbranare capre e pecore qualsiasi. Ha infranto anche
il sogno di Leonella Partelli. Leonella è
di professione maestra, ma ha anche un diploma di infermiera
ed è animalista. Nella località 'Pra
de l asen' (un nome un destino) ha raccolto animali,
anche feriti, di cui la gente voleva disfarsi
o che comunque non poteva più tenere: ci sono
capre, pecore, maiali cino-thailandesi, asini, oche,
conigli, galline. INon
si tratta di uno di quei 'rifugi' un po' tristi ma di
un centro vivo, frequentato, dove gli animali sono utilizzati
per la pet therapy, per il trekking con i bambini (Leonella
ha anche conseguito un titolo di esperta in
Pet therapy presso il Centro di Formazione Permanente dell’Università degli Studi di Genova).
ll
'Centro' per la Pet Therapy del Bondone è nato
grazie alla passione di alcuni volontari che per cinque anni nei week-end hanno lavorato per recintare
terreni dismessi all’uso dell’agricoltura, investendo soldi e tempo e facendo un
lavoro incredibile. In
estate il centro di Leonella è frequentato dai
ragazzi disabili che provengono dalla Lombardia.
A volte i ragazzi erano accompagnati nelle loro passeggiate
da una pecora-guida, Meringa dolce e affettuosa pecorona Bergamasca abituata al pubblico e diventata famosa nei laboratori per ragazzi al Museo Tridentino di Scienze Naturali. Meringa
non c'è più, però. Un bel (si
fa per dire) giorno (erano i primi di giugno di quest'anno)
è arrivata l’orsa e la pecora Meringa è stata
sbranata per salvare il suo piccolo (un capretto è stato
spezzato in due con un solo morso e poi lasciato lì). Leonella e le persone
a lei vicine dopo questo episodio hanno riflettuto e
il loro atteggiamento sull'orso è ora ben diverso.
E si chiedono: 'Siamo animalisti noi che abbiamo
salvato animali feriti o destinati al macello perché
'ingombranti' o i fan dell'orso che se ne stanno in
città'?
La
maestra Leonella con la famosa pecora Meringa poi sbranata
dall'orsa (da Vita
Trentina)
Una
nonna terrorizata
Tra
le varie 'imprese' dell'orsa delle sue 'settimane
brave' c'è da segnalare anche l' 'incontro'
ursino avvenuto a Vezzano in prossimità del paese
di una coppia di nonni con nipotini. I nonni arrivavano
sottovento senza far rumore e l'orsa aveva i cuccioli.
Solo per alcune circostanze (un orsetto che è
uscito all'improvviso dal bosco mettendo in allarme
la piccola comitiva, la presenza di un muretto alto
1,5 m) l'incontro non è finito peggio. L'uomo
seguendo i consigli 'in caso di orso' è stato
fermo ma la nonna è caduta a terra perché,
presa dalla paura, si era messa a correre. E' stata
avvicinata a meno di un metro dall'orsa ed è
rimasta terrorizzata.
Intanto
da qualche settimana la gente che deve recarsi negli
orti, frutteti, campi vicino ai paesi si porta
dietro una roncola (come minimo). Dovremo arrivare alla
situazione delle zone 'calde' degli Usa e Canada dove
la gente (vecchiette comperse) gira sempre con un fucile
carico per paura degli orsi? Dove se ti dimentichi addosso
o in macchina un pezzetto di cibo rischi la vita?
I
'signori dell'orso' nei loro uffici del Parco Adamello
Brenta e della PAT si rendono conto del 'danno biologico'
causato dal terrore dell'incontro con i LORO orsi? Si
rendono conto che un anziano può morire d'infarto?
Quanto valutano questi 'impatti sociali'? Molto poco.
Visto che le assicurazioni per i 'danni da orso'
prevedono un risarcimento per una vita umana spezzata
dall'orso pari a 265.000 €
(se si rinuncia a qualsiasi ulteriore rivalsa in sede
giudiziale e si sta schisci).
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